martedì 31 maggio 2011

Momento di alto godimento


Poco ti fa sei addormentata fra le mie braccia, non capita quasi mai.
Ho goduto pienamente di un momento tanto intenso quanto raro.
Ti ho osservata mentre dormivi, accarezzando la tua pelle calda, morbida e profumata, ho ascoltato il tuo respiro e osservato i tuoi lineamenti.
Guardandoti non ho potuto evitare di ripensare a quell’ecografia tridimensionale fatta ai primi di giugno dello scorso anno, quell’ecografia che per prima ci ha svelato il tuo visino e ci ha subito fatto capire che saresti stata una bimba bellissima.
Un anno è passato e tante cose sono cambiate ma il tuo volto è rimasto praticamente lo stesso di allora, forse ora hai le guanciotte più paffute, ma si riconosce subito che quel profilo della foto dell’ecografia è assolutamente il tuo.

... doveva succedere...


Oggi tu, alla tenera età di otto mesi meno una settimana, hai fatto venire un tuo amichetto maschio a casa e, dopo averlo invitato nella tua camera, vi siete messi a giocare nel tuo lettino… precocissima direi…
Sì è vero, lo ammetto, io ero a conoscenza di tutto, lo sapevo dall’inizio ed ho appoggiato ogni tua mossa, dall’invito a casa a quello di salire nella tua camera…
L’unico che era all’oscuro di tutto era papà… possiamo solo tranquillizzarlo dicendo che tanto primo o poi sarebbe dovuto succedere…

Una mattina qualunque


Una mattina qualunque, anche se è tardi decidi di andare a fare una passeggiata fino alla spiaggia, così tu puoi fare lo spuntino seduta sotto l’ombrellone. Ti prepari ed esci.
Come spesso capita siamo sole tu ed io, ma ormai ci siamo abituate. Non c’è nemmeno Heidi con noi: purtroppo la spiaggia per lei è vietata. Arriviamo in centro e poco dopo il sottopassaggio pedonale vediamo il piccolo Ludovico con sua madre, venivano in piscina con noi, ti ricordi Alice? Ci fermiamo a salutarli e poi a bere il caffè con loro. Tu e Ludovico mangiata l’omogeneizzato di frutta seduti al bar. Siete belli e buoni entrambi. Io chiacchiero con sua madre, non ricordo nemmeno il suo nome, ma poco importa, ci accomuna l’essere diventate madri per la prima volta a distanza di una settimana, lei il 1 ottobre, io l’otto. Parliamo di figli, di pappe, di svezzamento, di progressi… è stato molto piacevole, un incontro casuale ma assolutamente positivo.
Al mare ci siamo andate lo stesso anche se solo di passaggio, una mezz’oretta.
Questo è il bello di vivere in un piccolo centro, dove tutti si conoscono, anche solo di vista, dove ti senti a casa anche se sei per la strada e dove non riesci a sentirti solo nemmeno se vuoi. Te l’ho già detto Alice, ne sono certa, ma non mi stancherò di ripetertelo, amo questo posto, dove giorno dopo giorno sto imparando a diventare madre, il posto che d’istinto sento il migliore per crescere mia figlia.
Sei una bimba fortunata a poter crescere in un luogo come questo e se anche tu lo amerai come me, allora sarai una anche una bimba felice e serena.

Tracce di denti?


Ad una settimana dal compimento del tuo ottavo mese, esattamente con quattro mesi di ritardo rispetto alle ottimistiche previsioni di tua nonna, sospetto che nella tua bocca ci siano le prime “timide” tracce di denti. Era da un po’ di tempo che notavo la tua gengiva inferiore di un anomalo colore biancastro, ma tu non davi particolari segni di fastidio, come di solito fanno i bambini e quindi non ero certa di aver visto bene.
Ma questa mattina ho di nuovo provato ad accarezzare la tua gengiva con un dito e stranamente non mi è più apparsa morbida, ma ho sentito qualcosa di duro e un po’ tagliente sotto il polpastrello del mio dito.
Sì, ho la netta impressione che ti stiano davvero spuntando i primi dentini…
Sarà contenta tua nonna spero, che forse così sposterà la tua attenzione su qualcosa di diverso e smetterà di domandarsi e domandarci tutte le settimane se hai cominciato ad andare a “gatto mao”, come il fatto che ancora non ci vai fosse un problema…
Per quanto mi riguarda Alice, stai tranquilla, vai pure a “gatto mao” o a “cane bao” se lo preferisci, e fallo solo quando ti farà comodo. Sappi che io non sono minimamente preoccupata e tantomeno ho fretta di vederti sfrecciare a quattro zampe, in mezzo alle gambe del tavolo, probabilmente rincorsa da Heidi…

lunedì 30 maggio 2011

Il gù-cchiaino


Il gù-cchiaino di Gù è giallo, di plastica e gomma, ha un manico morbido, corto e stondato e in origine aveva stampato sopra Winnie the Pooh, immagine che con i frequenti lavaggi si è cancellata in fretta. Il gù-cchiaino è decisamente il tuo preferito e per questo, una volta compresa la situazione, ne ho subito comprato un altro e per non farci mancare nulla, ho comprato anche la forchettina.
Ciò che non potevo prevedere e che ora in vendita non si trovano più questi gù-cchiaini e quindi i nostri due esemplari valgono come l’oro, sono fondamentali per garantire un pranzo, una cena o anche solo una merenda in serenità. Naturalmente, se lo avessi anche solo sospettato, avrei fatto incetta di gù-cchiaini… ma purtroppo non è andata così e ora non mi resta altro che difendere, proteggere e conservare, questi preziosi elementi che ormai non possono più mancare alla tua tavola.
Ma chiunque trovasse in vendita gù-cchiaini che rispondono alle caratteristiche elencate sopra è vivamente pregato di mettersi in contatto con me e di avvisarmi. Questo potrebbe anche, in un futuro, salvarmi da un pericoloso incidente diplomatico…

Bye bye nonna inglese


L’età media del “mitico” Africa Beach è 50 anni.
Se sommi la tua età, alla mia, a quella della coppia cinquantenne e a quella della coppia di ottantenni e la dividi per il numero delle persone, ovvero 6, ecco che avrai un perfetto 50! Per fortuna ci sei tu ad abbassare la media…
Da domani però l’età media cambierà drasticamente, perché oggi, mentre eravamo al mare, la bella nonnina dai capelli bianchi come la neve, italianissima ma con una splendida accento inglese, ci ha salutate perché oggi era il suo ultimo giorno di vacanza, parte per Londra, città dove vive da oltre 50 anni…
A dire la verità mi dispiace, perché io sotto questa scorza di finta dura, dietro a quest’immagine un po’ orsa (e non solo per i peli…), sono una sensibilona, non ci posso fare niente, e mi affeziono in fretta alle persone.
Mi mancherà il suo saluto felice e solare appena il suo sguardo incrociava il tuo.
Mi mancherà la sua aria candida e tranquilla mentre stesa al sole, passava ore a fare parole crociate (mi sono sempre chiesta se fossero in inglese o in italiano…).
Ho ricambiato con affetto il suo saluto pensando che da domani l’Africa Beach sarà un po’ meno familiare…
E allora, bye bye nonnina inglese…

Egoismo materno!


Come previsto stamattina passeggiatona al parco con Heidi e poi ci hanno raggiunto anche Vanessa e Pietro, il tuo coetaneo. Tu hai fatto anche uno di tuoi minipisolini e sembri esserti divertita. Allora perché il titolo di questo post? Perché oggi, all’ora di pranzo, ho pensato ai miei interessi più che ai tuoi e invece di metterti a nanna subito dopo pranzo, ti ho portata al centro commerciale dove prima ho mangiato e poi ho comprato alcune cose che mi ero dimenticata. Quindi tu hai dovuto posticipare il tuo sonnellino pomeridiano di un’oretta… Vabbè dai, fortunatamente non sembri averne risentito più di tanto: il percorso in macchina è stato abbastanza breve da non consentirti di addormentarti in viaggio così, una volta a casa, ti ho “spiaggiata” immediatamente nel tuo lettino ed ora stai riposando beatamente.
E brava Alice di mamma!

Voglia di: passeggiata con Heidi!

Stamattina, dopo una domenica passata a rilassarci in spiaggia, non ho voglia di andare mare e ho invece tanta voglia di fare una bella passeggiata con Heidi. Perciò ho già deciso che quando ti sveglierai, noi tre donne di casa: pelose, pelate e spelate, andremo a fare un giro, cercando delle zone ombreggiate. Nel pomeriggio, dopo pranzo e dopo il tuo fondamentale sonnellino ristoratore, vedremo un po’ che fare…

domenica 29 maggio 2011

Domenica pomeriggio tutti (quasi) al mare


Dopo un veloce saluto mattutino di papà, che alla fine con nostra gioia è riuscito a passare dalla spiaggia, nel pomeriggio siamo tornati tutti (quasi, mancava Heidi… sigh!) al mare. Questa volta ti abbiamo riempito di acqua la piscinetta e tu hai sguazzato come un’anguillina! Ti sei divertita e stancata un sacco. Ora, dopo che tu avrai mangiato la pappona, papà ed io mangeremo una pizza da Bruno e poi, presto presto bagno e nanna!
Che bella domenica è stata vero Alice?

Domenica mattina al mare


Troppo ventilato per essere perfetto ma si sta comunque bene.
Tu sei seduta dentro la tua mini piscina colorata, senza acqua ma piena di formine colorate.
Hai fatto lo spuntino di metà mattina, hai fatto la tua pennichella, hai giocato con la sabbia e sei stata in altalena.
Forse fra un po' ci raggiungerà papà che, mentre noi oziamo, è andato in bicicletta. noi speriamo di sì ma temiamo di no, ma attendiamo fiduciose e fra un pochino gli telefoniamo per sapere se riesce a passare da qui.

sabato 28 maggio 2011

Dieci pensieri sparsi e confusi in un sabato sera


1)  Penso a te che dormi tranquilla nel tuo lettino, ti vengo a vedere e vorrei essere abbracciata a te, stringerti forte, sentire il tepore del tuo corpo, percepire il profumo della tua pelle.
2)  Penso ed osservo tuo padre, che proprio come un bimbo seduto davanti alla televisione se ne sta a guardare il suo cartone preferito, buono e zitto, anche lui se ne sta immobile sul divano a guardare la partita, attento, concentrato e silenzioso, soffocando le grida che sono certa a volte siano pronte per uscire.
3)  Penso alla nostra Heidi, che in questa serata nemmeno troppo calda, ha deciso che preferisce restarsene in terrazza da sola, forse per aspettare di vedere passare sua sorella adottiva Molly e il suo desiderato amante.
4)  Penso a quei padri che purtroppo hanno dimenticato i figlioletti chiusi in macchina sotto il sole caldo di questi giorni, causandone la morte e non mi domando come può succedere, perché purtroppo so che può succedere, mi domando invece come possa un genitore sopravvivere ad un dolore tanto atroce quanto assurdo, come possa un padre riuscire a convivere e sopportare il peso del senso di colpa che non lo abbandonerà mai più e sarà la sua unica, vera e sola condanna per il resto dei suoi giorni.
5)  Penso con un po' di tristezza e malinconia a questo sabato di un'inoltrata primavera, volato via troppo in fretta per assaporarne il gusto.
6)  Penso a tutte le cose che ci sarebbero da fare, impossibile non pensarci guardandosi attorno... vorrei avere una bacchetta magica e nel frattempo mi domando come sia possibile riuscire ad essere ordinati...
7)  Penso alle vacanze che verranno, le attendo e le desidero con gioia e curiosità, con la voglia di godere di ogni attimo di quei giorni al mare, che vivremo finalmente tutti insieme: tu, papà ed io.
8)  Penso e guardo il tuo salvagente arancione, nuovo fiammante, ricordo la fatica che ho fatto a gonfiarlo e mi domando perplessa e dubbiosa come faremo a trasportarlo in spiaggia, dal momento che é a dir poco enorme e noi ci andremo in bicicletta...
9)  Penso a zia Anna che non vedo da due giorni e che mi manca e potrei anche io mettermi in terrazza con Heidona aspettando di vederla passare.
10)     Penso che nonostante sia la fine di maggio, io ho freddo e forse, invece di stare qui ad elencare in ordine sparso i miei pensieri confusi, dovrei finalmente decidermi ad andare a mettermi qualcosa addosso!

Ed è sempre troppo poco!


... e non basta mai, e non serve a niente, e non va mai bene...
É inutile, qualsiasi cosa io faccia in ogni caso é insufficiente, dovrei fare di più o almeno di meglio.
Ti svegli un sabato di fine maggio e pur di far contenti i tuoi genitori, prendi il tuo culo, quello di tua figlia di sette mesi e anche quello del tuo cane, perché non puoi certo pensare di chiuderlo in casa, carichi in macchina armi e bagagli (per Alice bavaglini, cucchiaino, omogeneizzato, pannolini, body di ricambio, crema, sapone, biberon, latte, acqua e passeggino; per Heidi guinzaglio, aggancio per auto, sacchetti, museruola, libretto) e di buon mattono, dopo aver fatto colazione al bar, ti muovi in direzione Ravenna.
Arrivi dai tuoi, in una casa all'ultimo piano di un condominio in centro città e noti subito il cambio di temperatura: le finestre sono tutte rigorosamente sigillate per evitare gli spifferi (ti scopri a pensare ma quali spifferi, magari ce ne fossero...), l'aria condizionata naturalmente é spenta e come se non bastasse la signora delle pulizie sta stirando.
In casa si sfiorano i 30 gradi. Sopporti il caldo perché comprendi che ad una certa età si diventa tutti freddolosi...
Ti siedi e cerchi di far godere i nonni della presenza della nipote e viceversa.
Tuo padre ad un certo punto smette di guardare sua nipote e preferisce mettersi a dipingere... (la domanda sorge spontanea: non poteva farlo in un altro momento?).
Poi si fa l'ora di andare e a quel punto ti aspetteresti un "grazie per essere venuta, per aver rinunciato a portare tua figlia in spiaggia, per aver fatto 60 kilometri e averci portato nostra nipote", ma invece con tuo stupore l'unica cosa che ti senti dire é "a noi fa piacere quando venite" (e ci mancherebbe pure il contrario...) "se vuoi venire più spesso noi saremmo contenti"...
Eeeh? Più spesso??? Ho capito bene? Più spesso di così?
Ma secondo te io in piena estate, con il caldo, dovrei caricare una bambina di sette, otto mesi in macchina e invece di portarla a divertire al mare o a fare un giro al parco, dovrei portarla a soffocare di calore in un appartamento in città, per levare le tende all'una dopo pranzo, perché tu sei anziano e stanco e devi assolutamente andare a fare il riposino pomeridiano fino almeno alle quattro?
E i ritmi e gli orari e le abitudini che ha tua nipote che fine fanno?
Io capisco bene che tu a 84 anni non sia nella condizione per spostarti, ma se io comprendo le tue esigenze e le tue difficoltà, tu potresti almeno cercare di comprendere le mie e quelle di una bambina di sette mesi e renderti conto dei sacrifici che facciamo tutti noi, per permettere a te di stare qualche ora con la tua unica nipotina?
Sono davvero stufa di sentire sempre gli stessi discorsi e di sopportare sempre le stesse inutili lamentele e gli stessi noiosi piagnistei.
Ma secondo te, non lo so che ti fa piacere vedere tua nipote?
E ancora, secondo te ho davvero bisogno di sentirmelo ripetere ogni volta che più ve la porto e più siete contenti?
È in giorni come questi che mi chiedo dove finiscono i diritti di un nonno e cominciano quelli di un nipote?
E ancora, mi domando dove finiscono i doveri di un figlio e cominciano i suoi diritti?
E penso: "e non ti accontenti mai!" e mi ripeto per l’ennesima volta: sono davvero stufa!

venerdì 27 maggio 2011

Ma cosa mi hai fatto?


Tu stai dormendo, io potrei fare altrettanto e invece mi sono scoperta a guardare inebetita le tue foto… ma si può sapere cosa diavolo mi hai fatto?
Prima sono venuta a guardarti mentre dormivi, ti guardo e mi sciolgo.
Ammiro il tuo visino dolce e ti riempirei di coccole e bacetti.
Ecco, ora sento la tua vocina, ti sei svegliata: avevo voglia di te!

"Accucchiaiata" come in un guscio


Che la luce del sole che sorge disturbi il tuo sonno, lo avevamo capito subito, del resto è stata proprio questa la ragione che ci ha spinti a metterti a dormire da sola nella tua cameretta quando avevi cinque mesi e mezzo. Basta che filtri un raggio di sole attraverso le tende e tu cominci a mugolare prima piano e poi sempre più forte, fino a convincermi a venirti a prendere.
Anche stamattina è successo, erano le sei io ti ho sentita subito, ti sono venuta a prendere e ti ho trasferita in mezzo al lettone.
Una volta lì, ti ho appoggiata con la schiena alla pancia di papino e vi ho guardati dormire: ugualissimi, stesse pose, vi ho anche fotografati, non potete più negare un’evidenza ormai documentata...
Lui un braccio sopra la testa, tu un braccio sopra la testa, lui un braccio allungato davanti al corpo, tu un braccio allungato davanti al corpo, lui si stira e tu ti stiri…
Quando sei arrivata nel lettone miracolosamente la luce non ti dava più fastidio (i miracoli del lettone…) e dopo aver mugolato un pochino hai finalmente trovato la tua posizione (che poi una volta era la mia..) e hai ripreso il tuo sonno.
Qual è questa “misteriosa” posizione? Te lo dico subito piccola usurpatrice in erba… il cucchiaio! Ti sei fatta “accucchiaiare” da papà, lui ti abbracciava da dietro, facendoti da guscio con il suo corpo e tu, riscaldata e protetta da quest’uomo che guardi già con immenso amore, ti sei lasciata andare alle braccia di Morfeo…
L’unica che è rimasta fregata e sveglia sono stata io… che però mi sono vendicata facendovi un intero servizio fotografico…

giovedì 26 maggio 2011

Una bimba "formaggiosa"


Conoscendo papà, io mi ero guardata bene dallo svelargli il nostro “segreto”, quello che ci univa già da qualche settimana, e non lo avevo scritto nemmeno sul blog, proprio per evitare che lui lo venisse a sapere, ma sono bastati un paio di giorni a Londra perché lui lo scoprisse. È stato sufficiente che ti vedesse mangiare un paio di volte per notare che hai una netta ed evidente preferenza per il formaggio piuttosto che per la carne.
Eh sì, caro papà, ormai l’hai capito anche tu che hai fatto una bimba “formaggiosa” che di fronte alla pappa con il formaggio spalanca la bocca grande come non mai e la finisce in un battibaleno.
Non che abbia particolari difficoltà a mangiare anche il resto, ma il formaggio le piace proprio… Ora sei in netta minoranza e chissà che crescendo Alice io non riesca anche a fare un magnifico risotto al gorgonzola per almeno due commensali!
Ma sì, non preoccuparti, nel caso lo faremo quando tu non sei a casa, per evitarti anche solo di dover subire l’odore e la visione di un cibo a te totalmente sgradito!

La "bambolina" dell'Africa Beach


Giorni di mare, di sole e di spiaggia. Al bagno dove abbiamo scelto di andare, l’Africa Beach, c’è ancora poca gente, gli ombrelloni aperti si possono davvero contare sulle dita di una mano.
Impossibile per chiunque non notarti, tu che sei certamente la più piccina della spiaggia, tu che con i tuoi costumini frou-frou, tutti frappe, fiocchi e balze sei subito stata ribattezzata la “bambolina” della spiaggia, tu che non piangi mai, ma che allo stesso tempo, parsimoniosa elargisci timidi sorrisi solo a chi davvero ti piace, tu che spalanchi gli occhioni blu e scruti attentamente tutto ciò che ti circonda, tu che ti diverti a maneggiare e soprattutto a mangiare la sabbia, tu, che rimani stranamente ammutolita di fronte all’immensità del mare e che rompi il silenzio di queste prime giornate di sole con le tue fragorose e trascinanti risate, che riecheggiano nell’aria attirando le attenzioni su di te, tu che sei indiscutibilmente l’unica, la sola, la prima e la vera bambolina dell’Africa Beach…

Anche le mamme hanno paura


Mia mamma, tua nonna Alice, sta morendo.
Si sta spegnendo poco a poco, giorno dopo giorno vedo la sua luce flebile affievolirsi, le sue energie diminuire ed io sono una spettatrice muta ed impotente, di fronte ad uno spettacolo al quale nessuno di noi vorrebbe mai assistere.
Non so dirti ciò che esattamente sto provando, ma so che ogni tanto, dal nulla, la pesante consapevolezza di queste parole, si affaccia prepotentemente nella mia mente ed in un baleno oscura tutti gli altri pensieri.
Non credo nei miracoli e purtroppo nemmeno nelle cure che sta facendo.
Ho paura Alice, un’assurda, immensa, dannata paura.
Quando le parlo e percepisco dalla sua voce il dolore che sta vivendo, quando la sento ed intuisco in lei la sofferenza, quella vera, e non quella che per troppi anni ha inutilmente sceneggiato tentando di attirare le attenzioni su di lei, sento una stretta al cuore, come una morsa, e mi sento improvvisamente piccola, fragile ed inutile, maledettamente inutile!
Ma invece di avvicinarmi a lei, invece di trasmetterle il mio affetto, sapere che sta male assurdamente mi allontana, mi fa chiudere in me stessa, in un guscio dal quale è difficile uscire e nel quale è difficile anche entrare.
Mi sento come bloccata, chiusa e i miei sentimenti, le mie emozioni sono come ibernati, sigillati dentro ad un cubetto di ghiaccio.
A volte mi chiedo se e come sarò in grado di affrontare tutto questo e non lo so davvero.
Oggi è una di queste volte.
Oggi tua madre ha paura Alice.

La madre perfetta


Sono riuscita ad essere al mare, sul lettino, prima delle nove di mattina (ok sì, è vero, erano le nove meno 5 ma è pur sempre “prima”…), siamo tornate a casa entro le 11, sono riuscita a farti mangiare la sabbiolina a mezzogiorno meno 10, (no, non quella del mare, lì ci pensi da sola e sei abilissima… mi riferivo alla micro pastina per lo svezzamento, che si chiama appunto “sabbiolina”!), e sono addirittura riuscita a metterti a nanna poco dopo mezzogiorno…
Caz… pita, oggi sembro uscita direttamente da un corso per “perfette madri”…
Non so come sia potuto capitare ma devo dire che mi compiaccio da sola e oggi mi sento davvero una brava mamma.
Unico rammarico: Heidi che purtroppo non può venire al mare con noi…

Bididi bodidi Gù!


Gù ha sicuramente poteri magici, ormai ne sono certa!
Riesce a far parlare papà di prima mattina e quando si impegna, riesce incredibilmente anche a farlo sorridere!
Riesce a far andare mamma al mare tre giorni di seguito e riesce anche a farla arrivare in spiaggia prima delle nove!
Riesce a far fare il bagno a papà che, si lavava anche prima (naturalmente!), ma preferiva di gran lunga la doccia!
Riesce a far giocare mamma con la sabbia e con l’acqua, riducendosi entrambe come due cotolette impanate pronte solo da friggere!
Se queste non sono magie, allora sono miracoli…

Preposizioni semplici


DI         DI Gù sono i peluches che prima erano di mamma…
A          A Gù si perdona tutto (per ora…)
DA        DA Gù in poi tutto è cambiato
IN         IN casa da quando c’è Gù si vede…
CON      CON Gù tutto è più bello!
SU        SU di me c’è sempre Gù
PER       PER Gù si fa tutto
TRA       TRA prima ed ora, preferisco ora!
FRA       FRA papà e mamma Gù sta proprio bene!

mercoledì 25 maggio 2011

Qualcosa che ho perso


Oggi ho scoperto di aver perso qualcosa.
No, non l’anello che non trovo ormai da tempo, e nemmeno il lucchetto che in realtà poi alla fine ho ritrovato, non mi riferisco ad un oggetto ma a qualcosa di diverso.
Oggi ho scoperto che anche incinta, con il pancione, si può (e forse si dovrebbe), essere curate, affascinanti, femminili e perché no, sexy.
Ecco io questo passaggio me lo sono assolutamente persa.
Io incinta sono stata solo comoda.
Oggi guardando le foto di un’amica che è incinta mi sono resa conto che c’era un altro modo di vivere la gravidanza, che si poteva anche affrontare e vivere diversamente da come invece ho fatto io.
Ecco, non appena l’ho realizzato, sono stata assalita da un’onda di tristezza e pervasa da una sensazione di profonda malinconia.
Peccato non poter riavvolgere il nastro e ricominciare dal principio, magari con la consapevolezza che ho acquisito ora…

martedì 24 maggio 2011

Cronaca di una disorganizzazione quotidiana


Stamattina avevo deciso che bisognava andare al mare.
Sì perché ho pensato che se aspetto di non avere niente da fare, nessun giro, nessuna commissione, allora posso anche evitare di prendere l’ombrellone.
Quindi fin da quando ti sei svegliata ti ho vestita adatta alla spiaggia.
Dopo colazione come ogni giorno tu eri subito pronta per la pennichella mattutina e sinceramente mi dispiaceva disturbare questa tua bellissima abitudine, così ho deciso di andare al mare non appena tu ti fossi svegliata. Ciò che non potevo prevedere era che stamattina tu avessi deciso di fare una pennichella lunga… hai fatto risentire al mondo la tua vocina solo verso le dieci e mezza. Noncurante dell’orario mi sono detta “si era deciso di andare al mare in bici e si va al mare in bici! Nulla ci fermerà.” Ho preparato la borsa da mare con i teli, la crema solare per te, il costumino da mare, i tuoi giochi, i pannolini di ricambio, il bavaglino per lo spuntino, la merenda a base di albicocca frullata (dimenticandomi naturalmente il cucchiaino…), ho preso le chiavi e dopo aver salutato Heidi sono uscita pronta per la spiaggia.
Riuscire a caricarti in bicicletta ed uscire dal garage, ha richiesto un tempo non inferiore a mezz’ora. Nel frattempo naturalmente tu ti sei anche fatta un bel piantone…
Siamo arrivati in spiaggia esattamente all’ora in cui le brave mamme portano via i bambini… Ma noi imperterrite siamo andate avanti con il nostro proposito e ci siamo spaparanzate all’ombra del nostro ombrellone. Ti ho dato da mangiare la frutta col cucchiaino gentilmente chiesto in prestito al bar ma ciò che hai gradito ancora di più della frutta è stata la sabbia: ti sei mangiata mezza spiaggia, e di gusto! Abbiamo giocato col secchiello e le palette e ci siamo anche sedute a mollo nell’acqua.
Poi sul più bello, ci siamo rese conto che era l’ora della pappa e bisognava abbandonare la spiaggia per tornare a casa…
Ecco, credo che quest’”organizzazione” abbia bisogno di qualche ritocco però vale la pena riuscire ad organizzarsi per poter godere dell’immensa fortuna di vivere al mare.
Ce la faremo Alice, giuro che ce la faremo!!!

lunedì 23 maggio 2011

Piccole, grandi impagabili gioie del rientro


Stendersi sul divano appoggiata alla spalla di papà, con accanto Heidona che russa come un trombone, accendere la televisione consapevole del fatto che non riusciremo a vedere oltre i primi dieci minuti di qualsiasi film o telefilm ci sia, e risvegliarsi solo per trasferirsi al piano di sopra, a letto. Unica variante: la spalla alla quale mi appoggio.
Queste sono le piccole grandi impagabili gioie del rientro a casa!

3, 2, 1: riattaccata la spina!


Siamo a casa e come tutti i rientri ha un retrogusto un po’ amaro, condito subito da una telefonata non proprio rassicurante fatta a mia madre. Per fortuna questa volta non sono problemi di salute, ma sempre problemi sono… uffa che barba uffa che noia!
Della vacanza appena finita restano tanti bei ricordi, le fotografie anche quelle tante e belle e al momento ci sono anche i bagagli da disfare e le lavatrici da fare, ma questi sono banali dettagli che entro domani saranno cancellati.
Tu dopo aver mangiato ti sei letteralmente “spiaggiata” a letto, crollata come se avessi guidato tu l’aereo, e ad essere sinceri in cabina di pilotaggio ci sei stata! Infatti visto che era il tuo “battesimo dell’aria”, il pilota ci ha concesso di farti una foto in cabina!
Hai dormito due ore e mezza, felice di aver ritrovato la familiarità del tuo “nanino” come lo chiamo io. Certo anche nel lettino londinese avevi oggetti familiari come il mitico “Orsonno” (lo stesso che prima chiamavo nannorso), che con il suo carillon ti aiutava ad addormentarti in terra straniera, ma il tuo letto è tutta un’altra cosa, diciamocelo! Sembra un po’ un circo, con giostrine, animali, paracolpi colorati, tende che piovono magicamente dal cielo, ma a noi piace così!

domenica 22 maggio 2011

Bye bye con la manina


Il nostro week end londinese è ormai giunto agli sgoccioli, siiigh. Siamo stati bene.
Io ho staccato la spina, forse anche papà è riuscito a rilassarsi un attimino e tu sei stata una viaggiatrice perfetta, portarti in giro è stato un totale e assoluto piacere!
Ti sei adattata meravigliosamente bene agli inevitabili cambiamenti di abitudine che hai vissuto in questi giorni. Devo veramente farti i complimenti: non hai praticamente mai pianto. Hai passato il tuo tempo a gridare al mondo una serie infinita di “ah, ah, ah”, leggermente aspirati e a fare “bye bye” con la manina a ti rivolgeva un’occhiata o un banalissimo sorriso. Sei stata semplicemente meravigliosa!

sabato 21 maggio 2011

Tu, piccola Ramones


Eccoci giunti alla fine del primo giorno tutto “made in London”.
Insieme, noi tre, tu, papà ed io, abbiamo camminato, guardato, comprato, mangiato, bevuto, chiacchierato, riso, parlato… è stato davvero un bellissimo sabato, impegnativo, pieno, ma bello. Stasera per cena, cambio d’abito: papà aveva la sua maglietta nuova, quella dei Ramones e tu… il body nuovo… quello dei Ramones, proprio uguale alla maglietta di papino. Eravate fighissimi, lasciatevelo dire!

Chiacchierate notturne


Di giorno tu parli molto, di notte è decisamente peggio!
Da quando non dormi più in stanza con noi, nonostante il mitico “Angel Care”, papà ed io non avevamo per niente la percezione di come fossero esattamente le tue notti.
Ora lo sappiamo!
Di notte brontoli continuamente, in questi giorni sembrava di dormire con in sottofondo una pentola in ebollizione, non stavi zitta un attimo! A sentirti parevi assolutamente sveglia, ma ogni volta che mi affacciavo al lettino per guardarti, con mio totale stupore scoprivo che eri profondamente addormentata…
Forse anche il fatto di non essere nel tuo lettino ti ha un po’ turbata, di certo il tuo “chiacchiericcio” ha turbato noi e soprattutto dis-turbato il nostro sonno…

venerdì 20 maggio 2011

Siamo a Londra


Siamo a Londra.
Il viaggio è stato perfetto, tu prima hai dormito e poi hai giocato tranquilla e serena, mai un pianto, mai un segno di insofferenza. Dopo una sosta in albergo, abbiamo fatto una magnifica passeggiata serale e poi abbiamo cenato in un pub.
Tu sei a dir poco esaltata: ti guardi attorno con espressione vigile ed estasiata, incuriosita ed attratta da tutto ciò che vedi.
Io sono stanca ma felice, molto felice.
Ripenso all’ultima volta che siamo stati a Londra: io desideravo essere madre e temevo di non riuscire ad esaudire mai il mio sogno, ora essere qui con te che guardi il mondo dal tuo passeggino blu e sorridi allegramente a tutti quelli che involontariamente incrociano il tuo sguardo, mi fa un certo effetto…

Il primo volo di Alice

Siamo appena partiti da casa diretti a Bologna dove prenderemo l'aereo per andare a Londra. Il tuo primo volo... Sono un po' tesa ed emozionata. Tu intanto ignara di ció che ti aspetta dormi tranquilla.

giovedì 19 maggio 2011

Buon compleanno Heidi


Ho iniziato la giornata cantando "tanti auguri a te" ad Heidi, e l'ho finita accarezzandola. Oggi è il suo compleanno, compie tre anni.
Sono contenta che sia con noi, Heidi é davvero un bravo cane, non avrei potuto sperare di meglio. Con te é molto dolce e protettiva.
Non vedo l'ora che voi due possiate giocare insieme. Chissà magari il prossimo compleanno di Heidi anche tu le dirai "auguri" magari senza la "r" come il tuo nonno.

Cambi d'abitudine


Una volta quando partivamo in aereo, meno che non fosse per un viaggio lungo, cercavamo in tutti i modi di evitare l’imbarco delle valige e partivamo con il minimo indispensabile per viaggiare solo con il bagaglio a mano.
Ora, viaggiando con una “pupa” è praticamente impossibile non imbarcare il bagaglio vista la quantità di liquidi che sono necessario per te e quindi… liberi tutti di portarci ciò che vogliamo perché udite udite… si imbarcano i bagagli!!!
E buon viaggio…Londra aspettaci, stiamo arrivando…

500 post di Gù


Questo è il cinquecentesimo post di questo blog…
Caz…pita, cinquecento post!
Pensandoci sono davvero tantissimi, certo che ne avevo di cose da dire!!!
Chissà se si esauriranno mai le idee e le parole… per ora mi sa che l’unica esaurita sono io che mi faccio le domande e trovo anche le risposte, che scrivo monologhi come se fossero dialoghi e che mi sento che mi manca qualcosa se non passo di qui almeno una volta al giorno…
Questa è la tua mamma Gù…

maglia rosa e non solo quella!


Oggi siamo state a vedere il giro d’Italia che passava da Igea Marina.
Naturalmente ci siamo presentate all’evento con la maglia rosa, e non solo quella!
Eravamo in una posizione ideale: tu, Heidi ed io, comodamente sedute all’ombra in un bar del lungo mare, praticamente una pacchia. Accanto a noi una famiglia peruviana con veronica, una bimba di 7 mesi, nata giusto un paio di settimane prima di te.
Quando sono arrivati i primi ciclisti tu sentendo le urla e gli applausi ti sei esaltata, eri in braccio a me ed hai cominciato a saltare ed emettere gridolini di gioia. Sei diventata la principale attrazione fra quelli che erano intorno a noi. Una giovane coppia di stranieri per guardare te si è persa il passaggio del giro…

mercoledì 18 maggio 2011

Un bel gioco... dura poco!


Una volta si diceva “un bel gioco dura poco” ed io ora mi sentirei di aggiungere “e se non comincia nemmeno è anche meglio”! Mi riferisco alla tua ultima scoperta, che a quanto pare ti diverte molto: fare le pernacchie con la bocca mentre mangi…
Ecco Alice, volevo dirti che non è bello, soprattutto perché i tuoi sputacchi hanno un raggio di azione piuttosto elevato e qualsiasi cosa faccia, in qualunque modo io cerchi di proteggermi, tu riesci sempre e comunque a sporcarmi di macchioline dall’improbabile colore giallo verdognolo, peraltro difficilissime da togliere!
Se tu potessi smettere o almeno limitarti a farlo solo quando hai la bocca piena di acqua, sappi che io ne sarei molto felice… Confido in te… e incrocio le dita!