E poi improvvisamente capisi che nel rapporto con i tuoi genitori l'unica certezza che hai è quella di essere "figlia", nient'altro. Se anche in passato sei stata una brava figlia, oggi non lo sei più perché hai deciso di impossessarti della tua vita quando invece loro, i tuoi cari genitori, ti avevano estrapolato la promessa che non li avresti mai lasciati soli... Ma la promessa è l'unica cosa che del passato conta, tutto il resto si è perso e cancellato nel tempo. Nessuno si ricorda più di quei circa quindici anni della tua giovinezza che gli hai quasi interamente dedicato, nessuno si ricorda chi c'era in ospedale quando hanno ricoverato tuo padre di infarto, chi lo ha accompagnato quando non riusciva più a parlare, chi ha fatto la notte con tua madre quando era stata operata. Oggi conta il fatto che tu vivi a sessanta chilometri di distanza, con tuo marito e tua figlia, e ti limito a fare "solo" due telefonate al giorno.
Nessuno si ricorda nemmeno che la terza è stata abolita quando ti sei sentita dire in malo modo che eri una rompiscatole e che a mezzogiorno e mezzo "qui dormiamo e ci svegli!".
Non ci sono tappe conquistate, mete raggiunte: tutto ciò che fai conta solo per oggi, ma il bonus domani lo perdi. Se oggi sei un bravo figlio perché hai fatto qualcosa di buono domani potresti non esserlo più, e sicuramente non lo sarai. E non c'è nemmeno bisogno di fare qualcosa di sbagliato, è sufficiente che loro, i tuoi genitori, rimuginino su chissà cosa e decidano che "no, non sei stato un figlio meritevole di essere chiamato bravo" e allora non ti informano nemmeno della loro decisione, non ti raccontano i loro pensieri ma ti rispondono male al telefono perché per punirti non ti spiegano cosa sta accadendo, devi capirlo da solo! E se gli chiedi se sono arrabbiati ti risponderanno di no, ma lo faranno con il tono più secco e acido che hai mai sentito. Nessuno ti spiegherà che nella loro contabilità delle telefonate tu sei sceso all'ultimo posto, perché tuo fratello è vero, non telefona tutti i giorni, ma luì però lavora e tu telefoni solo una volta al giorno (sono due ma la seconda telefonata quotidiana evidentemente me la ricordo solo io e la mia bolletta telefonica...).
E allora pensi che in passato ti saresti arrabbiata ma oggi non ne hai nemmeno più voglia e sei soltanto amareggiata perché hai capito che è davvero un gioco sadico e impossibile in cui le carte vengono cambiate ad ogni giro e sei solo triste perché ti rendi conto che è tutto inutile, che loro hanno sempre ragione perché loro non si mettono in discussione e sono certi di essere bravi genitori (anche se tu guardando indietro non ne sei più così tanto sicura...) ma loro non hanno nemmeno bisogno che glielo dica tu! L'appellativo se lo danno da soli perché loro lo sanno cosa è giusto e cosa è sbagliato e loro decidono tutto e per tutti e ogni giorno assegnano e tolgono medaglie a seconda delle loro valutazioni. E oggi evidentemente hanno deciso che tu sei "solo una figlia" e dal tono della prima e ultima telefonata della giornata (oggi c'è ne sarà davvero solo una perché sono piuttosto stanca di questi assurdi e maniacali giochetti), oggi devono anche aver deciso che sei una figlia di merda.
Comunque la verità é che non importa, domani può essere anche che io vinca la medaglia di "figlio migliore dell'anno", dipende su cosa si focalizzeranno e quali saranno le loro assurde valutazioni. Quello che conta è che io sia a posto con la mia coscienza e anche se a loro continua a sembrare impossibile, io lo sono. Certo, non ho mantenuto una promessa ma che oltre ad essere assurda, mi era stata estrapolata in un momento di debolezza. Il mio peccato è quello di aver smesso di esistere per assistere loro e aver deciso di costruire un mia famiglia che ovviamente ora ha un ruolo di primo piano. Io però nonostante il loro impegno non riesco a vedere nulla di male in ciò che faccio e nemmeno in ciò che non faccio più e non riesco proprio a sentirmi in colpa.... mi dispiace per loro!