venerdì 31 gennaio 2014

Strane serate...

E poi ci sono serate strane in cui non è successo davvero nulla, fisicamente stai addirittura meglio di tante altre volte eppure ti senti giù di morale e triste. Non sai nemmeno tu di cosa avresti voglia ma senti dentro di te un profondo silenzio che avanza e ti stritola, quasi ti uccide.
Dopo un paio di settimane vissute direi molto bene, finalmente senza preoccupazioni e senza la sensazione di essere malata, ecco che stasera mi sento così...
Speriamo domani di iniziare la giornata in maniera diversa...

Stanchezza di fine giornata

Eccomi qua, anche oggi sono arrivata a fine giornata stanchissima eppure se mi guardo indietro non mi sembra proprio di aver fatto un granché, sicuramente nulla che giustifichi una stanchezza del genere. Stasera sei molto stanca anche tu, ma nel tuo caso lo capisco molto bene visto che a causa della tosse non sei riuscita a dormire praticamente per niente oggi pomeriggio, perdendo così le tue minimo due ore di pennichella. 
Qualcosa mi dice che oggi la nostra giornata di famiglia finirà in fretta.

Il "no" con la rincorsa

Il "no" con la rincorsa lo hai inventato tu ma siccome mi piace molto ho pensato che può diventare il "no" di famiglia. È un no con la "n" molto allungata "nnnno!". È un no deciso, convinto e convincente. È un no serio ma anche divertente.
Oggi lo hai pronunciato più volte, forse per esercitarti... O forse perché il no è la tua parola preferita insieme a "non vollo!".

Uno venerdì tutto strano

Un venerdì tutto strano quello di oggi dove papà è a casa dal lavoro e tu a casa da scuola e dove tu hai inaspettatamente deciso di non dormire interrompendo bruscamente la nostra pennichella pomeridiana... 
Un venerdì piovoso un po' ovunque, iniziato con un atroce mal di testa stroncato solo dalle potenti armi chimiche in mio possesso.
Un venerdì che se non fosse per la poca gente presente al supermercato oggi, avrebbe avuto tutto l'aspetto di un sabato mattina con tanto di spesa per il week end.
Un venerdì dove anche la tosse ha fatto capolino perché il mal di orecchie evidentemente non bastava...

Smalto che passione!!!

E ieri mentre mi ero pazientemente messa nelle mani di un'esperta nel tentativo di rimediare ad un danno fatto ad una delle mie unghie, tu assistevi al lavoro curiosa e attenta, notando ogni dettaglio, osservando ogni attrezzo, studiando ogni particolare, poi di fronte ai campioni colore degli smalti ti sei esaltata. Hai cominciato a provare sulle tue piccole ditina quelle lunghe unghie eleganti. Sei partita ovviamente dai rosa soffermandoti su quelli più "fesson" per arrivare ad improbabili blu e neri che davvero sulle tue manine facevano un po' impressione. Un "lavoro" meticoloso durante il quale non hai mai diminuito la tua attenzione. 
Dopo tante prove mi hai guardata soddisfatta e mi hai chiesto: "ma quando sono pù gande io posso mettere lo 'matto 'osa (smalto rosa)?"
Certo che potrai tesoro, e poi sono assolutamente convinta che se anche ti dicessi di no tu lo faresti lo stesso!

Discorsi di te

Mamma vieni qui (abbracciandomi a letto) che ci addormentiamo mentre ti "intappolo"...
Mamma ma se tu sei felice quando mi vieni a "pendee" da 'cuola, pecchè non piangi di gioia?
Mamma ma io ti manco quando non sono con te? Risposta mia: certo! E tu allora: ma tanto lo sai che poi mi vedi ancoa....
Mamma il mio cuoje è felice solo quando sono con te ma a 'cuola peó io 'tó bene e mi divetto (diverto).

giovedì 30 gennaio 2014

Con papà....

E in una sera in cui papà non è a casa a me spetta l'arduo compito di ricoprire anche i ruoli che di solito "spettano di diritto" a lui. Quindi io ti ho accompagnata di sopra, ti ho aiutata a metterti in pigiama e a lavarti i denti, poi ti ho letto la favola della buonanotte ed infine ti ho fatto le coccole. Il tutto condito dalla tua vocina che ripetutamente mi sottolineava le differenze fra la mia "sequenza" e quella di papà. "Mamma ma papà mi mette lo sgabello qui davanti non di lato..." "Mamma ma papà mi tira su le maniche del pigiama..." " mamma ma con papà....".
Lo so Alice con papà è tutto diverso e migliore... Anche io preferisco quando c'è papà!

Giornata al femminile

Dopo che papà è andato al lavoro questa mattina la nostra giornata è stata tutta al femminile.
Prima siamo andate dalla pediatra e quando siamo arrivate a casa c'era già Katia ad aspettarci. Poi è venuta a trovarci un'amica di mamma che nella sua panciotta ospita una bellissima "fagiolina".
Poi dopo la pennichella siamo andate a danza dove tu hai trovato Giulia e io ho chiacchierato con sua mamma Chiara e con le altre mamme. Dopo la danza siamo andate a trovare Angela e sua figlia Deborah e stasera prima di chiudere la porta di casa abbiamo salutatoLaura che gentilmente è passata a prendere Heidi per portarla fuori.
Per fortuna domani papà sarà a casa così almeno ci saranno tracce maschili...

Divano di famiglia

Tu, io, Heidi, il telecomando, i fazzoletti puliti, i fazzoletti sporchi, i libri, il mio telefono, le bambole, i peluches, i pezzi del puzzle, i pennarelli, le carte, oltre ad eventuali ospiti... Tutti insieme stretti vicini vicini sul divano! Io amo il nostro divano, anche se è pieno di peli!!!
Forse c'è poco posto ma di sicuro c'è tanto amore...



Iniziamo bene!

Stamattina un insperato miglioramento mi ha fatto iniziare la giornata nel migliore dei modi anche se so già che sarà una lunga giornata per sole donne visto che papà stasera è a una cena di lavoro. Tu hai dimostrato subito un ottimo umore e una voglia di collaborare nelle procedure mattutine (pipì, lavarsi, vestirsi...) cosa che non guasta!
La carica c'è ora tutto sta nel partire....

mercoledì 29 gennaio 2014

La solita tiritera...

Dopo tre mesi e dopo la mia insistenza tua nonna ha finalmente deciso di chiamare l'ospedale per andare a ritirare il risultato della sua Tac. Deve finalmente aver realizzato che nessuno l'avrebbe rincorsa per portarglielo a casa magari insieme a un tè caldo e ai biscottini... E oggi da manuale è iniziata la solita tiritera che si ripete ogni volta: "...e domani a quest'ora sono già in ospedale..." "... e tuo padre è depresso perché domattina deve fare gli esami del sangue..." "... e io avrei preferito la visita di mattina..." "... E ogni tre mesi io devo fare gli esami del sangue e non mi lamento... (???)"...
Mi arrabbio quando sento questi discorsi, ma non tanto perché penso a me!
Ma dico io hanno oltre 80 anni e si lamentano senza pensare che ci sono bambini per cui questa è la loro normalità, l'unica vita che purtroppo hanno conosciuto??? Possibile che non se ne rendano conto???
Anche oggi sono riuscita ad innervosirmi... 
Grazie mamma, tu si che mi conosci e sai come prendermi!

Mi manca tanto...

Oggi si parlava della nostalgia, del significato di sentire o meno la mancanza di qualcuno.
Io sono una grande nostalgica. Le persone a cui voglio bene le vorrei tutte attorno a me.
Papà invece è diverso, è più pratico e quando a volte la mattina mentre sta andando a lavorare gli sussurro "mi mancherai" lui con aria cinica mi risponde "vabbé ma tanto poi torno...".
A te basta un nonnulla per sentire la nostalgia, anche se non sono certa che sia proprio così... Diciamo piuttosto che sei un ottima attrice e che ti basta un nonnulla per saltare fuori con frasi d'effetto! 
Se decido di buttare via la carta della tua caramella ecco che tu subito fai lo sguardo da cane bastonato e con la voce tremante ti affretti a dichiarare: "mi mancheà..." E questa scenetta strappalacrime si ripete almeno dieci volte nel corso di ogni giornata... Ma so già che quando non la farai più... mi mancherà tantissimo!

I nostri abbacci

Mentre siamo "accucchiaiate" vicine vicine sul divano, strette in un unico abbraccio, arrotolate sotto la coperta, tu mi sussurri: "mamma io 'to' bene solo quando mi abbacci (abbracci)".
Amore mio io quando mi dici queste cose mi sciolgo e mi domando come fai ad essere una bimba così tenera e dolce. Anche io sto bene quando siamo "abbacciate"! E poi i nostri sono davvero abbacci e non abbracci, perché sono un mix di baci/abbracci!

La macchia provvidenziale

Ieri ho involontariamente macchiato le tende, ho anche provato a lavarle ma la macchia si è soltanto sbiadita ed è rimasta lì a ricordarmi il mio pasticcio. Oggi tu guardando un cartone animato mi hai fatto notare che a casa nostra non c'è il camino e mi hai detto molto dubbiosa che "fosse" (forse) babbo Natale era passato dalla "finetta" (finestra). Io ho colto l'occasione al volo e indicando le macchie scure sul fondo della tenda ti ho detto: "certo che è passato dalla finestra, infatti guarda ha anche sporcate le tende!". Tu allora letteralmente sconvolta dalla rivelazione ti sei avvicinata alla finestra come un automa e dopo aver delicatamente toccato le tende proprio lì dove erano segnate mi hai guardata con gli occhi sbarrati e poi mi hai detto " on ci chedo! (Credo)". Io immaginando già a cosa avrei potuto inventare ho preso tempo chiedendoti "come non ci credi?". E tu allora sorridendo e appoggiandoti le mani al petto mi hai detto: "non ci posso chiedee mamma, 'tò pè piangee di gioia... Me lo dice il mio cuoje...".
OK, Babbo Natale è passato di qui e ora ne abbiamo anche le prove!

Il gatto leone

Da alcuni giorni si aggira nei paraggi di casa un enorme e splendido gatto rosso dall'aria piuttosto minacciosa. Ieri rientrando a casa per un attimo ho pensato di avere le traveggole quando invece del solito gatto nero dei vicini per le scale ho visto lui, il gatto/leone, tutto gonfio e soffiante che non aveva nessunissima intenzione di lasciarci passare! Papà mi ha presa in giro quando gli ho detto che mi ero spaventata, ma stamattina quando di nuovo ho visto il gatto/leone ho di nuovo avuto paura...
Eh hai Alice, tua madre non teme i cani, nemmeno quelli grandi (alcuni sì) ma ha paura di gatti e cavallette...

martedì 28 gennaio 2014

Amiche

Amiche, come te e Giulia che quando oggi vi siete riviste dopo meno di tre giorni vi siete abbracciate e fatte le coccole, come hai detto tu. Si vede che vi volete bene ed è bello vedervi insieme.
Oggi per tante ragioni mi sono trovata a riflettere sull'amicizia Alice, sul significato profondo di questa parola, sul valore che io personalmente le attribuisco, sulla facilità con cui si usi questo termine, banalizzandolo. L'amicizia per me è fondamentale, te l'ho detto più volte. È qualcosa che si costruisce giorno dopo giorno, mattone dopo mattone e solo se ci sono solide fondamenta l'amicizia cresce. Io spero davvero che tu è Giulia crescendo riuscirete a raggiungere quella complicità che oggi si intravede nei vostri gesti innocenti.

Antibiotici di famiglia

Siamo ufficialmente tutti ammalati e da stasera anche tutti sotto antibiotico... Naturalmente ognuno ha la sua cura personalizzata sulla base dell'età, del tipo di malanno e delle esigenze particolari... Altro che pennellate di famiglia queste sembrano sempre più delle pennellate da un sanatorio. Fra tutti e tre facciamo un coro di tosse che farebbe invidia al coro del Duomo di Milano.
Speriamo passi in fretta...

Inizio di giornata

Un risveglio soft, ovattato dai fiocchi di neve che lentamente si appoggiavano al suolo, tu che stranamente non senti la sveglia e "pisoli" un po' più a lungo del solito, è iniziato così questo martedì di fine gennaio e si preannuncia una giornata dal sapore piuttosto casalingo. Papà e io siamo ancora un bel po'raffreddati e tu sei a casa per precauzione visto il mal di orecchie la tua pediatra ha preferito tenerti un po' riguardata.
Ora vediamo un po' cosa riusciremo ad inventarci oggi!

lunedì 27 gennaio 2014

Parliamo di... Nausea!

Quando io ero incinta di te ho avuto per tre mesi ininterrottamente la nausea. Non riuscivo nemmeno a pensare ad un cibo senza sentire un profondo, totale e sconvolgente senso di disgusto! Inutile dire che non riuscivo a cucinare e tantomeno a mangiare. Spizzicavo crackers senza glutine e formaggini... Poi finalmente dopo il terzo mese di gravidanza la nausea é scomparsa e odori e sapori dono felicemente rientrati a far parte della mia e della tua vita Alice!
In quei primi tre mesi quella fastidiosa sensazione di nausea mi incattiviva ancor più del fatto di vomitare. Ero spesso nervosa e tutto mi ricordava il fatto che dovevo mangiare!
Oggi ho sentito una mia amica incinta del secondo figlio, che purtroppo non é riuscita a risolvere il problema della nausea con la fine del terzo mese. Ascoltando le sue parole ho ricordato perfettamente come si sta e ho pensato agli incredibili sacrifici che una madre è già in gradi di dopo oratore ancor prima di mettere alla luce la sua creatura. In quel momento ho ammirato la sua forza pensando che un tempo era stata anche la mia, sebbene ora non mi sembri possibile.
Credo che papà non di sia reso conto di quanto la nausea sia fastidiosa fino all'altro giorno quando dopo essere stato alcune ore abbracciato ad un secchio temendo di vomitare, il giorno dopo mi ha detto: "mi sono chiesto come hai fatto tu a resistere tre mesi così!". 
Effettivamente me lo chiedo anche io, ma poi ti guardo e penso che sicuramente io inconsciamente sapevo quale meraviglia stesse crescendo in me e non aspettavo altro che poterti avere qui fra le mie braccia, come ora!

Gli occhi dei bambini

Da quando sono diventata madre c'è una cosa che davvero non riesco ad accettare: è il dolore dei bambini.
Quando vedo le foto dei bambini che vivono nei territori di guerra ogni volta penso che i loro occhi raccontano tutto ciò che quelle povere creature hanno dovuto vedere. Non rimango mai indifferente davanti a quelle immagini.
Così come non rimango impassibile di fronte alle foto dei bambini chiusi nei campi di concentramento. Ieri mi è capitato si vederne una dove in primo piano c'era una bimba più o meno della tua età, con degli occhi incredibilmente tristi e spenti.
Non c'era nemmeno più paura in quegli occhi, solo tanta rassegnazione. Ho pensato subito ai tuoi di occhi e mi sono chiesta cosa deve sopportare una creatura per passare da quel guizzo di vitalità che spontaneamente c'è in ogni bambino a quell'aria apatica che traspariva benissimo da quella foto.
Ho pensato a te alla tua fragilità, al tuo sorriso e un brivido mi ha attraversata immaginando quanto per certi bimbi la vita sia incredibilmente crudele.
Non riesco più a dimenticare quegli occhi e ti abbraccio forte sperando di riuscire sempre a proteggerti come ogni bimbo merita.

Un viaggio lungo lungo...

Improvvisamente stamattina ti sei ricordata del tuo accappatoio bianco con le orecchie da coniglio, quello che purtroppo ci siamo dimenticati ad Antigua. Mi hai guardata e mi hai detto seria: "mamma ci siamo dimenticati ad Antigua il mio telo a fomma (forma) di coniglio!". E quando ti ho confermato i tuoi sospetti hai subito trovato la soluzione: "allora dobbiamo fae un viaggio lungo lungo pe andallo a pendee!".
Ecco Alice è vero che all'Ikea purtroppo quel telo non lo vendono più, però sinceramente non mi sembra un'idea economicamente molto conveniente quella di andare fino ad A figura per riportare a casa il nostro telo/coniglio...

La nostra notte peggiore

Stanotte é stata la nostra notte peggiore.
Era circa mezzanotte quando tu ti sei svegliata lamentando un forte mal di orecchie e io dopo aver cercato invano di riaddormentarti ho deciso di trasferirmi a dormire nella tua camera vicina a te. Ogni tanto venivi sul divano e mi chiedevi di "abbacciatti" io lo facevo volentieri fino a quando non mi chiedevi di tornare nel tuo letto. Siamo andate avanti così tutta la notte alternando coccole e abbracci a brevi sonnellini. Avrei voluto prendermi io il tuo mal di orecchie, mi faceva star male vederti così.
Stamattina nonostante la nottataccia ti sei svegliata di buon umore e subito mi hai detto "sei stata con me tutta la notte mamma!". Poi più tardi dalla pediatra è stata la prima cosa che le hai detto: "la mamma é 'tata sempe vicino a me 'tanotte".
Sai Alice mai come stanotte mi hai dato l'opportunità di sentirmi madre e starti vicino era l'unica cosa che avrei potuto fare.

Intensi momenti notturni di noi

Stanotte hai male alle orecchie e proprio non riesci a trovare pace. Ti metto a pelle d'orso su di me e finalmente con la testa sul mio petto sembri rasserenarti. Cullata da quel battito a te familiare chiudi gli occhi e per una decina di minuti ti lasci andare al sonno. Poi scivoli verso il basso e allora appoggi la tua testa al mio ventre, lo stesso che ti ha accolta, protetta e nutrita. 
É strano pensare che eri lì dentro. 
È bello vederti lì fuori.
So che sarà una lunga notte, ma non temere non sarai sola Alice, io sarò con te!

domenica 26 gennaio 2014

La TAC fa differenza

La TAC mi ha regalato una tranquillità assolutamente insperata. 
Lo sapevo ma ne ho avuto la prova stasera, quando dopo alcuni giorni di strani fastidi al volto, guardandomi allo specchio mi sono resa conto di un leggero gonfiore sotto l'occhio (che secondo papà non c'è ma che io vedo) e di un evidente rossore sulla guancia all'altezza dello zigomo. Se non ci fosse quella tac di quindici giorni fa a togliermi ogni dubbio ora sarei in completa paranoia. 
Ma c'è quella TAC a rassicurarmi e a farmi pensare che sia soltanto la reazione a un colpo di freddo. 
Decisamente la TAC fa differenza. Peccato solo che l'effetto TAC non ha una durata illimitata nel tempo... Mi godo questo momento consapevole che ora nell'immediatezza dell'esito, sono nella fase di tranquillità massima poi tornerà quella subdola sensazione con la quale ho convissuto nell'ultimo anno. Perché nulla mi ha tolto i dubbi e la paura così come è riuscita a fare la TAC.


una figlia non golosa....

Ogni volta che preparo qualche dolce o compro qualche torta mi domando da dove tu sia uscita. ogni volta ti sento dire "non lo vollo", "non mi pace". Che sia un bombolone, un crostata alla nutella, una frittella o una torta al cioccolato il risultato non cambia. Tanta esaltazione alla notizia "mamma fa un dolce" e altrettanta delusione quando vedo che nemmeno lo assaggi...
e pensare che sia io che tuo padre siamo golosissimi....

Un I pad per due...

E finalmente mentre tu dormi io riprendo possesso del mio IPad che tu gentilmente mi chiedi di poter usare riuscendo sempre a convincermi. Passo i primi minuti a chiudere tutte le app aperte, ora alle mie si aggiungono le tue... Poi vorrei aggiornare il blog peccato che il segnale di batteria scarica mi ricorda che non ho molto tempo... Hmmm forse dovrei insegnarti a verificare la carica del mio "tuttutei" (computer) come lo chiami tu, in modo da non arrivare sempre agli sgoccioli...

Momenti di voi...

In macchina decidi che papà è il re leone, tu sei la leoncina e io... no, non sono la leonessa come sarebbe facile pensare... sono un cane...
A casa giochi con papà, tu sei me è chiami Papá "'Icaddo", la bambola è Alice e papà è se stesso. Lui fa finta di guidare la macchina mentre tu lo incalzi "guida!". Poi arrivate al ristorante ed io improvvisamente divento "La Locandiera" e tu ti avvicini amiche lo per chiedermi se c'è un tavolo disponibile per voi "tlè".
Non so se mi fa più sorridere sentirti che chiami Papá per nome o vedere che gli insegni a guidare suggerendogli di cambiare mentre seduta sulla sediolina di legno accanto a lui fai finta di sonnecchiare...

Domenica mattina...

Ti svegli, corri nel nostro letto e io subito ti faccio sentire le tue canzoni preferite. Poi mi chiedi di poter fare colazione in pigiama, promettendo i che poi non farai "capicci" e che ti metterai tutto "l'ambaiadan" (l'ambaradan). Sorrido e penso che va bene, è domenica, si può anche scendere in pigiama. Poi di sotto una piccola discussione con papà e tu subito intervieni sgridandomi e intimandomi di "lassae staie papà!" (Lasciare stare papà).
Questo è solo l'inizio di quella che prevedo sarà una splendida domenica di famiglia.

Senza respiro!

Quante volte in questo blog, soprattutto nel corso dell'ultimo anno ho scritto che mi mancava l'aria, ma ogni volta mi riferivo a qualcosa che a livello psicologico mi faceva sentire soffocata. Ieri sera invece la fastidiosa sensazione di soffocamento è stata reale e non figurata... il raffreddore ha ridotto la mia capacità polmonare al punto tale che per riuscire a respirare ho dovuto prendere un broncodilatatore! E mi sono ricordata di quando bambina poco più grande di te Alice, soffrivo d'asma e certi giorni respirare diventava davvero un'impresa tutt'altro che facile! Ricordo che dormivo con un campanello sul comodino così che se di notte il fiato non fosse stato sufficiente per chiamare aiuto avrei potuto comunque dare l'allarme... Sensazioni indimenticabili...

sabato 25 gennaio 2014

Una signorina sulla sedia!

Andare nello stesso ristorante da fin quando eri nel pancione significa vedere l'evoluzione: dalla pancia alla sedia passando per la carrozzina, l'ovetto, il seggiolone da tavolo e ultimo quello rigido di legno.
Come giustamente mi hai detto tu stasera quando ti ho chiesto se eri una bambina o una ragazza, sei diventata proprio una signorina!!!

Sceneggiate e molto di più...

Ultimamente noto in te un'incredibile tendenza a fare tragedie e sceneggiate strappalacrime per ottenere ciò che vuoi. Ti esibisci in struggenti "peffavojeee" pronunciati con sguardo languido e mani giunte, poi oggi sei addirittura arrivata a dire cose del tipo "mammina sei nel mio cuoje"... 
Sei furba piccola mia e sei anche una brava "attrice" perché sai essere anche molto convincente, almeno con me!

venerdì 24 gennaio 2014

Pennellate di te oggi

Rispondi con sicurezza "cetto" (certo) alle domande più ovvie strappandoci ogni volta un sorriso, imiti Briatore il Boss quando dice "sei fuori!" e corri a chiamare papà avvisandolo che se non si sbriga a uscire dalla doccia e a venire giù rischia di perdersi i "Pigi"... 
Non ho avuto il coraggio di dirti che probabilmente papà stava bene anche senza vedere i Pigianimali, e lui quando sei andata a chiamarlo è venuto giù immediatamente...
Ora guardiamo tutti i "Pigi" insieme cantando la sigla...

Un giorno difficile

È in giorni come questo, quando il raffreddore e la febbre sebbene non altissima ti devastano, che essere madre diventa un compito ancora più difficile. Trovare la forza di prendermi cura non solo di me ma addirittura di te è difficile, ma quando scopro di potercela fare improvvisamente mi sento una brava madre.
Certo se ci fosse stato qualcuno a prepararmi il pranzo e a venirti a prendere da scuola, sarebbe stato tutto più facile, ma sono riuscita a farcela anche da sola e ora mi godo un po' di divano!

Famiglia!

Nel dizionario alla definizione di famiglia si legge: "Nucleo elementare della società umana, formato in senso stretto e tradizionale da genitori e figli, con l'eventuale presenza di altri parenti".
Ecco Alice stamattina rendendomi conto che la parola "famiglia" è in assoluto fra tutte una di quelle che più amo, ho voluto fermarmi un attimo a riflettere sul suo sigificato per me. 
"Famiglia" per me é una parola che già da sola ha il potere di rassicurarmi e di farmi sentire coccolata e amata. Le nostre "pennellate" che da oltre tre anni dipingono quasi ogni giorno la nostra quotidianità, sono pennellate di famiglia dentro ci sono i risvegli di famiglia, le vacanze di famiglia, le frasi di famiglia, le foto di famiglia, i desideri di famiglia e perché no, anche i raffreddori di famiglia... Come quello che in questi giorni ci ha colpiti facendo un perfetto strike!

Il giorno delle brioches

Oggi è il giorno delle brioches, oggi è il giorno della colazione speciale, oggi è il giorno del ritorno alla normalità per la nostra famiglia!
Un anno fa, il 24 gennaio, dopo aver mangiato la colazione più buona della mia vita, fra poche ore venivo dimessa e tornavamo finalmente a casa. Immensamente felice per essere uscita viva da quella sala operatoria e da quel lungo intervento per portare via i residui della "bestia" dalla mia faccia.
Oggi è un altro giorno da ricordare e da festeggiare... e dopo aver mangiato i bomboloni appena fatti che tu è papà siete andati a comprare, nono resta che dire: buongiorno famiglia!!!

giovedì 23 gennaio 2014

Lezione a porte aperte!

Nonostante la febbre mia e di papà, oggi ti abbiamo accompagnato a danza e siamo rimasti a vedere la lezione a porte aperte. É stato emozionante e non nego che mi sono anche commossa. Ti abbiamo vista saltare come un coniglietto, camminare come un pinguino, "volare"come una farfallina...
Non eravamo soli a vederti, anche angela la tua brava baby sitter ti è venuta a vedere!
Ora in attesa del grande saggio, aspettiamo martedì pomeriggio la seconda lezione a porte aperte e questa volta mi porto anche la macchina fotografica per immortalare la mia piccola ballerina.

Uscita da scuola

Se io a quest'ora sono a casa significa che qualcun altro è venuto a prenderti a scuola oggi... Papà che stava un po' meglio di me è uscito al mio posto. Certo che non venirti a prendere mi fa davvero uno stranissimo effetto!!! È la prima volta che capita... Credo che tu sarai felicissima quando vedrai papà!
Ed io sarò felicissima quando arriverete a casa!!!

Senza di te...

Papà ed io insieme sul divano, spiaggiati come due balene, dormicchiamo e scambiamo poche parole. La sua febbre è in discesa grazia ai farmaci, la mia è in salita... Io ho mal di testa e male a tutte le ossa, mi sembra di essere passata dentro un tritacarne. Anche papà si chiede come fai tu quando hai 38,5 a saltare, ballare e cantare... Noi facciamo fatica a stare fermi sul divano.
Io mi guardo attorno e sento la tua assenza. Non sono abituata a stare a casa con papà senza di te. Credo sia la prima volta che capita...

Caldo risveglio

Risveglio febbricitante per la nostra famiglia quello di oggi. Papà oltre 38, io oltre 37 e tu? Tu incredibilmente stai bene! Dopo qualche esitazione abbiamo deciso di mandarti a scuola visto che riflettendo abbiamo pensato che il posto più sano dove potevi stare oggi era la scuola, senza considerare che sia io che papà siamo distrutti e non saremmo riusciti a intrattenerti!
La cosa più dolce è stata quando mi hai accarezzata e poi guardandomi con gli occhi preoccupati mi hai detto: "mamma la tua fonte (fronte) é calda!"
Non preoccuparti amore, la mamma è una roccia!!!

mercoledì 22 gennaio 2014

Parti di te...

Eravamo abbracciate nel lettone, tu ti eri appena svegliata, io mi stavo perdendo nel tuo sguardo, guardavo i tuoi splendidi occhi e mi chiedevo come potessero essere così belli, da dove fosse saltato fuori quel colore così strano che non é azzurro e nemmeno verde, ma nemmeno grigio, ammiravo le tue ciglia così lunghe come le mie non sono mai state, studiavo il tuo profilo e accarezzavo la tua pelle. Tu all'improvviso mi hai chiesto "fai mamma?" E io allora ti ho detto "pensavo che mentre eri nella mia pancia io ti ho fatto questi occhi belli, queste manine paffute, questo nasino a patatina..." E tu allora hai interrotto i miei pensieri e le mie parole domandomi seria "...e papà con le sue balotte mi ha fatto il boto (fossetta sul mento)?...".
Ecco Alice é proprio in questi momenti che vorrei tanto poter cancellare dai tuoi ricordi le lezioni di anatomia e le spiegazioni sulla tua origine che molto prontamente ti ha dato tuo padre...

Uguale ma diverso

Oggi è un giorno uguale a tanti altri, ma assolutamente diverso da un anno fa.
Il 22 gennaio 2013 è stato il giorno del mio intervento. 
Un giorno importante, fondamentale, unico.
Un giorno che non dimenticherò mai.
Oggi a distanza di un anno esatto mi sento leggera, sana e felice di essere qui.
Ricordo bene quelle ore, quei momenti, la gioia per essermi risvegliata, la paura di non rivederti più...
Oggi tutto questo è lontano, è un ricordo in mezzo a tanti altri, in mezzo a incredibili momenti di gioia che il cancro mi ha comunque regalato. 
Come quando ti ho vista entrare nella mia camera, eri bellissima col tuo cappello di lana colorata e la sciarpa in pandant. Ricordo il sorriso quando mi hai vista e poi quando ti sei messa a giocare con me sul letto e quando ti ho offerto parte del mio pranzo e insieme abbiamo diviso la crema dolce... Ricordo la serenità del tuo sguardo e la curiosità verso il drenaggio che usciva dalla mia ferita...
Vedi Alice, la vita è strana perché oggi a distanza di un anno tornando indietro e scavando nella memoria è più facile ricordare le cose belle che quelle brutte.
Una cosa è certa: oggi è un giorno da festeggiare, e anche domani e dopodomani sono giorni da festeggiare, sono tutti giorni speciali da festeggiare. Siamo qui, più uniti di prima, ci vogliamo bene e insieme abbiamo superato un momento difficile... Un momento durato un anno.
Buon 22 gennaio famiglia!

martedì 21 gennaio 2014

Un papà ammalato!

Dopo aver abilmente attaccato a me l'ennesimo raffreddore che si è subito trasformato in sinusite ecco che hai attaccato a papà chissà quale virus e lui stasera è tornato a casa con la febbre e la nausea.
L'ho visto davvero ridotto male come non mi era mai capitato di vedere prima perché voi piccoli siete davvero degli untori... E tu? Sembrerebbe che hai superato la febbre e ora stai piuttosto bene.
Vedrai che noi impiegheremo più tempo a guarire!

Tu fai l'ukulele!!!

Che ti piaccia cantare e ballare lo sappiamo, che sei una fan di Mika e anche questa una cosa risaputa.
Anche il fatto che ti piace Violetta di x factor è una certezza e il ritornello "dimmi che non passa dimmi che non 'coddeai (scorderai) quello che c'é fra di noi" lo canti chi più volte nell'arco della giornata. Ma oggi ti sei superata!
Alla fine di una performance canora come sempre divertente e buffa ecco che oltre a vederti ballare e sentirti cantare, ti ho sentita fare l'ukulele!!! Sì Alice, proprio nel punto esatto in cui Violetta suona l'ukulele tu lo imiti...

Guarita o sana?

... e quando oggi ridendo ho detto alla mia amica di comprare tranquillamente la maglia taglia "L" per me, aggiungendo "mica sono malata che prevedo di dimagrire...", ho capito che davvero ora mi sento finalmente "sana" e per un po' ho continuato a camminare sorridendo per questa nuova importante conquista.
Non riesco a dire che sono "guarita", guarire presuppone il fatto di aver superato completamente una malattia. Io non mi sento guarita, forse perché sono ancora all'interno del mio periodo "a rischio", però mi sento sana.
Non so se sia meglio, ma di sicuro sono felice e tranquilla e va bene così.

lunedì 20 gennaio 2014

Questa brutta tosse... che non è tua!

In macchina tu fai qualche colpo di tosse. Papà continuando a guidare ti guarda nello specchietto retrovisore e sorridendo ti dice "cos'è questa brutta tosse?". Tu allora senza distogliere lo sguardo dalla tua televisione da viaggio che sta trasmettendo per la seicentesima volta la Peppa... dici: "ti 'icoddi quando voi abebate (avevate) la tosse? Me l'abete attaccata "boi" (voi)...". Dopo essere scoppiati entrambi a ridere per la tua assurda affermazione, soprattutto considerando che tu dalla scuola materna ci porti a casa germi che su di te non attaccano, ma su di noi attaccano meravigliosamente bene... Siamo stati rassicurati dalla tua comprensione "comunque capita... Vi peddono!".
Grazie Alice è bello sapere che nonostante la tosse non c'è l'hai con noi...

Un post che non è per te...

Scrivo questo post Alice in un blog dedicato a te, ma questa volta le mie parole non sono indirizzate a te ma a tuo padre. Le cose che penso e che vorrei dirgli sono davvero tante, ma la gioia, la commozione e l'emozione di questi attimi (e le lacrime di felicità che riempiono i miei occhi) mi impediscono di esprimere tutto con chiarezza e lucidità.
Credo oggi per la prima volta in questo lunghissimo anno di essere uscita dai miei panni e di avere indossato i suoi e ho visto con i suoi occhi quanto siano stati difficili anche per lui questi mesi, ho sentito con il suo cuore il dolore e la sofferenza che ha provato nel vedermi stare così male, ho provato con la sua pelle le emozioni che ha vissuto. Non è stato semplice starmi accanto, sorreggermi, consolarmi, farmi sorridere o almeno non farmi piangere... lo so.
Non è stato facile gestire anche la parte pratica e trovare i medici e gli ospedali giusti e convincermi che insieme ce la potevamo fare.
Ma tuo padre Alice non si è mai scoraggiato (o forse lo ha fatto senza farmelo vedere...) non mi ha girato le spalle nemmeno quando si è trovato accanto una persona estremamente diversa da quella che aveva scelto (e non mi riferisco solo fisicamente) ed è stato sempre al mio fianco anche quando io pensavo che non c'è l'avrei fatta.
Ecco Alice io cedo che un semplice "grazie" non possa ripagarlo di tutto quello che ha fatto ma credo che forse dirgli che ho capito la difficoltà del suo ruolo lo faccia stare meglio e sicuramente c'è una cosa che gli farà piacere leggere, le te paroline magiche che tanto gli piacciono "avevi ragione tu", sì Ricky, avevi ragione tu quando mi dicevi che insieme c'è l'avremmo fatta!!!

Un cerchio si chiude

Un anno fa esattamente il 20 gennaio ero già a Modena in attesa di fare un'operazione dalla quale non sapevo come sarei uscita, anzi avevo addirittura paura di non uscirne.
Oggi sono qui, in macchina con la mia famiglia di ritorno dallo IEO dove ancora una volta mi hanno dato ampie rassicurazioni e finalmente posso dire che mi sento guarita. Non dico di essere tornata al punto "zero", quello da cui parte una persona sana ma mi sento molto vicina.
Ho voglia di guardare avanti di fare progetti... di vivere!
Ho vissuto questo anno nel limbo sentendomi "a rischio", "con la data di scadenza già evidenziata", io per prima mi guardavo allo specchio e mi vedevo come "la mucca col bollino rosso".
Poi dopo i risultati della Tac dell'altro giorno già mi sentivo alleggerita e ho vissuto finalmente un week end sereno, senza pensarmi "malata". 
Oggi questa visita di controllo mi ha tolto quei piccoli dubbi che ancora albergavano in me, ha risposto a quelle domande che mi ronzavano per la testa e mi ha dato ancora più forza, più energia, più serenità, più positività!
A distanza di un anno sento che il primo importante cerchio si è chiuso e posso finalmente tirare un sospiro di sollievo.

Con me allo IEO

Seduta fuori dalla porta di quell'ambulatorio tristemente familiare aspetto.
Intorno a me tanta gente.
E comincio a pensare: 
Un intero ospedale per una sola malattia... questo è solo un grande reparto, uno di tanti...
In ogni nucleo familiare di quelli che sono qui in sala d'attesa con me, c'è di sicuro qualcuno che combatte o ha combattuto il cancro...
Guardo le facce, immagino le loro storie, studio le loro espressioni e spero che tutti siano in via di guarigione. 
Intorno a me padri che accompagnano figli, figli che accompagnano genitori: nessuno è da solo oggi.
Già penso, il cancro si affronta meglio con qualcuno accanto...
La porta di qualche ambulatorio si apre, qualcuno entra con in mano più o meno grosse cartelline e qualcun altro esce, a volte con un timido sorriso, altre con la faccia seria, spesso in silenzio.
Fuori qui seduti senti frammenti di discorsi: "vogliono vedere i vetrini...", "siamo fortunati rientra in quel 30%..."
Già, anche fra chi è qui seduto in sala d'attesa c'è chi è più fortunato di altri, o forse sarebbe più giusto dire meno sfigato, perché chi è qui comunque la sua buona dose di sfiga ce l'ha...
Il tempo passa eppure sembra non passare mai...
La porta dell'ambulatorio numero 7 si è aperta solo due volte da quando siamo qui...
Tu non smetti mai di parlare mentre disegni sul "tuttuter" (computer) con papà. 
Io sono seduta davanti a voi e cerco di mantenere la calma...
Ecco la porta si apre! 
Non è per me... 
Anche papà comincia a sbuffare...
L'attesa è estenuante per tutti!
Cominciamo ad essere tutti stanchi e nervosi.
Non sai più come distrarti.
Guardi i medici che lavorano qui, che sono davvero tanti e ti chiedi come possono condurre una vita normale stando tutti i giorni a contatto con i malati di cancro, schivando ogni giorno la morte. Difficile immaginare come ci riescano, eppure per loro questo è lavoro, è la loro routine, la loro normalità.
Io mi sentirei malata ogni giorno, mi chiederei quando tocca a me.
Già un'ora di attesa da quando siamo seduti qui fuori.
Dovrebbe essere vietato aspettare in questi posto, serve solo a far crescere l'ansia.
Tanta gente se n'è andata ma tanta ancora continua ad arrivare, alcuni addirittura con la valigia.
Altri visi, altre cartelline, altri nuclei familiari, ma stessi sguardi preoccupati e stessi pezzi di discorsi.
Chi resta fuori in sala d'attesa mentre il suo parente è in visita, sta ancora peggio di chi è dentro, perché non sa e continua ad aspettare e sperare.
Qualcuno riceve telefonate e parla a voce bassa.
Solo tu non riesci a parlare sottovoce.
Io entrerò con voi.
Spero che tu riesca a stare buona e zitta.
Ecco che la porta si apre e tocca a noi... In bocca al lupo famiglia!

Una fra tanti...

... poi arrivi allo IEO e ti senti uno fra tanti, troppi... e per il semplice fatto di essere il sangue si gela e la paura ti assale...
Anche tu ti ricordi di essere già stata "in quetto potto!"...
L'attesa è sempre snervante anche quando non ti aspetti nulla di grave.
Il medico per cui stiamo aspettando è in ritardo, noi siamo anche in anticipo...
Prevedo una lunga attesa...

E Laura diventa Lea...

Stamattina mentre eravamo in camera mia ad un certo punto ti ho vista arrivare stringendo fra le braccia quello che è stato il mio Cicciobello e che ora è diventato definitivamente il tuo e subito mi hai fatto notare che aveva i capelli "'icci" biondi e gli occhi azzulli, con un'aria perplessa come se durante la notte fosse cambiato qualcosa nel suo aspetto... Poi mi hai detto "hai vitto che assomiglia a Leo? Semba popio lui!" Beh sì se guardiamo i colori, effettivamente ci siamo... A quel punto hai detto "alloa possiamo chiamallo Lea pecchè è una femmina!"....
Certo che Leo è sempre nei tuoi pensieri...

Il panino del "camionitta"

Stamattina fra un giro dalla pediatra e l'attesa del l'elettrauto, ci siamo ritagliate anche una colazione al bar. Tu oggi non sei andata a scuola per via della febbre di ieri ma stavi già bene...
Entrando al solito bar ti sei subito rivolta alla padrona, Antonella, chiedendole "il panino del camionitta" (camionista) e in un battibaleno hai divorato un bel panino al prosciutto cotto!
Del resto non è una novità che potendo scegliere preferisci il salato al dolce. Ieri addirittura quando ti ho chiesto quale fosse il tuo dolce preferito mi hai risposto "il fommaggio!", nemmeno fossimo all'estero dove i formaggi di solito sono in fondo al menù, in mezzo ai dolci...

domenica 19 gennaio 2014

Siete davvero belli insieme!

... e poi nel silenzio, mentre sono in camera mia che mi sto svestendo, ecco che ti sento che nella tua camera prima di addormentarti sussurri a papà "sai che io non bedo l'oa che sia il week end pe giocae con te..." (Sai che io non vedo l'ora che sia il week end per giocare con te) e allora immagino l'espressione felice di papà e sento che anche lui ti dice qualcosa ma non riesco a capire.
E allora penso che siete davvero belli insieme!

A volte ritornano...

Quando ero bambina la cosa che mi piaceva mangiare più di ogni altra era no le tigelle, morbidi "panini" al latte impastati con latte, farina e lievito di birra, che mia madr faceva d'abitudine ogni sabato sera.
Io ci ho provato più volte a farle ma sempre con pessimi risultati.
Poi ho smesso anche di provarci e per anni ho smesso di mangiarle nonostante una tugelliera nuova fiammante appena acquistata.
Fino a qualche settimana fa quando sono venuti a trovarci alcuni amici a cui so che le tigelle piacciono molto e allora ho voluto riprovare e per la prima volta non sono venute niente male!
Così stasera, per rallegrare questa serata piovosa e febbricitante che arriva alla fine di un week end molto casalingo ho pensato di rifare le tigelle solo per noi tre.
Ho ridotto la dose degli ingredienti e nel primo pomeriggio hompreparato l'impasto. Poi dopo alcune ore di lievitazione ho fatto le tigelle e per cena le abbiamo mangiate.
Ecco Alice, quell'odore in giro per casa, quel profumo indimenticabile di casa, di famiglia, mi riporta immediatamente indietro nel tempo a quando ero una bambina poco più grande di te, e per vedermi mangiare (perché io a differenza di te ero inappetente) bisognava farmi le tigelle.
Stasera sono ritornata un po' bambina e fare per te e papà ciò che mia madre faceva per me e per il resto della famiglia, mi ha fatta sentire davvero bene.
Chissà se anche a te le tigelle piaceranno così tanto come piacciono a me...

"... anche se..."

Guardo il mio rapporto con mia madre e penso con terrore che anche il nostro potrebbe un giorno diventare così...
Oggi ha aspettato la seconda telefonata della giornata e le quattro e quaranta del pomeriggio per farmi notare la mia grave mancanza: oggi19 gennaio, San Mario, mi sono dimenticata di fare gli auguri di buon onomastico a mio padre... Ovviamente dirmelo alle nove di questa mattina sarebbe stato di meno impatto, era meglio aspettare metà pomeriggio e alla mia domanda "come sta papà?" rispondere "lui sta bene, ... anche se... tu ti ricordi che giorno è oggi?".
Inutile dire che sono andata su tutte le furie!
"Anche se" cosa??? Che c'è ora, lui sta male perché io mi sono dimenticata? O sarebbe stato meglio se mi fossi ricordata???
Mi sono dimenticata OK! Quindi? Forse uomo dire che ho altro a cui pensare!!!
Domani controllo annuale a Milano allo IEO e al di la del fatto casino abbastanza tranquilla è pur sempre un controllo all'Istituto Tumori e già questo potrebbe bastare!
Tu  hai sempre la febbre che non sale ma nemmeno scende e oltre al fatto che mi dispiace vederti stare male senza nemmeno capire bene il perché, bisogna considerare che se domani non ti passa la febbre dobbiamo rimandare la visita allo IEO.
Io che ho di nuovo il raffreddore e di nuovo comincia la sinusite...
Però per lei l'unica cosa che conta è che mi sono dimenticata, anzi peggio, quello che conta é farmelo notare...
Grazie mamma ora mi sento una merda di figlia o una figlia di merda come spesso mi hai sempre chiamata tu...

Bricolage con intrattenimento

Quando si ha una figlia come te, può capitare di ritrovarsi ad attaccare una mensola in camera da letto mentre lei, assolutamente seria e convinta decide di intrattenerti improvvisando uno spettacolo musicale con tanto di pianola, microfono e canzoni.
Tuo padre ed io (più lui di me), eravamo intenti a fare questo lavoro di bricolage quando ti abbiamo vista trasportare la pianola vicino alla porta della nostra stanza,  avvicinare anche lo sgabello, sederti e poi prendere in mano il microfono per annunciare la tua performance.
Era tutto perfetto, a parte il fatto che non hai ancora ben capito che il microfono non è necessario mangiarlo affinché si senta bene la tua voce...

Febbre!

Da ieri questa brutta febbre che non va via nemmeno con la tachipirina. 
Qualche colpo di tosse, un po' di raffreddore e i tuoi grandi occhioni un po' lucidi. Ogni tanto dici che "hai male tetta (testa)" ma per il resto sei di buon umore e nemmeno ti lamenti più di tanto.
Da quando sei nata è la prima volta che la febbre si impossessa di te in questo modo senza andarsene per oltre ventiquattro ore. 
Vorrei che fosse lunedì per andare dalla pediatra così mi rassicurerebbe sul fatto che ti stiamo dando le medicine giuste e che passera presto. Vorrei sapere che cos'hai. 
Lo so che nei bimbi è normale avere la febbre ma è altrettanto normale per una mamma stare male quando il suo cucciolo è malato.
In questo momento mentre tu sei la mia "stufata personale" il mio pensiero va a tutti quei genitori che assistono i loro bimbi malati... I bambini non dovrebbero mai ammalarsi!!!

Cucina a quattro mani!

Oggi cucina a quattro mani! No le altre due mani non sono quelle di papà ma sono le tue piccole manine "colorate". Sì Alice hai letto bene, colorate... Perché è davvero difficile trovarle "solo" rosa considerando che di solito la tua voglia di "coloae" non si limita ai fogli...
In questa domenica mattina forzatamente casalinga tu ed io ci siamo messe ai fornelli.
Prima abbiamo messo a bagno i funghi secchi per fare il "'isotto" (risotto) che mangeremo a pranzo. Abbiamo spezzettato i prezzi più grandi e tu sei stata un'aiutante assolutamente perfetta!
Poi abbiamo impastato una torta margherita (l'ho fatta nella speranza che poi tu la mangi...) e tu mi hai aiutato a girare l'impasto nella grande ciotola di plastica gialla.
Ora i funghi sono a bagno e la torta in forno... Vediamo cosa possiamo inventarci ancora per non annoiar i troppo...

sabato 18 gennaio 2014

Inviti per il saggio...

Da quando sei tornata a danza non fai altro che parlare del futuro saggio. Non mi racconti nulla di quello che fai durante le lezioni, perché continui a ripetermi che lo scoprirò al saggio e poi ogni tanto cominci a fare la lista delle persone che vorresti che ti venissero a vedere. 
Mi fai tanta tenerezza Alice, perché sei davvero certa che ci saranno anche i tuoi nonni e i tuoi zii e purtroppo non credo sarà così. Ieri al telefono lo hai chiesto alla zia Amelia e oggi hai addirittura voluto telefonare alla zia "Fanca" (Franca) per chiederle di venire... Forse qualcuno riuscirà anche a esserci, ma purtroppo non tutti come vorresti tu. 
Chi di sicuro non mancherà sarà la tua cara baby sitter Angela che mi ha già chiesto di dirglielo e che non penso si perderebbe questo evento per nulla al mondo e poi verrà Caterina, che è anche la persona che mi ha consigliato la tua scuola.
E poi sempre che tu continui le lezioni fino al saggio, ci saranno tutte le persone che vorranno esserci e alle quali io sarò felice di comunicare data e ora del saggio.
Ma tu ci sarai vero Alice? Non è che poi all'ultimo secondo, proprio come una vera diva, abbandoni le scene e mi lasci lì nell'imbarazzo di gestire i tuoi invitati?

Cambio di programma....

Una tua febbre improvvisa ha modificato i nostri programmi (che sinceramente non avevamo ancora fatto) e ci vede protagonisti di un sabato pomeriggio decisamente più casalingo dei soliti. 
Mentre tu ancora dormivi io sono uscita a fare la spesa e ora siamo tutti a casa in abiti comodi. Tu e papà state giocando con i playmobil mente io seduta sul divano vi guardo e scrivo e penso che nonostante il cielo grigio e la tua febbre oggi è davvero una splendida giornata!

Il "nostro" mare...

Dopo mesi in cui passando dal lungo mare e vedendo un anomalo deserto mi sono chiesta che cosa stesse succedendo, ecco che oggi il mistero è stato svelato... 
Per un intrigo burocratico nel quale non mi addentro, fatto di eredità, cause, proprietari, acquirenti e venditori alcuni stabilimenti balneari della nostra località hanno dovuto smantellare tutto e per tutto intendo assolutamente tutto! lasciando solo la sabbia e l'acqua.
Questo significa che laddove c'era il grande scivolo rosso/blu, il castello rosa delle principesse e le ormai familiari cabine gialle ora c'e il nulla... Sicuramente come qualcuno mi ha fatto notare oggi c'è un minor impatto ambientale ma io mi chiedo comunque che ne sarà di noi, se avere una spiaggia più corta significherà avere ombrelloni più appiccicati o meno giochi per te o meno servizi (docce e cabine). Mi dispiacerebbe dover cambiare bagno, ci sono tanti bei ricordi legati a questa spiaggia a partire dal buffo modo in cui tu chiamavi i proprietari il primo anno in cui siamo stati lì, per te erano "Pacco e Tetta" ma sinceramente ci sono certe comodità che per me sono necessarie...
Non ci resta che aspettare e vedere se riusciremo anche quest'anno a rispettare il detto "stessa spiaggia stesso mare" e speriamo di sì...

"Sono tuo marito!"

Ieri sera improvvisamente ti sei avvicinata a me, con ai piedi le grandi ciabatte di papà e una strana espressione sul viso. Mi sei arrivata davanti e poi dopo aver messo le mani sui fianchi hai impostato la voce e cercando di avere un tono profondo mi hai detto seria: "ciao io sono tuo marito!".
La tua buffa imitazione di papà è andata avanti per qualche minuto mentre io cercavo di rimanere seria ma sinceramente mi stavo divertendo da matti! Peccato solo che poi ho cercato di fartela rifare anche in presenza di papà, quello vero, ma non ci sono riuscita...
Come si dice: Paganini non ripete!

La bella coppia!

Scena di poco fa sul divano di casa nostra...
Tu e Heidi sedute vicine sul divano, lei abbracciata alla fashion coniglietta Princy, tu abbracciata alla bambola da una parte e ad Heidi dall'altra, che ti rilassi accartocciando distrattamente l'orecchio del tuo pericolosissimo "cane da divano". Lei si lascia fare, ogni tanto mugola, a volte tira fuori il linguone e lo ciuccia, altre volte solleva pigramente una palpebra e ti guarda.
Quando ero incinta vi immaginavo giocare insieme ma non potevo sperare in un feeling come il vostro... e pensare che una volta Heidi era il mio cane...

Non è mai troppo presto per essere felici!

Questo sabato mattina mi sono svegliata presto e invece di sbuffare arrabbiata perché avevo perso delle preziose ore di sonno, mi sono subito sentita felice perché questo significava semplicemente avere un sabato più lungo in compagnia della mia famiglia!
Dopo aver tentato di riaddormentarmi stretta nell'abbraccio di papà che nel frattempo mi aveva "accucchiaiata", ho pensato che fare un po' di coccole a mio marito (che suona sempre bene...) sarebbe stata un'alternativa molto interessante. 
Quando più tardi anche tu ti sei svegliata papà ti è venuto a prendere e tutti insieme abbracciati nel lettone sotto la grande finestra sul tetto, abbiamo ammirato l'arrivo del nuovo giorno.
Poi tu ed io ci siamo vestite tu molto "fesson" io un po' meno e siamo uscite a comprare brioche e giornale mentre papà nel frattempo ha cominciato a preparare la "pemuta" (spremuta).
Abbiamo fatto il tragitto dalla pasticceria sia andata che ritorno cantando a squarciagola Stardast di Mika e Chiara e siamo rientrate a casa cantando felici "vieni con meee", ovviamente simulando entrambe il microfono con la mano... 
Siamo salite per le scale a ritmo di oh oh oh oooooh e poi dopo aver svegliato tutto il quartiere ci siamo sedute a tavola a fare colazione!
Non sono nemmeno le otto di uno splendido sabato mattina e io mi sento leggera e felice come non ricordavo ti poter essere... 
Un grandissimo buongiorno a tutti o come diresti tu Alice: "buongiorno mondo!"


Buon mesiversario!

Oggi è esattamente un mese che ci siamo sposati, un mese da quando sulla splendida spiaggia di Antigua, sotto un coloratissimo arco di fiori, davanti ad un panorama mozzafiato e al tuo sguardo attento, papà ed io siamo diventati marito e moglie.
Siamo qui tutti insieme, sotto un cielo grigio, con un clima decisamente più freddo e un panorama meno colorato, ma con lo stesso amore nel cuore e con tantissima voglia di festeggiare insieme molti mesiversari insieme!


venerdì 17 gennaio 2014

Strani party...

Mentre tu racconti a tutti che a casa del tuo "mooso" (moroso - fidanzato) c'è il camino perciò Babbo Natale può passare da lì... (forse per questo lo "ami" tanto, in fondo ha una via d'accesso preferenziale per Babbo Natale, non è mica da tutti!), lui, l'ormai famoso Leo, sta pensando stasera di invitarti a fare il "pigiama del party" che a dire il vero non so bene come sia strutturato, se sia la stessa cosa di un pigiama party oppure no, ma che ho la certezza che tu stasera non farai visto che ci sono oltre duecento chilometri a separarvi...
Certo che per avere sei anni in due, cari i miei cucciolotti, non vi fate certo spaventare dalla distanza...

"Popio come me!"

Proprio come me vuoi indossare la maglia di Minnie e se per caso io metto quella del nano  Cucciolo allora anche tu la vuoi.
Proprio come me vuoi giocare con le "catte 'pagnole" e mi lasci a bocca aperta quando scopro che sai che cos'è un perro, una bufanda, una muñeca e tante altre parole strane.
Proprio come me vuoi 'chive-e (scrivere) sul computer anche se mi hai già fatto notare che il tuo non è 'osa e non ha la copertina e di nuovo mi stupisci quando digiti perfettamente la sequenza delle lettere del tuo nome A L I C E...

Venerdì 17

Un venerdì 17 che fino ad ora mi ha regalato delle piacevoli ore di normalità.
Questa mattina mi sono svegliata con la voglia di coccolare me e le persone che mi vogliono bene e così ho fatto! Come prima cosa dopo averti accompagnata a scuola ho comprato due bomboloni e sono tornata a casa a mangiarli insieme a Katia la mia preziosa aiutante che una volta alla settimana mi viene a dare una mano nelle faccende di casa.
Poi dopo una mattinata normalissima, fatta di spesa e di piacevoli chiacchierate fra amiche, nel pomeriggio i sono dedicata all'arte culinaria, preparando la cena e portandomi già avanti anche per il pranzo di domani, così che non mi ritroverò alle 11:30 di domattina a chiedermi perplessa "cosa mangiamo per pranzo?".
Dopo che ti sei svegliata ci siamo entrambe messe comode ci siamo prese un tranquillo pomeriggio di relax, senza giri per centri commerciali, senza danza e senza andare a trovare qualcuno: solo tu ed io in attesa che torni Papá!

Con la A maiuscola!

Oggi dopo aver parlato con un'amica e compagna di "sventura" mi sono trovata ancora una volta a riflettere sul cancro e su alcune conseguenze non fisiche che porta. In realtà non solo il cancro ma qualsiasi problema serio rivela verità a volte scomode ma di certo utili.
Mi riferisco alle "amicizie" che quando ti ammali improvvisamente svaniscono e si perdono nel nulla.
Alcune persone forse per paura della malattia, per ignoranza o per pigrizia e sicuramente per una notevole mancanza di affetto un po' volta si allontanano e si disperdono. Capita che non spariscano nel nulla completamente e che si nascondano dietro falsi pretesti: "troppo lavoro", "gli impegni di famiglia", "l'insormontabile problema di dover ancora decidere dove andare in vacanza". I messaggi e le telefonate si diradano, ogni giorno il tono diventa sempre più formale e banale e le frasi fatte prendono il posto delle ormai dimenticate conversazioni fra amici, le visite e gli incontri diventano casuali o comunque rarissimi e le cose da dire diminuiscono ogni giorno.
E così un giorno ti accorgi che Tizio, Caio e Sempronio non fanno più parte della tua vita.
Se sei fortunato la loro assenza oltre a non essere notata non ti fa nemmeno soffrire perché probabilmente inconsciamente hai già capito di non aver davvero perso nulla. Se invece avevi investito su quella persona e su quel rapporto allora il dolore e la delusione saranno più duri da digerire ma dopo il cancro nulla ti spaventa davvero più.
Anche perché nel frattempo altre persone e altri incontri hanno riempito il vuoto lasciato da chi dopo grandi proclami di amicizia non ha nemmeno il coraggio di stare vicino a chi davvero avrebbe bisogno di una spalla amica su cui piangere.
Tutto questo è capitato anche a me ed è una delle cose positive che mi ha dato il cancro, la possibilità di vedere chi davvero c'è e chi invece è solo lì per caso e verso chi se n'è andato alla chetichella, come se fosse un ladro, non ho nessun rancore, in fondo sono loro ad aver perso qualcosa perché per me l'amicizia si scrive solo in un modo: con la A maiuscola!


giovedì 16 gennaio 2014

Una voce dall'ombra

E poi all'improvviso una voce dall'ombra si alza e mi scrive qualche parole, solo una frase che inizia così: "In questi giorni mi sono bevuta le tue "pennellate di famiglia"...".
"Bevuta", ha usato questo termine, come se leggere l'avesse dissetata.... MI PIACE!
Subito dopo li stupore  ho pensato ma dai "lei" che legge le mie pennellate? Lei che spesso stimo e ammiro per le cose che fa e che nemmeno ricordo come mai sia fra i miei contatti perché di persona fedi certo non la conosco, davvero ha impiegato (sprecato, ho pensato sprecato) un po' del suo tempo a leggere le mie pennellate che definirei "altalenanti"!
Incredibile allora non sono solo i miei solito fedeli amici che mi seguono!
Ecco quando ho letto le parole di questa persona mi sono emozionata...
Grazie bella persona, tu sai chi sei e il mio pensiero Alice stasera è rivolto a lei. Un grosso in bocca al lupo.

Non sono più sola!

Per mesi mi sono chiesta perché non avevo mai sentito parlare di questa tipologia di cancro, nè mai conosciuto qualcuno con il mio tipo di tumore.
Per un anno intero ho cercato inutilmente qualcuno con il mio passato.
Ho chiesto ai medici, ho cercato in internet, ho sfogliato fra i titoli dei libri ma niente, del mio tumore nessuna traccia.
Sembravo davvero l'unica al mondo con un destino simile.
Ho capito così che il mio era un tumore raro.
Poi oggi all'improvviso mi si è aperto un mondo e un pugno nello stomaco avrebbe di sicuro fatto molto meno male...
Ero a scuola che aspettavo seduta sul divanetto rosa mentre tu ballavi.
Ad un certo punto leggo un appello in Facebook, uno dei tanti che mi capitano quotidianamente sott'occhio: "Appello da Barletta: aiutateci a salvare la nostra bambina". Pensavo ad un altro bambina in attesa delle cure delle cellule staminali, ho aperto l'articolo e... e... e invece con mia sorpresa ho letto queste parole "Siamo i genitori di una bimba di undici anni di Barletta affetta da un carcinoma mucoepidermoide all'altezza della parotide...". Ho immediatamente provato la sensazione di essere stata travolta da qualcosa di immenso e ho sentito le lacrime che scendevano sul mio viso.
Avevo appena trovato una persona con il mio cancro, purtroppo una bambina!
Ho subito girato il link a papà e poi l'ho chiamato per dirgli in cosa si sarebbe imbattuto leggendo. Ho sentito anche lui molto provato dalla storia.
Poi stasera volevo rileggere con calma e allora in internet ho digitato qualche parole chiave e ho inziato la ricerca. La sorpresa è stata ancora più grande.
Per un attimo ho pensato "ecco qualcuno ha scritto la mia storia per avere qualche informazione" "ho una bimba piccola e mi è stato diagnosticato un carcinoma mucoepidermoide della parotide". Quella ero io!
Invece no, nessuno aveva scritto la mia storia, quella era una storia molto simile alla mia capitata ad una giovane donna emiliana.
Le ho subito risposto.
Vorrei sapere la sua storia, vorrei i contrarla, conoscerla, abbracciarla.
Mi spiace per lei che si è trovata a combattere un cancro come il mio, ma ammetto che ora che so della sua esistenza io mi sento meno sola!

Voglia di normalità

Improvvisamente mentre sorseggio il caffè del pomeriggio, mi accorgo che mi sento e sono effettivamente stanca e allora realizzo che questi lunghi mesi vissuti nella paura e nell'attesa hanno lasciato un segno più profondo di quello che immaginavo. E allora dopo la visita di lunedì prossimo, che segna la definitiva chiusura del ciclo di esami e di visite di controllo del primo anno così come previsto dal calendario del "follow up", penso di avere bisogno di assoluta normalità. 
Ora che so di non essere ammalata, sembra assurdo, ma ho perso quella che era stata la mia unica certezza in questo ultimo anno e ora devo riappropriarmi di tutto ciò che per gli altri è normale ma che per me non lo era più. 
Accettare la malattia è difficilissimo ma è una cosa che ti travolge e da cui non puoi sottrarti e dopo un po' essere ammalato diventa la tua normalità.
Accettare la guarigione è la cosa più bella che ti possa capitare, ma non è comunque un processo che avviene in automatico e necessità comunque di una rielaborazione personale.
No Alice, purtroppo nemmeno in questo l'essere umano è stato dotato del tasto On/off...

Privilegi insostituibili

Avere la possibilità di fare la mamma a tempo pieno è per me un privilegio di immenso valore. 
Non essere costretta a rimbalzare mia figlia di qua è di là fra nonni (che peraltro non avrei "a disposizione" nei paraggi), baby sitter e scuole varie è assolutamente impagabile. 
Fare la mamma e la moglie (ora posso dirlo!), ed essere "solamente" una casalinga mi appaga, sono assolutamente soddisfatta del mio ruolo e ripensando a quando ero una donna lavoratrice non mi manca nulla, non sento nostalgia di quel periodo anzi, al contrario...

Potermi permettere il lusso di uscire all'una e cinque, ovvero soltanto dieci minuti prima per venirti a prendere da scuola e avere la possibilità di scegliere se venire in macchina o a piedi (visto il brevissimo tragitto il tempo necessario è praticamente uguale), è un dettaglio per nulla banale che fa la differenza. Oggi ad esempio, vista la splendida giornata ho scelto di fare due passi...

Vivere in un posto dove tutto l'anno puoi respirare l'aria di mare, dove quando c'è traffico vuol dire che ci sono cinque macchine in fila per la diramazione verso la statale Adriatica, dove affacciandoti dalla finestra vedi il grande parco, dove se vuoi andare in piscina puoi quasi uscire di casa in ciabatte, influisce notevolmente sulla qualità della vita.

Oggi mi sento appagata di quello che ho, forse per questo pur essendo uscita con il chiaro obiettivo di fare shopping sono tornata a casa a mani vuote, perché oggi non mi manca assolutamente nulla.
E la carta di credito ringrazia per la tregua...



Sì, viaggiare...

... E un giorno un'amica per il matrimonio ti regala una bellissima carta geografica del mondo dove tu puoi, con una moneta, grattare le parti che hai già visto. E allora tu e la tua dolce metà la prendete e insieme cominciate a grattare, convinti di aver viaggiato un sacco... e solo quando guardate le parti grattate vi accorgete di quanto in realtà il mondo sia immensamente grande e di quanto poco abbiate visto...
Qui bisogna assolutamente rimediare... Intanto speriamo a breve di andare in montagna...

mercoledì 15 gennaio 2014

Anziani peggio dei bambini

Tornare a Ravenna, quella che è stata la mia città per oltre trent'anni della mia vita, non mi piace e mi rievoca brutti ricordi. Quei luoghi, quegli odori a me familiari non mi fanno venire nostalgia, come sarebbe normale, piuttosto accendono un forte senso di angoscia.
Se in più aggiungiamo che andare a trovare i tuoi nonni (i miei genitori) non è mai un percorso banale e privo di difficoltà... Ecco che è facile intuire che trascorrere una mezza giornata a Ravenna mi renda estremamente nervosa.
Tuo nonno ti parla solo dei suoi problemi, dei suoi acciacchi e delle sue angosce e io passo il tempo a cercare di deviare i suoi discorsi funesti.
Tua nonna fa il possibile, è una brava nonna, ma l'età e gli acciacchi non l'aiutano di certo.
Se restiamo a casa il tempo non passa mai, ma uscire è un'impresa troppo imbarazzante!
Il nonno Mario non perde occasione per parlare con le persone che non conosce e purtroppo non si limita a commentare  il clima. Oggi ad esempio abbiamo incrociato una ragazza pelata e lui ha cominciato a fare battute sui suoi "capelli". Quando l'ho visto partire e gli ho sentito dire "signorina che bella messa in piega" mi sarei seppellita...
Mezz'ora fuori con lui: una mezz'ora da incubo!
Dopo oggi ho deciso che non esco più con lui, da ora in poi Alice incontreremo il nonno Mario solo a casa così da limitare i danni...
È proprio vero che gli anziani dono peggio dei bambini!

Parole con la "F"

Dopo una giornata in cui abbiamo fatto tante cose e tanti chilometri, eccoci finalmente a casa e tu esausta mentre sei già stesa a letto, dalla tua stanza urli e mi dici che guardare i cartoni animati in macchina è "una figata!"
Ecco Alice forse dovresti dire che è fantastico o fenomenale o favoloso...
Queste parole iniziano tutte con la "F" ma sono tutte meglio di figata credimi...
(E non ascoltare i suggerimenti di quel burlone di papà...).

Ad ognuno il suo colore...

Nella nostra famiglia non facciamo i confetti. Non li abbiamo fatti per la tua nascita e nemmeno per il nostro matrimonio. 
Noi siamo alternativi in tutto e usiamo fare i famosi "confetti" di cioccolata tondi ricoperti di una glassa di zucchero colorato... Dai sì proprio quelli che ti piacciono tanto Alice: gli M & M's! Naturalmente personalizzati!
Per la tua nascita i colori li abbiamo scelti io e Papá: lui ha scelto il rosso e il bianco io il rosa. 
Per il nostro matrimonio tu hai partecipato alla scelta dei colori e la tua scelta è stata il rosa perché è il tuo "coloje pefeito".
Io ho scelto il bianco perché "fa matrimonio".
Papà ha scelto il rosso... No non perché è il colore dell'amore, ma perché insieme al bianco sono i colori del Vicenza calcio...
A ognuno il suo colore....

martedì 14 gennaio 2014

Una serata papà ed io

Tu cresci non solo fisicamente ma anche e soprattutto psicologicamente.
Stasera mentre mangiavamo la pizza con Angela la tua "bibi sittei" hai voluto che lei si sedesse accanto a te e per questo io le ho lasciato volentieri il mio posto a tavola e prima avevi addirittura insistito perché fosse lei a lavarti le mani.
Poi quando ci hai visti uscire ci hai sorriso e ci hai augurato "buon divettimento" e noi ci siamo ritrovati fuori come una coppia normale che una sera esce e lascia la bimba a casa con la baby sitter...
È bello poterci prendere una serata tutta per noi ed è ancora più bello poterlo fare lasciandoti tranquilla a giocare sul tappeto.
Grazie Alice stasera ci hai fatto un grande regalo!

Risveglio a sorpresa

Vedere la tua faccia quando oggi pomeriggio al risveglio ti sei trovata un piccolo dolce invasore seduto nel tuo letto è stato bellissimo. Ti sei messa seduta a letto e hai guardato Ricky come se fosse un marziano, poi ti sei assicurata che fosse vero toccandolo e subito hai esclamato "ma è veo! E si muobe!". Poi perplessa hai chiesto "ma sono mio da piccola?".
A quel punto ho capito che forse avrei dovuto aprire le tende in modo che la luce ti svegliasse e ti facesse vedere bene chi oggi era venuto a trovarti!
Eh già Alice oggi zia Gnegna, (anzi zia Yle perché per la prima volta l'hai chiamata così) ci ha fatto proprio una bella sorpresa!

Voglia di shopping

E poi mi viene un'irrefrenabile voglia di fare shopping e penso che forse avere una giornata piena è una fortuna così almeno sono sicura che non avrò la possibilità di svaligiare tutti i negozi del centro commerciale!
Anche se avrei proprio una grandissima voglia di comprare qualcosa... No, non per me Alice, per te, sempre per te, solo per te!

Grazie a tutti!

Il mondo si divide in due categorie: chi nella sua vita ha avuto una diagnosi di cancro e chi immagina cosa sia averla.
Quelli che hanno avuto il cancro fra di loro si capiscono, conoscono le loro paure, comprendono i loro discorsi e ancora meglio intendono i loro silenzi.
Quelli che non l'hanno avuto e pensano di sapere cosa significa, per loro fortuna in realtà non ne hanno la più pallida idea!
Io fino a poco più di un anno fa facevo parte della seconda categoria e avendo fatto il volontariato in un reparto oncologico per un periodo di circa un anno, ero assolutamente convinta e sicura di sapere che cosa si prova a sentirsi dire: "lei ha il cancro"!
Poi il sette di gennaio 2013 me lo sono sentita dire, durante un'indimenticabile telefonata asettica e ho immediatamente capito che mi sbagliavo.
Io non sapevo proprio niente di come si sta quando ti tolgono la terra da sotto i piedi, quando con poche parole non vedi più il futuro, quando pensi di essere davvero arrivata all'ultimo capitolo della tua vita, quando perdi anche la più piccola certezza, quando vivi nella costante paura di morire, quando guardi tua figlia e ti chiedi se domani ci sarai ancora tu ad aiutarla ad allacciarsi le scarpe, quando provi a cercare fra le persone che conosci a chi si potrebbe prendere cura di lei quando tu non ci sarai più, quando anche un raffreddore ti terrorizza e ti fa temere il peggio, quando ogni controllo diventa un calvario, quando se non ti addormenti subito non ti addormenti più, quando ogni attimo di gioia lo vivi come se fosse l'ultimo, quando vedi negli occhi della gente la compassione, quando metti via le cose di tua figlia per il prossimo anno e lasci detto a qualcuno dove sono perché non si sa mai..., quando senti i sussurri alle tue spalle e tu smetti di essere quella di sempre è improvvisamente diventi "quella con cancro", quando ti chiedi dove sarai il prossimo Natale, quando per la prima volta speri che il tuo compagno, ora mio marito, non ti ami così tanto da non riuscire a rifarsi una vita con un'altra donna accanto, quando metti via i giochi del mare con le lacrime agli occhi sperando che sarai di nuovo tu a tirarli fuori, quando speri di riuscire a vivere abbastanza per non dare anche questa sofferenza ai tuoi genitori... E potrei continuare all'infinito...
Improvvisamente tutto cambia.
E solo chi davvero ha provato queste cose riesce a comprendere la tua nuova "non vita" o quello che ti resta della normalità.
Gli altri ci provano, fanno del loro meglio ma non possono davvero capire. Ora lo so.
Grazie a tutti quelli che mi sono stati vicini in questi mesi, a quelli che ci hanno provato e a quelli che ci sono riusciti, a quelli che mi hanno ascoltata e a quelli che non hanno avuto il coraggio di farlo, a quelli che hanno rispettato i miei silenzi, a quelli che hanno cercato di riempirli, a quelli che mi hanno tenuto la mano e a quelli che avrebbero voluto farlo.
Ma grazie soprattutto a tutte le bellissime persone che ho avuto la fortuna di incontrare lungo il mio percorso e che come me hanno avuto il cancro, grazie per essere riusciti a farmi sentire normale in tutte le mie sensazioni, nelle mie paure e nei pensieri.
Perché il cancro toglie ma come ho già detto fortunatamente dà anche!

Finalmente a luci accese...

Cammino e ad ogni passo mi sembra di liberarmi di un peso, come se andando avanti lasciassi indietro quelle pesanti zavorre che per un anno mi hanno bloccata al suolo, paralizzando tutto, anche la speranza.
Mi sento più leggera, "libera dal cancro" anche se preferisco scriverlo fra virgolette perché è solo il primo giro di boa.
Comincio finalmente a riuscire a respirare a fondo e riesco a guardare al futuro con quella che potrei definire "timida serenità".
È stata durissima arrivare fin qui ma per fortuna non ero sola.
È stato un anno pesante, lungo e faticoso.
Spessissimo, molte più volte di quelle in cui l'ho ammesso, ho avuto paura di non poterti vedere crescere. Non sai quante volte Alice il mio cuore si è dilaniato pensando che non ci sarei stata al tuo fianco. Ti guardavo e mi disperavo in silenzio, di nascosto.
Dopo aver vissuto un anno a luci spente ora ho di nuovo voglia di fare progetti.
Mi sembra che qualcuno mi abbia dato in mano una tela bianca e dei colori, tante bellissime matite colorate e ora sta a me decidere cosa e come disegnare.
Non so ancora come muovermi devo ancora capire chi sono diventata in questo anno. Mi sento diversa e oggi, come ieri mi sento anche felice.



lunedì 13 gennaio 2014

Oggi sono felice, felice, felice!

Oggi sono felice, felice, felice!
Mi guardo attorno e mi sento appagata, soddisfatta e immensamente grata con la vita di quello che ho.
Niente è nessuno riusciranno ad intaccare questo momento che ho atteso con ansia e che ora mi merito di vivere al meglio.
In tanti hanno sperato per me, in tanti hanno condiviso con me l'attesa e la paura, in tanti hanno prima hanno gioito.
Certo è vero non tutti hanno reagito come mi aspettavo. Le persone a me più vicine hanno manifestato poco entusiasmo dicendo un banale e scontato "meglio così". Qualcuno addirittura non ha avuto nessuna reazione.
Ma non importa.
Oggi lascio i problemi, i dispiaceri, le discussioni e le arrabbiature fuori dalla porta. Oggi è il mio giorno e mi merito di essere felice.


Oggi è una bella giornata!

A poco a poco mi sto rendendo conto del significato di quello che ho letto su quel referto e mentre tu dormivi oggi pomeriggio la felicità ha cominciato ad insinuarsi dentro di me.
Avrei voglia di uscire e di urlarlo al mondo intero, ma tu quando ti sei svegliata mi hai chiesto di stare a casa a giocare con te ed io ho deciso di accontentarti.
Ti ho abbracciata e ti ho detto: "sai Alice oggi è una bella giornata!". E tu mi hai subito detto: "lo so mamma!". Allora incuriosita ti ho chiesto: "come fai a saperlo?" e tu allora mi hai guardata e senza esitazione hai aggiunto: "me lo hai detto tu mamma!".

Primo giro di boa

Non segni di recidive: OK si ricomincia a respirare!
È stato difficilissimo attendere e quando ho avuto quella busta fra le mani sapevo che dal contenuto dipendevano le nostre vite. 
Dopo aver letto "non segni di recidive" ho cominciato a piangere e non ho capito più nulla. Tutto il resto era secondario.
Questo era il primo giro di boa.
Ho avuto paura, tanta paura. Mi girava la testa e mi veniva da vomitare.
Sono ancora frastornata.
Ho invidiato e cercato di assorbire la tranquillità di tuo padre ma non sono riuscita a tenere a freno la mia ansia.
Ma ora non ha più importanza. 
Oggi, ora, posso riprendere in mano la mia vita e ripartire.
Certo non bisogna mai abbassare la guardia, il cancro è sempre dietro l'angolo per chi ha avuto la sfiga di incontrarlo. 
Ma il mio primo controllo a distanza di un anno, anche se faccio ancora fatica a crederci, dice esattamente ciò che volevo sentirmi dire: "non segni di recidive".
Questo è il momento di gioire e basta!


Odori del risveglio

Odore di caffè appena fatto misto ad aranciata: questo è il profumo del risveglio a casa nostra, queste sono le nostre colazioni di famiglia. Una volta al mix di aromi si univa anche quello delle brioches appena scaldate, ma da qualche mese le abbiamo sostituite con le più sane e anche più asettiche e senza dubbio meno profumate fette biscottate. 
È con questi odori che iniziano le nostre giornate ed è in questo modo classico che è iniziato anche questo lunedì "particolare".
Mentre facciamo colazione mi accorgo che mi manca l'aria è come se fosse rarefatta ed io sono rallentata in tutto anche nei pensieri ma non riesco a capire se questa sia un vantaggio oppure no.
Ora anche io mi travestirò "di normalità" e cercherò di fare del mio meglio per vivere queste ore in cui tu sarai fortunatamente a scuola.
Buona giornata famiglia, e speriamo che davvero lo sia!




domenica 12 gennaio 2014

Il momento della verità

Ancora poche ore alla verità, poche lunghissime ore di attesa e poi saprò se nel mio corpo ci sono altre pericolose tracce di cancro. 
Se ci penso... quando ci penso, il respiro si paralizza e la paura cresce.
Cerco di tenermi occupata, di pensare ad altro, di non pensare a nulla, di fare cose anche inutili ma di fare qualcosa e intanto lentamente il momento della verità si avvicina.

La nebbia ha preso il posto del sole

Vivere accanto ad un uomo che fra i suoi primi obiettivi ogni giorno ha quello di renderti felice è un privilegio incredibile ed io ho la fortuna di averlo.
È molto meglio di vincere ad una qualsiasi lotteria e ha un valore inestimabile.
Oggi per "ammazzare" questa lunga giornata ancora di attesa ci siamo inventati una gita a Firenze.
La giornata è splendida e il sole sembra davvero voler illuminare e rallegrare queste ore.
Siamo in macchina a meno di dieci chilometri dall'arrivo e mentre papà guida e io scrivo, tu brontoli e "discuti" con Heidi che continua a piagnucolare ormai stufa di stare  ferma. 
Poi improvvisamente la tua voce interrompe le note e squarcia il mio cuore dicendo dal nulla: "io bollo un fatellino o una soellina".
Mi spiace Alice ma questo regalo sembra proprio che non possiamo fartelo...
Ma un nodo alla gola mi impedisce di dirti qualsiasi cosa.
La nebbia ha preso il posto del sole anche dentro di me ma ormai siamo arrivati.

La tua storia diversa dalla mia

Quando ero bambina ho sempre avuto un grande sogno nel cassetto: quello di andare in montagna. Scivolare con lo slittino o con il bob, fare un pupazzo di neve, giocare a pallate e perché no, anche sciare, erano attività che nel mio immaginario dovevano essere fra le più divertenti e io volevo provare.
La mia famiglia, però, non si può certo dire sportiva e tantomeno amante della montagna e l'unica volta che avevamo prenotato a me è venuta la febbre ed é saltato tutto.
La neve per me è sempre rimasta un miraggio, un sogno irrealizzato che ho continuato sempre e solo a guardare dietro ai vetri della finestra perché quando anche faceva pochi fiocchi io non avevo mai le scarpe e l'abbigliamento adatti per andare in giardino a giocare con gli altri bimbi.
Poi crescendo i miei genitori hanno cominciato ad elencarmi i "terribili" rischi della montagna e ogni volta che qualcuno tornava dalla settimana bianca col gesso e un osso rotto loro mi guardavano e sottolineavano: "visto? Se restavano a casa non sarebbe successo!".
Poi quando da adulta ho avuto i primi inviti in montagna ho pensato: ecco finalmente il sogno diventa realtà. Ma così non è stato. Andare in montagna e provare a sciare per la prima volta a quasi venticinque anni ha avuto dei risvolti molto diversi da quelli che avevo immaginato: ovviamente non avevo più l'incoscienza dei bambini e con gli sci sotto i piedi più che un divertimento vivevo una terribile paura: le gambe mi tremavano e quasi non riuscivo a muovere i piedi e più che un sogno ho vissuto un incubo.
Ma per te Alice voglio una storia diversa e mi piacerebbe che quando da grande ti chiederanno di andare a fare un week end a sciare in montagna tu possa accettare pensando a quanto ti divertirai. Voglio che il sogno della neve resti tale e non si trasformi in un incubo.
Per questo credo quest'anno di averti voluto comprare tutta l'attrezzatura per una gita sulla neve e sempre per questo ieri ho detto a papà che quest'anno vorrei portarti almeno un giorno in montagna a giocare con la neve.
E forse quest'anno ci andremo Alice in montagna e continueremo a scrivere le pagine della tua storia, una storia molto diversa dalla mia!


Insonnia di famiglia

Stanotte proprio di dormire non se ne parla, io non ho sonno e tu infastidita dalla tosse sei arrivata nel nostro letto a cercare di dormire ma soprattutto a scalciare...
La tua presenza mi tiene compagnia e il tuo respiro insieme a quello di papà sono la colonna sonora di queste ore. 
Ti guardo nella penombra della stanza mentre con un braccio ti abbraccio e con l'altro accarezzo i tuoi capelli. Intanto tu stringendo al letto il tuo coniglietto rosa cerchi di prendere sonno. Anche se tieni gli occhi chiusi io so che sei sveglia.
Anche io sono sveglia e in questo momento il sonno sembra essere davvero lontanissimo...

Tosse

Ed ecco nel cuore della notte i primi colpi di quella tosse che ormai ho imparato a riconoscere: proviene dal fondo dei polmoni, non è secca e nemmeno catarrosa ma è profonda e fa una specie di eco sinistro.
Eravamo stati bene per troppi giorni, era dalla notte prima del matrimonio, la famose "notte al Bentelan", che non avevi più avuto la tosse... È bastata meno di una settimana di scuola materna e i germi sono tornati ad infestare il tuo naso, i tuoi polmoni e le nostre notti.
Per fortuna che tanto io ero già sveglia!

Una bimba estremamente sensibile

Crescere una bambina estremamente sensibile non è affatto un'impresa facile. 
Non lo è mai stato, fin dai tuoi primi istanti di vita, quando il tuo sguardo mi scrutava dentro.
Ho sempre avuto l'impressione che tu comprendessi molto di più di quello che riuscivi ad esprimere e confesso che più di una volta ho pensato che dentro quel piccolo corpicino indifeso si nascondesse una piccola adulta. E continuo a pensarlo ogni volta che le tue parole o i tuoi gesti tradiscono una maturità o una sensibilità più sviluppata di quella che ci si aspetta da una bimba di poco più di tre anni.
Questo è il primo pensiero che accompagna questa che si preannuncia una lunghissima notte.

sabato 11 gennaio 2014

Stati d'animo di oggi

Un repentino cambio d'umore oggi ha modificato l'andamento della mia giornata. 
Nel pomeriggio forse perché non sono riuscita a recuperare nemmeno un po' del sonno perso stanotte, mi è passata la voglia di parlare, di fare, di ridere... Non pensavo a nulla ma mi sentivo triste.
Poi stasera mentre seduta sul letto mi mettevo in pigiama ho riflettuto sulla mia situazione che è comune a quella di molte persone e ho pensato che non è giusto che noi ammalati oltre alla malattia, dobbiamo combattere contro la burocrazia che crudelmente se ne frega dei nostri sentimenti e ci lascia attendere un risultato dal quale dipende la nostra e la vita delle persone che amiamo. 
Per un medico non fa differenza consegnare l'esito di un esame oggi o fra due giorni, ma per chi aspetta, nel buio, con la paura, due giorni diventano eterni e terribili.
Un ammalato si scontra con l'insensibilità di un sistema che ti considera semplicemente un numero drammaticamente abbinato ad un codice di esenzione, le nostre emozioni e quelle di chi ci vuole bene e condivide con noi la malattia, "nella buona e nella cattiva sorte", sopportando i nostri stati d'animo non sempre così piacevoli, non hanno nessun peso, nessun valore e non interessano a nessuno.
Io sono fortunata perché sono riuscita ad accorciare un po' l'attesa che comunque resta sempre eterna.

Uguale eppure diverso

Un sabato uguale agli altri eppure diverso.
Una giornata in cui mi sembra di vivere al rallentatore.
Tutto è rallentato, bloccato, chiuso dentro di me.
Aspettare senza poter far nulla è una delle cose più difficili.
Per fortuna ci siete voi al mio fianco in queste ore.

Coccole, abbracci, bacini e molto di più

Una notte di incubi la tua, una notte di attesa la mia.
Cerco di pensare positivo ma poi all'improvviso mi chiedo cosa succederebbe davvero alla mia e alle nostre vite se qualcosa andasse male.
Ho paura Alice e mentre tu stanotte rivedevi in sogno enormi mostri di ghiaccio io mi rigiravo nel letto col timore del mostro del cancro.
Il giorno oggi è arrivato come una liberazione, ha cancellato mostri e timori e mi ha regalato subito un surplus di coccole, abbracci, bacini e molto di più.

venerdì 10 gennaio 2014

Un venerdì da leoni, quello di papà...

Un venerdì da leoni, quello di papà, fatto di coraggio, di forza e di paure inconfessate.
Niente la oro per lui oggi, un giorno di ferie ma non di vacanza.
Dopo averti lasciata serena a scuola, chiacchierando del più e del meno siamo arrivati a Bologna e poi mi ha rincorso in corridoio per salutarmi con un bacio prima della mia TAC di controllo.
Come sempre sembrava tranquillo, come sempre riesce a mascherare i suoi sentimenti dietro ad una corazza ed io non riesco a intuirli.
Poi è rimasto con noi tutto il pomeriggio pensando a me e a te, senza mai prendersi un po' di tempo per lui.
Il cinema, la cena fuori, tutto sempre col sorriso.
Ora sono certa che in cuor suo spera in una notte serena e tranquilla, un po' di più di quelle che l'hanno preceduta.

Un venerdì da leoni, il mio...

Un venerdì da leoni, il mio, fatto di forti emozioni, denso di paure di piccole ansie e di grandi timori.
Dopo averti portato a scuola papà ed io siamo andati a  Bologna per la mia Tac. Per la prima volta mi sono scoperta diversa, come se fossi estranea a me stessa. Di fronte a quello che stavo vivendo mi sono sentita anestetizzata. Solo a distanza di ore sono riuscita a scoppiare in un pianto liberatorio.
Poi nel pomeriggio dopo una bibita alla scuola di danza per capire se preferivi la danza moderna, ti abbiamo a compaginara alla tua prima proiezione a cinema, durante la quale abbiamo goduto di qualche minuto di relax acustico, visto che almeno durante il primo tempo eri imbambolata davanti al grande schermo.
Ed infine abbiamo concluso questa intensa giornata cenando al ristorante dei cowboys dove tu hai ordinato "il panino piccolo lupo e l'acqua fecca fecca (fresca fresca)".
Ora non mi resta che augurare a tutti noi una buonanotte, consapevole che fino al risultato della mia TAC non ci potranno essere notti molto buone.

Un venerdì da leoni, il tuo...

Un venerdì da leoni, il tuo, fatto di tante emozioni, di piccole grandi esperienze, di rinunce e di conquiste.
Dopo la scuola hai provato una lezione di danza moderna, che proprio non ti è piaciuta e che hai abbandonato dopo aver assistito a pochi istanti.
Poi è stata la tua prima volta a cinema, a vedere Frozen il nuovo film della Disney, e lì tuo padre ed io abbiamo scoperto che incredibilmente tu sai anche stare zitta per più di cinque minuti.
Ed infine abbiamo concluso la giornata mangiando al ristorante dei cowboys...
Ora non mi resta che augurarti una buonanotte cucciola mia, consapevole che hai fatto altri passi verso la conquista della tua indipendenza.

In una giornata come oggi capita...

In una giornata come oggi capita che scopri che il tuo corpo non ti appartiene, che si ammala anche se non lo sai, che reagisce in maniera diversa da come immaginavi, che trema anche se non vuoi, che si oppone anche se non ha senso, che invecchia più velocemente di quello che pensi e che soffre anche se non te ne accorgi.
In una giornata come oggi capita che i pensieri siano così tanti da schiacciarsi l'uno contro l'altro fino a soffocarsi, ad annullarsi e a trasformarsi nella totale assenza di pensieri.
In una giornata come oggi capitano tante cose, fortunatamente non tutte brutte.
Capita che un medico sicuramente bravo ma forse troppo anziano si "diverta" a giocare a freccette sul tuo braccio, ma capita anche che ricevi un biglietto chiuso in una busta gialla con sopra disegnato il sole e senza capire che cosa sia lo apri strappando la busta e solo dopo leggendo comprendi il senso di quelle parole d'amore, scritte a mano da quello che ora è tuo marito, parole che ti toccano e ti emozionano molto più di quanto riesci a dimostrare.
In una giornata come oggi capita che il tuo ruolo di madre venga prima di tutto il resto e tu riesca a simulare di fronte a tua figlia una serenità che proprio oggi non ti appartiene minimamente.
In una giornata come oggi capitano tante cose, forse troppe per un solo giorno e capita che sei davvero così stanco da non renderti nemmeno conto che quando finalmente avrai quel risultato fra le mani, in un senso o nell'altro le lancette dell'orologio che ora sono ferme, cominceranno di nuovo a girare.

giovedì 9 gennaio 2014

Il cancro toglie ma non solo.

A distanza di poco più di un anno dalla mia diagnosi di cancro, mentre sono qui sola sul divano ad aspettare che passi l'ennesima lunga notte, sento di poter fare un bilancio fra le cose che la mia malattia mi ha tolto e quelle che incredibilmente mi ha dato.
Mi ha tolto la spensieratezza e la capacità di guardare al futuro senza timore ma mi ha dato la possibilità di dire ciò che penso anche quando non è esattamente ciò che gli altri vorrebbero sentirsi dire.
Mi ha tolto quei sonni profondi, sereni, continui, rilassati e assolutamente rigeneranti, ma mi ha regalato il dono di saper scremare le cose banali della vita, per cui non vale la pena preoccuparsi e la contemporanea capacità di godere pienamente delle cose che contano.
Mi ha tolto di torno quelle persone che pensavo amiche ma che forse vedevano in me solo due orecchie con le quali sfogarsi delle proprie indicibili sfighe, ma mi ha dato delle amicizie nuove, che hanno imparato ad amarmi così come sono, con le mie debolezze, con le mie paure, con i miei silenzi, con i miei silenziosi anniversari.
Eh già, perché spesso penso a ciò che il cancro mi ha tolto e dimentico quanto il cancro mi abbia anche dato.

Senza alternative

Domani il giorno della mia Tac, poi l'attesa: eterna, snervante.
Il sonno già scarseggia, l'umore vacilla, l'ansia sale.
È in questi momenti che penso davvero di non potercela fare, di non avere abbastanza forza e sufficiente energia.
Ma non ho alternative.
Questo è uno degli altri aspetti negativi del cancro: non  ti lascia alternative, arriva e decide tutto lui. Dove colpire quali danni fare, se darti delle possibilità o togliertele tutte...
E tu cerchi di rimanere a galla e di lasciarti trasportare dalla corrente, senza opporre troppa resistenza, nella speranza che il vento ti spinga dalla parte giusta.