martedì 30 novembre 2010

È solo per te

È solo per te che la casa si è riempita in ogni angolo di ingombranti oggetti che prima del tuo arrivo, nemmeno sforzando l’immaginazione, avrei saputo dove mettere…
È solo per te che papà ed io non sappiamo più cosa voglia dire dormire una notte intera, senza interruzioni…
È solo per te che la lavatrice va praticamente quasi tutti i giorni e gli stendibiancheria non bastano mai…
È solo per te che se ho in programma di uscire, cambio subito idea, pensando alle fatiche che devo affrontare per spostare quello che ormai ho ribattezzato il “monolite…
È solo per te che quando esco per fare shopping non riesco mai a tornare a casa con le mani vuote, ma non ho mai qualcosa per me…
È solo per te che in macchina il posto accanto al guidatore non è mai utilizzabile, in quanto è perennemente occupato da un meraviglioso “ovetto” rosso…
È solo per te che mi ritrovo a fare versi strani e vocine idiote ed è sempre solo per te che ho scoperto che anche papà è ridotto così…
È solo per te che canto assurde canzoncine inventando testi senza senso e noiose melodie, che farebbero addormentare anche una pianta…
È solo per te che ho sempre le tette all’aria e non mi accorgo nemmeno più se apro la porta al postino col reggiseno o senza…
È solo per te che riesco a restare in perfetto equilibrio anche solo su un piede, perché spesso l’altro è impegnato a smuovere la tua carrozzina…
È solo per te che sto imparando a fare tutto con una solo braccio, perché molte volte sull’altro ci sei placidamente “appollaiata” tu…
È solo per te che ho rinunciato a bere il latte e che riesco a mangiare pastina in brodo quasi ogni giorno…
Riflettendo mi rendo conto che è proprio vero quando si dice che un neonato, per quanto piccolo, ti cambi la vita.
Ma riflettendo capisco anche che è solo per te che non sono pentita di nulla, che rifarei tutto una, dieci, cento, mille volte pur di averti qui.
Sei bellissima amore mio, ogni giorno di più!

Notte di cacca

Quella che si è appena conclusa è la tipica “notte di cacca”. No, non in senso figurato. Non è andata peggio di quella che l’hanno preceduta. Intendevo nel vero senso della parola! Tu hai fatto un mare di cacca ed io, invece di dormire, ho passato la maggior parte del tempo a lavarti e cambiarti il pannolino.
Tuo padre quando stamattina ha saputo le tue prodezze, fiero ha gonfiato il petto e ha detto: “evidentemente ha preso da me, è una notturna!”.
Ed io ho subito commentato: “ottimo, se è così di notte il pannolino puoi cambiarglielo tu, perché io, al contrario, sono assolutamente una “diurna”…

lunedì 29 novembre 2010

Che c'è?

Ho una strana sensazione di malessere che mi disturba già da qualche giorno.
Un malessere del quale riesco solo a percepire parzialmente le cause, ma come altre volte mi è capitato, ho la percezione che ci sia qualcosa che mi sfugge, qualcosa che non ho ancora messo a fuoco ma che comunque, sebbene latente, c’è.
Non ho voglia di uscire, gli addobbi di Natale sono solo un’ulteriore preoccupazione, non mi va nemmeno di chiacchierare al telefono con le amiche.
Tutto mi stressa e mi infastidisce.
Sono e mi sento apatica.
Forse è solo la stanchezza accumulata, o le nuove responsabilità alle quali mi devo ancora abituare, o i nuovi equilibri che ancora si devono stabilizzare.
Ieri papà parlando con te ha detto che non riusciva più a capire la tua mamma… beh Alice, la verità è che nemmeno io riesco a capirmi.

Una nuova settimana

Eccoci all’inizio di una nuova settimana.
Quella che è appena finita si è conclusa all’insegna del maltempo e del mal di testa.
Quella che è appena iniziata, già da subito si è prospettata piuttosto impegnativa.
Una settimana in cui ho già dovuto prendere una decisione importante che ti riguarda e in cui forse avrò una risposta importante che riguarda mia madre.
Una settimana in cui tu ed io passeremo tre giorni da sole senza papino a darci sollievo.
Una settimana che è appena iniziata ma che io vorrei già sapere come andrà a finire…
Lo so che te ne sei accorta Alice, non ho bisogno di dirtelo e di spiegarti le cose, sei una bambina molto perspicace tu.
Non sono al massimo della forma ma sappi che non è per colpa tua, almeno non solo. Certo la mancanza di sonno non aiuta a sentirsi meglio, ma credo tutto sommato di aver cominciato anche ad abituarmi a questo tour de force notturno. Non è questo che mi disturba così profondamente.
Sono i pensieri: la testa che gira e non riesce a fermarsi.
Le domande che si alternano generando nuove domande e nuove risposte, ogni volta diverse.
Intorno a te un sacco di cose stanno capitando ed è bello guardarti mentre tu, ignara di tutto, dormi beata e sorridi, con le braccia in alto e i pugnetti chiusi.
Sii buona questa settimana Alice, ne ho bisogno.

domenica 28 novembre 2010

Ciò che non conoscerai mai

Oggi riflettevamo con tuo padre e pensavamo a tutte le cose che per te saranno solo un racconto degli adulti.
Non conoscerai mai le banconote da mille lire, i dischi in vinile, il muro di Berlino, l’inter-rail, le videocassette, la televisione in bianco e nero.
Non saprai mai com’è la vita senza cellulari, senza internet, senza le macchine fotografiche digitali, senza i forni a microonde e senza i voli low cost.
Chissà quante cose ancora cambieranno e scompariranno prima che tu sia grande.
In ogni caso spero che nella vita tu riesca ad apprezzare oltre al progresso e alla tecnologia anche le cose semplici come una passeggiata in riva al mare d’inverno e il tramonto in una sera d’estate.
Ma fra tutte c’è una cosa che più delle altre vorrei che tu non dovessi mai conoscere: la violenza.

Notte "de terror"

È stata la notte peggiore da quando sei nata ma non per colpa tua.
Già ieri mattina mi ero svegliata col mal di testa e la situazione è andata peggiorando durante tutta la giornata fino a raggiungere l’apice ieri sera.
I tuoi strilli stanotte mi arrivavano direttamente al cervello, ogni volta mi sembrava di impazzire. Per fortuna che c’era papino a prendersi cura di te.
Sai Alice, non so come tu ci sia riuscita ma l’hai proprio fatto innamorare il tuo papà. Sembra vittima di una stregoneria! Sei una bimba davvero molto fortunata!

sabato 27 novembre 2010

Conoscerti e riconoscerti

Finalmente comincio a conoscerti e riconoscerti.
Conosco e riconosco l’espressione che fai quando hai sonno, conosco alcuni modi per calmarti, riconosco il tuo pianto di dolore.
Alla soglia del tuo secondo “compimese” inizio a percepire che per te la mia presenza è diversa da quella delle altre donne. Non siamo intercambiabili.
Era ora!

venerdì 26 novembre 2010

Un sorriso per papà

Papà è tornato da pochi minuti e tu, non appena con lo sguardo hai incrociato i suoi occhi, ti sei illuminata come una lampadina e gli hai subito regalato un esclusivo e meraviglioso sorriso.
Ti è mancato, ne sono sicura.
Forse non hai la cognizione del tempo, non sai che sei stata più di trentasei ore senza vederlo,ma di certo hai percepito la sua assenza, forse perché nessuno ti ha “spapuzzato” i piedini come fa lui.
Lo so, lo capisco.
Anche a me manca sempre tanto quando non c’è.

giovedì 25 novembre 2010

Non più solo figlia...

Di fronte al materializzarsi dei miei timori più profondi, prima sono rimasta apparentemente insensibile, paralizzata da quelle parole che mi arrivavano veloci in faccia come una folata di vento gelido. Sono riuscita incredibilmente a rimanere sul piano razionale, apparentemente insensibile, incredula di fronte a quel susseguirsi di termini incomprensibili e allo stesso tempo dal suono spaventoso.
Poi ho improvvisamente cominciato a realizzare, a comprendere il reale significato che può celarsi dietro a quei paroloni difficili e in pochi secondi ho sentito un nodo allo stomaco, ho avuto un’improvvisa voglia di piangere e ho faticato a respirare.
Ho provato l’irrefrenabile desiderio di lasciarmi andare, di abbandonarmi fino in fondo alle paure e alle ansie ma… ma tu distesa nella tua carrozzina, mi hai guardata con un’espressione ingenua e innocente, hai accennato un timido sorriso e poi con i tuoi languidi occhioni blu mi hai fatto capire che avevi bisogno di me.
È stato subito chiaro che questa volta non potevo farlo.
Non potevo fasciarmi la testa prima del tempo come sono sempre stata abituata a fare, perché così mi hanno insegnato, non potevo tuffarmi nella mia angoscia e continuare a vedere sempre e solo il bicchiere mezzo vuoto.
È vero, mia madre, tua nonna, deve fare degli accertamenti, accertamenti che fanno paura e che potrebbero anche essere il presagio di qualcosa di brutto.
Ma è il condizionale che fa la differenza.
E poi io ora non sono più solo figlia, ora sono anche madre e ho dei doveri nei tuoi confronti prima che con ogni altra persona.
Tu hai bisogno e diritto di avere una mamma e una vita tranquilla e serena.
Te lo devo e per questo devo essere forte e devo credere che potrebbe anche essere un falso allarme.
Speriamo.

Tu ed io

Papà è appena andato via, tornerà solo domani sera.
Da adesso e per le prossime ore saremo sole tu ed io.
Passeremo la nostra prima notte insieme da sole, la nostra “prima volta”.
Stanotte non ci sarà papà a calmarti quando il tuo pianto diventerà inconsolabile, non potrai stenderti a pelle d’orso su di lui nel tentativo di rilassarti, non ci sarà lui a coccolarti quando io non saprò davvero più cosa fare: ti dovrò bastare io.
I miei tentativi di rasserenarti saranno gli unici a farti compagnia stanotte.
So che ti mancherà, anzi, vi mancherete, non ho dubbi, il vostro feeling è evidente.
Sai una cosa Alice, il rapporto che hai con papà è una cosa che mi rende immensamente felice: siete belli insieme, siete esattamente come avrei voluto che foste.
Facciamo così, stanotte, se vuoi, ti faccio dormire dalla sua parte di letto, così sentirai il suo odore e sarà u modo per sentirlo più vicino.
Stai tranquilla, domani sera quando tornerà a casa sono sicura che anche lui avrà un’irresistibile voglia di coccolarti e gli sarai “mancatissima”, come dice sempre lui…

mercoledì 24 novembre 2010

Shopping di Natale

Oggi pomeriggio, approfittando della necessità di fare la spesa, ho deciso di cominciare il tour dello “shopping natalizio”!
Di solito in quest’epoca dell’anno io ero già piuttosto avanti con i lavori, ma questo è stato un anno un po’ anomalo e sono in netto ritardo sulla mia usuale tabella di marcia, ma non importa, visto che mancando giusto un mese esatto alla vigilia, sono comunque in tempo utile.
Mi è sempre piaciuto uscire a comprare i regali e dedicarmi agli addobbi natalizi.
Ma quest’anno è un compito arduo da portare a termine ed è, senza ombra di dubbio, estremamente faticoso.
Per riuscire ad occuparmi dei preparativi per l’imminente tuo primo Natale e per renderlo indimenticabile, (per noi perché tu sei decisamente troppo piccola per renderti conto e per ricordare ciò che ti succede intorno…) avrei bisogno di tempo, energia e mani libere, ma non ho nulla di tutto ciò.
Ho scoperto oggi, con mio vivo rammarico e con profondo disappunto che tu sei una vera e propria “sabotatrice dello shopping”. Non appena entravo in un negozio tu cominciavi a strillare con tutta la voce di cui sei stata dotata… attirando gli sguardi e le attenzioni di tutti quelli che si trovavano nel tuo raggio di azione. Inutili i miei tentativi di consolarti e di calmarti, non ne volevi davvero sapere… Appena messo un piede e una ruota della carrozzina fuori dal negozio… ecco magicamente tornare la quiete…
La scena si è ripetuta in ogni negozio in cui ho tentato di entrare…
Capisci bene Alice che riuscire a fare acquisti e soprattutto godere di un momento simile con te che rompi le… i timpani… diventa assolutamente impossibile!
Per fortuna che la mia rapidità e le idee chiare mi hanno consentito di comprare almeno un paio di indumenti per te in perfetto stile “Merry Christmas”, elementi fondamentali che non potevano in nessun caso mancare nel tuo guardaroba natalizio e che serviranno anche sul set fotografico al quale, tuo malgrado, dovrai partecipare nei prossimi giorni come unica protagonista per immortalare il nostro primo Natale di famiglia…

P.S.
Fra le difficoltà di fare shopping non si possono dimenticare le innegabili complicazioni che comporta l’uscita con un neonato in carrozzina: monta, smonta, copri, scopri, sgancia, riaggancia, alza, abbassa, stacca, attacca, chiudi, apri… un’odissea senza fine, ideata dalla mente malefica di chi progetta e studia carrozzine, passeggini, ovetti e quant’altro sia necessario per garantire uno spostamento sicuro e protetto del neonato.
Chi lo fa, probabilmente non si rende conto che nella maggior parte dei casi, la persona che si trova a dover compiere tutte queste azioni ha appena partorito, e non è fisicamente nel suo massimo della forma…
Che incredibile fatica!

“Puzzette”

Carissima Alice,
dopo una giornata pesantina come quella di ieri, ed una che purtroppo non sembra godere di una prospettiva migliore, volevo dirti alcune cosette…
Ora, io capisco che fare le “puzzette” non sia il massimo della vita… e capisco anche che per il tuo pancino piccolo piccolo siano un po’ fastidiose, ma se tutti quelli che fanno “puzzette” piangessero ogni volta il mondo sarebbe sommerso dalle lacrime!!!
Prova a godere del fatto che gli altri le subiscono passivamente e inconsapevolmente. Prova ad apprezzare le tue incredibili abilità nel farle e magari riuscirai a compiacerti del lato positivo delle “puzzette” e così non sentirai la necessità di strillare, anzi, potresti addirittura pensare di sostituire il pianto con una bella risata!
…e noi potremmo riappropriarci del diritto di dormire più di due ore di seguito…

Il pancione che non c'è più

In questi ultimi giorni ho avuto nostalgia del “nostro” pancione, mio e tuo.
Stavo guidando quando mi sono sentita improvvisamente vuota e svuotata di ogni senso.
Quell’impagabile sensazione di poterti proteggere, di essere l’unico e il solo filtro fra te e il mondo. Mi è mancata l’incredibile consapevolezza che fino a che eri dentro il mio ventre eravamo l’una dell’altra e ci appartenevamo.
Ho provato a ricordare com’era sentirti muovere dentro di me, com’era percepire i piccoli grandi segnali della tua presenza.
Per un attimo e anche più di un attimo, mi è mancata l’esclusività di quel rapporto durato nove mesi.
Non è stato facile, entrambe lo sappiamo, ma è stato comunque bello e siamo cresciute insieme, affrontando piccole grandi difficoltà, superando ostacoli, condividendo gioie e attendendo il momento più duro, quello che ci avrebbe separate ma per unirci per sempre: la tua nascita.
È bello averti qui Alice, anche quando la notte non dormi, anche quando come ieri, sei nervosa per tutto il giorno e non mi dai un attimo di tregua, anche quando mi sembra di non avere più nemmeno il tempo di pensare.

martedì 23 novembre 2010

Impotenza

Sommersa dalle cose da fare, affogata dai panni stesi, mi sembra di annaspare nel caos.
Tu dopo una notte di quelle in cui le coliche gassose non ti hanno dato tregua, stamattina sei particolarmente irrequieta.
È evidente che cerchi di dormire, ma altrettanto evidente che non ci riesci.
Mi dispiace non riuscire a placare il tuo malessere.
Posso accettare l’idea di non riuscire a cucinare, a stirare o a pulire, ma è davvero troppo difficile rassegnarmi di fronte alla consapevolezza che la mia presenza non ti aiuta a stare meglio.
Mi sento e sono impotente.

lunedì 22 novembre 2010

Tu sei.

Tu sei in ogni mio gesto ed in ogni mio pensiero.
Tu sei tutto quello che avrei voluto, tutto quello che desideravo.
Tu sei un sogno trasformato in realtà, sei un piccolo ma grande miracolo.
Tu sei colei che dipende da me e dalla quale io stessa dipendo…
Tu sei chi ha cambiato il presente e il mio futuro rendendo il passato lontanissimo.
Tu sei nostra figlia e sei semplicemente perfetta.
Ti voglio bene Alice.
Ad un mese e mezzo dalla tua nascita volevo dirti ancora una volta quanto ti ami.
Non dimenticarlo mai.

A piedi nudi… sotto le coperte…

Almeno tu sii sincera e confessa: tu e papà vi siete accordati e avete fatto una congiura contro di me e volete farmi “andare ai pazzi”, come direbbe lo zio Pietro.
È mai possibile che io ti compri dei meravigliosi calzini, caldi, morbidi e soffici e che, da brava mamma premurosa, mi preoccupi di metterteli sotto la tutina di ciniglia o di cotone, per far stare belli caldi i tuoi piedini e che ogni mattina ti ritrovi con la tutina aperta sui piedi, senza calzini, che sgambetti felice sotto le coperte?
Papà ama trastullarti e trastullarsi con i tuoi piedi e so che di solito è lui l’artefice di questa opera, ma stanotte no, stanotte non è possibile che sia stato lui, perché tu sei sempre stata o nella culla o con me…
Infatti stamattina dovevi vedere la sua espressione contemporaneamente stupita e felice nel trovarti che sgambettavi libera con la tutina sbottonata sui piedi…
E dovevi vedere anche la mia di espressione, quando ho capito che non era stato lui…

Di notte...

Quando durante la notte, proprio nel cuore del sonno più ristoratore, i tuoi urli acuti e perforanti mi svegliano, sappi che io ho un solo neurone attivo e solo parzialmente.
Tutti gli organi del mio corpo, dopo nove mesi di gravidanza, stanno finalmente godendo del ritrovato spazio e continuano a dormire beatamente.
Anche le mie mani dormono al punto tale che le dita sono completamente informicolite e non riesco nemmeno a percepire gli stimoli tattili di ciò che tocco.
Tutto tace, tutto dorme dentro e intorno a me, solo tu fai eccezione a questa regola… vittima, non sempre, delle coliche gassose.
Quando tu strilli io mi alzo, mi accosto alla tua culla, ti guardo ma non riesco a capire quale sia la causa del tuo pianto, quale realmente sia il tuo problema, di cosa tu abbia voglia o bisogno. Non so se tu abbia fame o sete, se ti senta sporca, se tu abbia caldo o freddo, se tu abbia voglia di coccole o mal di pancia o se i tuoi siano semplicemente i primi capriccetti.
Del resto, abbi pazienza, a quell’ora io non riesco a comprendere nemmeno i miei bisogni primari, come puoi pensare che io riesca a capire addirittura i tuoi?
Di notte io agisco in trance, come una sonnambula, mi alzo e mi muovo ma vado avanti in modalità “a risparmio energetico”. Tento di fare prima le cose che richiedono una concentrazione e un dispendio di energia minore. Per questo come prima cosa ti do la tetta, poi provo a farti fare il ruttino, poi ti cullo e come ultima chance, ti cambio il pannolino. Ma quando arrivo al cambio di pannolino ormai sono già la tua vittima. A quel punto hai svegliato ogni singola cellula del mio corpo e della mia mente. Ma sai qual è il vero guaio? É che nemmeno in quel momento io riesco ad interpretare il tuo pianto, appagare i tuoi bisogni e soddisfare le tue necessità…

sabato 20 novembre 2010

Una miniatura di papà

Oggi ho comprato i tuoi primi jeans. Sono fantastici: leggermente elasticizzati, sbiaditi proprio sul culetto e con le toppe a forma di cuore sulle ginocchia! Ora ti stanno leggermente larghi, dandoti quell’aria un po’ alternativa, un effetto decisamente grunge. Ma con la rapidità di crescita che hai, sono sicura che fra qualche settimana ti faranno sicuramente l’effetto leggins.
Oggi aspettavamo la visita di Elena, un’amica di mamma e per l’occasione ti ho messo i jeans. Stavi benissimo eri molto fashion, te lo assicuro. Avevi anche le scarpette rosse di feltro che ti ho fatto io e la maglia di ciniglia, a righe bianco-rosse.
Oggi ad un certo punto mentre eri in braccio a papà, mi sono improvvisamente resa conto che se non fosse stato perché sulla tua maglia c’era la faccia di Hello kitty e sulla sua la scritta Vicenza, eravate assolutamente identici, solo tu molto più piccolina di lui.
Oggi è stato un pomeriggio impegnativo e molto difficile ma quell’immagine di voi due con la maglia a righe bianco rosse e i jeans, mi ha scaldato il cuore e resterà per sempre scolpita nella mia mente.
Siete bellissimi insieme: tu e lui, la copia e l’originale…

venerdì 19 novembre 2010

... de terror

La mia ginecologa, proprio quella che ti ha fatta nascere, è di origine argentina e quando vuole descrivere qualcosa di terribile usa la definizione “de terror”.
Le notti con te sono decisamente de terror. Non riesco a passare mai alla fase di sonno profondo, ogni dieci minuti tu urli, ogni dieci minuti mi sveglio…
È una tortura, un continuo stillicidio e comincio a pensare che forse sarebbe meglio non provare nemmeno a dormire.
Ma la cosa che davvero è difficile da sopportare e vederti stare male, ti contorci e urli senza che io sia in grado di fare niente per alleviare il tuo dolore.
È frustrante restare impotenti a guardarti.
Questo è davvero “de terror”.

giovedì 18 novembre 2010

Modalità post concerto

Ormai è ufficiale: hai le coliche gassose.
Cominci a stare male nel pomeriggio e peggiori drasticamente durante la nottata.
Noi riesci a dormire. Nemmeno noi riusciamo a dormire.
Questa notte abbiamo fatto i turni papà il primo turno dall’una fino alle quattro ed io il secondo dalle quattro fino al mattino.
Proprio come quando tornavamo dai concerti: lui guidava nel primo tratto quando era ancora sveglio e intanto io mi riposavo e poi ci davamo il cambio.
Le notti con te sono diventate in modalità “post concerto” e la cantante, o meglio, l’urlatrice, sei tu.

mercoledì 17 novembre 2010

Mentre ti allatto

Amo follemente ciò che fai mentre ti allatto, la tua routine di gesti e di espressioni che è ormai diventata anche la mia.
Amo la tua espressione furba quando capisci che è l’ora di mangiare, il tuo tuffarti sul mio seno appena percepisci il suo odore, la tua bocca famelica che cerca vogliosa la mia tetta, il tuo mugolare flebile ma costante, il tuo frenetico muovere le mani, il tuo guardarmi con gli occhi goduriosi, il tuo inebriarti di un momento che è solo nostro.
Ma volevo dirti che se tu potessi smettere di mordicchiarmi con quelle gengive che sembrano foderate di lamette, potrei amarti anche di più…

martedì 16 novembre 2010

Una bimba fortunata

Prima ti osservavo mentre dormivi.
Mi sei sembrata improvvisamente piccola, fragile, indifesa.
Ho pensato che per te darei una, dieci, cento, mille volte la mia vita.
Ho pensato che vorrei proteggerti da ogni tipo di sofferenza, vorrei esonerarti dal dolore. L’idea di vederti soffrire è assolutamente insopportabile.
Ho pensato che sei una bimba molto fortunata: sei nata e sei subito rimbalzata in cima alle classifiche degli affetti di molte persone.
Ho pensato a tutti quei bambini che soffrono la fame e il freddo… che sono vittime di ingiustizie, sfruttamenti, violenze e maltrattamenti, che vivono la guerra e la paura quotidiana.
Prima ti osservavo mentre dormivi e avrei voluto regalare il tuo sonno, così tranquillo, così sereno a tutti i bambini del mondo.

Qualità non quantità

Buongiorno Alice.
Tu sei piccola, ma sei indiscutibilmente bella.
A dimostrazione che ciò che davvero fa la differenza è la qualità e non la quantità, sta proprio questo: la tua “qualità” è di livello elevato nonostante la tua ridotta “quantità”.
Ciò che resta della tua mamma dopo il parto, certo non è poco, ma nemmeno così tanto da costituire un problema: è la qualità il vero problema.
Non sono i tre kili in più a fare la differenza, ma è dove e come si sono posizionati, non è un problema di peso, ma di forma.
La verità è che nonostante tu sia ormai nata da cinque settimane io continuo a sembrare incinta di almeno sei mesi.
La mia pancia, molliccia e deforme, non accenna né a diminuire né tantomeno a migliorare, non sembra proprio voler tornare se non normale, almeno accettabile.
Certo, è vero, bisogna ammettere che il mio pancione a fine gravidanza aveva una dimensione assolutamente spropositata e quindi posso immaginare che i tempi di recupero siano dilatati, ma… anche presupponendo che prima o poi io possa ritornare ad avere una forma “guardabile”, la domanda è: “nel frattempo che faccio?”
In che modo mi posso vestire per evitare di sembrare un’accanita bevitrice di birra con lo stomaco e la pancia deformati? Come posso riuscire a non sembrare incinta?
Ormai lavarmi, vestirmi e guardarmi, sono diventati compiti ingrati e fanno parte dei momenti peggiori della giornata, azioni che hanno su di me un effetto altamente deprimente e che per questo, cerco di svolgere il più rapidamente possibile, mantenendomi a distanza di sicurezza dagli specchi e cercando di evitare di soffermare lo sguardo sui dettagli del mio corpo.
Ma in ogni caso non posso evitare di vedermi e di notare gli sguardi di chi mi guarda.
Sento i commenti e mi sento fare le più assurde domande: “perché sei rimasta così grossa?”, “ma ne aspetti già un altro?”…
Naturalmente a questo punto è evidente e normale che ciò che ancora resta della mia autostima scende vorticosamente a livelli di guardia bassissimi.
È facile dire non ascoltare, non ti preoccupare… ma io ci convivo tutti i giorni con un corpo che non riconosco, che non mi appartiene e che soprattutto mi fa letteralmente schifo!
Per fortuna che occuparmi di te non mi lascia troppo tempo per poter pensare a me, ma siamo alle solite, il problema non è la quantità del tempo, è la qualità e per quanto sia poco il tempo per pensare a come sono ridotta (sì, sì, proprio RIDOTTA) è comunque più che sufficiente a farmi notare che sono ridotta piuttosto male.
Ecco, iniziare la giornata con questo pensiero, dopo aver passato una notte pesante e con te che già a quest’ora di mattina urli in preda ad una colica gassosa… non è facile e mette a dura prova il mio equilibrio di mamma (quello di donna temo si sia perso nel passaggio…).
Facciamo così, proviamo a ricominciare dall’inizio:
Buongiorno Alice…

lunedì 15 novembre 2010

Che fine ha fatto il tempo?

Non perdo tempo, ma ho perso il tempo.
Con questo gioco di parole sto cercando di dire che non so dove finisce il mio tempo, non riesco a rendermi conto nemmeno io di come lo occupo, so solo che mi ritrovo a mezzogiorno e poi alle otto di sera… e improvvisamente è già domani.
Eppure se mi fermo a pensare mi sembra di non essere riuscita a concludere nulla e se mi guardo attorno ho la netta impressione di non aver fatto assolutamente niente.
Però sono stanchissima, come se da sola avessi costruito un grattacielo!
E allora mi chiedo come sia possibile, mi sembra di essere vittima di qualche stregoneria e continuo a domandarmi senza trovare una risposta “che fine ha fatto il tempo?”.
Magari è qui seppellito dalla pila di panni da lavare, oppure si è nascosto dietro alla porta in mezzo ai peli di Heidi… o più semplicemente io sto delirando in preda ad un attacco di stanchezza cronica.

domenica 14 novembre 2010

Week end di famiglia

Stasera sono un po’ triste Alice.
Perché? Beh, perché è già domenica sera e sta per ricominciare un’altra settimana.
Il week end è letteralmente volato via!
Non ha fatto in tempo ad arrivare ed è subito finito.
È stato un bellissimo fine settimana.
Sabato sera quando la famiglia (Heidi compresa, naturalmente) si è accoccolata sul divano, con un bel dvd da vedere, ho pensato che non avrei potuto desiderare niente di più, niente di meglio e niente di diverso.
Non importa se poi ci siamo addormentati tutti e il film non siamo riusciti a vederlo: è stato bello risvegliarsi e scoprirsi tutti uniti in un unico abbraccio, peloso, sbavoso, morbidoso e russoso.
Tu, papino, Heidi ed io abbiamo vissuto un fantastico week end di famiglia, e speriamo sia il primo di una lunga serie!

Il pigiama a pois

Papino stravede per te, su questo non ci sono dubbi.
Quando ti guarda gli brillano gli occhi, con una luce che non avevo mai visto prima.
Ma c’è da dire che quando indossi il pigiamino rosa a pois… perde letteralmente la testa.
Fin dalla prima volta che te lo ha visto addosso, quando eri ancora in ospedale, si è innamorato di quell’immagine di te che ricorda un po’ una pagliaccetta, con tutte le frappette davanti.
Questa tenera tutina te l’ha regalata una cara amica di mamma, l’aveva presa per un bambino lungo 54 centimetri, e siccome tu sei nata già di 50 centimetri, i primi giorni ti era leggermente grande ma ora, non ci stai più, comincia a tirarti nei piedini.
L’ultima volta che te l’ho messa ti era già strettina.
Ora l’ho lavata e quando sarà asciutta l’archivierò fra le cose che conserverò nella scatola dei tuoi ricordi, dove c’è anche la pinza con cui hanno fermato il tuo cordone ombelicale e i bigliettini di auguri che hanno scritto per te.
Però era davvero troppo triste pensare che da stasera non avremmo più potuto dare la buonanotte alla nostra pagliaccetta rosa a pois.
No Alice, non ho sbagliato il tempo del verbo, ho scritto “era” e non è, perché questa mattina quando sulla mensola del negozio, piegato in un angolo in mezzo ad altre cose, ho visto un pigiamino rosa, proprio come il tuo, solo di una misura più grande… non ho potuto resistere e l’ho comprato!
Lo so, non serviva, hai altri pigiamini, avresti potuto mettere tante altre tutine per dormire, ma non potevo rinunciare all’idea di godere per un altro mesetto dell’immagine estasiata di papà di fronte alla nostra tenera pagliaccetta a pois.
È davvero impagabile … per tutto il resto c’è Mastercard!

venerdì 12 novembre 2010

Dubbi

Dopo una notte praticamente insonne ora finalmente dormi serena nella tua carrozzina.
Ora, con la luce del giorno, anche il tuo pianto di stanotte mi sembra più chiaro e comincio a temere che quelli che pensavo fossero capricci, fossero in realtà fossero solo le conseguenze di una colica gassosa.
Ora ti guardo abbracciata al tuo coniglietto e riposi tranquilla.
Ripenso ai tuoi urli della notte appena trascorsa, alla tua disperazione, ai vani tentativi di tuo padre e miei di calmarti.
Ripenso alle varie sensazioni che si sono alternate in me: rabbia, sconforto, frustrazione, ansia, paura, nervosismo, tenerezza…
Ripenso a tuo padre che voleva coccolarti e tenerti vicina a lui e io che invece insistevo di lasciarti giù, per non viziarti…
Ora, con la consapevolezza del giorno dopo mi rendo conto che non ti ho capita Alice e mi sento una “merda”. Tu stavi male e io ti ho ignorata, ti ho lasciata piangere da sola nella culla, vittima due volte: del dolore e della solitudine.
L’esperienza fatta con i figli degli altri non mi è servita a comprendere mia figlia, non mi è servita a nulla. Sono rimasta chiusa nei miei ragionamenti e nelle mie convinzioni e per il timore di viziarti ti ho trascurata.
Ora ti guardo mentre dormi angelica e ripenso a quando, stanotte, chiedevi disperatamente solo di essere confortata.
Ora mi sento in colpa.
Mi dispiace Alice.
Vorrei dirti che non capiterà più ma so che invece sbaglierò ancora, altre volte non capirò le tue richieste, altre volte fraintenderò le tue necessità… altre volte mi sentirò in colpa e ti chiederò scusa.

giovedì 11 novembre 2010

Voglia di te

Tu dormi e io ho voglia di coccolarti. Sei così teneramente irresistibile accoccolata vicina al tuo coniglietto. Come faccio a lasciarti in pace? Lo so, dovrei approfittare di questo momento di tregua e dormire anche io, ma… non ci riesco, ho voglia di te…
È grave vero? Credo di essere irrecuperabile…

… è per sempre

Anta, è per sempre.
Un figlio, è per sempre.
… il regalo di papà è per sempre.
Diciamo che è stato un compleanno con un’impronta decisamente permanente.
Aggiungiamo che spero che le notti burrascose che lo hanno preceduto e seguito non siano “per sempre” ma siano solo i primi passi verso un tuo adattamento alla vita.
In ogni caso, non preoccuparti, anche se quando mi alzo (perché di mattina mi alzo, ma non mi sveglio, perché svegliarsi presupporrebbe essere riusciti a dormire…) Dicevo, non temere se la mattina quando mi alzo, ti guardo mentre tu con aria sorniona fai le tue facce buffissime e ti dico che sto pensando di metterti in balcone per rinfrescarti le idee, o che penso di portarti all’iper e di lasciarti nel cesto delle svendite, o che sto meditando di passarti rapidamente sul gas o ancora, che penso di cederti in affido temporaneo al vicino di casa che ha un bimbo quattrenne che sicuramente ti smonterebbe come fa con i suoi mostri di gomma…
Non farò nulla di tutto ciò perché sono ormai Alice addicted, dipendente dal tuo profumo, assuefatta alla tua morbidezza, innamorata dei tuoi sguardi.
Ma tu… non te ne approfittare…

mercoledì 10 novembre 2010

“Anta” non più “enta”

Ciao tesorino,
oggi è un giorno importante, lo sai? La mamma abbandona gli “enta” ed entra negli “anta”. Già… per te parlo arabo, ma quando sarai grande capirai e saprai che questo è un passaggio davvero importante.
Questa frase per te quasi incomprensibile a solo che oggi la tua mamma compie 40 anni.
Dai su non mi sbarrare quegli occhioni… lo so da sola che sono tanti senza che tu me lo faccia notare sottolineandolo con il tuo sguardo espressivo.
In ogni caso per essere una mamma quarantenne ti poteva andare molto peggio…
Lo sai qual è stato il regalo più bello? Tu, solo tu, semplicemente tu.
Ho sempre detto che se fossi arrivata a quarant’anni senza avere figli, avrei rinunciato definitivamente all’idea… beh tu mi hai salvata in extremis.
Davvero Alice, sei il regalo più bello, ma non solo di questo compleanno, anche degli altri trentanove che lo hanno preceduto.
So che a volte la stanchezza non fa notare quanto io sia immensamente felice di averti qui con noi
Volevo solo che tu lo sapessi.

martedì 9 novembre 2010

Distacchi

Oggi per la prima volta da quando sei nata passere mo qualche ora separate.
È strano anche solo pensarlo e dirlo, figuriamoci viverlo…
Il nostro primo distacco, il primo di tanti, perché i distacchi, fanno parte della vita di tutti i giorni.
Il tutto avverrà perché è arrivato il momento di capire per quale ragione il nostro cane, (si lo so, è tuo, ma non ne hai l’usufrutto esclusivo…) continui a zoppicare. Quindi, poiché accompagnare Heidi dal veterinario è un’impresa davvero impossibile, ho pensato che nell’emergenza, dover gestire “solo” lei e le sue crisi di panico, sarebbe stata una soluzione decisamente intelligente ed apprezzabile per tutti.
È per questo motivo che oggi, nel tardo pomeriggio, tu, la tua carrozzina super tecnologica, il tuo valigione salvavita contenente cambi, pannolini, creme, disinfettanti, asciugamani e ogni qualsivoglia ammenicolo che potrebbe esserti utile e necessario nello spostamento, ti trasferirai temporaneamente a casa di una delle famiglie adottive di Heidi (non sono poi così certa che nel cambio Heidi/Alice ci guadagni… vista la notte appena trascorsa e il pessimo inizio di giornata…).
Ora, visto che vorrei mantenere dei buoni rapporti di amicizia con la famiglia, ti pregherei Alice di evitare di dare il meglio di te e di contenere la tua rabbia e la tua ira per altri momenti, cercando di evitare possibilmente la notte!!!
Mammina starà via un paio d’ore e tu potresti approfittare per farti annusare da Molly la bionda, (il legittimo cane della famiglia in questione), potresti valutare se la casa con vista parco ti piace di più di quella con vista dall’alto, volendo, nel trasbordo potresti anche rigurgitare sull’aiuola del vicino… che sicuramente, visti i precedenti, ne sarebbe felicissimo…
Comunque io volevo dirti che mi mancherai, mi mancheranno i tuoi rigurgiti acidi, anche se sicuramente ne avrò addosso qualche traccia, mi mancheranno i tuoi urletti stizziti e anche la tua famelica bocca che mi cerca… perché lo so, io per te sono solo il tuo biberon umano…

lunedì 8 novembre 2010

Un mese è già passato

Oggi compi un mese, il tuo primo mese di vita, il nostro primo mese insieme.
È stato un mese vissuto intensamente, dal primo all’ultimo minuto.
Certe volte ti guardo e ancora mi sembra impossibile eppure tu con la tua presenza, con i tuoi sorrisi accennati, con i tuoi sguardi persi nel vuoto, con i tuoi mugolii, con il tuo profumo di pulito, sei lì a ricordarmi che tutto vero, che sono diventata madre.
Mi fa ancora uno strano effetto pensarlo e dirlo. Io finalmente sono mamma…
Il sogno si è trasformato in realtà, dopo tante paure, dopo tante lacrime, dopo tante speranze… oggi festeggio il tuo primo “compimese”.
Ti guardo: a volte mi sembri grandissima a volte minuscola.
Ora dormi beata nella tua carrozzina, sembri e sei un angioletto. Che bella sei Alice!
Non avrei potuto desiderare di meglio: sei la mia bimba, sei sana, bella e buona.
Un mese fa sei nata e da quel momento tutto è cambiato, ogni cosa è ripartita e tutto è ricominciato da zero.
Un mese fa ti ho vista e oggi sto ancora imparando a conoscerti, a capirti ma non ho avuto bisogno di tempo per amarti, quello è stato istintivo.
Spero di essere stata una brava mamma per te in questo mese Alice ma se non è così ti chiedo di avere un po’ di pazienza e nel frattempo… auguri amore.

domenica 7 novembre 2010

Difendere il territorio

Ti ho allattata, ti ho cambiata, ti ho coccolata: adesso, vista l’ora, è arrivato il momento di fare la nanna. Tu però non sembri essere della stesa idea e cominci la sceneggiata di ogni notte, quando, dopo aver fatto la poppata notturna, non ti arrendi alle braccia di Morfeo e piangi sempre più intensamente fino a diventare cianotica. Qualsiasi sia la ragione che ti spinge ad un simile comportamento, svanisce magicamente nel momento in cui papino, mosso a compassione, cede di fronte ai tuoi urli acuti e ti mette nel lettone con papà e mamma.
Ora, non è che a me non faccia piacere averti vicina, svegliarmi con te accanto, sentire il tuo profumo nel cuore della notte, ma ne ho viste troppe di coppie perdere la loro intimità per aver messo fra di loro il frutto del loro amore, ho visto troppi genitori ritrovarsi a dormire divisi dai propri figli, ho visto troppi padri sfrattati dal proprio letto migrare verso il divano o verso la camera del figlioletto, mentre il “tenero pargolo” se ne sta comodamente nel letto matrimoniale, usurpando quello che doveva essere il posto paterno.
No Alice, non ci sto, non sono d’accordo sul fatto che tu passi gran parte della notte con noi. Hai una culletta meravigliosa proprio accanto a me, ti sento appena ti svegli, non sei sola, ognuno ha il suo spazio.
Ma siccome non sono l’unica a decidere, sappi che se con i tuoi meravigliosi occhi languidi persi nel vuoto, riesci a convincere papino a tenerti in mezzo a noi, io non vorrò saperne nulla. Quando peserai 10 kili e non 4, quando la tua presenza pur continuando ad essere un piacere, sarà anche molto più impegnativa di quanto già non sia ora, sarà solo un vostro problema perché io mi trasferirò nella tua coloratissima cameretta che mi piace un sacco e mi limiterò a pensare che tu sia un’ammaliatrice di uomini e che voi due siate una pericolosissima associazione a delinquere, cosa della quale sono già fermamente convinta!

venerdì 5 novembre 2010

Incontri ravvicinati con la bilancia

Fra un po’ andiamo dall’ostetrica per pesarti.
Tu ti pesi il venerdì mattina prima della poppata, io mi peso il mercoledì mattina appena sveglia.
Tu devi aumentare io dovrei calare.
Sono le diverse fasi della vita Alice…
Ognuno deve vivere la sua.

Un piccolo zoo racchiuso in te.

Sei dolce come una coniglietta, vivace come una scoiattolina, urlante come una gabbianella, pelosina come una scimmietta, sgusciante come un anguillina, vestita come un'orsetta e... caghi come una porcellina!

giovedì 4 novembre 2010

Problemi di… comunicazione!

Ieri mattina non ti ho presa per andare a nannare… e mi sa che ho fatto male.
Infatti ieri sera ero distrutta, anche perché tu hai avuto un pomeriggio piuttosto difficile e il mio di conseguenza è stato impegnativo.
Il problema è che faccio ancora fatica a capirti, non so esattamente di cosa hai bisogno quando piangi e se fraintendo le tue necessità è un casino. Si può dire casino? Io lo dico ma tu magari non imparare.
È successo ieri ed anche l’altro giorno tu avevi fame e io pensavo fossero colichine…
Mi dispiace Alice… non ti è toccata una di quelle super mamme che capiscono i propri figli dal primo vagito… però devi ammettere che ti è capitata una mamma che, tutto sommato, quando non si fa prendere dal nervoso è anche divertente e tenerona.
P.s.
Per aver trovato il tempo di scrivere questo post dobbiamo ringraziare zio Ivan e zia Yle che con la loro sdraietta vibrante ti hanno fatto un regalone e mi hanno regalato qualche minuto di tregua!

mercoledì 3 novembre 2010

Voglia di fare la nanna

Stamattina aspettavamo l’arrivo della signora Patrizia Poche Chiacchiere che era previsto per le 10. Alle otto e mezza però, abbiamo ricevuto una sua telefonata che ci comunicava che, causa febbre, non poteva venire.
Mi sono guardata attorno ho visto la lavatrice da fare, i panni da raccogliere, i peli di Heidi ovunque, la lavastoviglie da svuotare… poi ti ho osservata che stavi tittando beatamente fra le mie braccia ed ho pensato: e se io e te adesso andassimo nel lettone a dormire fino a mezzogiorno, ignorando tutto ciò che c’è al piano di sotto???
È stato solo un attimo… come quando, adolescente, pianifichi come saltare un giorno di scuola… ma esattamente come allora io ho resistito, ti ho adagiata nella tua carrozzina e ho fatto lavatrice, raccolto i panni e svuotato la lavatrice.
Si lo so, non c’è bisogno che tu me lo faccia notare, ci sono ancora i peli di Heidi da raccogliere… ma che vuoi che ti dica, la tentazione di farmi un sonnellino è sempre lì in agguato. Che dici, ti prendo e andiamo a nannare???

Libertà

In Wikipedia digitando la parola “libertà” si legge:
«L'essenza della libertà è la capacità personale che ciascun individuo ha di scegliere come vuole e perché così vuole, senza costrizioni o intimidazioni.»
La libertà, Alice, è un diritto fondamentale che va assolutamente difeso.
Esistono tanti tipi di libertà: la libertà di pensiero, di parola, di scelta… e di movimento.
Ecco, io vorrei che la mia vicina di casa comprendesse che con la sua gentilezza eccessiva, diventa invadente e limita in maniera totalitaria la mia libertà di movimento, della quale invece, vorrei riappropriarmi. Non è possibile che tutte le volte che io metto il naso fuori dalla porta, a qualsiasi ora del giorno o della notte, lei si intrufoli in casa per guardare cosa stai facendo tu e, approfittando della scusa di darmi una mano (aiuto peraltro non richiesto), mi faccia ogni volta il terzo grado su dove vado e insista affinché io ti lasci a casa con lei invece di portarti fuori alle intemperie…
Gentilissima… ma vorrei decidere io se portare con me mia figlia ed eventualmente a chi lasciarla… Niente di personale, è una brava signora ma diciamo che il contesto in cui vive non è proprio quello in cui mi sentirei di lasciare te, piccolo angioletto, che sei tanto tranquilla e che così vorrei che tu restassi.

martedì 2 novembre 2010

È quasi tutto bellissimo…

È bellissimo essere madre.
È bellissimo scoprire ogni giorno che padre meraviglioso hai.
È bellissimo osservare i tuoi piccoli ma grandi progressi.
È bellissimo poter finalmente sentire il tuo profumo.
È bellissimo essere finalmente una vera famiglia!
È bellissimo notare in te le somiglianze con noi.
È bellissimo vedere le tue facce buffe ed espressive…
È tutto bellissimo e sto vivendo un periodo stancante ma meraviglioso.
Però… c’è un rovescio della medaglia…
È difficile star bene con me stessa, guardare com’è il mio corpo ora e riuscire a credere che davvero potrà tornare, se non quello di prima, almeno accettabile prima di tutto per me stessa.
Lo so, papino mi dice sempre di non preoccuparmi… ma come faccio a non preoccuparmi… ce l’ho nel dna…
E se una volta si sbagliasse lui ed io non tornassi come prima, che succederebbe?
Non posso non chiedermelo…
Questa è l’unica nota stonata in questo passaggio della mia vita… oltre alle ninna nanne stonatissime che ti canto io, naturalmente…

Fa famiglia...

Siamo in viaggio. Tutta la famiglia.
Heidi è bravissima!
Siete insieme sul sedile di dietro. Tu nella tua culletta lei con la testa appoggiata alla copertina sulle tue gambe.
Fra poco arriveremo a destinazione, come dice il tom tom…
Vienna aspettaci e preparaci la Sacher!!!