Ultimo giorno di agosto... stasera sono malinconica: vedere che fa buio presto, sentire l'inverno che si avvicina, notare la velocità con cui il tempo scorre via veloce mi rattrista.
Mi domando come sarà questa nuova stagione con te, mi chiedo come ci organizzeremo nelle lunghe e fredde giornate che ci aspettano.
Non ho idea di quello che sarà, ma so per certo che sarà tutto diverso da ora.
I cambiamenti, anche solo quelli climatici, ancora una volta mi spaventano, mi preoccupano mi creano un fastidioso stato di ansia.
mercoledì 31 agosto 2011
martedì 30 agosto 2011
Distacchi e disperazione
La mamma è sempre la mamma, lo so Alice, ma la mamma c'è, non devi preoccuparti o peggio, spaventarti, se per qualche ora non la vedi, se ti lascia per un po' con la baby sitter.
Non piangere, non disperarti, la mamma torna presto non temere, non fare come hai fatto questa mattina, con quei lacrimoni che bagnavano prima i tuoi begli occhi e poi la tua pelle delicata.
Vederti così mi fa male, vorrei capire il perchè, vorrei sapere cosa fare, come aiutarti... Ma riesco solo a sentirmi inutile e sbagliata.
La verità è che vorrei vederti sempre allegra e serena, che sorridi e fai ciao ciao con la tua manina cicciotta...
Non piangere, non disperarti, la mamma torna presto non temere, non fare come hai fatto questa mattina, con quei lacrimoni che bagnavano prima i tuoi begli occhi e poi la tua pelle delicata.
Vederti così mi fa male, vorrei capire il perchè, vorrei sapere cosa fare, come aiutarti... Ma riesco solo a sentirmi inutile e sbagliata.
La verità è che vorrei vederti sempre allegra e serena, che sorridi e fai ciao ciao con la tua manina cicciotta...
lunedì 29 agosto 2011
Una piccola grande persona
Sabato sera,
concerto di de Gregori in piazza a Pesaro, tu eri una delle principali
attrazioni della piazza, esaltata dalla musica saltavi e ballavi felice come
non mai, guardandoti attorno divertita e sorridente. Poi la canzone finisce, la
gente applaude ed urla “bravo”, un istante dopo il silenzio… e si sente un
lieve battito di mani ed una vocina dolce e sottile urlare con tutto il fiato “baaavo!”…
eri tu!
Inutile raccontarti
la commozione di papà…
Oggi un’amica
parlava con mamma e nel discorso ha detto “ah, no!”, in quel momento ci siamo
girate verso di te, attratte da uno strano movimento e tu, con il dito indice alzato
facevi “no, no” con la manina…
Superfluo descriverti
il mio stupore…
Interagisci, prendi parte
ai discorsi, ti esalti e gioisci, ti diverti ai concerti: sei una piccola ma
grande persona che cresce a vista d’occhio.
Sensazioni e desideri di oggi
In questo lunedì la tristezza di un nuovo inizio di settimana, si unisce pericolosamente alla malinconia di fine estate.
Mi sembra solo ieri che ti abbiamo portata per la prima volta al mare: l'immagine felice di te che fai il primo bagno, mi ritorna in mente subito, come se fossero passate poche ore, e invece sono già passati alcuni mesi.
La stagione più calda e luminosa dell'anno sta velocemente finendo e con lei se ne andranno tanti bei momenti, spensierati e felici, passati tutti insieme all'aria aperta.
Sai una cosa Alice, in momenti in cui mi sento così come oggi, ho un solo desiderio: vorrei davvero avere dei poteri magici e riuscire a far durare più a lungo questa nostra prima, meravigliosa e indimenticabile estate di famiglia!
Mi sembra solo ieri che ti abbiamo portata per la prima volta al mare: l'immagine felice di te che fai il primo bagno, mi ritorna in mente subito, come se fossero passate poche ore, e invece sono già passati alcuni mesi.
La stagione più calda e luminosa dell'anno sta velocemente finendo e con lei se ne andranno tanti bei momenti, spensierati e felici, passati tutti insieme all'aria aperta.
Sai una cosa Alice, in momenti in cui mi sento così come oggi, ho un solo desiderio: vorrei davvero avere dei poteri magici e riuscire a far durare più a lungo questa nostra prima, meravigliosa e indimenticabile estate di famiglia!
domenica 28 agosto 2011
Assenze ingiustificate
Doveva succedere e stasera a distanza di oltre due anni è successo, forse perchè ho visto passare una donna che me l'ha ricordata, o forse perchè la rabbia è svanita e con il tempo è rimasto solo il vuoto e il rimpianto per ció che non è mai stato, forse perchè la rivedo nelle tue espressioni e la ritrovo nei tuoi sorrisi... non so perchè ma improvvisamente ho sentito il freddo, il vuoto e il dolore della sua assenza.
Mi manca mia sorella.
Mi manca ció che era, ció che avrei voluto che fosse e che probabilmente non sarà mai.
Mi dispiace che tu non l'abbia mai vista Alice, e ancora di più che lei non abbia avuto il piacere di conoscerti.
Tu le saresti piaciuta, sono certa che l'avresti conquistata e forse saresti riuscita a tirare fuori la parte migliore di lei, quella più dolce e affettuosa, quella che nessuno di noi ha mai visto
sabato 27 agosto 2011
Cose che ho imparato...
Da papà ho imparato tante cose, ma di più di ogni altra cosa, ho imparato di musica.
No Alice, non ho imparato a suonare, quello sarebbe un miracolo, ma giorno dopo giorno, ho assorbito, senza sforzi e senza nemmeno rendermene conto, una minima parte della sua cultura e del suo amore per la musica.
Eccomi così commuovermi ogni volta alle prime note del famosissimo brano "Hallelujah" di Jeff Buckley, ecco subito apparire su una maglietta le parole "Working on a dream", titolo di una canzone di Bruce, giusto sopra il ventre dove tu piccola e discreta ti stavi formando...
Tanti piccoli esempi di un cambiamento iniziato nel momento esatto in cui ci siamo conosciuti e ancora in corso.
Ed oggi l'ennesima dimostrazione che sì, qualcosa in me é cambiato, leggevo un'intervista fatta ad un attore, che alla domanda "una cosa che voleva e non ha avuto" ha risposto "a 16 anni volevo andare a vedere il primo concerto di Springsteen in Italia, a Milano, ma me lo hanno vietato..." e subito la mia mente ha capito di cosa parlava, ed è corsa a quel poster che ogni giorno davanti a me mi ricorda il grande amore di tuo padre per la musica e la passione per The Boss: Milano, San Siro, 21 giugno 1985... Tuo padre c'era!
No Alice, non ho imparato a suonare, quello sarebbe un miracolo, ma giorno dopo giorno, ho assorbito, senza sforzi e senza nemmeno rendermene conto, una minima parte della sua cultura e del suo amore per la musica.
Eccomi così commuovermi ogni volta alle prime note del famosissimo brano "Hallelujah" di Jeff Buckley, ecco subito apparire su una maglietta le parole "Working on a dream", titolo di una canzone di Bruce, giusto sopra il ventre dove tu piccola e discreta ti stavi formando...
Tanti piccoli esempi di un cambiamento iniziato nel momento esatto in cui ci siamo conosciuti e ancora in corso.
Ed oggi l'ennesima dimostrazione che sì, qualcosa in me é cambiato, leggevo un'intervista fatta ad un attore, che alla domanda "una cosa che voleva e non ha avuto" ha risposto "a 16 anni volevo andare a vedere il primo concerto di Springsteen in Italia, a Milano, ma me lo hanno vietato..." e subito la mia mente ha capito di cosa parlava, ed è corsa a quel poster che ogni giorno davanti a me mi ricorda il grande amore di tuo padre per la musica e la passione per The Boss: Milano, San Siro, 21 giugno 1985... Tuo padre c'era!
venerdì 26 agosto 2011
Un venerdì un po' speciale, ma solo un po'
Papà doveva essere in ferie, poi mentre facevamo colazione un sms, la sua faccia che si incupisce, un imprevisto ed è dovuto andare in ufficio...
L'illusione di' una giornata di ferie almeno ci ha regalato una colazione speciale e un paio d'ore di relax... Ma che peccato peró!
L'illusione di' una giornata di ferie almeno ci ha regalato una colazione speciale e un paio d'ore di relax... Ma che peccato peró!
giovedì 25 agosto 2011
"tai tai"
Non ti si tiene
più, non appena senti la parola “ciao”, anche se non è espressamente rivolta a
te, cominci subito a fare “ciao ciao” con la manina e contemporaneamente
sorridi dicendo “tai tai”, il tuo primo, unico e personalissimo modo di
salutare.
Lo ripeti senza sosta, con
la tua vocina dolce e il sorriso sulle labbra e io mi incanto ad ascoltarti e
mi sciolgo ogni volta. No, non si può amarti di più.
Un nuovo arrivo...
Oggi più degli
altri giorni avevo voglia di farti un regalo, un premio, perché con più forza
di me hai coraggiosamente superato il momento del vaccino.
Avrei voluto
fartelo trovare già a casa questa mattina, ma ieri non avevo trovato nulla che
mi piacesse, ad essere del tutto sinceri non lo avevo nemmeno cercato, non avevo
la giusta “ispirazione”.
Oggi però nel
pomeriggio siamo uscite a fare una passeggiata ed io ho cominciato a guardarmi
attorno, cercavo qualcosa di speciale, non un vestito, o dei sandalini, non
qualcosa che appagasse la mia voglia di vederti ancora più bella di quello che
sei, ma qualcosa per te, qualcosa che ti facesse divertire, che ti rendesse
felice, come un giocattolo.
Ho guardato in tutti i
negozietti del lungo mare e anche in quelli delle viuzze più interne, ho visto
e toccato frutta di plastica, foche di gomma, ochette galleggianti, sonagli
coloratissimi, piscinette gonfiabili, stampini a forma di gelati, minipalette e
mini secchielli… ma nulla mi aveva colpito il cuore tanto da cedere alla
tentazione.
Avevo ormai perso le
speranze ed ero sulla via del rientro, quando ho accompagnato Vanessa, la mamma
del tuo amico Pietro in farmacia e lì l’ho vista: Molly!
Se ne stava distesa e
nascosta dentro la sua scatola, ma ho capito subito che era proprio ciò che
stavo cercando. Molly una morbida bambolina in plastica atossica e profumata, con
la testina che si gira a destra e sinistra, che se la schiacci emette un dolce
suono. Progettata proprio così come un bambino vorrebbe la sua bambola: forme
lineari ed essenziali, espressione ingenua ma allo stesso tempo allegra, dolce
e simpatica.
Tutta nuda, con la
pelle di un bel colore rosa, le lentiggini, gli occhi grandi e la bocca aperta
al sorriso. Tu l’hai vista e ti sei illuminata, l’hai subito presa in mano e
hai cominciato a parlarle nella tua lingua meravigliosa ma incomprensibili.
Sì, Molly ti piace, si vede
da come la guardi… Sai che ti dico Alice, quando sarai più grande faremo un bel
guardaroba per Molly, insieme sceglieremo le stoffe e le faremo vestiti, gonne,
pantaloni e magliette, così che non abbia freddo quando la porterai in giro con
te…
Complicità
Complicità,
la stessa che c’era oggi far noi due quando ci siamo fatte le foto insieme con
l’autoscatto. Tu seduta fra le mie gambe, entrambe sorridenti, con delle
espressioni divertenti ma improbabili. Alcuni scatti che hanno immortalato
attimi preziosi, in cui non c’erano una madre e una figlia, ma due persone che stavano
condividendo momenti unici, di puro divertimento.
Amiche per la pelle... e per il pelo…
C’è chi prima
che tu nascessi, mi aveva suggerito di dare via Heidi… c’è anche chi forse
vorrebbe che lo avessi fatto e pensa che sarei ancora in tempo… c’è chi ora
guarda Heidi e mi dice “santa subito”… e chi ancora si stupisce di quanto lei
sia brava e paziente con te, e poi ci siete voi due, indivisibili.
Non mi stanco
mai di guardarvi, insieme siete meglio di un film comico.
Scena tipo:
Heidi stesa per
terra, “spiaggiata” come una balena, giusto sotto l’aria del condizionatore, tu
arrivi e cominci a gattonarle intorno, sperando di destare la sua attenzione. Quando
ti accorgi che nonostante i tuoi sforzi, non ci riesci, allora ti siedi
comodamente e cominci a parlottarle vicina all’orecchio e ti sporgi in avanti,
verso di lei. Lei solleva prima il sopracciglio, poi la testa, ti guarda e ti
annusa, ma non appena i suoi lunghi baffi ti sfiorano la pelle del viso, tu
arricci il naso, ridi e ti fai indietro, ma dura solo un secondo e poi ti riavvicini
di nuovo divertita…
Secondo atto:
tu prendi la sua
pallina e lei rassegnata si distende e ti lascia fare. Tu ti siedi appoggiando
la tua schiena alla sua pancia e dopo un notevole sforzo, riesci a lanciare la
palla, poi ti giri per guardare se Heidi va a prenderla, ma lei, vista la breve
distanza del tuo lancio (max dieci centimetri…) non muove nemmeno la coda e ti
guarda perplessa, sembrerebbe dire con lo sguardo “e tu questo lo chiami
lancio?” Allora ti allunghi e riprendi la palla (non è necessario gattonare…
ricorda, il lancio ha una lunghezza di massimo dieci centimetri…), e ritenti il
lancio… ma Heidi non aspetta nemmeno di vedere l’esito, nel frattempo dopo aver
sospirato, si è rimessa distesa tentando di riuscire a dormire…
Ecco Alice io
vorrei tanto che chi prima che tu nascessi mi aveva suggerito di dare via Heidi
e chi forse vorrebbe che lo avessi fatto e pensa che sarei ancora in tempo, assistesse
a queste scene e passasse qualche ora a guardarvi insieme, e poi vorrei sapere
se ancora dopo avervi viste, rimane della stessa opinione…
A chi invece ora guarda Heidi
e mi dice “santa subito”… vorrei dire, sì, se lo meriterebbe proprio e a chi
ancora si stupisce di quanto lei sia brava e paziente con te, vorrei solo dire che
anche io a volte me ne stupisco.
Per tutto il resto c’è: Mastercard!
Ci sono cose che
non hanno un prezzo e nemmeno un valore, come:
Mangiare un piatto di tortellini ripieni
di ricotta e spinaci, e dividerli amorevolmente con te che, seduta sulla mia
gamba, apri la bocca come un pulcino affamato non appena vedi avvicinarsi la
forchetta…
Guardare gli “Aristogatti”, comodamente abbracciata
a te sul divano e sentirti ridere quando cominciano le note strimpellate sulla
tastiera dal gattino “Bizet”…
Scoprire che “Jocker in the box” non ti
fa più paura e guardare come ti avvicini con fare circospetto ma curioso alla
scatola, osservare la faccia con cui lentamente sollevi il coperchio aspettando
che salti fuori “the jocker” per poi metterti a ridere…
Vederti ballare sulla spiaggia non appena
l’altoparlante comincia ad intonare le prime note di “Summer nights” by Grease…
e notare come la gente si ferma a guardarti divertita, mentre tu indifferente a
ciò che ti circonda continui a muovere la testa a ritmo di musica…
Fare il bagno al mare insieme a te,
vedere la tua espressione immensamente felice non appena ci avviciniamo all’acqua,
sentire i tuoi gridolini di gioia, e guardarti mentre sguazzi allegramente come
un pesciolino in mare aperto…
Mugolare insieme la cantilena tramandata
da madre a figlia e a ritmo dei nostri “nc, ncc”, lasciarci andare dolcemente nelle
braccia di Morfeo e risvegliarsi ancora abbracciate…
Sentire che chiami “mamma”, anche se non
sono convinta che tu abbia capito il vero significato di quelle due sillabe…
… per tutto il resto c’è Mastercard…
mercoledì 24 agosto 2011
Gù day
Ti svegli più o meno
verso le sette, sette e mezza, vieni un pochino nel lettone a giocare con papà
e mamma e dopo averci, svegliati, graffiati, picchiati, scalati, svitati…
cominci a piangere affamata.
Bevi metà del tuo
biberon mentre noi facciamo colazione e poi, dopo aver salutato papà che va a
lavorare, giochi o gattoni per una mezzoretta fino a quando i morsi della fame
e la stanchezza non si fanno sentire.
A quel punto, bevi l’altro
mezzo biberon e fai un’oretta e mezza di nanna.
Ti svegli che sono
circa le dieci e mezza e poi esci con la mamma: a spasso o a fare la spesa.
Torniamo a casa giusto per
l’ora di pranzo, mentre io ti preparo la pappona tu urli.
Inutile dire che di
solito mangi tutto e poi giochi o gattoni un pochino, ma solo il tempo per
digerire il pranzo e dopo, di nuovo nanna.
La solita oretta e
mezza e poi verso le due e mezza ti svegli (e sono caz… voli).
A quell’ora è troppo
presto per andare al mare quindi resistiamo in casa cercando di intrattenerci a
vicenda per un’ora, poi, dopo aver tormentato Heidi e fatto merenda, verso le
quattro, ci incamminiamo dirette al mare.
Di solito arriviamo
dopo le quattro e mezza e come prima cosa, se l’acqua è calda, facciamo il
bagnetto, poi doccia e poi tanti giochi con la sabbia.
Verso le sei e mezza ci
muoviamo per tornare a casa, a volte nel percorso ti addormenti, altre no anche
se sarebbe meglio di sì...
La tua ora di cena è
fra le sette e le sette e mezza e, dopo aver mangiato tutto, insieme aspettiamo
papà.
Mentre noi ceniamo tu naturalmente
spizzichi qualcosa, poi verso le otto e mezza vai di sopra a giocare con papà
mentre mamma ti prepara il lattuccio e riordina un po’ di sotto 8anche se non
si direbbe…).
Verso le nove mamma vi
raggiunge e fa una mezz’oretta di giochi insieme a voi (il momento più bello di
tutta la giornata).
Infine per concludere
degnamente il Gù-day, titto e nanna… e buonanotte amore.
Tensione pre vaccino
Domani il terzo vaccino: io sono giá in tensione, come ogni volta.
L'unica cosa che mi fa stare meglio è sapere che dopo questo non ce ne saranno altri, almeno per quello che ho capito.
Si perché il mondo dei vaccini é omertoso, si cerca di non dire, di non spiegare, di tacere.
Se la gente resta ignorante non si fa domande e non ha dubbi.
Io mi sono informata e documentata e con papà abbiamo deciso che tu non farai i vaccini facoltativi.
So che in ogni caso corri dei rischi, sia facendolo sia non facendolo, ma io mi sento piú tranquilla cosí.
Il significato profondo dell'essere genitori è proprio questo, saper prendere delle decisioni che influiscono sulla vita di un altro essere umano, nostro figlio.
L'unica cosa che mi fa stare meglio è sapere che dopo questo non ce ne saranno altri, almeno per quello che ho capito.
Si perché il mondo dei vaccini é omertoso, si cerca di non dire, di non spiegare, di tacere.
Se la gente resta ignorante non si fa domande e non ha dubbi.
Io mi sono informata e documentata e con papà abbiamo deciso che tu non farai i vaccini facoltativi.
So che in ogni caso corri dei rischi, sia facendolo sia non facendolo, ma io mi sento piú tranquilla cosí.
Il significato profondo dell'essere genitori è proprio questo, saper prendere delle decisioni che influiscono sulla vita di un altro essere umano, nostro figlio.
martedì 23 agosto 2011
... e non si finisce mai di imparare...
Cara Alice, mentre tu dormi beata nel tuo lettino, rinfrescata dall’aria condizionata e rassicurata da Anna e Gianna, le tue conigliette della nanna, io vorrei darti qualche dritta sul futuro, sul mondo che ti aspetta quando sarai grande.
Tu crescerai Alice e incontrerai tante persone, alcune lasceranno il segno del loro passaggio ma dopo una sosta più o meno breve se ne andranno, altre saranno come meteore e altre ancora resteranno al tuo fianco e ti aiuteranno nei momenti difficili.
Ma per quanto tu possa fare, prima o poi, purtroppo qualcuno ti deluderà, qualcuno da cui ti aspetterai qualcosa che non esiste, qualcuno che credevi essere diverso, qualcuno per cui pensavi di contare di più di niente.
Tua madre forse anche per il suo carattere non proprio facile (per non dire difficile…), di incontri “sbagliati” nella sua vita ne ha collezionati un bel po’, di delusioni ne ha archiviate un discreto numero ed ora, a quarant’anni suonati, pensava, sbagliandosi, si essere diventata immune, di avere fatto il callo.
Ma non è così. Certe cose continuano a ferirmi e a farmi male.
Scoprire di essere un’amica di serie “B” è difficile da accettare, ci si chiede il perché, ci si domanda in che cosa si è sbagliato… ma non importa trovare le colpe e i colpevoli, l’unica cosa che conta è che improvvisamente ci si sente un po’ più soli, anche se non è quella persona a fare la differenza, anche se si ha la piena consapevolezza di non aver perso niente.
Ecco Alice, oggi tua madre ha capito che nella vita, non si finisce davvero mai di imparare e anche se a volte il processo è doloroso, almeno è utile: ora ha scoperto qual è il suo ruolo e sa con chi ha a che fare perciò sa anche come comportarsi… e con quella persona non sbaglierà più.
lunedì 22 agosto 2011
Una bimba 10 x 10
Dieci chili per dieci
mesi, risultato: un esemplare di Gù.
Bella, buona,
simpatica, divertente, allegra, dormigliona, mangiona, vivace, attiva, urlatrice,
chiacchierona, forte, energica, veloce, faticosa, profumata, ruffiana, “pappagalla”,
testarda, pigra, “pesciolina”, comica, decisa, volubile, permalosa, sensibile,
autonoma, acuta, intelligente, osservatrice, curiosa, felice, furba,
indipendente, impaziente, frettolosa… e chi più ne ha più ne metta!
Questa sei tu Gù, la nostra
bimba 10 x 10!
"Formaggiosa" e "fruttosa"
Che sei una bimba che mangia di gusto, ormai
è una certezza acquisita e non è nemmeno più necessario riconfermarlo.
Che papà detesti tutto ciò che assomiglia
lontanamente al formaggio, qualsiasi sia la provenienza e l’origine è un altro
dato di fatto.
Che io e la frutta siamo due rette parallele
che non si incontrano mai (suvvia proprio mai no, direi quasi…) è una cosa
sulla quale non avere dubbi.
Quindi, se tu adori il formaggio, stagionato
o fresco, grattugiato o al cucchiaio, si deve a me e se impazzisci guardando
papà che mangia una pesca (sì quella cosa durissima e asprissima si può già
chiamare pesca…), perché la vuoi anche tu e proprio come lui la devi prendere a
morsi (la tua però è più matura…), lo si deve a lui.
“Formaggiosa” come mamma e “fruttosa” come
papà.
Mi sa che in quanto a cibo
sano vince lui…
Naso
Il tuo naso mi piace molto, da sempre.
È curioso, espressivo, aggraziato, impertinente
e decisamente bello.
Se cerchiamo le somiglianze, non l’hai
ereditato da me, ma da papà. Certo, il tuo ora è più piccino, è un naso di
bimba, ma quelle narici che quando le muovi fanno le puntine, tradiscono un’origine
sicuramente paterna.
Forse proprio per questo il tuo naso mi
piace ancora di più.
Leggevo che arricciare o
torcere il naso, sia un modo per manifestare contrarietà e disgusto… Se penso
al tuo naso e al tuo buffo modo di arricciarlo, da sempre, fin da quando avevi
poche ore di vita, mi domando perplessa quanto tu sia contrariata o disgustata…
e mi auguro che nel tuo caso “l’arricciamento” del naso abbia un altro
significato, meno impegnativo…
Siamo partite davvero male
Lunedì partito male, prevedono un caldo tropicale, tu non vuoi dormire ed io ho dormito male...
Ho provato a metterti a letto ma non c'è stato modo di farti addormentare, hai cominciato a piangere disperata. Allora, dopo aver fatto avanti e indietro almeno tre volte, ho rinunciato e sono venuta a prenderti. Quando siamo arrivate di sotto ti ho vista chiaramente cercare con lo sguardo, prima sul divano, poi in giro per la casa... non ti davi pace: tu volevi papà...
Ora stai girando per tutta casa, piagnucolando come un gattino ammalato, perché comunque sei stanca...
Che dire, speriamo che il sonno prenda il sopravvento e che le previsioni meteorologiche siano sbagliate....
Ho provato a metterti a letto ma non c'è stato modo di farti addormentare, hai cominciato a piangere disperata. Allora, dopo aver fatto avanti e indietro almeno tre volte, ho rinunciato e sono venuta a prenderti. Quando siamo arrivate di sotto ti ho vista chiaramente cercare con lo sguardo, prima sul divano, poi in giro per la casa... non ti davi pace: tu volevi papà...
Ora stai girando per tutta casa, piagnucolando come un gattino ammalato, perché comunque sei stanca...
Che dire, speriamo che il sonno prenda il sopravvento e che le previsioni meteorologiche siano sbagliate....
sabato 20 agosto 2011
Ricordi...
Oggi mentre ti guardavo giocare in spiaggia,
mi è venuto in mente quando c’ero io al tuo posto, quando ero io la bimba da
accudire, da lavare, da asciugare… Mi è ritornata in mente mia madre che
pazientemente mi spalmava la crema mentre io, già da allora, mi lamentavo perché
la detestavo. Ero più grande di te, ma ero comunque piccola.
Ho ricordato l’incredibile fame che mi
assaliva ogni volta dopo il bagno, il divertimento quando c’era il mare mosso,
le dita delle mani che diventavano tutte rugose, le finte nuotate con i
braccioli sempre troppo stretti e il mio salvagente rosso e giallo.
Poi siamo tornati a casa e mentre ti
preparavo la pappa per intrattenerti papà ti ha messo il dvd di Walt Disney “Fantasia”
e subito la mente ha fatto un salto indietro nel tempo, a quando io facevo la
baby sitter e una delle bimbe era letteralmente innamorata di quel cartone
animato, tanto che voleva vederne un pezzetto ogni giorno.
Se in quel momento mi avessero detto che un
giorno, nemmeno troppo lontano, avrei visto lo stesso cartone con mia figlia,
non ci avrei mai creduto.
Eppure Alice oggi eravamo
lì, insieme davanti alla t.v., io ti preparavo la cena e intanto l’apprendista
stregone si muoveva a ritmo di musica…
Uno sguardo che non è il tuo
Dopo aver analizzato, amato e descritto, con
dettagli e sfumature, il tuo sguardo, oggi voglio parlarti di altri due occhi e
di un altro sguardo, buono, protettivo e affettuoso, uno sguardo immensamente
dolce, incredibilmente profondo e decisamente tenero: quello del nostro cane Heidi.
Vi osservo mentre “giocate” insieme, a modo
vostro, mentre comunicate nella vostra lingua, a me sconosciuta.
È un piacere vedervi, siete belle insieme.
Lei si aggira intorno a te con una grazia
inusuale, è paziente e molto attenta, ti sfiora sempre evitandoti, la sua coda
felice capita che ti accarezzi e tu prima sorridi e poi ti ritrai infastidita
dai suoi peli che ti fanno il solletico.
A volte tu le allunghi la manina e lei ti
annusa o ti lecca timidamente e se le offri un biscotto o un pezzo di pane, lei
delicatamente cerca di prenderlo senza farti male.
Ma la cosa più bella da vedere è senza
dubbio il suo sguardo, che ti osserva e ti segue ovunque tu vada, come a
volerti proteggere dai pericoli che potresti incontrare.
Dove tu sei lei c’è e se per qualche ragione
non può esserti accanto, veglia amorevolmente su di te.
È sempre stato così, ricordo quando tu
ancora neonata dormivi nella carrozzina e veniva qualcuno a trovarmi, non
appena si avvicinava a te, lei cominciava a girare intorno alla tua culletta. Ricordo
che ci seguiva ovunque a tuo padre e a me, come per controllare ciò che ti
facevamo, non ti lasciava mai sola.
Sei fortunata Alice a crescere con accanto
un cane speciale come la nostra Heidi, forse qualcuno inorridirebbe vedendo i suoi
peletti neri attaccati alla tua pelle, ma la felicità che vedo nei vostri occhi
quando siete insieme è assolutamente impagabile.
Grazie Heidi, per la tua
pazienza e per la tua dolcezza e scusami se non riesco più a dedicarti lo
stesso tempo che prima era tuo. Di una cosa però puoi stare certa, forse non
hai più lo stesso tempo, ma di sicuro hai lo stesso immutato amore.
Il tempo...
Il tempo in questi mesi è stato raccontato
quasi quotidianamente, rubato spesso, fotografato troppo e vissuto
intensamente.
Da quando ci sei tu non è mai abbastanza e avrei
voluto riuscire a moltiplicarlo o almeno a rallentarlo, ma purtroppo non sono
riuscita a fare nessuna delle due cose.
Oggi vivo un tempo affannato, frettoloso e
spesso ritagliato.
Faccio un puzzle cercando di incastrare
tutto: i miei desideri, i tuoi bisogni, le necessità di papà, le esigenze di
Heidi e le richieste degli altri. A questo devo aggiungere le cose che sarebbe
giusto fare, le cose che si devono fare, le cose che non possono non farsi e le
cose che sarebbe bello riuscire a fare.
Risultato? Un delirio…
Molte cose riuscite male,
molte altre abbandonate a metà, alcune nemmeno iniziate e troppo poche quelle
portate a buon fine.
Vediamo un po'...
Stamattina la tua mamma Alice, approfittando della tua pennichella mattutina e della pedalata di papà, dopo aver pulito (non sembrerebbe) il pavimento, ha deciso di prendersi un po' di tempo per kazzeggiare sul p.c., ed ha così scoperto che forse può riuscire a postare i posts direttamente scrivendo una mail.
Naturalmente ha immediatamente deciso che vuole provare se e come funziona.
Questo è il suo tentativo: vediamo un po'...
Naturalmente ha immediatamente deciso che vuole provare se e come funziona.
Questo è il suo tentativo: vediamo un po'...
giovedì 18 agosto 2011
Il prezzo del silenzio
Il
silenzio ha un valore e quindi un prezzo.
No
alice, non mi stavo riferendo al silenzio inteso come omertà, ma mi riferivo al
tuo silenzio… Sì perché ho il sospetto, sempre più fondato, che tu le “scimmie
urlatrici” di cui si parla nel film “Chiedimi se sono felice” di Aldo, Giovanni
e Giacomo, non le abbia nella testa, ma nella gola e a giudicare dall’intensità
degli urli che riesci ad emettere, temo anche che siano in un gruppetto ben
nutrito…
Ciò
detto, per riuscire a fare la spesa in “tranquillità”, se così la si può definire,
ogni volta mi vedo costretta a zittirti dandoti da ciucciare un “grissone”,
piacevole scoperta ed ora schiavitù che ci ha “insegnato” zia Anna. Non appena
superiamo la galleria dei negozi ed accenniamo ad entrare col carrello nell’area
supermercato, mi devo precipitare al reparto “pane e prodotti da forno”,
prendere il numero, sperare di non avere più di due persone davanti, cercare di
intrattenerti nell’attesa e finalmente ordinare un grissino bello grosso, in
modo che tu non riesca a spezzarlo, devo raccomandarmi con la commessa affinché
lasci il sacchetto aperto ed infine, prima di dartelo, devo dividerlo in pezzi
lunghi più o meno 8/10 centimetri.
Ecco,
nel momento in cui tu riesci ad entrare in possesso di uno dei pezzi di “grissone
ciccione”, finalmente ti plachi… e ritorna il silenzio, ed è possibile fare la
spesa…
Il tutto alla modica cifra
di circa 44 centesimi, il prezzo di un grissino, il valore del silenzio…
Non più gamberetto ma lumachina
Dopo
aver passato le ultime due settimane seduta sul triciclo a spingerti indietro,
oggi finalmente ti ho vista fare i primi timidi passi avanti. Con le punte dei
piedini appoggiate per terra ti sei data la spinta e piano piano ti sei mossa
in avanti.
Lo
so, sembra incredibile, il mio gamberetto ora si è trasformato in una
lumachina… se ti ci metti fai anche la bava…
Primo vero danno
Doveva
succedere e oggi è successo.
Hai
rotto una ciotola portavivande.
Mi
piaceva molto, ci tenevo.
Me
la sono portata dietro ad ogni trasloco.
Mi
faceva ricordare le brioche appena sfornate.
“Faceva”
faniglia...
Ma,
vuoi la vera verità?
Quando
ho visto che non ti eri fatta nulla ho tirato un sospiro di sollievo, raccolto
i cocci e pensato: bene un’occasione perfetta per cercarne una nuova!
Perché
noi non abbiamo bisogno di qualcosa che “faccia” famiglia, noi siamo una vera
famiglia e questo è ciò che conta.
Tu non sei un jukebox
Ogni giorno ormai impari cose nuove, noi siamo per te uno specchio pieno di risorse, ci guardi, ci scruti, ci studi e poi improvvisamente ci copi, ripetendo a tuo modo ciò che ci hai visto fare.
È stato così per il battito di mani, per il "ciao ciao" con la manina, per le testate, per i bacetti, per il cucù, per lo schiocco della lingua e per il verso dell'indiana: dopo averci guardato attentamente, hai imitato i nostri gesti.
La stessa cosa fai con le parole, le ascolti e come un perfetto pappagallino ammaestrato le ripeti, modulando abilmente la tua voce di bimba: mamma, papà, babbo, pappa, cacca, nanna, tette, pippi... sono le tue parole preferite, quelle che ti riescono meglio, ripetute più o meno alla rinfusa, con una dolcezza disarmante.
Questo è il tuo repertorio, di gesti e parole, ma tu non sei un jukebox e non "funzioni" a richiesta, non si può dire "batti le mani" e sperare che tu lo faccia... Tu non esegui gli ordini, tu prendi iniziative e decidi cosa fare e quando farlo, cosa dire e quando dirlo. Forse è per questo che si corre il rischio di ricevere una testata invece di vedere buttare un bacino...
È stato così per il battito di mani, per il "ciao ciao" con la manina, per le testate, per i bacetti, per il cucù, per lo schiocco della lingua e per il verso dell'indiana: dopo averci guardato attentamente, hai imitato i nostri gesti.
La stessa cosa fai con le parole, le ascolti e come un perfetto pappagallino ammaestrato le ripeti, modulando abilmente la tua voce di bimba: mamma, papà, babbo, pappa, cacca, nanna, tette, pippi... sono le tue parole preferite, quelle che ti riescono meglio, ripetute più o meno alla rinfusa, con una dolcezza disarmante.
Questo è il tuo repertorio, di gesti e parole, ma tu non sei un jukebox e non "funzioni" a richiesta, non si può dire "batti le mani" e sperare che tu lo faccia... Tu non esegui gli ordini, tu prendi iniziative e decidi cosa fare e quando farlo, cosa dire e quando dirlo. Forse è per questo che si corre il rischio di ricevere una testata invece di vedere buttare un bacino...
martedì 16 agosto 2011
Butta un bacino...
Alle
nove di stamattina non lo sapevi fare, alle nove di stasera, basta dirti “butta
un bacino” e tu ti metti immediatamente a distribuire bacini a destra e a manca…
Certo, è vero, a volte parte
anche lo schiocco della lingua che trasforma subito l’ambito bacino nel rumore
degli zoccoli del cavallo, ma questi sono dettagli insignificanti per una mamma
che da oltre dieci mesi aspettava che la propria bambina imparasse a darle un
bacino, seppure a distanza.
Vicini vicini
Una
casa più grande non serve. Noi amiamo stare tutti vicini vicini, in ogni
occasione.
Se decidiamo di rilassarci qualche ora sul
divano allora ci stringiamo e stiamo tutti lì, uno pigiato accanto all’altra:
papà, io e Heidi e naturalmente se tu non dormi, ti accoccoli piacevolmente
sopra papino (e ti addormenti lì…).
Se vado in bagno per cambiarti, allora tutti
(eccetto papà che anche se è a casa finge di non capire che è il momento del
cambio pannolino e si simula affaccendatissimo…), tutti andiamo in bagno: tu,
io e Heidi, che non c’entra nulla ma evidentemente vuole darmi supporto morale…
Se è il momento del tuo bagnetto la famiglia
al completo si “ubica” in bagno, possibilmente dentro e/o intorno alla vasca. No,
Heidi resta fuori, limitandosi a guardare con aria vogliosa la vasca strabordante
di acqua, di giochi e di schiuma. Questo significa che in pochi metri quadrati
ci sono un papà, una mamma, una bimba, un cane, tanti giochi e una vasca
ricolma d’acqua…
Se ci trasferiamo in camera da letto lo
facciamo in gruppo e ci ritroviamo in tre sul lettone e la quarta, pelosa e
nera, che si aggira intorno al letto come uno squalotto che attende paziente l’inevitabile
avvicinamento di una delle sue prede… (inutile dire che la sua preferita ho
smesso da tempo di essere io ed ora sei tu…).
Se all’ora di pranzo ci sediamo intorno al
tavolo, naturalmente ci siamo tutti e all’appello non manca proprio nessuno,
nemmeno Heidi che non perderebbe mai la succulenta occasione di partecipare al banchetto,
così sceglie una posizione strategica, abilmente studiata, ovvero esattamente
sotto al tuo seggiolone e lì si stanzia, fiduciosa e sicura che tanto prima o
poi qualcosa più o meno involontariamente cadrà nelle sue fauci…
lunedì 15 agosto 2011
Aria di vacanze...
Tre pomeriggi passati al mare insieme a papino trasformano in vacanza un normale week end "allungato", rendendolo subito speciale.
Siamo stati bene, ci siamo rilassati, divertiti e riposati. Che bello Alice, amo questa nostra prima estate insieme a te.
sabato 13 agosto 2011
Una giornata anomala
Se mamma compra un paio di scarpe numero 38 (definirle scarpe mi sembra decisamente eccessivo...) e papà ti compra un librino (fra l'altro dimostrando di aver fatto un'ottima scelta) oggi non può assolutamente essere considerata una giornata normale.
Lo dimostra il fatto che tu stamattina non hai dormito e nonostante questo non hai stressato!
giovedì 11 agosto 2011
Lui è...
Lui è colui che mi ha insegnato a credere nei sogni e a realizzarli...
Lui è stato e sempre sarà la mia luce, nei momenti bui e la mia ombra, perché è sempre al mio fianco...
Lui è un piacevole risveglio ogni mattina e un dolce sonno ogni notte...
Lui è una spalla a cui appoggiarmi e su cui addormentarmi serena...
Lui è chi può rendere speciale un giorno normale...
Lui è tutto quello che sognavo per me, e molto di più...
Lui è tuo padre Alice, quello che ti fa ridere e giocare... dai su, fallo felice, dagli un testata come sai fare tu..
Piccola "padroncina"
Una volta c'era il genio della lampada: tu sfregavi la lampada ed usciva un genietto, di solito vestito in stile arabeggiante, pronto ad esaudire i tuoi desideri.
Io non ho la lampada magica, e di conseguenza nemmeno il genio, ma ho una piccola "padroncina", che già da sola è la realizzazione di uno fra i mie più grandi desideri.
Non è vestita in stile arabeggiante ma è sempre e comunque elegante, non è necessario sfregarla, ma apprezza molto essere accarezzata dolcemente.
La mia piccola "padroncina" ora è al piano di sopra che dorme nel suo lettino colorato, abbracciata al suo ciuccio.
La mia piccola "padroncina" sei tu Alice.
Con l'arte nel sangue...
Tuo nonno materno che nella vita ha fatto il poliziotto, un po' di tempo fa alla soglia dei suoi 84 anni, ha stupito tutti dicendoci che lui da giovane avrebbe voluto fare lo scenografo... e non il pittore come ci aveva sempre raccontato! Io sinceramente, nemmeno so esattamente come si svolge il lavoro di uno scenografo e mi domando perplessa e curiosa come facesse lui a saperlo a vent'anni... ma credo e temo che io resterò con questo dubbio... e lui ahimè, col suo sogno nel cassetto...
Io da ragazzina, nel pieno dello sconvolgimento ormonale tipico dell'adolescenza, volevo assolutamente fare l'attrice, drammatica naturalmente, (perchè il dramma in casa nostra pur non avendo ragione di esistere, faceva parte della quotidianità...). Sognavo Roma e l'Accademia d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico", sì perchè Alice, se si sta sognando allora bisogna farlo alla grande, volare alto e non accontentarsi mai, scegliere sempre il meglio che c'è sul mercato, e quello era il quanto di meglio c'era in Italia ai "miei tempi".
Tu da sempre fai le facce ridicole e buffe, simuli il pianto (senza lacrime) e da ieri riproduci a comando le risate che senti e imiti i suoni e le parole, tentsndo di ripeterli con la voce come un pappagallo ammaestrato.
Mi domando se da grande vorrai fare il clown o l'imitatrice e se anche tu, crescendo, dimostrerai di aver ereditato dalla parte della mia famiglia, quella vena artistica (e di follia...) che ci caratterizza.
Sì lo so che tieni il tempo con il piedino, che appena senti due note cominci a sballonzolare e che batti le mani quando senti la musica... Ma cresimi se ti dico che le abilità musicali, senza nessun dubbio le puoi solo aver ereditate da papà e dalla sua parte di famiglia, perchè a casa nostra l'unica musica che sentivi era il suono del campanello e del telefono...
mercoledì 10 agosto 2011
Felicità è...
“Felicità
non è non avere più desideri, ma è avere la consapevolezza che ciò che desideriamo
non serve a renderci felici, perché tutto ciò che ci serve per essere felici fa
già parte della nostra vita.”
Ecco
Alice, io sono esattamente in questo punto della mia vita.
Ho
dei desideri, degli obiettivi, delle speranze e dei sogni, ma nulla è fondamentale,
niente di ciò che vorrei è assolutamente necessario e, o indispensabile per
essere pienamente felice, perché io lo sono già.
Tu,
papà, Heidi, le poche vere amicizie che ho e a cui tengo, la nostra casa, la
nostra normalità: questi sono gli unici e i soli pezzi fondamentali per la mia
felicità, tutto il resto potrebbe solo farmi stare meglio, ma nulla è
indispensabile.
E anche se spesso non siamo
abituati a dirlo, oggi Alice invece io voglio che tu sappia che la tua mamma è
molto felice.
Voglia di piacere e di piacersi
Come
ti ho detto la mattinata è dedicata allo stiro ma nonostante non ami
particolarmente questa attività, mi sono svegliata di buon umore e con tanta
voglia di piacere e di piacermi. Per questo stranamente oggi ho deciso che non
mi sarei semplicemente vestita, prendendo a casaccio le prime cose pulite che
trovo in giro, dentro e fuori dall’armadio, come faccio ormai da mesi, ma ho
cercato di indossare qualcosa che mi facesse sentire bene con me stessa e con
gli altri. Così ho scelto una canotta del “colore moda” di quest’anno che anche
io che sono assolutamente “refrattaria” alla moda ho intuito essere il verde (impossibile
non capirlo…), e l’ho indossata sotto la mia mini salopette di jeans che non credo
mi stia troppo bene, ma questa è tutta un’altra storia… Poi ho aperto il
cassetto e ho preso in mano la collana regalo di zia Elena, ricordi l’amica che
è venuta a trovare mamma qualche settimana fa? Decisamente una bella collana, in
stile etnico, con grandi palle di legno verde, l’ho appoggiata sotto il viso e
ho subito notato che era “ton sur ton” con la canotta, perciò era assolutamente
perfetta! La collana, non un semplice e banale dettaglio, ma il dettaglio che
fa la differenza, il particolare che mi fa sentire donna e che mi ricorda una
femminilità che a volte si nasconde dietro ad una maglia troppo larga o dentro
ad un paio di pantaloni un po’ troppo grandi e di taglio maschile.
Ora che ho appagato la mia
voglia di piacermi posso iniziare la mia giornata e grazie “zia” Elena!
"Lawanda day"
Oggi
è il “Lawanda day”, ovvero da mesi ormai il mercoledì mattina è il giorno della
“collaboratrice domestica” e pertanto dedicato alle grandi pulizie. Purtroppo
però dopo aver brutalmente discusso la settimana scorsa con la nostra signora,
da me e papà simpaticamente soprannominata “Lawanda” (sì, mi piacerebbe dire di
non essere stata brutale, ma mentirei…), e dopo averla definitivamente
salutata, non ho ancora trovato una sostituta e quindi stamattina io sarò la
mia signora “Lawanda”.
Pertanto non appena tu ti
addormenterai per la tua pennichella mattutina io stirerò tutto ciò che
riuscirò a fare e perciò ti prego di non limitarti ad una dormitina di dieci
minuti striminziti, ma di farti uno di quei bei sonnellini che sai fare tu…
martedì 9 agosto 2011
Tutto in un solo "clic"
Oggi Alice ho voglia di raccontarti di quel tempo non troppo lontano in cui per vedere la televisione era sufficiente premere un solo tasto. Non era necessario fare nient'altro, con un banale gesto anche tua madre, assolutamente refrattaria al progresso tecnologico, riusciva senza nessun supporto telefonico di papà, ad accendere la televisione. Certo, è vero, non c'era tutta la vasta scelta di programmi che abbiamo ora, e nemmeno l'H.D. (alta definizione), ma potersi sedere sul divano e accendere la t.v. senza dover sperare di ricordarsi la perfetta sequenza di tasti e digitare "tv - play - sky", tenendo le dita incrociate nella speranza di riuscire a vedere e sentire il medesimo programma, ha un valore inestimabile, te lo assicuro!
Dover chiamare qualcuno per fare qualcosa di banale, che solo fino a qualche anno fa riuscivo a fare da sola è molto demoralizzante...
Quindi Alice, ti pregherei di girare alla larga dal telecomando, perché se per errore premi un tasto siamo nella cacca... almeno fino a quando tu non sarai sufficientemente grande da prendere le veci di papà e tentare (del tutto inutilmente), di insegnare alla mamma quello che a te verrà in maniera spontanea ed automatica. Sì perché sono certa che anche in questo tu assomiglierai a papà...
lunedì 8 agosto 2011
Ma come mi vesti?
Oggi,
forse per “festeggiare” il compimento dei tuoi dieci mesi, ho deciso di vestirti
un po’ meno sportiva del solito ed invece dei soliti calzoncini + maglietta, ti
ho messo un abitino. No, non troppo lezioso ed elegante come piace tanto alle
nonne, un vestito sì, ma sempre in un genere sportivo. Ho scelto infatti una
fantasia a quadretti, bianca e rossa, senza maniche, visto il caldo di questi
giorni…
Tutto
è andato bene fino a quando non hai provato a gattonare… Non riuscivo a capire
per quale ragione tu fossi così nervosa e insofferente: due “passi” e un
lamento, altri due “passi” e un pianterello… fino a quando ho notato che avevi
difficoltà a gattonare con l’abito “lungo”, perché ti andava sotto le ginocchia
e ti impediva di fare il “passo” successivo… ecco spiegato il mistero!
Non
appena hai indossato i tuoi soliti abiti più comodi e più consoni alle tue
attività, ecco che sei subito tornata a gattonare alla velocità della luce…
Abito
lungo? No, grazie…
Tom Waits
Tom Waits: questo è il nome dell'autore del primo c.d. di papà del quale ti sei appropriata.
Sei andata dritta sull'obiettivo, come chi sa perfettamente quello che sta facendo.
Ti sei avvicinata al ripiano e senza la benché minima esitazione, fra tutti hai puntato esattamente il c.d. che volevi "San Diego Serenade" e con mano ferma e decisa lo hai afferrato orgogliosa e fiera.
Il tutto mentre papà dall'altra parte del cellulare, subiva suo malgrado la telecronaca in diretta di ciò che stava avvenendo qui, continuando a ripetere in maniera ossessiva e preoccupata "rimetti a posto la candela, rimetti a posto la candela..."
Non sono poi così certa che papino sarà altrettanto orgoglioso e fiero di te, di questa tua nuova conquista, anzi temo proprio che non lo sarà per niente e che tu dovrai sfoderare tutto il tuo incredibile fascino per convincerlo che "è cosa buona e giusta...".
P.s. Ti pregherei di non spostare i c.d. dalla loro posizione originale e soprattutto di non mescolarli, perchè devi sapere che l'ordine alfatico secondo il quale papà li ha "ordinati", non segue regole precise ed è assolutamente non casuale ma soggettivo, quindi io non sarei in grado di rimetterli a posto senza farci scoprire...
Dieci mesi
Oggi
compi dieci mesi.
Mi
sembra ieri, e allo stesso tempo mi sembra che la nostra vita sia sempre stata
così.
Non
riesco quasi a ricordarla prima, non riesco ad immaginarla senza di te.
Dieci
mesi faticosi forse, ma non lo ricordo, belli e intensi sicuramente e veloci,
assolutamente e dannatamente troppo veloci!
domenica 7 agosto 2011
Con te ritorno bambina
Stamattina in tv abbiamo guardato Pippi Calzelunghe e insieme abbiamo ballato sulla sigla. Improvvisamente mi sono ricordata di quando da bambina guardavo il telefilm di "Pippi", di quanto mi piaceva, e mi è venuto in mente che sognavo, un giorno, di essere come lei, e di avere anche io una scimmietta piccolissima che dormiva nel lettino delle bambole.
Piú tardi mentre facevo una passeggiata, mi sono ritrovata a passare giusto accanto ad una vetrina di giocattoli e fermarmi a dare un'occhiata (magari c'era qualcosa interessante oer te...) e dalla porta aperta, ho sentito arrivare l'inconfondibile odore caratteristico dei negozi di giochi. È stato come fare un salto indietro nel tempo, mi sono ritrovata a ricordare e sognare ad occhi aperti.
È proprio vero, Alice, con te ritorno bambina...
Quando, quando, quando...
Quando parte una musica tu tieni il tempo con il piedino e balli saltellando disordinatamente come una trottolina impazzita.
Quando vedi papà che fa la bocca a pesce o quando lo senti far schioccare la lingua sul palato, prima lo guardi attentamente e poi cerchi di imitarlo e a volte incredibilmente ci riesci!!!
Quando ti faccio il mio famoso "ncc, ncc" tu subito mi copi e parti con una serie infinta di ineguagliabili e inimitabili "nc, nc"...
Quando ti svegli al mattino Gù, la nostra giornata subito si riempie, di allegria, di colore, di suoni: semplicemente di te!
sabato 6 agosto 2011
Non parli ma ti spieghi
Come tu ci riesca non lo so, è un mistero ancora da svelare, ma una cosa è certa: tu sei perfettamente in grado di spiegarti. Con i gesti, con gli urli (soprattutto con quelli), tu riesci a fare in modo che io capisca i tuoi bisogni, le tue necessità e i tuoi desideri.
Come prima, ad esempio, io stavo bevendo un bicchier d'acqua, tu hai cominciato a strillare senza tregua, mi ci é voluto un attimo ma poi ho capito che avevi sete anche tu!
Brava Gù, fatti intendere!!!
Diamo i numeri!
Ci sono numeri che ricorrono nella nostra vita e numeri che invece sembrano evitarci.
Io credo di essere antipatica al numero 38, Alice.
Come perché?
Ieri riflettevo sulla taglia 38 di una cara amica e pensavo che io sono decisamente ben lontana dal raggiungerla, non ho nemmeno il 38 di piede, mi sono fermata due numeri prima... Non ho piú nemmeno 38 anni, ahimè, quelli sono fuggiti prima che io riuscissi a rendermene conto...
Nessun 38 nella mia vita, nemmeno uno rimasto per sbaglio o per dimenticanza, magari quello della taglia... Vabbé dai, mi accontento anche di una 42, in fondo prima di essere rimasta incinta questo era il mio standard, mica posso pretendere di meglio...
venerdì 5 agosto 2011
Parole, parole, parole....
Grazie amiche vicine e lontane, conosciute e sconosciute, che leggete i miei posts, che mi raccontate quello che riesco a trasmettervi con le mie parole.
Grazie, per le vostre belle parole e grazie per condividere insieme a me, normali momenti di vita quotidiana, a volte allegri, altri tristi, a volte sereni, altri contrastati.
Grazie per la pazienza e la costanza che avete dimostrato nel continuare a leggermi, soprattutto in quei giorni, come oggi, in cui le parole sembrano infinite.
È bello sapere di non essere soli in questi monologhi deliranti a volte, ma anche terapeutici.
Grazie per i vostri commenti, desiderati e attesi, positivi o negativi, pubblici o privati, sempre e comunque graditissimi.
Davvero, grazie a tutti!
Massimo godimento!
Ho dovuto aspettare praticamente dieci mesi, ma alla fine la mia pazienza è stata premiata e ci sono riuscita. Quella che per molte madri é una routine che cercano di modificare, per me invece é stata un'eccezione, una piacevole conquista. Stasera sono finalmente riuscita a tenerti abbracciata nel lettone mentre ti addormentavi. La verità? Ho goduto come un riccio! Per decidermi a trasportarti nel tuo letto ho dovuto chiamare tuo padre. Se fosse stato per me, ti avrei tenuta così vicina a me tutta la notte...
Questi siamo noi
Madre: è colei che da
subito, fin da quando scopre di avere in grembo la vita, è disposta a
sacrificarsi per quell’amato “grappolino di cellule”, è colei che è capace di
esaltarsi di fronte alla cacca di suo figlio, in grado addirittura di trovarla
bellissima, è colei che ti consola quando piangi e ti solleva quando cadi, è
colei che ti lava e ti copre quando è freddo, è colei che ti nutre e ti
addormenta, è colei che vorrebbe poter soffrire al posto tuo invece di soffrire
al tuo fianco.
Padre: è colui che da
subito, fin da quando scopre di “aver fatto centro”, pensa a quali giochi
farete insieme, e stranamente nessuno gli sembra troppo pericoloso, è colui
incapace di pulire la cacca di suo fuglio, in grado addirittura, di farsi
venire i conati di vomito, è colui che quando piangi ti dice che sei “una
frittella” e quando cadi ti dice di rialzarti, è colui che si diverte a fare il
bagno con te e alla fine ti lava anche e ti scopre, perché per lui non è mai
abbastanza freddo, è colui che ti nutre dandoti di tutto e ti addormenta perché
così poi ci sarà la quiete, è colui che non vorrebbe mai doverti vedere
soffrire, ma se capitasse sarebbe sempre accanto a te.
Questi siamo noi Alice, ti
presento tua madre e tuo padre.
Stralci di famiglia
Mentre tu dormi io dopo
aver continuato la mia (impari) lotta ai peli di Heidi sparsi ovunque (sono milioni
di milioni contro una…), mi sono seduta al p.c. con un turbinio di idee e di
cose da dire che mi frullano per la testa.
Vorrei continuare a
scrivere e a raccontare i piccoli grandi progressi e le scoperte che fai ogni
giorno, ieri per esempio, dopo aver imparato a dare le testate (chissà mai chi
te lo può avere insegnato, vero papà?) e ad avvicinarti per le coccole (ehmm, sì
qui c’è lo zampino di mamma…), è stata la volta delle pernacchie. No, non
quelle fatte a bocca piena (di yogurt o pappa…), quelle le sapevi già fare da
tempo, mi riferisco a quelle a bocca vuota, con la lingua fra le labbra e gli
spruzzi che vanno ovunque…
Vorrei raccontare del
mio stupore, mentre giocavamo insieme, nel vedere che un dentino di sopra ha
tagliato la gengiva, ma non uno dei due centrali, troppo banale, quello più al
lato (?)… Guarda che e volevi travestirti da Dracula dovevi far nascere prima i
canini..
Vorrei descrivere un
momento della serata di ieri, quando papà indicandoti con lo sguardo
preoccupato, mi ha detto che avevi preso in mano, una “megola”… Io ho annuito,
senza naturalmente capire di cosa diavolo stesse parlando e poi ho dato una
rapida occhiata agli oggetti che avevi sparsi davanti, sul vassoio del
seggiolone, cercando di intuire e di tradurre il significato di “megola”:
biberon, librino smangiucchiato, limone ciucciato e… semi di limone… È stato in
quel preciso momento che ho notato che tu fra le dita avevi un seme di limone,
quindi, tenendo sempre sott’occhio la reazione di papà, con un gesto rapido e
deciso te l’ho tolto.
Poi ho commentato che
mi sembrava di essere in un film di “Aldo, Giovanni e Giacomo”, a far finta di
capire il significato di parole pronunciate in lingue incomprensibili…
Eh sì Alice, speriamo
che tu sia portata per le lingue, perché fra le parole in puro e perfetto dialetto
vicentino che dice papà, i miei scarsi tentativi in dialetto emiliano-romagnolo,
l’inglese delle canzoni di Bruce, e lo spagnolo che tanto ama mamma, se non ti
piacciono le lingue ti vedo messa male… ma proprio male…
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