venerdì 31 dicembre 2010

Dentro la favola

Un anno sta finendo, sono le sue ultime ore.
Dopo essere iniziato con ancora una ferita troppo fresca per festeggiare, si è concluso da favola! E dove si può vivere la vera favola se non ad Disneyland? Qui siamo davvero nel paese delle meraviglie, come Alice, ma per noi la meraviglia più grande, inutile dirlo, sei proprio tu la nostra Alice!

La pazienza delle mamme

Le mamme hanno pazienza.
Io non ho pazienza ma sono comunque tua mamma e spesso, devo ammettere, che ne ho molta di più di quella che ho sempre pensato di avere.
Tu sei una bimba buona, ma quando ti ci metti riesci ad essere veramente monella!
Quando di mattina, dalle 5 in avanti strilli e vuoi mangiare ogni ora, non solo ho pazienza, ma riesco addirittura a sorriderti estasiata mentre guardo la tua espressione soddisfatta che mangi, finalmente attaccata alla tanto anelata tetta.
Se questo non è amore…

Bonne année!

Grazie papà.
Per aver trasformato il sogno in realtà, per non aver mai smesso di crederci e per non aver mai smesso di dirmelo, per aver reso possibile tutto questo e per averci portate qui e regalato questa magnifica favola. Se i sogni son desideri, beh, papino li ha esauditi alla grande! Con questo pensiero chiudo il 2010 e apro il 2011, con una lacrima che solca il mio viso, ma per una volta è di gioia e non di dolore.
Grazie papà per aver scambiato il profondo dolore e il vuoto di quei primi giorni dell’anno, ormai lontani, con l’incredibile gioia di questi ultimi.
Grazie papà Ricky, ti amo.

giovedì 30 dicembre 2010

Sensazioni

Sensazioni, quelle che ti ritornano addosso all’improvviso, senza nessun motivo apparente, senza una ragione.
Sensazioni, quelle che in un battibaleno ti fanno fare un salto indietro nel tempo e riportano alla mente vecchi ricordi.
Sensazioni, tante, diverse, ma ben definite, quelle che ho provato oggi.
Sensazioni, le stesse che oggi mi hanno portata a pensare che avrei voluto fermare il tempo a questi momenti.

mercoledì 29 dicembre 2010

Parigi: dentro i cani fuori i bimbi!

Eccoci in albergo dopo una giornata passata a scorazzare su e giù per le strade di Parigi.
Credo di aver capito che girare per la “Ville lumière” con una carrozzina al seguito sia un’impresa molto più ardua che pensare di girare Parigi con un cane al guinzaglio.
La verità è che non avrei mai pensato di trovarmi in una condizione del genere.
Le barriere architettoniche e gli ostacoli sono spesso difficili da superare se non si è almeno in due adulti a gestire le difficoltà che si susseguono una dopo l’altra.
Nei ristoranti, quando chiedi se c’è posto e intravedono la carrozzina all’orizzonte, dopo una serie di sguardi perplessi, se ti lasciano entrare, vieni spesso relegato nell’angolo più angusto del locale. Inutile dire che trovare un bagno predisposto al cambio pannolini di un bambino è un’eventualità più unica che rara.
Con un cane invece, al contrario di quanto avviene in Italia, è tutto meno complicato di ciò che sembra. Sono i benvenuti ovunque, anche nei centri commerciali e spesso nei ristoranti, al loro ingresso, senza nemmeno richiederla, gli viene servita una ciotola di acqua fresca.

Prime volte

La notte scorsa hai avuto un po’ di raffreddore, devo avertelo attaccato io.
È stato il tuo primo raffreddore.
Mi piacerebbe pensare che sia l’ultima volta che ti ammalerai, ma sono certa che non potrà essere così.
Oggi a Parigi sei andata in metropolitana.
È stato la tua prima volta a Parigi e il tuo primo viaggio in metropolitana.
Mi piace pensare che tu da grande sarai una viaggiatrice e spero che questa sia solo il tuo primo viaggio in metropolitana, il primo di una lunga serie.

martedì 28 dicembre 2010

Una giornata intensa

Eccoci giunti in fondo a quella che, senza dubbio, è stata una giornata intensa. Siamo in albergo e, dopo aver cambiato tre stanze, finalmente ci siamo riusciti a sistemare in una camera sufficientemente grande per noi e soprattutto per te e per le tue cose.
Tu ora dormi, stremata da un giorno che per te è stato decisamente lungo e stressante.
Io sono piuttosto raffreddata ma contenta.

Villaggio di Natale

Siamo appena ripartiti da Annecy, bellissima cittadina che sembra uscita da una favola. Ha tutte le sembianze del nostro villaggio di Natale, con il laghetto, il castello, il campanile, i portici, e la neve a “condire” il tutto…

lunedì 27 dicembre 2010

Siamo ufficialmente in vacanza

Abbiamo raggiunto la prima meta della nostra vacanza. Siamo arrivati in Francia, ad Annecy un meraviglioso paesino che con la neve e le luci di Natale, sembra quasi finto.
Il viaggio è andato bene, tu sei stata buona ed ora dormi in carrozzina, mentre noi aspettiamo di cenare in un posticino molto particolare.
Io ho famona ma sono stanca e molto felice.

Pronti, partenza, via!

I bagagli sono pronti e mancano davvero poche ore alla partenza. La tua mamma Alice, ha dovuto aspettare 39 anni x andare a Parigi a vedere la torre Eiffel da lei ribattezzata "Pirolì" e tu à neanche 3 mesi stai per andarci. Sei una bimba fortunata e per quanto piccola sei anche decisamente parecchio ingombrante: le tue cose in macchina occupano molto più posto delle nostre! Ma noi abili viaggiatori con anni di esperienza sulle spalle siamo riusciti ad incastrare tutto anche meglio delle tessere di un puzzle della ravensburger. Quindi non mi resta che chiudere i problemi fuori dalla porta e dire: pronti, partenza, via!

domenica 26 dicembre 2010

Abbiamo fatto un capolavoro!

Tu dormi io mi sono affacciata alla tua culla per guardarti ed ho pensato: abbiamo fatto un capolavoro! Non mi sembra vero.
Tutto stasera non mi sembra vero. Sono immensamente felice: grazie a molly ed alla sua famiglia anche heidi passerà dei bei giorni mentre noi saremo in vacanza. Domani partiamo alla volta della francia: Parigi, Eurodisney, aspettaci stiamo arrivandooo... Ho tirato un bel sospiro di sollievo. Sapere che heidi in questi giorni sarà a casa della sua amica bionda e non in un posto che non conosce, mi rende estremamente felice e serena, proprio come sembri essere anche tu ora: pacifica nella tua culla.

Preparativi

Domani partiamo. Oggi ci sono mille cose da fare e mamma, da manuale, è ipertesa.
Senza contare che domani Heidi andrà in quel nuovo posto che le abbiamo trovato e mamma non è per niente tranquilla. Ma questo tu lo sai benissimo…
Sai cosa potresti fare Alice per evitare di peggiorare il mio stress? Fare la bravina…

sabato 25 dicembre 2010

Un regalo tutto per noi

Che bello Alice, oggi anche tu ci hai fatto il tuo regalo e proprio come dovrebbe essere, è stata una sorpresa. La tua prima risata! Non il solito sorriso, proprio una risata col sonoro, una di quelle alle quali nemmeno volendo si riesce a restare insensibili. Tu ridevi ed io con te. È stato meraviglioso! Speravo che capitasse oggi.
Grazie Alice e buon Natale anche a te.

venerdì 24 dicembre 2010

La tua prima notte di Natale

La tua prima notte di Natale.
La nostra prima notte di Natale di famiglia.
Faremo il cenone tutti insieme a casa, davanti al nostro albero e al nostro villaggio natalizio. Apriremo i regali e mangeremo cose buone.
Mancano poche ore e i preparativi fervono.
La mamma ha letto la letterina che hai scritto a babbo Natale, eccola qui:
“Caro babbo Natale,
mi chiamo Alice e sono una bimba davvero piccola, non ho ancora compiuto i tre mesi, infatti questo è il mio primo Natale. Dicono che sono una bimba abbastanza buona e per questo ho pensato di scriverti anche io la mia letterina per dirti ciò che vorrei.
Non ti chiedo un giocattolo ma mi piacerebbe ben altro: vorrei dei calzini nei piedi (papà me li toglie sempre…), vorrei che la mamma smettesse di vestirmi come se fossi il suo bambolotto, vorrei un bavaglino autopulente visto che rigurgito sempre, vorrei un pannolino sempre pulito e profumato, vorrei una tetta sempre piena di latte e sempre disponibile, vorrei un posto in prima fila sempre riservato a mio nome nel lettone in mezzo a papà e mamma e poi vorrei un sacco di coccole, a tutte le ore del giorno e della notte.
Io ti prometto che sarò ancora più buona e imparerò a fare tante cose in questo anno.
Ti aspetto, puoi entrare dalla finestra sul tetto ma attento che sotto dormono mamma e papà. Alice.

martedì 21 dicembre 2010

La notte porta consiglio?

Non posso essere una brava madre, una brava figlia, una brava compagna, una brava amica, una brava padrona. Non posso essere tutte queste cose contemporaneamente senza fare acqua da qualche parte.
Il problema nasce quando le falle si creano un po’ in tutti i settori e io riesco solo a correre a destra e a manca per tentare di mettere le toppe, senza però riuscire a risolvere la situazione.
Questo sto facendo da un po’ di tempo: annaspo rincorrendo le falle e rattoppando i buchi.
Se fosse per me probabilmente tu andresti in giro troppo coperta e non sarei di certo una brava madre, ma se lascio decidere tuo padre senza impormi, di nuovo non sarei una brava madre, perché lui ti porterebbe in giro di certo troppo scoperta.
Se vivo la mia vita come è giusto, automaticamente agli occhi di mia madre divento una figlia degenere, ma se voglio una possibilità di essere felice non ho altra scelta.
Se penso alla donna che sono stata in questo ultimo anno, mi rendo conto di non essere stata una brava compagna, di certo non quella che avrei voluto essere.
Se rifletto sui miei rapporti di amicizia capisco che forse avrei dovuto essere più presente nella vita di certe persone, ma non lo sono stata.
Se guardo il mio cane, capisco che avrebbe potuto avere una padrona migliore.
In ogni caso, sbaglio.
Non sono abituata ad accontentarmi di un risultato diverso da quello al quale ambisco ed io vorrei la perfezione.
Lo so, mi sono data un obiettivo irraggiungibile, ma io sono decisamente troppo distante da quello che vorrei essere.
Questo è il pensiero che mi ha tenuta sveglia fino ad ora e con il quale tenterò di riaddormentarmi, nella speranza che la notte e il sonno portino consiglio.

lunedì 20 dicembre 2010

Scelte

Essere genitori significa scegliere e decidere per la vita di un’altra persona.
Tuo padre ed io oggi abbiamo dovuto farlo per te.
La legge italiana prevede dei vaccini obbligatori e dei vaccini facoltativi.
La legge italiana prevede il primo ciclo di vaccinazioni entro i tre mesi di vita.
Oggi era il tuo turno.
Io ero dell’idea di rimandarli fra qualche mese e in ogni caso di fare solo quelli obbligatori.
Anche papà era della mia stessa idea ma entrambi abbiamo preferito sentire il parere della tua pediatra.
Io non ho cambiato idea.
Papà sì.
Oggi hai fatto il primo ciclo di vaccinazioni, obbligatorie e non…

Odiosi imprevisti

Sette giorni alla partenza.
Sette giorni a quella che è la nostra vera vacanza, dato che d’estate papà lavora e riusciamo a fare al massimo un week end ogni tanto.
Tutto pronto… e zacchete, ecco arrivare l’imprevisto guastafeste che ti manda in tilt!
La famiglia che di solito accoglie Heidi ha cambiato idea…
Trovare una valida alternativa in questo periodo dell’anno è praticamente un miracolo.

Giorno “de terror” notte “de amor”

Incredibile ma vero hai dormito tutta la notte! Pensavo di passare una notte da incubo, degna conclusione di una giornata come quella di ieri in cui eri stata piuttosto nervosa, e invece… tu sì che sai stupirmi! Grazie Alice, anche tu mi hai fatto il regalo di Natale!

domenica 19 dicembre 2010

Il tempo allontana ma non cancella

Ancora problemi di famiglia, ancora sterili discussioni che non portano a nulla.
Ancora la mia famiglia di origine, ancora tensioni, ancora i loro vani tentativi di imbrigliarmi in meccanismi malati e già fin troppo sperimentati.
Non posso essere il giocattolino nelle loro mani e neppure il pupazzo in quelle di mia sorella. Io non posso ritornare ad esserlo e non voglio nemmeno che sia tu a ricoprire questo ruolo che mi è appartenuto per molti anni.
Voglio risparmiarti ciò che io ho subìto.
Non voglio essere costretta a passare un Natale in compagnia di una sorella che smette e ricomincia a parlarmi senza nemmeno degnarsi di dare una spiegazioni.
Non voglio ricominciare ad essere la vittima dei suoi sbalzi di umore.
Non mi interessa riallacciare i rapporti con una persona così e non voglio neanche che una simile personalità instabile entri nella tua vita.
No, non ho perdonato e il tempo allontana ma non cancella.

sabato 18 dicembre 2010

Tu e Heidi

Ieri sera mentre tu dormivi ho approfittato del fatto che papà fosse già a casa e sono andata a fare una magnifica corsa con Heidi. Il parco era ricoperto da uno spesso manto nevoso e tutto era illuminato da una splendida luce. Ho corso come una ragazzina fino a cadere, esausta, stesa sulla neve fresca e candida. Heidi era impazzita di gioia, incredula forse del fatto che non ci fossi tu fra noi. Ti vuole bene ma è decisamente un po’ turbata dalla tua invadente presenza. Poverina, prova a capirla, prima eravamo sempre lei ed io, ora deve dividere tempo e attenzioni con te. Ma è solo questione di tempo, fra qualche mese giocherete insieme ed io sono certa che sarò d troppo!

venerdì 17 dicembre 2010

Evviva papà!

Papà sta tornando a casa, lo abbiamo appena chiamato e per la prima volta tu gli hai “parlato” al telefono. Hai snocciolato una serie di “gu” e “bu” come non mai.
Ora lo stiamo aspettando e tu sei in perfetto clima natalizio: pigiamino rosso “Santa helper” (aiutante di babbo Natale) con davanti la scritta “ho, ho, ho!”, bavaglino bianco bordato di rosso con un orsetto e la scritta “Il mio primo Natale”.
Fuori nevica, la cena è in forno insomma… manca solo lui!

Ritorno in cucina

Finalmente mi è tornata la voglia di cucinare ed oggi, dopo tempo immemorabile mi sono riavvicinata ai fornelli con il gusto di farlo!
Sono contenta temevo che dopo l’entusiasmo iniziale mi fosse passata la vena culinaria, e invece, eccola riaffiorare proprio in mezzo alla neve.
Per mia grande fortuna tu nel pomeriggio sei stata buonissima (stai dormendo già da un paio d’ore) e questo naturalmente mi è stato di grande aiuto.
Ora vedremo se i risultati sono meritevoli oppure no, in ogni caso sento il bisogno di dirti grazie Alice per avermi lasciato un paio d’ore di tranquillità e per avermi concesso il “lusso” di dedicarmi a un mio hobby.

Aria di vacanze!

Finalmente Alice si respira aria di vacanze… oggi è l’ultimo giorno di lavoro di papino e poi, dopo un anno lungo, difficile e complicato, arriva il meritato riposo!
Così per qualche settimana vi potrete spupazzare a vicenda senza dovervi accontentare dei ritagli di tempo. Sei contenta, lo so!
A proposito di voi due, si può sapere che avete combinato stamattina dalle sei e venti fino a quando anche io, dopo una notte “pesantuccia”, sono riuscita a riprendere conoscenza? Ho letteralmente perso i sensi e non ho memoria di quello che è successo accanto a me per tre quarti d’ora o un’ora… nemmeno quanto tempo è passato so…
Speriamo che queste vacanze mi aiutino a ritrovare un po’ di senno perché ultimamente mi rendo conto che davvero “sbacchetto”… Ma come perché Alice, l’altro giorno, ad esempio ho buttato via la brioche e conservato la carta… Per non parlare delle innumerevoli cose che perdo ogni giorno… praticamente è una continua caccia al tesoro nel vano tentativo di recuperare gli oggetti che una attimo prima erano lì, e un attimo dopo chissà dove… e chissà poi come ci sono arrivati…
Ho decisamente bisogno di staccare la spina, sei d’accordo anche tu?

giovedì 16 dicembre 2010

Un Natale innevatissimo!

Natale si avvicina e anche il clima sembra saperlo e quindi si sta preparando al meglio per rappresentarlo. Nevica ed è già tutto imbiancato. Guardando fuori dalla finestra sembra improvvisamente di essere rimbalzati dentro al nostro villaggio natalizio.
Il candido manto nevoso ammorbidisce tutti gli spigoli ed addolcisce le forme di ogni dettaglio sul quale si posa. Tutto assume una luce ed un aspetto diverso, decisamente più bello.
Un unico neo: devi sapere Alice che la mamma ha il terrore di guidare con la neve, e per considerarla “neve” basta un solo fiocco all’orizzonte.
Quindi con la neve si sta rigorosamente in casa, al massimo si va al parco a piedi a far giocare heidona…
Peccato solo che dovevo uscire per andare a comprare qualche regalo di Natale, per fare un po’ di spesa e qualche commissione…
Sì è vero, ho detto che il regalo più bello sei tu, ma mica posso donarti agli altri!

Se lo vuoi, non è mai troppo tardi!

Ieri sera sono andata a dormire pensando: domani è il 15 di dicembre.
Ieri sera sono andata a dormire pensando a quanto sarebbe stato diverso questo 15 di dicembre da quello dell’anno scorso.
Ieri sera, quando sono andata a dormire, verso mezzanotte e mezza, non mi ero resa conto che il 15 di dicembre era appena finito.
È stato papà stamattina a farmi notare che domani è venerdì 17 e che di conseguenza oggi è il 16 e non il 15 di dicembre…
Potrei dirti che è stata la neve a confondermi, a cambiare il panorama, a coprire tutto, anche i ricordi più brutti, ma non è così Alice e lo sappiamo tutti.
Sei stata tu a farci dimenticare uno dei giorni più difficili della nostra vita, tu, con la tua presenza, con i tuoi sorrisi, con le tue facce buffe, con i tuoi sguardi curiosi e con i tuoi “gu” che “ti spaccano in due” come dice giustamente papà.
È solo merito tuo se questo 15 di dicembre è passato senza che nemmeno me ne rendessi conto ed è grazie a te se questo Natale avrà un colore più brillante del solito.
Oggi è un giorno dopo il 15 di dicembre ma non è troppo tardi per notare la differenza e tu sei qui a ricordarmi che non è nemmeno mai troppo tardi per essere felice.

15 dicembre 2009 pensavo e scrivevo:
Non so da dove ripartire:
non posso tornare a “prima”,
non riesco a passare al “dopo”,
e non voglio restare ad “ora”…

Oggi penso e scrivo:
Non riesco più a fermarmi:
il “prima” non esiste più,
il “dopo” è ogni giorno più bello,
ed “ora” è come avrebbe dovuto essere da tempo.

Grazie Alice, grazie papà per non aver mai smesso di crederci e per aver reso possibile tutto questo.

mercoledì 15 dicembre 2010

Scusa, ma voglio essere felice

Buongiorno Alice,
questa mattina hai dormito sempre ed ora che sei sveglia, seduta sul tuo trono, vorrei fare un po’ di dialogo con te.
Vorrei dirti che averti qui, con noi, è una cosa meravigliosa e farò il possibile affinché i prossimi giorni di festa siano, per la nostra famiglia, indimenticabili.
Ti prometto che cercherò di tenere alla larga i drammi e i dolori che ci girano intorno, per una volta cercherò di pensare positivo e di apprezzare il bicchiere mezzo pieno, cercherò di essere ottimista e di non farmi sfiorare dal pessimismo cosmico nel quale ho vissuto la prima parte della mia vita.
Lo farò perché vorrei che tu avessi un imprinting diverso dal mio, perché mi piacerebbe che tu fossi una persona positiva e serena e soprattutto che tu non vivessi nella paura di ciò che può succedere ma che crescessi con la curiosità di scoprire quello che può succedere.
Lo farò per te ma anche per me e per la nostra famiglia.
Lo farò perché tu te lo meriti e noi tutti ce lo meritiamo.
Lo farò perché noi che abbiamo la possibilità di essere felici, abbiamo anche il dovere di esserlo pensando a chi non può per reali motivi.
Forse potrò sembrare egoista o apparire superficiale, ma a tutti quelli che criticheranno il mio atteggiamento posso solo dire: scusa, ma voglio essere felice!

martedì 14 dicembre 2010

La nostra pupazzina di neve

Stamattina siamo state a fare una passeggiata tu, Heidi ed io. Siamo tornate giusto in tempo perché neanche mezz’ora dopo è cominciata una tempesta di neve.
Sì ti assicuro Alice, tu dormi e non te ne rendi conto ma io non sto esagerando, è davvero una tempesta! Ci sono stati anche tuoni e lampi! E non accenna minimamente a diminuire. Ci sono già almeno tre dita di neve per terra, è tutto bianco.
Credo proprio che questo sarà un Natale in piena regola, con tanto di albero, di villaggio natalizio, di regali, di neve e a completare il quadretto noi abbiamo anche la nostra pupazzina di neve! Sono tanto felice Alice!

Aggiungi un posto a tavola...

Nottataccia e sono di pessimo umore. Quando non riesco a riposare tutto mi sembra più cupo. Papà se n’è accorto e voleva fare la spremuta di arance lui stamattina…
E tu? Non ti pare stanotte di avere esagerato? Non ti sei accorta che la mamma è distrutta? Non ti senti un po’ in colpa?
Non vale… quella faccia lì è appositamente studiata per farti perdonare… è un gioco scorretto il tuo, usi armi improprie e lo sai!
Va bene dai, ho deciso che manterrò un contegno e farò finta di non vedere che papà ti ha messo a tavola con noi stamattina…
Certo che ce l’hai un seggiolone ma a due mesi è davvero presto per starci seduta, così ieri sera la tua mamma furba ha messo una sedia fra la sua e quella di papà e poi ha appoggiato l’ovetto sulla sedia, stando ben attenta a bloccarlo vicino al tavolo.
Ecco ora hai il tuo posto a tavola!
E come cantava una vecchia canzone di Johnny Dorelli:
Aggiungi un posto a tavola/che ora c’è anche Gù/se sposti un po' la seggiola/sta comoda anche Gù,/gli ovetti a questo servono/a stare in mezzo a noi/sorridi al nuovo ospite/oppure sono guai/dividi il companatico/raddoppia l'allegria…
Anche se forse il testo non era esattamente così…
Buongiorno Gù e buona colazione con papà e mamma!

Facciamo dialogo?

No Alice… mi spiace deluderti ed informarti che la notte è fatta per dormire e non per fare dialogo. Capisco che tu abbia fame e voglia mangiare, capisco che tu poi debba fare il ruttone per digerire, capisco che tu debba fare caccona e voglia essere cambiata, capisco che lo strapazzo del cambio ti abbia provocato un rigurgitone e tu ora voglia un pigiamino e un body puliti… ma fra una cosa e l’altra è passata un’ora e adesso sarebbe il momento di dormire.
No Alice, lascia stare papà che deve dormire perché domani lui lavora. E non fissarlo così che poi si sente osservato e si sveglia. È inutile che cerchi di fare dialogo con lui a quest’ora della notte, è poco loquace anche di giorno, dovresti averlo capito ormai!
No Alice, non fare il “pippio”, non ti sei accorta che papà sta dormendo? Non senti che russa? Anche se alzi il tono della voce non serve, tanto non ti sente: è in piena fase rem!
No Alice è inutile che mi guardi con aria furbetta, che mi fai i sorrisoni e mi dici “gu”, tanto non mi convinci a risponderti.
Come dici? Ah, sì, “gu” anche a te tesoro ma ora dormiamo però.
Adesso siamo addirittura al “buuu”?
Altro che dormire, tu hai proprio voglia di fare dialogo…

lunedì 13 dicembre 2010

Dov'è finito il mercurio?

La tecnologia non è il mio forte, se avevo dei dubbi ora non ne ho più.
I cari, vecchi, termometri al mercurio sono stati banditi dalla comunità economica europea e sostituiti da quelli elettronici, decisamente più moderni e più facili (?).
Così almeno dovrebbe essere…
Noi per te abbiamo comprato un meraviglioso termometro digitale che in pochissimi secondi misura la temperatura, semplicemente appoggiandolo alla fronte o dentro l’orecchio. Questo in teoria.
In pratica succede che l’oggetto in questione (che presto volerà fuori dalla finestra…) una volta dice che hai 38 e 2 e una volta dice che hai 34 e 3… In nessuno dei caso mi sembra di poter stare tranquilla, a meno che io non debba fare la media fra i due risultati…
Abbiamo provato anche a misurare la mia temperatura e quella di papà, ma il risultato non migliora, anche qui abbiamo sbalzi di 4 o 5 gradi… Quindi o siamo tutti in preda ad improvvise ondate di calore seguite da repentini cali oppure c’è qualcosa che non va.
La domanda nasce spontanea: che faccio? Abbandono la tecnologia, gioco questi numeri al lotto e vado a cercare un caro, vecchio ma tanto preciso termometro al mercurio?

Prime ansie

Hai la diarrea.
Mi sento e sono inesperta, una mamma primipara (attempata…) in preda al panico.
È solo cacca ma io sono preoccupata. Ti ho vista contorcerti per il male, piangere disperata e non riuscivo a consolarti, non sapevo cosa fare. Che brutta sensazione!
Naturalmente tu hai cominciato a stare male di sabato sera, giusto quando la pediatra è irreperibile ed hai continuato a stare male di domenica, quando la pediatra continua ad essere irreperibile…
Oggi però è lunedì ed io ho prontamente telefonato alla pediatra per chiederle cosa dovevo o potevo fare.
Mi è stato risposto che i neonati fanno tanta cacca ed è sempre gialla con i grumi. Inutile tentare di farle notare che tu non hai mai fatto tanto cacca e non hai nemmeno mai fatto tanti pianti per farla…
Mi è stato detto che in giro c’è il virus così non capisco più se è normale che tu faccia tanta cacca o se è il virus che provoca questi effetti…
Ma ogni tentativo di spiegarle che c’è qualcosa che non va, che per me è evidente dato sei mia figlia e ho la presunzione di conoscerti un pochino dato che abbiamo passato insieme ogni singolo istante degli ultimi due mesi (tranne le due ore in cui sei stata a casa di Molly…), è totalmente inutile perché per la pediatra è tutto assolutamente normale.
Riaggancio il telefono piuttosto sconfortata e spero che tu stia sempre bene perché certe risposte mi lasciano davvero molto perplessa…

1, 2, 3, non va più!

Stamattina approfittando di un attimo di tregua in cui tu, beatamente dormivi, ho deciso di archiviare le cose che ormai non ti vanno più.
Che effetto strano mettere via le tue tutine e i tuoi pigiamini… piccoli oggetti che parlano di te. Ogni cosa mi ricorda uno dei tuoi primi attimi di vita e mi sembra di rivederla addosso a te. È passato poco tempo, poco più di due mesi, e sembra incredibile dover mettere via tante cose, ma tu sei già cresciuta tanto.
È un po’ triste pensare che il tempo è volato via veloce, non tanto per le tutine che non vanno più, ma per i momenti vissuti insieme che sono scappati troppo in fretta
Per fortuna sono stampati nella mia mente e nei miei occhi e il tempo non riuscirà a cancellare i ricordi. Papà aggiungerebbe anche che le centinaia di foto che ti ho fatto… sicuramente aiutano…

domenica 12 dicembre 2010

Piante e alberi di casa

La mamma non ha il pollice verde, tutt’altro! Direi piuttosto che il mio pollice può definirsi secco o marcio a seconda delle occasioni, ma in nessun caso si tratta di un pollice verde e rigoglioso. L’unica pianta che riesce a sopravvivermi dignitosamente è l’albero di Natale, rigorosamente finto naturalmente!
Oggi abbiamo fatto il nostro primo albero di Natale di famiglia: papà l’ha preso dal garage, montato e addobbato con le luci, io mi sono dedicata agli addobbi mentre tu nel frattempo come una principessa assistevi, seduta sul tuo trono (n.d.r. la sdraietta che ti ha regalato zia Yle), cullata dalla musichina e dalle vibrazioni.
Mi sono immaginata quando il prossimo anno mi darai una mano a decorare l’albero, forse togliendo ciò che io ho appena messo…
A questo proposito devi sapere Alice che il nostro albero di famiglia ha decorazioni solo con orsetti. Se lo guardi attentamente non troverai un solo addobbo che non sia tematizzato in questo senso. Ho già pensato che il prossimo anno eviteremo di utilizzare le decorazioni fragili e useremo solo gli orsetti di peluche, di panno e di stoffa, così tu sarai libera di avvicinanti al tuo albero di Natale senza fare danni e soprattutto senza farti male.
Sai cosa penso Alice? Che questi “Natali” di famiglia siano davvero bellissimi, con o senza orsetti, l’importante è che ci sia tu!

giovedì 9 dicembre 2010

Dal bianco e dal nero nasce il grigio

Abbiamo deciso di regalarci un paio di giorni di relax in famiglia, ed approfittando di questo lungo ponte di dicembre, siamo venuti in montagna. Unica grande assente Heidi, un po’ per problemi logistici e un po’ per evitarle inutili strapazzi, però mi manca…
Ora siamo pronti per andare a cena e casualmente ho notato che papà indossa una maglia nera mentre io al contrario ho una felpa bianca. E tu? Tu sei l’unione del bianco e del nero e per rispettare alla lettera le regole dei colori, sei vestita di grigio, che fra le altre cose è anche uno dei colori che più ti valorizza.
Stasera sei ancora più bella, se questo è possibile!

martedì 7 dicembre 2010

Primo Natale insieme

Quanto tempo passato a desiderarti prima e ad aspettarti poi, quante ore trascorse ad immaginare il tuo volto, le tue manine, a chiederci come sarebbe stato il tuo carattere, a pensare a come sarebbe stata la vita in tre.
Ed ora finalmente sei qui.
Com’era prima non conta più, nemmeno ce lo ricordiamo.
Ora non abbiamo più bisogno di immaginarti scrutando un’ecografia, ora possiamo vedere il tuo volto, accarezzare le tue manine, sentire il profumo della tua morbida pelle. Ora dai tuoi atteggiamenti, possiamo intuire il tuo caratter… ino (ricorda Alice quando si dice caratterino si sottintende caratteraccio…) e poco importa se tu lo abbia ereditato da papà o da mamma: in ogni caso già sappiamo che non sarai una bimba di “facile” gestione e i tuoi urli forti e decisi, non fanno altro che confermare i nostri sospetti.
Ora che ci sei il desiderio, la speranza e il sogno si sono materializzati, trasformandosi in realtà e regalandoci quello che sarà uno dei Natali più belli della nostra vita.
Quello che sta per arrivare sarà il nostro primo Natale insieme.
Sappi che senza nessun dubbio per papà e mamma tu sei il più bel regalo di Natale, l’unico che avremmo voluto fare e ricevere, l’unico che davvero conti.
Non importa se tu sei troppo piccola per ricordare questo tuo primo Natale, sappi che per i tuoi genitori invece resterà per sempre indimenticabile.

Panni

Sono letteralmente sommersa dai panni, ce ne sono per tutti i gusti:
quelli sporchi da lavare,
quelli lavati da stendere,
quelli stesi da raccogliere,
quelli raccolti da piegare,
quelli piegati da stirare,
quelli stirati da archiviare
e poi ci sono quelli più preoccupanti, sparsi in giro perla casa in attesa di trovare una migliore destinazione…
Le cataste di quelli sporchi sono variegate e rigidamente suddivise a seconda del soggetto e dell’oggetto. C’è la catasta:
di teli di Heidi,
di tutine, asciugamani e lenzuola di Alice,
di vestiti taglia adulta, rigorosamente scuri,
di vestiti taglia adulta, rigorosamente chiari,
di lenzuola e biancheria per la casa.
La domanda sorge spontanea: come mai una neonata di appena cinque kili riesce ad influire così tanto sui bucati di una casa?
La risposta è piuttosto articolata ma comunque semplice.
Se la neonata in questione fa parte della categoria “rigurgitona”, come la nostra, spargerà senza alcun ritegno i suoi vomitini lattosi e acidosi ovunque, dai vestiti della mamma a quelli del papà, dal divano al copriletto…
Assolutamente vano il tentativo di proteggersi con piccoli teli e altrettanto inutile cercare di coprire il divano con asciugamani formato gigante.
Il vomitino del neonato deve avere un radar ed evita abilmente tutto ciò che serve a coprire e ricoprire, per arrivare direttamente al nocciolo della questione.
Ecco così apparire puzzolentissime macchie bianche ovunque…
Ecco così la moltiplicazione delle cataste di panni…
Ecco così spiegato come può una neonata di appena cinque kili incidere sui bucati di una casa, che pertanto assume rapidamente le sembianze di una lavanderia industriale…

Assurda giornata

Oggi ho esordito ancora prima delle otto di mattina dicendo che mi sento “borderline”.
Nel dizionario questa parola viene spiegata con la definizione “al limite fra normalità e patologia”. Dopo questa presa di coscienza mi rendo conto che quella odierna si preannuncia essere un’assurda giornata in cui ho un sacco di cose da fare e contemporaneamente un sacco di voglia di non fare niente…

lunedì 6 dicembre 2010

"Gu"

Ehi tu che in questo fine settimana sei stata ufficialmente ribattezzata “Gu” che è la tua parola preferita per esprimere la tua felicità, volevo dirti che la notte sarebbe fatta per dormire e non per mangiare anche perché, tu non sei deperita e sinceramente potresti cominciare a rinunciare ai vari spuntini notturni…
Volevo anche dirti che in queste lunghe notti passate insieme, mentre tu famelica ti nutri, io sono arrivata alla conclusione che ho irrimediabilmente perso l’obiettività. Ti guardo e sono assolutamente certa che non esista al mondo un’altra bambina bella come te, che non ce ne sia una con la tua simpatia travolgente, che nessun altra sia in grado di fare le tue facce buffe e che tu sia assolutamente unica, ineguagliabile e insuperabile. Solo tu riesci a quest’ora della notte a tenermi sveglia e addirittura mi scopro a sorriderti quando invece di dormire spalanchi gli occhioni, allunghi la bocca e ti prepari a dire “gu” prima di sorridere anche tu.
Certe volte penso al fatto che forse non dovrei cullarti fra le mie braccia, ma dovrei adottare uno stile più rigido, stile “signorina Rottermaier” e dovrei lasciarti nella culla per non darti troppi vizi. Ma poi, penso anche tenerti così è impagabile, anche a quest’ora della notte e mi domando se davvero preferirei una bambina perfetta, senza vizi, che non piange, che si auto consola senza chiamare papà e mamma e che non ha bisogno di sentirsi protetta, coccolata e amata da un nostro abbraccio.
E mi rispondo senza esitazioni che voglio te, così come sei, con la tua fame notturna, con la tua voglia di contatto fisico e con i tuoi meravigliosi “gu”.
E allora, all’grido di “guuu” per tutta la vita, ti auguro una buona notte.
Ora dormi però!

sabato 4 dicembre 2010

Sguardo imbarazzante

Per oltre un’ora ho percepito chiaramente il tuo sguardo attento, immobile e profondo che mi scrutava senza sosta.
È stato difficile reggere quegli occhi penetranti e vivaci che, nella semi oscurità della stanza, non smettevano di fissarmi incuriositi.
Mi sono chiesta che cosa stessi pensando, che cosa stessi realmente cercando di capire ed ho provato una sensazione di reale imbarazzo, lo ammetto…

venerdì 3 dicembre 2010

Tempo di bilanci

Solitamente è tuo padre quello dei bilanci, anche se i suoi sono fatti principalmente di numeri, ma ora tocca a me e la fine dell’anno è un periodo che sembra fatto apposta per riflettere e trarre conclusioni, ed io non posso certo esimermi.
Quello che si sta concludendo è stato per me un anno che non definirei impegnativo, sarebbe riduttivo, ma certamente è stato un anno decisivo, importante, fondamentale e indubbiamente, particolarmente complicato, pieno di sfaccettature.
In questo anno sono finalmente diventata mamma, realizzando un grande sogno.
In un certo senso ho anche un po’ smesso di essere figlia, o perlomeno ho smesso di essere la figlia che la mia famiglia voleva che fossi e che sono sempre stata.
Non è la prima volta che mi trovo a vivere un anno così. C’è stato un periodo della mia vita in cui a seguito di un momento di grossa difficoltà, ho scritto queste parole: “É stato un anno che, da solo, mi ha segnato ed insegnato molto, certamente più di tutti gli altri messi insieme. E’ stato un anno di riflessione, ricco di decisioni, denso di cambiamenti, un anno che sicuramente, resterà scolpito dentro di me, per molti anni a venire. É stato l’anno delle fini ed anche degli inizi, delle scelte combattute e complicate ed indubbiamente, di una grande crescita interiore. E’ stato un anno intenso, che mi è quasi sembrato più lungo ed è stato vissuto profondamente, attimo per attimo, giorno dopo giorno, come se fosse il primo, e forse anche l’ultimo. In un certo senso, credo che sia stato entrambe le cose: il primo anno di una nuova vita ancora tutta da scoprire, tutta da iniziare a vivere, ma anche l’ultimo di una vita già vissuta”.
Ecco, queste parole oggi tornano ad essere più che mai all’ordine del giorno e possono benissimo rappresentare il bilancio dell’anno che si sta concludendo.
N.B. Da notare l’incredibile abilità della tua mamma che pur di non fare un nuovo bilancio (te l’ho detto non fanno per me), ha “riciclato” quello di qualche anno fa…

giovedì 2 dicembre 2010

Le mie cucciole

Una è decisamente pelosa, l’altra incredibilmente pelata…
Una di notte dorme, non mangia, russa e vomita, l’altra di notte non dorme, mangia, caga e rigurgita… (scegliete voi cosa è meno peggio)…
Una gioca a palla, l’altra comincia ad assomigliare ad una palla e per ora, non gioca…
Entrambe ringhiano (sì, lo giuro, anche quella pelata…), entrambe mi lasciano fare monologhi senza intervenire mai, ma ciò che è peggio è che entrambe sfuggono alle mie coccole…

Se tu fossi

È l’alba di un nuovo giorno, stanotte siamo sole tu ed io, ho appena finito di allattarti e adesso, dopo un’ora passata sveglia a guardarti, mi è stranamente tornato in mente il gioco del “se io fossi” che facevo da bambina così, mentre cerco di riaddormentarmi, ho pensato di inventare il gioco del “se tu fossi…”
Se tu fossi:
un cibo: saresti qualcosa di piccante, dal gusto forte, deciso e vivace, ma anche morbido e fragrante come il pane appena sfornato;
un indumento: saresti i guanti d’inverno e le infradito d’estate, ovvero l’immancabile dettaglio che fa sempre la differenza;
una parte del corpo: saresti una che non c’è: le ali, per non avere limiti e per volare sempre in alto nel cielo, libera e felice;
un film: saresti “Pretty Woman”, dove il sogno si trasforma in realtà;
un libro: ovviamente saresti la favola di “Alice nel paese delle meraviglie”;
una musica: saresti senza dubbio la ninna nanna di Brahms… che ascolti da sempre, ancora prima di nascere e che ti accompagna mentre ti addormenti;
un cantautore: non potresti essere nient’altro che “the boss”, anche perché se tu non fossi Bruce Springsteen, credo proprio che rischieresti di essere ripudiata da papà…
una stagione: saresti la primavera quando la natura si risveglia e la vita torna a sbocciare;
un fiore: credo che potresti essere un giglio, che rappresenta la purezza, ma anche una rosa, con le sue spine o un’orchidea, bella e complicata, anche se a volte non si può negare la tua somiglianza con una pianta carnivora;
un viaggio: saresti unico, indimenticabile ed intenso come il giro del mondo
un colore: naturalmente saresti il più femminile di tutti, il rosa;
un materiale: saresti la gomma, malleabile e morbida ma anche resistente e praticamente indistruttibile;
una città: saresti una grande metropoli, come Parigi, la patria dell’amore e del romanticismo, o Londra, sempre controcorrente e fuori dagli schemi o Madrid, instancabile e senza sosta o ancora New York, al passo con i tempi e dove puoi trovare tutto ciò che hai immaginato di volere;
un animale: come ti ho già detto saresti un piccolo zoo, una ranocchia quando ti accucci, una scoiattolina quando mi guardi con gli occhi furbi, una coniglietta quando teneramente dormi, una gabbianella quando fai i tuoi urletti, una scimmietta, quando ti arrampichi su di me, un’anguillina quando sfuggi ai miei bacetti, un’orsetta, quando ti metto la cuffietta con le orecchie, una porcellina, quando fai la caccona… ma se tu fossi un geco, allora io vorrei essere il muro a cui tu ti aggrappi.

mercoledì 1 dicembre 2010

W le donne!

Prime giornate di dicembre in rosa!
In questa casa nei prossimi giorni sono previsti solo incontri al femminile.
Siamo rimaste sole noi tre donne di casa: tu, io e Heidi.
Stasera verrà a trovarci zia Yle, domani un’altra amica della mamma e venerdì uscita con zia Jacky. Donne tutte donne, sempre donne!
Fra donne discutiamo, chiacchieriamo, piangiamo e ci arrabbiamo, ma in fondo ci capiamo. Abbiamo un modo di vedere le cose e di rapportarci con la vita decisamente diverso da quello maschile.
Non so se dipenda da quella piccola gambetta in più che c’è fra una “X” e una “Y” ma è piuttosto evidente che maschietti e femminucce “funzionano” in maniera differente.
Difficile a volte capirsi, lo imparerai anche tu un giorno Alice e rileggendo queste righe capirai il senso delle mie parole che oggi, probabilmente, ti sembrano assurde e incomprensibili. Per forza, alla tua tenera età sembrate tutti uguali: maschi e femmine si riconoscono solo per il colore delle tutine…

martedì 30 novembre 2010

È solo per te

È solo per te che la casa si è riempita in ogni angolo di ingombranti oggetti che prima del tuo arrivo, nemmeno sforzando l’immaginazione, avrei saputo dove mettere…
È solo per te che papà ed io non sappiamo più cosa voglia dire dormire una notte intera, senza interruzioni…
È solo per te che la lavatrice va praticamente quasi tutti i giorni e gli stendibiancheria non bastano mai…
È solo per te che se ho in programma di uscire, cambio subito idea, pensando alle fatiche che devo affrontare per spostare quello che ormai ho ribattezzato il “monolite…
È solo per te che quando esco per fare shopping non riesco mai a tornare a casa con le mani vuote, ma non ho mai qualcosa per me…
È solo per te che in macchina il posto accanto al guidatore non è mai utilizzabile, in quanto è perennemente occupato da un meraviglioso “ovetto” rosso…
È solo per te che mi ritrovo a fare versi strani e vocine idiote ed è sempre solo per te che ho scoperto che anche papà è ridotto così…
È solo per te che canto assurde canzoncine inventando testi senza senso e noiose melodie, che farebbero addormentare anche una pianta…
È solo per te che ho sempre le tette all’aria e non mi accorgo nemmeno più se apro la porta al postino col reggiseno o senza…
È solo per te che riesco a restare in perfetto equilibrio anche solo su un piede, perché spesso l’altro è impegnato a smuovere la tua carrozzina…
È solo per te che sto imparando a fare tutto con una solo braccio, perché molte volte sull’altro ci sei placidamente “appollaiata” tu…
È solo per te che ho rinunciato a bere il latte e che riesco a mangiare pastina in brodo quasi ogni giorno…
Riflettendo mi rendo conto che è proprio vero quando si dice che un neonato, per quanto piccolo, ti cambi la vita.
Ma riflettendo capisco anche che è solo per te che non sono pentita di nulla, che rifarei tutto una, dieci, cento, mille volte pur di averti qui.
Sei bellissima amore mio, ogni giorno di più!

Notte di cacca

Quella che si è appena conclusa è la tipica “notte di cacca”. No, non in senso figurato. Non è andata peggio di quella che l’hanno preceduta. Intendevo nel vero senso della parola! Tu hai fatto un mare di cacca ed io, invece di dormire, ho passato la maggior parte del tempo a lavarti e cambiarti il pannolino.
Tuo padre quando stamattina ha saputo le tue prodezze, fiero ha gonfiato il petto e ha detto: “evidentemente ha preso da me, è una notturna!”.
Ed io ho subito commentato: “ottimo, se è così di notte il pannolino puoi cambiarglielo tu, perché io, al contrario, sono assolutamente una “diurna”…

lunedì 29 novembre 2010

Che c'è?

Ho una strana sensazione di malessere che mi disturba già da qualche giorno.
Un malessere del quale riesco solo a percepire parzialmente le cause, ma come altre volte mi è capitato, ho la percezione che ci sia qualcosa che mi sfugge, qualcosa che non ho ancora messo a fuoco ma che comunque, sebbene latente, c’è.
Non ho voglia di uscire, gli addobbi di Natale sono solo un’ulteriore preoccupazione, non mi va nemmeno di chiacchierare al telefono con le amiche.
Tutto mi stressa e mi infastidisce.
Sono e mi sento apatica.
Forse è solo la stanchezza accumulata, o le nuove responsabilità alle quali mi devo ancora abituare, o i nuovi equilibri che ancora si devono stabilizzare.
Ieri papà parlando con te ha detto che non riusciva più a capire la tua mamma… beh Alice, la verità è che nemmeno io riesco a capirmi.

Una nuova settimana

Eccoci all’inizio di una nuova settimana.
Quella che è appena finita si è conclusa all’insegna del maltempo e del mal di testa.
Quella che è appena iniziata, già da subito si è prospettata piuttosto impegnativa.
Una settimana in cui ho già dovuto prendere una decisione importante che ti riguarda e in cui forse avrò una risposta importante che riguarda mia madre.
Una settimana in cui tu ed io passeremo tre giorni da sole senza papino a darci sollievo.
Una settimana che è appena iniziata ma che io vorrei già sapere come andrà a finire…
Lo so che te ne sei accorta Alice, non ho bisogno di dirtelo e di spiegarti le cose, sei una bambina molto perspicace tu.
Non sono al massimo della forma ma sappi che non è per colpa tua, almeno non solo. Certo la mancanza di sonno non aiuta a sentirsi meglio, ma credo tutto sommato di aver cominciato anche ad abituarmi a questo tour de force notturno. Non è questo che mi disturba così profondamente.
Sono i pensieri: la testa che gira e non riesce a fermarsi.
Le domande che si alternano generando nuove domande e nuove risposte, ogni volta diverse.
Intorno a te un sacco di cose stanno capitando ed è bello guardarti mentre tu, ignara di tutto, dormi beata e sorridi, con le braccia in alto e i pugnetti chiusi.
Sii buona questa settimana Alice, ne ho bisogno.

domenica 28 novembre 2010

Ciò che non conoscerai mai

Oggi riflettevamo con tuo padre e pensavamo a tutte le cose che per te saranno solo un racconto degli adulti.
Non conoscerai mai le banconote da mille lire, i dischi in vinile, il muro di Berlino, l’inter-rail, le videocassette, la televisione in bianco e nero.
Non saprai mai com’è la vita senza cellulari, senza internet, senza le macchine fotografiche digitali, senza i forni a microonde e senza i voli low cost.
Chissà quante cose ancora cambieranno e scompariranno prima che tu sia grande.
In ogni caso spero che nella vita tu riesca ad apprezzare oltre al progresso e alla tecnologia anche le cose semplici come una passeggiata in riva al mare d’inverno e il tramonto in una sera d’estate.
Ma fra tutte c’è una cosa che più delle altre vorrei che tu non dovessi mai conoscere: la violenza.

Notte "de terror"

È stata la notte peggiore da quando sei nata ma non per colpa tua.
Già ieri mattina mi ero svegliata col mal di testa e la situazione è andata peggiorando durante tutta la giornata fino a raggiungere l’apice ieri sera.
I tuoi strilli stanotte mi arrivavano direttamente al cervello, ogni volta mi sembrava di impazzire. Per fortuna che c’era papino a prendersi cura di te.
Sai Alice, non so come tu ci sia riuscita ma l’hai proprio fatto innamorare il tuo papà. Sembra vittima di una stregoneria! Sei una bimba davvero molto fortunata!

sabato 27 novembre 2010

Conoscerti e riconoscerti

Finalmente comincio a conoscerti e riconoscerti.
Conosco e riconosco l’espressione che fai quando hai sonno, conosco alcuni modi per calmarti, riconosco il tuo pianto di dolore.
Alla soglia del tuo secondo “compimese” inizio a percepire che per te la mia presenza è diversa da quella delle altre donne. Non siamo intercambiabili.
Era ora!

venerdì 26 novembre 2010

Un sorriso per papà

Papà è tornato da pochi minuti e tu, non appena con lo sguardo hai incrociato i suoi occhi, ti sei illuminata come una lampadina e gli hai subito regalato un esclusivo e meraviglioso sorriso.
Ti è mancato, ne sono sicura.
Forse non hai la cognizione del tempo, non sai che sei stata più di trentasei ore senza vederlo,ma di certo hai percepito la sua assenza, forse perché nessuno ti ha “spapuzzato” i piedini come fa lui.
Lo so, lo capisco.
Anche a me manca sempre tanto quando non c’è.

giovedì 25 novembre 2010

Non più solo figlia...

Di fronte al materializzarsi dei miei timori più profondi, prima sono rimasta apparentemente insensibile, paralizzata da quelle parole che mi arrivavano veloci in faccia come una folata di vento gelido. Sono riuscita incredibilmente a rimanere sul piano razionale, apparentemente insensibile, incredula di fronte a quel susseguirsi di termini incomprensibili e allo stesso tempo dal suono spaventoso.
Poi ho improvvisamente cominciato a realizzare, a comprendere il reale significato che può celarsi dietro a quei paroloni difficili e in pochi secondi ho sentito un nodo allo stomaco, ho avuto un’improvvisa voglia di piangere e ho faticato a respirare.
Ho provato l’irrefrenabile desiderio di lasciarmi andare, di abbandonarmi fino in fondo alle paure e alle ansie ma… ma tu distesa nella tua carrozzina, mi hai guardata con un’espressione ingenua e innocente, hai accennato un timido sorriso e poi con i tuoi languidi occhioni blu mi hai fatto capire che avevi bisogno di me.
È stato subito chiaro che questa volta non potevo farlo.
Non potevo fasciarmi la testa prima del tempo come sono sempre stata abituata a fare, perché così mi hanno insegnato, non potevo tuffarmi nella mia angoscia e continuare a vedere sempre e solo il bicchiere mezzo vuoto.
È vero, mia madre, tua nonna, deve fare degli accertamenti, accertamenti che fanno paura e che potrebbero anche essere il presagio di qualcosa di brutto.
Ma è il condizionale che fa la differenza.
E poi io ora non sono più solo figlia, ora sono anche madre e ho dei doveri nei tuoi confronti prima che con ogni altra persona.
Tu hai bisogno e diritto di avere una mamma e una vita tranquilla e serena.
Te lo devo e per questo devo essere forte e devo credere che potrebbe anche essere un falso allarme.
Speriamo.

Tu ed io

Papà è appena andato via, tornerà solo domani sera.
Da adesso e per le prossime ore saremo sole tu ed io.
Passeremo la nostra prima notte insieme da sole, la nostra “prima volta”.
Stanotte non ci sarà papà a calmarti quando il tuo pianto diventerà inconsolabile, non potrai stenderti a pelle d’orso su di lui nel tentativo di rilassarti, non ci sarà lui a coccolarti quando io non saprò davvero più cosa fare: ti dovrò bastare io.
I miei tentativi di rasserenarti saranno gli unici a farti compagnia stanotte.
So che ti mancherà, anzi, vi mancherete, non ho dubbi, il vostro feeling è evidente.
Sai una cosa Alice, il rapporto che hai con papà è una cosa che mi rende immensamente felice: siete belli insieme, siete esattamente come avrei voluto che foste.
Facciamo così, stanotte, se vuoi, ti faccio dormire dalla sua parte di letto, così sentirai il suo odore e sarà u modo per sentirlo più vicino.
Stai tranquilla, domani sera quando tornerà a casa sono sicura che anche lui avrà un’irresistibile voglia di coccolarti e gli sarai “mancatissima”, come dice sempre lui…

mercoledì 24 novembre 2010

Shopping di Natale

Oggi pomeriggio, approfittando della necessità di fare la spesa, ho deciso di cominciare il tour dello “shopping natalizio”!
Di solito in quest’epoca dell’anno io ero già piuttosto avanti con i lavori, ma questo è stato un anno un po’ anomalo e sono in netto ritardo sulla mia usuale tabella di marcia, ma non importa, visto che mancando giusto un mese esatto alla vigilia, sono comunque in tempo utile.
Mi è sempre piaciuto uscire a comprare i regali e dedicarmi agli addobbi natalizi.
Ma quest’anno è un compito arduo da portare a termine ed è, senza ombra di dubbio, estremamente faticoso.
Per riuscire ad occuparmi dei preparativi per l’imminente tuo primo Natale e per renderlo indimenticabile, (per noi perché tu sei decisamente troppo piccola per renderti conto e per ricordare ciò che ti succede intorno…) avrei bisogno di tempo, energia e mani libere, ma non ho nulla di tutto ciò.
Ho scoperto oggi, con mio vivo rammarico e con profondo disappunto che tu sei una vera e propria “sabotatrice dello shopping”. Non appena entravo in un negozio tu cominciavi a strillare con tutta la voce di cui sei stata dotata… attirando gli sguardi e le attenzioni di tutti quelli che si trovavano nel tuo raggio di azione. Inutili i miei tentativi di consolarti e di calmarti, non ne volevi davvero sapere… Appena messo un piede e una ruota della carrozzina fuori dal negozio… ecco magicamente tornare la quiete…
La scena si è ripetuta in ogni negozio in cui ho tentato di entrare…
Capisci bene Alice che riuscire a fare acquisti e soprattutto godere di un momento simile con te che rompi le… i timpani… diventa assolutamente impossibile!
Per fortuna che la mia rapidità e le idee chiare mi hanno consentito di comprare almeno un paio di indumenti per te in perfetto stile “Merry Christmas”, elementi fondamentali che non potevano in nessun caso mancare nel tuo guardaroba natalizio e che serviranno anche sul set fotografico al quale, tuo malgrado, dovrai partecipare nei prossimi giorni come unica protagonista per immortalare il nostro primo Natale di famiglia…

P.S.
Fra le difficoltà di fare shopping non si possono dimenticare le innegabili complicazioni che comporta l’uscita con un neonato in carrozzina: monta, smonta, copri, scopri, sgancia, riaggancia, alza, abbassa, stacca, attacca, chiudi, apri… un’odissea senza fine, ideata dalla mente malefica di chi progetta e studia carrozzine, passeggini, ovetti e quant’altro sia necessario per garantire uno spostamento sicuro e protetto del neonato.
Chi lo fa, probabilmente non si rende conto che nella maggior parte dei casi, la persona che si trova a dover compiere tutte queste azioni ha appena partorito, e non è fisicamente nel suo massimo della forma…
Che incredibile fatica!

“Puzzette”

Carissima Alice,
dopo una giornata pesantina come quella di ieri, ed una che purtroppo non sembra godere di una prospettiva migliore, volevo dirti alcune cosette…
Ora, io capisco che fare le “puzzette” non sia il massimo della vita… e capisco anche che per il tuo pancino piccolo piccolo siano un po’ fastidiose, ma se tutti quelli che fanno “puzzette” piangessero ogni volta il mondo sarebbe sommerso dalle lacrime!!!
Prova a godere del fatto che gli altri le subiscono passivamente e inconsapevolmente. Prova ad apprezzare le tue incredibili abilità nel farle e magari riuscirai a compiacerti del lato positivo delle “puzzette” e così non sentirai la necessità di strillare, anzi, potresti addirittura pensare di sostituire il pianto con una bella risata!
…e noi potremmo riappropriarci del diritto di dormire più di due ore di seguito…

Il pancione che non c'è più

In questi ultimi giorni ho avuto nostalgia del “nostro” pancione, mio e tuo.
Stavo guidando quando mi sono sentita improvvisamente vuota e svuotata di ogni senso.
Quell’impagabile sensazione di poterti proteggere, di essere l’unico e il solo filtro fra te e il mondo. Mi è mancata l’incredibile consapevolezza che fino a che eri dentro il mio ventre eravamo l’una dell’altra e ci appartenevamo.
Ho provato a ricordare com’era sentirti muovere dentro di me, com’era percepire i piccoli grandi segnali della tua presenza.
Per un attimo e anche più di un attimo, mi è mancata l’esclusività di quel rapporto durato nove mesi.
Non è stato facile, entrambe lo sappiamo, ma è stato comunque bello e siamo cresciute insieme, affrontando piccole grandi difficoltà, superando ostacoli, condividendo gioie e attendendo il momento più duro, quello che ci avrebbe separate ma per unirci per sempre: la tua nascita.
È bello averti qui Alice, anche quando la notte non dormi, anche quando come ieri, sei nervosa per tutto il giorno e non mi dai un attimo di tregua, anche quando mi sembra di non avere più nemmeno il tempo di pensare.

martedì 23 novembre 2010

Impotenza

Sommersa dalle cose da fare, affogata dai panni stesi, mi sembra di annaspare nel caos.
Tu dopo una notte di quelle in cui le coliche gassose non ti hanno dato tregua, stamattina sei particolarmente irrequieta.
È evidente che cerchi di dormire, ma altrettanto evidente che non ci riesci.
Mi dispiace non riuscire a placare il tuo malessere.
Posso accettare l’idea di non riuscire a cucinare, a stirare o a pulire, ma è davvero troppo difficile rassegnarmi di fronte alla consapevolezza che la mia presenza non ti aiuta a stare meglio.
Mi sento e sono impotente.

lunedì 22 novembre 2010

Tu sei.

Tu sei in ogni mio gesto ed in ogni mio pensiero.
Tu sei tutto quello che avrei voluto, tutto quello che desideravo.
Tu sei un sogno trasformato in realtà, sei un piccolo ma grande miracolo.
Tu sei colei che dipende da me e dalla quale io stessa dipendo…
Tu sei chi ha cambiato il presente e il mio futuro rendendo il passato lontanissimo.
Tu sei nostra figlia e sei semplicemente perfetta.
Ti voglio bene Alice.
Ad un mese e mezzo dalla tua nascita volevo dirti ancora una volta quanto ti ami.
Non dimenticarlo mai.

A piedi nudi… sotto le coperte…

Almeno tu sii sincera e confessa: tu e papà vi siete accordati e avete fatto una congiura contro di me e volete farmi “andare ai pazzi”, come direbbe lo zio Pietro.
È mai possibile che io ti compri dei meravigliosi calzini, caldi, morbidi e soffici e che, da brava mamma premurosa, mi preoccupi di metterteli sotto la tutina di ciniglia o di cotone, per far stare belli caldi i tuoi piedini e che ogni mattina ti ritrovi con la tutina aperta sui piedi, senza calzini, che sgambetti felice sotto le coperte?
Papà ama trastullarti e trastullarsi con i tuoi piedi e so che di solito è lui l’artefice di questa opera, ma stanotte no, stanotte non è possibile che sia stato lui, perché tu sei sempre stata o nella culla o con me…
Infatti stamattina dovevi vedere la sua espressione contemporaneamente stupita e felice nel trovarti che sgambettavi libera con la tutina sbottonata sui piedi…
E dovevi vedere anche la mia di espressione, quando ho capito che non era stato lui…

Di notte...

Quando durante la notte, proprio nel cuore del sonno più ristoratore, i tuoi urli acuti e perforanti mi svegliano, sappi che io ho un solo neurone attivo e solo parzialmente.
Tutti gli organi del mio corpo, dopo nove mesi di gravidanza, stanno finalmente godendo del ritrovato spazio e continuano a dormire beatamente.
Anche le mie mani dormono al punto tale che le dita sono completamente informicolite e non riesco nemmeno a percepire gli stimoli tattili di ciò che tocco.
Tutto tace, tutto dorme dentro e intorno a me, solo tu fai eccezione a questa regola… vittima, non sempre, delle coliche gassose.
Quando tu strilli io mi alzo, mi accosto alla tua culla, ti guardo ma non riesco a capire quale sia la causa del tuo pianto, quale realmente sia il tuo problema, di cosa tu abbia voglia o bisogno. Non so se tu abbia fame o sete, se ti senta sporca, se tu abbia caldo o freddo, se tu abbia voglia di coccole o mal di pancia o se i tuoi siano semplicemente i primi capriccetti.
Del resto, abbi pazienza, a quell’ora io non riesco a comprendere nemmeno i miei bisogni primari, come puoi pensare che io riesca a capire addirittura i tuoi?
Di notte io agisco in trance, come una sonnambula, mi alzo e mi muovo ma vado avanti in modalità “a risparmio energetico”. Tento di fare prima le cose che richiedono una concentrazione e un dispendio di energia minore. Per questo come prima cosa ti do la tetta, poi provo a farti fare il ruttino, poi ti cullo e come ultima chance, ti cambio il pannolino. Ma quando arrivo al cambio di pannolino ormai sono già la tua vittima. A quel punto hai svegliato ogni singola cellula del mio corpo e della mia mente. Ma sai qual è il vero guaio? É che nemmeno in quel momento io riesco ad interpretare il tuo pianto, appagare i tuoi bisogni e soddisfare le tue necessità…

sabato 20 novembre 2010

Una miniatura di papà

Oggi ho comprato i tuoi primi jeans. Sono fantastici: leggermente elasticizzati, sbiaditi proprio sul culetto e con le toppe a forma di cuore sulle ginocchia! Ora ti stanno leggermente larghi, dandoti quell’aria un po’ alternativa, un effetto decisamente grunge. Ma con la rapidità di crescita che hai, sono sicura che fra qualche settimana ti faranno sicuramente l’effetto leggins.
Oggi aspettavamo la visita di Elena, un’amica di mamma e per l’occasione ti ho messo i jeans. Stavi benissimo eri molto fashion, te lo assicuro. Avevi anche le scarpette rosse di feltro che ti ho fatto io e la maglia di ciniglia, a righe bianco-rosse.
Oggi ad un certo punto mentre eri in braccio a papà, mi sono improvvisamente resa conto che se non fosse stato perché sulla tua maglia c’era la faccia di Hello kitty e sulla sua la scritta Vicenza, eravate assolutamente identici, solo tu molto più piccolina di lui.
Oggi è stato un pomeriggio impegnativo e molto difficile ma quell’immagine di voi due con la maglia a righe bianco rosse e i jeans, mi ha scaldato il cuore e resterà per sempre scolpita nella mia mente.
Siete bellissimi insieme: tu e lui, la copia e l’originale…

venerdì 19 novembre 2010

... de terror

La mia ginecologa, proprio quella che ti ha fatta nascere, è di origine argentina e quando vuole descrivere qualcosa di terribile usa la definizione “de terror”.
Le notti con te sono decisamente de terror. Non riesco a passare mai alla fase di sonno profondo, ogni dieci minuti tu urli, ogni dieci minuti mi sveglio…
È una tortura, un continuo stillicidio e comincio a pensare che forse sarebbe meglio non provare nemmeno a dormire.
Ma la cosa che davvero è difficile da sopportare e vederti stare male, ti contorci e urli senza che io sia in grado di fare niente per alleviare il tuo dolore.
È frustrante restare impotenti a guardarti.
Questo è davvero “de terror”.

giovedì 18 novembre 2010

Modalità post concerto

Ormai è ufficiale: hai le coliche gassose.
Cominci a stare male nel pomeriggio e peggiori drasticamente durante la nottata.
Noi riesci a dormire. Nemmeno noi riusciamo a dormire.
Questa notte abbiamo fatto i turni papà il primo turno dall’una fino alle quattro ed io il secondo dalle quattro fino al mattino.
Proprio come quando tornavamo dai concerti: lui guidava nel primo tratto quando era ancora sveglio e intanto io mi riposavo e poi ci davamo il cambio.
Le notti con te sono diventate in modalità “post concerto” e la cantante, o meglio, l’urlatrice, sei tu.

mercoledì 17 novembre 2010

Mentre ti allatto

Amo follemente ciò che fai mentre ti allatto, la tua routine di gesti e di espressioni che è ormai diventata anche la mia.
Amo la tua espressione furba quando capisci che è l’ora di mangiare, il tuo tuffarti sul mio seno appena percepisci il suo odore, la tua bocca famelica che cerca vogliosa la mia tetta, il tuo mugolare flebile ma costante, il tuo frenetico muovere le mani, il tuo guardarmi con gli occhi goduriosi, il tuo inebriarti di un momento che è solo nostro.
Ma volevo dirti che se tu potessi smettere di mordicchiarmi con quelle gengive che sembrano foderate di lamette, potrei amarti anche di più…

martedì 16 novembre 2010

Una bimba fortunata

Prima ti osservavo mentre dormivi.
Mi sei sembrata improvvisamente piccola, fragile, indifesa.
Ho pensato che per te darei una, dieci, cento, mille volte la mia vita.
Ho pensato che vorrei proteggerti da ogni tipo di sofferenza, vorrei esonerarti dal dolore. L’idea di vederti soffrire è assolutamente insopportabile.
Ho pensato che sei una bimba molto fortunata: sei nata e sei subito rimbalzata in cima alle classifiche degli affetti di molte persone.
Ho pensato a tutti quei bambini che soffrono la fame e il freddo… che sono vittime di ingiustizie, sfruttamenti, violenze e maltrattamenti, che vivono la guerra e la paura quotidiana.
Prima ti osservavo mentre dormivi e avrei voluto regalare il tuo sonno, così tranquillo, così sereno a tutti i bambini del mondo.

Qualità non quantità

Buongiorno Alice.
Tu sei piccola, ma sei indiscutibilmente bella.
A dimostrazione che ciò che davvero fa la differenza è la qualità e non la quantità, sta proprio questo: la tua “qualità” è di livello elevato nonostante la tua ridotta “quantità”.
Ciò che resta della tua mamma dopo il parto, certo non è poco, ma nemmeno così tanto da costituire un problema: è la qualità il vero problema.
Non sono i tre kili in più a fare la differenza, ma è dove e come si sono posizionati, non è un problema di peso, ma di forma.
La verità è che nonostante tu sia ormai nata da cinque settimane io continuo a sembrare incinta di almeno sei mesi.
La mia pancia, molliccia e deforme, non accenna né a diminuire né tantomeno a migliorare, non sembra proprio voler tornare se non normale, almeno accettabile.
Certo, è vero, bisogna ammettere che il mio pancione a fine gravidanza aveva una dimensione assolutamente spropositata e quindi posso immaginare che i tempi di recupero siano dilatati, ma… anche presupponendo che prima o poi io possa ritornare ad avere una forma “guardabile”, la domanda è: “nel frattempo che faccio?”
In che modo mi posso vestire per evitare di sembrare un’accanita bevitrice di birra con lo stomaco e la pancia deformati? Come posso riuscire a non sembrare incinta?
Ormai lavarmi, vestirmi e guardarmi, sono diventati compiti ingrati e fanno parte dei momenti peggiori della giornata, azioni che hanno su di me un effetto altamente deprimente e che per questo, cerco di svolgere il più rapidamente possibile, mantenendomi a distanza di sicurezza dagli specchi e cercando di evitare di soffermare lo sguardo sui dettagli del mio corpo.
Ma in ogni caso non posso evitare di vedermi e di notare gli sguardi di chi mi guarda.
Sento i commenti e mi sento fare le più assurde domande: “perché sei rimasta così grossa?”, “ma ne aspetti già un altro?”…
Naturalmente a questo punto è evidente e normale che ciò che ancora resta della mia autostima scende vorticosamente a livelli di guardia bassissimi.
È facile dire non ascoltare, non ti preoccupare… ma io ci convivo tutti i giorni con un corpo che non riconosco, che non mi appartiene e che soprattutto mi fa letteralmente schifo!
Per fortuna che occuparmi di te non mi lascia troppo tempo per poter pensare a me, ma siamo alle solite, il problema non è la quantità del tempo, è la qualità e per quanto sia poco il tempo per pensare a come sono ridotta (sì, sì, proprio RIDOTTA) è comunque più che sufficiente a farmi notare che sono ridotta piuttosto male.
Ecco, iniziare la giornata con questo pensiero, dopo aver passato una notte pesante e con te che già a quest’ora di mattina urli in preda ad una colica gassosa… non è facile e mette a dura prova il mio equilibrio di mamma (quello di donna temo si sia perso nel passaggio…).
Facciamo così, proviamo a ricominciare dall’inizio:
Buongiorno Alice…

lunedì 15 novembre 2010

Che fine ha fatto il tempo?

Non perdo tempo, ma ho perso il tempo.
Con questo gioco di parole sto cercando di dire che non so dove finisce il mio tempo, non riesco a rendermi conto nemmeno io di come lo occupo, so solo che mi ritrovo a mezzogiorno e poi alle otto di sera… e improvvisamente è già domani.
Eppure se mi fermo a pensare mi sembra di non essere riuscita a concludere nulla e se mi guardo attorno ho la netta impressione di non aver fatto assolutamente niente.
Però sono stanchissima, come se da sola avessi costruito un grattacielo!
E allora mi chiedo come sia possibile, mi sembra di essere vittima di qualche stregoneria e continuo a domandarmi senza trovare una risposta “che fine ha fatto il tempo?”.
Magari è qui seppellito dalla pila di panni da lavare, oppure si è nascosto dietro alla porta in mezzo ai peli di Heidi… o più semplicemente io sto delirando in preda ad un attacco di stanchezza cronica.

domenica 14 novembre 2010

Week end di famiglia

Stasera sono un po’ triste Alice.
Perché? Beh, perché è già domenica sera e sta per ricominciare un’altra settimana.
Il week end è letteralmente volato via!
Non ha fatto in tempo ad arrivare ed è subito finito.
È stato un bellissimo fine settimana.
Sabato sera quando la famiglia (Heidi compresa, naturalmente) si è accoccolata sul divano, con un bel dvd da vedere, ho pensato che non avrei potuto desiderare niente di più, niente di meglio e niente di diverso.
Non importa se poi ci siamo addormentati tutti e il film non siamo riusciti a vederlo: è stato bello risvegliarsi e scoprirsi tutti uniti in un unico abbraccio, peloso, sbavoso, morbidoso e russoso.
Tu, papino, Heidi ed io abbiamo vissuto un fantastico week end di famiglia, e speriamo sia il primo di una lunga serie!

Il pigiama a pois

Papino stravede per te, su questo non ci sono dubbi.
Quando ti guarda gli brillano gli occhi, con una luce che non avevo mai visto prima.
Ma c’è da dire che quando indossi il pigiamino rosa a pois… perde letteralmente la testa.
Fin dalla prima volta che te lo ha visto addosso, quando eri ancora in ospedale, si è innamorato di quell’immagine di te che ricorda un po’ una pagliaccetta, con tutte le frappette davanti.
Questa tenera tutina te l’ha regalata una cara amica di mamma, l’aveva presa per un bambino lungo 54 centimetri, e siccome tu sei nata già di 50 centimetri, i primi giorni ti era leggermente grande ma ora, non ci stai più, comincia a tirarti nei piedini.
L’ultima volta che te l’ho messa ti era già strettina.
Ora l’ho lavata e quando sarà asciutta l’archivierò fra le cose che conserverò nella scatola dei tuoi ricordi, dove c’è anche la pinza con cui hanno fermato il tuo cordone ombelicale e i bigliettini di auguri che hanno scritto per te.
Però era davvero troppo triste pensare che da stasera non avremmo più potuto dare la buonanotte alla nostra pagliaccetta rosa a pois.
No Alice, non ho sbagliato il tempo del verbo, ho scritto “era” e non è, perché questa mattina quando sulla mensola del negozio, piegato in un angolo in mezzo ad altre cose, ho visto un pigiamino rosa, proprio come il tuo, solo di una misura più grande… non ho potuto resistere e l’ho comprato!
Lo so, non serviva, hai altri pigiamini, avresti potuto mettere tante altre tutine per dormire, ma non potevo rinunciare all’idea di godere per un altro mesetto dell’immagine estasiata di papà di fronte alla nostra tenera pagliaccetta a pois.
È davvero impagabile … per tutto il resto c’è Mastercard!

venerdì 12 novembre 2010

Dubbi

Dopo una notte praticamente insonne ora finalmente dormi serena nella tua carrozzina.
Ora, con la luce del giorno, anche il tuo pianto di stanotte mi sembra più chiaro e comincio a temere che quelli che pensavo fossero capricci, fossero in realtà fossero solo le conseguenze di una colica gassosa.
Ora ti guardo abbracciata al tuo coniglietto e riposi tranquilla.
Ripenso ai tuoi urli della notte appena trascorsa, alla tua disperazione, ai vani tentativi di tuo padre e miei di calmarti.
Ripenso alle varie sensazioni che si sono alternate in me: rabbia, sconforto, frustrazione, ansia, paura, nervosismo, tenerezza…
Ripenso a tuo padre che voleva coccolarti e tenerti vicina a lui e io che invece insistevo di lasciarti giù, per non viziarti…
Ora, con la consapevolezza del giorno dopo mi rendo conto che non ti ho capita Alice e mi sento una “merda”. Tu stavi male e io ti ho ignorata, ti ho lasciata piangere da sola nella culla, vittima due volte: del dolore e della solitudine.
L’esperienza fatta con i figli degli altri non mi è servita a comprendere mia figlia, non mi è servita a nulla. Sono rimasta chiusa nei miei ragionamenti e nelle mie convinzioni e per il timore di viziarti ti ho trascurata.
Ora ti guardo mentre dormi angelica e ripenso a quando, stanotte, chiedevi disperatamente solo di essere confortata.
Ora mi sento in colpa.
Mi dispiace Alice.
Vorrei dirti che non capiterà più ma so che invece sbaglierò ancora, altre volte non capirò le tue richieste, altre volte fraintenderò le tue necessità… altre volte mi sentirò in colpa e ti chiederò scusa.

giovedì 11 novembre 2010

Voglia di te

Tu dormi e io ho voglia di coccolarti. Sei così teneramente irresistibile accoccolata vicina al tuo coniglietto. Come faccio a lasciarti in pace? Lo so, dovrei approfittare di questo momento di tregua e dormire anche io, ma… non ci riesco, ho voglia di te…
È grave vero? Credo di essere irrecuperabile…

… è per sempre

Anta, è per sempre.
Un figlio, è per sempre.
… il regalo di papà è per sempre.
Diciamo che è stato un compleanno con un’impronta decisamente permanente.
Aggiungiamo che spero che le notti burrascose che lo hanno preceduto e seguito non siano “per sempre” ma siano solo i primi passi verso un tuo adattamento alla vita.
In ogni caso, non preoccuparti, anche se quando mi alzo (perché di mattina mi alzo, ma non mi sveglio, perché svegliarsi presupporrebbe essere riusciti a dormire…) Dicevo, non temere se la mattina quando mi alzo, ti guardo mentre tu con aria sorniona fai le tue facce buffissime e ti dico che sto pensando di metterti in balcone per rinfrescarti le idee, o che penso di portarti all’iper e di lasciarti nel cesto delle svendite, o che sto meditando di passarti rapidamente sul gas o ancora, che penso di cederti in affido temporaneo al vicino di casa che ha un bimbo quattrenne che sicuramente ti smonterebbe come fa con i suoi mostri di gomma…
Non farò nulla di tutto ciò perché sono ormai Alice addicted, dipendente dal tuo profumo, assuefatta alla tua morbidezza, innamorata dei tuoi sguardi.
Ma tu… non te ne approfittare…

mercoledì 10 novembre 2010

“Anta” non più “enta”

Ciao tesorino,
oggi è un giorno importante, lo sai? La mamma abbandona gli “enta” ed entra negli “anta”. Già… per te parlo arabo, ma quando sarai grande capirai e saprai che questo è un passaggio davvero importante.
Questa frase per te quasi incomprensibile a solo che oggi la tua mamma compie 40 anni.
Dai su non mi sbarrare quegli occhioni… lo so da sola che sono tanti senza che tu me lo faccia notare sottolineandolo con il tuo sguardo espressivo.
In ogni caso per essere una mamma quarantenne ti poteva andare molto peggio…
Lo sai qual è stato il regalo più bello? Tu, solo tu, semplicemente tu.
Ho sempre detto che se fossi arrivata a quarant’anni senza avere figli, avrei rinunciato definitivamente all’idea… beh tu mi hai salvata in extremis.
Davvero Alice, sei il regalo più bello, ma non solo di questo compleanno, anche degli altri trentanove che lo hanno preceduto.
So che a volte la stanchezza non fa notare quanto io sia immensamente felice di averti qui con noi
Volevo solo che tu lo sapessi.

martedì 9 novembre 2010

Distacchi

Oggi per la prima volta da quando sei nata passere mo qualche ora separate.
È strano anche solo pensarlo e dirlo, figuriamoci viverlo…
Il nostro primo distacco, il primo di tanti, perché i distacchi, fanno parte della vita di tutti i giorni.
Il tutto avverrà perché è arrivato il momento di capire per quale ragione il nostro cane, (si lo so, è tuo, ma non ne hai l’usufrutto esclusivo…) continui a zoppicare. Quindi, poiché accompagnare Heidi dal veterinario è un’impresa davvero impossibile, ho pensato che nell’emergenza, dover gestire “solo” lei e le sue crisi di panico, sarebbe stata una soluzione decisamente intelligente ed apprezzabile per tutti.
È per questo motivo che oggi, nel tardo pomeriggio, tu, la tua carrozzina super tecnologica, il tuo valigione salvavita contenente cambi, pannolini, creme, disinfettanti, asciugamani e ogni qualsivoglia ammenicolo che potrebbe esserti utile e necessario nello spostamento, ti trasferirai temporaneamente a casa di una delle famiglie adottive di Heidi (non sono poi così certa che nel cambio Heidi/Alice ci guadagni… vista la notte appena trascorsa e il pessimo inizio di giornata…).
Ora, visto che vorrei mantenere dei buoni rapporti di amicizia con la famiglia, ti pregherei Alice di evitare di dare il meglio di te e di contenere la tua rabbia e la tua ira per altri momenti, cercando di evitare possibilmente la notte!!!
Mammina starà via un paio d’ore e tu potresti approfittare per farti annusare da Molly la bionda, (il legittimo cane della famiglia in questione), potresti valutare se la casa con vista parco ti piace di più di quella con vista dall’alto, volendo, nel trasbordo potresti anche rigurgitare sull’aiuola del vicino… che sicuramente, visti i precedenti, ne sarebbe felicissimo…
Comunque io volevo dirti che mi mancherai, mi mancheranno i tuoi rigurgiti acidi, anche se sicuramente ne avrò addosso qualche traccia, mi mancheranno i tuoi urletti stizziti e anche la tua famelica bocca che mi cerca… perché lo so, io per te sono solo il tuo biberon umano…

lunedì 8 novembre 2010

Un mese è già passato

Oggi compi un mese, il tuo primo mese di vita, il nostro primo mese insieme.
È stato un mese vissuto intensamente, dal primo all’ultimo minuto.
Certe volte ti guardo e ancora mi sembra impossibile eppure tu con la tua presenza, con i tuoi sorrisi accennati, con i tuoi sguardi persi nel vuoto, con i tuoi mugolii, con il tuo profumo di pulito, sei lì a ricordarmi che tutto vero, che sono diventata madre.
Mi fa ancora uno strano effetto pensarlo e dirlo. Io finalmente sono mamma…
Il sogno si è trasformato in realtà, dopo tante paure, dopo tante lacrime, dopo tante speranze… oggi festeggio il tuo primo “compimese”.
Ti guardo: a volte mi sembri grandissima a volte minuscola.
Ora dormi beata nella tua carrozzina, sembri e sei un angioletto. Che bella sei Alice!
Non avrei potuto desiderare di meglio: sei la mia bimba, sei sana, bella e buona.
Un mese fa sei nata e da quel momento tutto è cambiato, ogni cosa è ripartita e tutto è ricominciato da zero.
Un mese fa ti ho vista e oggi sto ancora imparando a conoscerti, a capirti ma non ho avuto bisogno di tempo per amarti, quello è stato istintivo.
Spero di essere stata una brava mamma per te in questo mese Alice ma se non è così ti chiedo di avere un po’ di pazienza e nel frattempo… auguri amore.

domenica 7 novembre 2010

Difendere il territorio

Ti ho allattata, ti ho cambiata, ti ho coccolata: adesso, vista l’ora, è arrivato il momento di fare la nanna. Tu però non sembri essere della stesa idea e cominci la sceneggiata di ogni notte, quando, dopo aver fatto la poppata notturna, non ti arrendi alle braccia di Morfeo e piangi sempre più intensamente fino a diventare cianotica. Qualsiasi sia la ragione che ti spinge ad un simile comportamento, svanisce magicamente nel momento in cui papino, mosso a compassione, cede di fronte ai tuoi urli acuti e ti mette nel lettone con papà e mamma.
Ora, non è che a me non faccia piacere averti vicina, svegliarmi con te accanto, sentire il tuo profumo nel cuore della notte, ma ne ho viste troppe di coppie perdere la loro intimità per aver messo fra di loro il frutto del loro amore, ho visto troppi genitori ritrovarsi a dormire divisi dai propri figli, ho visto troppi padri sfrattati dal proprio letto migrare verso il divano o verso la camera del figlioletto, mentre il “tenero pargolo” se ne sta comodamente nel letto matrimoniale, usurpando quello che doveva essere il posto paterno.
No Alice, non ci sto, non sono d’accordo sul fatto che tu passi gran parte della notte con noi. Hai una culletta meravigliosa proprio accanto a me, ti sento appena ti svegli, non sei sola, ognuno ha il suo spazio.
Ma siccome non sono l’unica a decidere, sappi che se con i tuoi meravigliosi occhi languidi persi nel vuoto, riesci a convincere papino a tenerti in mezzo a noi, io non vorrò saperne nulla. Quando peserai 10 kili e non 4, quando la tua presenza pur continuando ad essere un piacere, sarà anche molto più impegnativa di quanto già non sia ora, sarà solo un vostro problema perché io mi trasferirò nella tua coloratissima cameretta che mi piace un sacco e mi limiterò a pensare che tu sia un’ammaliatrice di uomini e che voi due siate una pericolosissima associazione a delinquere, cosa della quale sono già fermamente convinta!

venerdì 5 novembre 2010

Incontri ravvicinati con la bilancia

Fra un po’ andiamo dall’ostetrica per pesarti.
Tu ti pesi il venerdì mattina prima della poppata, io mi peso il mercoledì mattina appena sveglia.
Tu devi aumentare io dovrei calare.
Sono le diverse fasi della vita Alice…
Ognuno deve vivere la sua.

Un piccolo zoo racchiuso in te.

Sei dolce come una coniglietta, vivace come una scoiattolina, urlante come una gabbianella, pelosina come una scimmietta, sgusciante come un anguillina, vestita come un'orsetta e... caghi come una porcellina!

giovedì 4 novembre 2010

Problemi di… comunicazione!

Ieri mattina non ti ho presa per andare a nannare… e mi sa che ho fatto male.
Infatti ieri sera ero distrutta, anche perché tu hai avuto un pomeriggio piuttosto difficile e il mio di conseguenza è stato impegnativo.
Il problema è che faccio ancora fatica a capirti, non so esattamente di cosa hai bisogno quando piangi e se fraintendo le tue necessità è un casino. Si può dire casino? Io lo dico ma tu magari non imparare.
È successo ieri ed anche l’altro giorno tu avevi fame e io pensavo fossero colichine…
Mi dispiace Alice… non ti è toccata una di quelle super mamme che capiscono i propri figli dal primo vagito… però devi ammettere che ti è capitata una mamma che, tutto sommato, quando non si fa prendere dal nervoso è anche divertente e tenerona.
P.s.
Per aver trovato il tempo di scrivere questo post dobbiamo ringraziare zio Ivan e zia Yle che con la loro sdraietta vibrante ti hanno fatto un regalone e mi hanno regalato qualche minuto di tregua!

mercoledì 3 novembre 2010

Voglia di fare la nanna

Stamattina aspettavamo l’arrivo della signora Patrizia Poche Chiacchiere che era previsto per le 10. Alle otto e mezza però, abbiamo ricevuto una sua telefonata che ci comunicava che, causa febbre, non poteva venire.
Mi sono guardata attorno ho visto la lavatrice da fare, i panni da raccogliere, i peli di Heidi ovunque, la lavastoviglie da svuotare… poi ti ho osservata che stavi tittando beatamente fra le mie braccia ed ho pensato: e se io e te adesso andassimo nel lettone a dormire fino a mezzogiorno, ignorando tutto ciò che c’è al piano di sotto???
È stato solo un attimo… come quando, adolescente, pianifichi come saltare un giorno di scuola… ma esattamente come allora io ho resistito, ti ho adagiata nella tua carrozzina e ho fatto lavatrice, raccolto i panni e svuotato la lavatrice.
Si lo so, non c’è bisogno che tu me lo faccia notare, ci sono ancora i peli di Heidi da raccogliere… ma che vuoi che ti dica, la tentazione di farmi un sonnellino è sempre lì in agguato. Che dici, ti prendo e andiamo a nannare???

Libertà

In Wikipedia digitando la parola “libertà” si legge:
«L'essenza della libertà è la capacità personale che ciascun individuo ha di scegliere come vuole e perché così vuole, senza costrizioni o intimidazioni.»
La libertà, Alice, è un diritto fondamentale che va assolutamente difeso.
Esistono tanti tipi di libertà: la libertà di pensiero, di parola, di scelta… e di movimento.
Ecco, io vorrei che la mia vicina di casa comprendesse che con la sua gentilezza eccessiva, diventa invadente e limita in maniera totalitaria la mia libertà di movimento, della quale invece, vorrei riappropriarmi. Non è possibile che tutte le volte che io metto il naso fuori dalla porta, a qualsiasi ora del giorno o della notte, lei si intrufoli in casa per guardare cosa stai facendo tu e, approfittando della scusa di darmi una mano (aiuto peraltro non richiesto), mi faccia ogni volta il terzo grado su dove vado e insista affinché io ti lasci a casa con lei invece di portarti fuori alle intemperie…
Gentilissima… ma vorrei decidere io se portare con me mia figlia ed eventualmente a chi lasciarla… Niente di personale, è una brava signora ma diciamo che il contesto in cui vive non è proprio quello in cui mi sentirei di lasciare te, piccolo angioletto, che sei tanto tranquilla e che così vorrei che tu restassi.

martedì 2 novembre 2010

È quasi tutto bellissimo…

È bellissimo essere madre.
È bellissimo scoprire ogni giorno che padre meraviglioso hai.
È bellissimo osservare i tuoi piccoli ma grandi progressi.
È bellissimo poter finalmente sentire il tuo profumo.
È bellissimo essere finalmente una vera famiglia!
È bellissimo notare in te le somiglianze con noi.
È bellissimo vedere le tue facce buffe ed espressive…
È tutto bellissimo e sto vivendo un periodo stancante ma meraviglioso.
Però… c’è un rovescio della medaglia…
È difficile star bene con me stessa, guardare com’è il mio corpo ora e riuscire a credere che davvero potrà tornare, se non quello di prima, almeno accettabile prima di tutto per me stessa.
Lo so, papino mi dice sempre di non preoccuparmi… ma come faccio a non preoccuparmi… ce l’ho nel dna…
E se una volta si sbagliasse lui ed io non tornassi come prima, che succederebbe?
Non posso non chiedermelo…
Questa è l’unica nota stonata in questo passaggio della mia vita… oltre alle ninna nanne stonatissime che ti canto io, naturalmente…

Fa famiglia...

Siamo in viaggio. Tutta la famiglia.
Heidi è bravissima!
Siete insieme sul sedile di dietro. Tu nella tua culletta lei con la testa appoggiata alla copertina sulle tue gambe.
Fra poco arriveremo a destinazione, come dice il tom tom…
Vienna aspettaci e preparaci la Sacher!!!

venerdì 29 ottobre 2010

Un sacco (di) nanna...

Venerdì 28 ottobre 2010 h 8.30
Un sacco (di) nanna
Oggi Alice credo sia utile spiegarti l’uso e lo scopo finale del tuo meraviglioso “sacco nanna”.
Il “sacco nanna” è un’invenzione relativamente recente che dovrebbe servire oltre a dare un senso di protezione al bambino, soprattutto per tenerlo al caldo durante il sonno, permettendogli di girarsi e di muoversi senza rimanere scoperto. Ci sono studi che hanno verificato la sua utilità motivandola con il fatto che al bambino, abituato a stare nel ventre materno, piace la sensazione di essere protetto all’interno di un sacco che può ricordare il sacco amniotico in cui è cresciuto per i nove mesi di gravidanza.
Ultimamente è un articolo molto pubblicizzato, addirittura ho scoperto che esiste un sito specifico per poter scegliere e acquistare il sacco nanna ideale per il tuo bambino e per la stagione in cui deve essere utilizzato. Sì, lo so, può sembrare incredibile ma esistono sacchi nanna non solo di diverse taglie a seconda del peso del bambino, ma anche per le diverse stagioni dell’anno in cui vengono utilizzati. Ecco così sacchi nanna invernali, oppure per le mezze stagioni primavera/autunno (ma non si era detto che non esistevano più… le avranno ripristinate per produrre e vendere i sacchi nanna?) e anche sacchi nanna estivi (di questi ad essere sincera non capisco l’utilità…).
Cominciamo parlando di quelli più utili, ovvero quelli invernali.
Si differenziano fra loro oltre che per colore e fantasia, soprattutto per il tipo di materiale di cui sono fatti e per il modello.
Possono essere in pile, oppure imbottiti con l’esterno in jersey o in ciniglia.
Possono avere l’apertura laterale o centrale e addirittura possono essere dotati di maniche amovibili.
I colori, i disegni e le fantasie sono davvero per tutti i gusti: eleganti, seri o allegri e coloratissimi ed alcuni hanno addirittura la caratteristica di essere doubleface, consentendo così di averne due in uno.
I prezzi variano dai 15 euro (quasi introvabili) fino ai 50 euro.
Passiamo a quelli per la mezza stagione, che differiscono da quelli invernali solo per la pesantezza del tessuto.
In questa categoria troviamo sacchi nanna in cotone leggermente imbottito e a volte il cotone utilizzato per i tessuti è un cotone biologico (tanto per non farci mancare nulla…).
Ed infine arriviamo ai sacchi nanna estivi, che sono naturalmente leggeri, quindi in cotone, rigorosamente non imbottito oppure in spugna.
Esistono anche sacchi nanna da passeggio che per poterli utilizzare anche in casa, oltre ad avere le maniche amovibili, sono dotati anche di cappuccio sempre amovibile.
Tutti i sacchi nanna, indipendentemente dal peso, colore, forma, dimensione, sono garantiti come originali, funzionali, sicuri e innovativi.
Noi non potevamo assolutamente farci mancare una cosa del genere!
Papà lo sapeva già da tempo che il sacco nanna sarebbe entrato a far parte del tuo look.
Temeva il momento in cui dentro al tuo lettino sarebbe apparso il misterioso oggetto di cui lui, soffrendo terribilmente il caldo, non comprende l’utilità.
Ieri quel giorno è arrivato.
Ieri sera rientrando a casa l’ho portato di fronte alla tua culla e orgogliosissima gli ho mostrato il mio acquisto, fiera di aver trovato il nostro sacco nanna ideale, senza dover aprire un mutuo. Sufficientemente imbottito, in tessuto di cotone beige, con teneri animaletti ricamati sopra, con apertura centrale e senza maniche amovibili. (Ne abbiamo già uno dotato di maniche e cappuccio non amovibili, che proprio per questo non si può usare in casa ma solo fuori…).
Questa notte dopo l’ennesima poppata e l’ennesimo cambio, ti ho teneramente ubicata dentro al tuo sacco nanna (di cui al momento occupi solo una minima parte…) e ho atteso ansiosa il momento in cui avresti fatto “un sacco di nanna”…
Ecco… sto ancora attendendo quel momento…
Il sacco nanna non ti è servito per fare un sacco di nanna… ma la solita nanna di sempre, con risvegli famelici e caccosi…
Ora Alice, vorrei dirti che secondo me dormire dentro un sacco nanna è un momento a dir poco fantastico, di cui io vista la mia età, purtroppo sono stata privata, e forse è per questo che sono così. Tu che sei una bimba fortunata e puoi provare questa inebriante esperienza, approfittane, ma non solo per tre ore, cerca di goderne appieno, magari anche per tutta la notte. Io ammetto che ti invidio molto, non tanto per il fatto che puoi dormire dentro ad un sacco nanna, ma semplicemente perché tu puoi dormire!
Se non lo farai tu credo che troverò il modo di ripiegarmi seguendo le regole dell’arte “origami” e che mi ci metterò io dentro al tuo sacco nanna!
… e sogni d’oro tesoro!

giovedì 28 ottobre 2010

Shopping per chi?

Stamattina sono uscita con n’amica per fare shopping. Obiettivo finale della giornata: comprare un paio di pantaloni per me. Sono assolutamente necessari, soprattutto se penso di voler indossare qualcosa di diverso da una tuta da ginnastica.
Dopo oltre due ore siamo tornate a casa con due buste piene di cose… ehmmm… per te!
Scamiciato in ciniglia a righe bianche e rosse con Hello kitty.
Vestitino in lanetta grigio chiara con disegni jacquard bianchi.
Leggins (non sono certa di poterli considerare veri e propri leggins…) in cotone grigi a righine bianche.
Leggins, uguali a quelli appena descritti solo bianchi a tinta unita.
Salopette in vellutino a costine rosa.
Body a maniche lunghe in cotone rosso.
Guantini thinsulate rosa.
Sacco nanna in cotone beige trapuntato.
Direi che tu sei pronta per uscire, in qualsiasi occasione e con qualsiasi clima, ma aggiungerei che se non mi decido a comprare anche qualcosa per me io non posso accompagnarti da nessuna parte, eccetto in palestra… ma dubito che tu abbia in programma di andarci prossimamente.

Lo sbadiglio

Ciao Alice,
volevo dirti che sei adorabile quando sbadigli.
Mi piace perché lo fai con tutta la faccia, non solo con la bocca.
A me piace guardarti mentre sbadigli e vista la frequenza con cui lo fai penso che a te piaccia sbadigliare.
Da ieri poi hai addirittura imparato a farlo col sonoro… e sei ancora più buffa.

martedì 26 ottobre 2010

Parliamo di papino...

Dunque Alice,
dopo averti parlato per nove mesi del papà che avresti trovato ad aspettarti qui fuori, ora mi vedo costretta a rettificare il tiro perché il papà che stai conoscendo tu non è proprio come quello che ti avevo raccontato io…
Io ho sempre detto che da quando ti ha vista non ha più capito nulla, ma lui l’altro giorno mi ha detto che invece da quel momento ha capito tutto…
In ogni caso è irriconoscibile. Tu con i tuoi 3 chili e 600, (probabilmente ora di più), sei riuscita ad ottenere risultati inimmaginabili. L’hai stregato, sembra ed è perdutamente innamorato dei tuoi occhioni languidi (e chi non lo sarebbe…) per non parlare della tua cacca che secondo lui odora di pane appena fatto…
Che dici Alice, mi devo preoccupare? Devo pensare che sia un problema di olfatto o di fornaio???

Uno zombi per halloween

È decisamente arrivato l’autunno.
Questa notte mentre ti allattavo sentivo il vento e la pioggia sopra le nostre teste e se guardavo fuori dalla finestra, nel buio riuscivo ad intravedere anche le gocce d’acqua.
Questo è il bello di dormire in mansarda con la finestra sul letto: in qualsiasi stagione si ha un anteprima sulle condizioni atmosferiche.
Ricordo quando l’anno scorso è nevicato: ci siamo svegliati e vedevamo il vetro tutto ricoperto di bianco e la luce filtrava assumendo colorazioni strane.
Tu c’eri già anche se noi ancora non lo sapevamo…
Oltre al vento e alla pioggia questo inizio autunno ha portato anche… il raffreddore!
Ed io che non mi faccio mancare niente, naturalmente ce l’ho! Occhio lacrimante, sternuti in serie, brividi di freddo, candela al naso, herpes sul naso (due, non uno…), pizzicore in gola, tosse secca. Direi che non manca niente.
Avendoti spesso in braccio avevo paura che tu ti contagiassi alla velocità della luce… invece fortunatamente stai bene.
Guardo te e vedo la pelle di una pesca, fresca, rosa, sei proprio un fiore appena sbocciato, poi guardo me e vedo le occhiaie stile panda, il naso gonfio e rosso da fare invidia ad un clown, la pelle opaca, spenta… sembro un fiore rinsecchito…
Mi sembra di intuire che i 40 anni che ci dividono fanno la differenza…
Ma sai che ti dico? Che quando guardo te e ti vedo così bella, così tenera, così dolce… non capisco più nulla e tutto il resto non conta.
Non importa se io sembro uno zombi e poi Halloween si avvicina e gli zombi fanno tendenza e se continuo così io non ho bisogno di travestimenti!!!

lunedì 25 ottobre 2010

Sono nella cacca!

Tu sei un incredibile produttrice di cacca. Anche Heidi non scherza, ma tu la batti sia in quantità che in qualità. Lei però che non ama perdere e per cercare di non essere da meno, quando va al parco, si rotola in quella degli altri cani.
Il risultato te lo lascio solo immaginare…
Conseguenza: io passo il tempo a pulire cacche, le tue, quelle di Heidi e anche quelle degli altri cani… È proprio il caso di dirlo, sono nella cacca!

sabato 23 ottobre 2010

Progressi

Papà oggi mi ha fatto notare che hai imparato a stirarti. Sei davvero buffissima quando lo fai, ti stiri anche con la faccia! Sembra che ogni tuo muscolo cominci ad apprezzare il fatto di non essere più in uno spazio ristretto come l’utero materno.
Io invece ho notato con piacere che ti stanno crescendo le ciglia. Ho scoperto pochi giorni prima della tua nascita che i neonati, generalmente, non hanno le ciglia e tu non hai fatto eccezione alla regola.

Ritmi scanditi da te

Mi sto lentamente abituando ai nuovi ritmi che tu scandisci anche per me.
Mi piace questa nuova routine, mi piace che sia tu ad organizzarmi la giornata.
Sai una cosa Alice, non sono certa che io sarei il genere di mamma che avresti scelto, ma mi piace essere tua mamma!
Queste due prime settimane passate insieme papino, tu ed io, sono state intensissime ed estremamente stancanti ma anche indimenticabili.
Vorrei fermare il tempo ma non per riposarmi, semplicemente per godere pienamente di ogni singolo istante.
Ti voglio bene Tripy.

venerdì 22 ottobre 2010

Mai più senza

Oggi compi due settimane.
Già due settimane…
Mi sembra ieri, mi sembra sia sempre stato così.
Quasi non ricordo com’era prima di te.
Sei piccola ma ti sei fatta spazio nelle nostre vite.
Con i tuoi urletti incredibilmente assordanti.
Con il tuo pianto incredibilmente breve.
Con le tue cacche incredibilmente numerose.
Con i tuoi occhioni incredibilmente languidi.
Con i tuoi piedi incredibilmente lunghi… (hai sicuramente le dita di papà…)
Con le tue mani incredibilmente fredde!!!
Altro che depressione post parto, io sono stata colpita da un innamoramento post parto. Ti guardo e penso che tutto in te sia incredibilmente magico, fantastico, stupendo, e assolutamente irripetibile.
Ti guardo e rivedo in te tuo padre e ti amo ancora di più.
Ti guardo e penso “mai più senza!”

Ritagli di tempo

Ieri non ho avuto nemmeno un attimo di tempo per riuscire a pensare a cosa scrivere.
Oggi approfitto di uno “scorcio” di neurone ancora sveglio e di una mano libera mentre allatto Alice.
È difficile, praticamente impossibile, riuscire a ritagliarsi anche solo mezz’ora di tempo.
Quando si fa sera mi si chiudono gli occhi.
Ogni giorno rimando a domani sia le cose che dovrei fare che quelle che mi piacerebbe riuscire a fare, ma so già in partenza che anche domani difficilmente ci sarà tempo.
A volte mi scoraggio, sento che la situazione mi sta sfuggendo di mano ma poi ti guardo, piccola, tenera e indifesa e mi perdo nei tuoi occhioni blu, e improvvisamente mi scopro a sorriderti.

Di nuovo la stupidità umana…

Che la stupidità umana non avesse limiti, lo avevo già scoperto durante la gravidanza. Il post parto non fa altro che confermare quanto già sapevo.
Ok, mi è rimasta la pancia.
Ho anche io gli occhi per vedere e gli specchi in casa non hanno bisogno di essere sottotitolati.
Non c’è bisogno che chiunque me lo faccia notare, che mi si chieda se sono di nuovo incinta ( mi chiedo anche come sarebbe possibile con una figlia di 12 giorni…) o che mi si domandi con aria incredula e un po’ schifata come mai sono rimasta così grossa.
Non lo so come mai, ma sono così, ed è già sufficientemente demoralizzante anche se non ci si mettono gli estranei a farmi sentire peggio della donna cannone.
Basta provare a vestirmi ogni giorno per avere una crisi di identità.
Per fortuna che ci sei tu Alice che non ti soffermi su certi dettagli, che mi vuoi bene così come sono e che ami la mia pancia perche ti ci appoggi sopra e ti fa da cuscino quando ti allatto.

Peggio del Titanic

Ora capisco il problema di chi si trova a combattere quotidianamente con le barriere architettoniche… Siamo in treno, stiamo raggiungendo papà per andare insieme a Bologna per togliere i miei punti.
Il tuo primo viaggio in treno a soli 10 giorni di vita: sarai una viaggiatrice.
Io al contrario credo che smetterò di esserlo.
Spostarsi con carrozzina ed amenicoli vari e necessari, soprattutto se si è da soli, è un vero incubo. Peggio che riuscire a tenere a galla il Titanic. Prendere un treno è un’impresa degna di nota, da libro dei Guinness. Ogni scala sei costretto a staccare la navicella dalle ruote, compito non facile, soprattutto per chi ha un taglio ancora fresco sulla pancia, come me. Sgancia, trasporta, chiudi, piega, apri, riaggancia…
Altro che palestra, qui è un esercizio continuo!

Una nuova routine

Ecco Alice: hai appena vissuto il tuo primo risveglio domenicale a casa con papà, mamma e Heidi.
Ti piace?
Spero di sì, perché questa è la nostra preziosa routine, che io amo profondamente ed ora è anche la tua.
Buona domenica Alice.

Una cucciola da proteggere

Vedo la tua manina fragile ma forte stringere il mio dito grande ma incerto ed ho paura di non riuscire a proteggerti.
Sei così piccola, così indifesa, così delicata. Hai così tanto bisogno di noi.
Vorrei poter essere lo scudo fra te e i pericoli e farti vivere serena come meriti, come ogni bambino merita.

sabato 16 ottobre 2010

La tua faccia teneramente buffa

Oggi ho trovato il coraggio di guardarmi allo specchio.
Da quando sei nata tu non mi ero mai soffermata con lo sguardo sul mio corpo, fino ad oggi.
È stato un impatto forte.
Non sono riuscita a rimanere a lungo davanti allo specchio.
È difficile riconoscermi ed accettarmi così.
Ho avuto un attimo di sconforto e mi sono sentita triste.
Ma poi ti mi sono avvicinata alla culla e ti ho vista, con quella faccia teneramente buffa, con quello sguardo languido perso nel vuoto e ho pensato “tu ora sei qui, tutto il resto è secondario”.

venerdì 15 ottobre 2010

Prima settimana

Oggi compi una settimana.
Volevo dirti che è stupendo averti fra noi.
Certo a volte sbagliamo e non abbiamo preso bene il ritmo e le misure con te, stiamo ancora imparando a conoscerci, non solo tu ed io ma anche tu e papà.
È bello vedervi assieme.
Tu ti calmi appena percepisci la sua vicinanza… e lui cambia espressione appena ti vede!

giovedì 14 ottobre 2010

È proprio vero!

Stamattina ti guardavo mentre prendevi il lattuccio di mamma e pensavo a quando eri dentro la mia pancia e, settimana dopo settimana, scrivevo quello che facevi: gli occhi, i capelli, la pelle, le dita… Ti ho scrutata e ho pensato “è proprio vero!”.
Ti sei fatta tutto, anche i dettagli!
Hai meravigliosi capellini castani che sembrano lisci.
Una pelle rosa morbidissima e liscia come quella di una pesca.
Delle mani e dei piedi con dita incredibilmente lunghe… (e con le unghiette!).
I languidi occhi che hanno ancora quel colore indefinito tipico dei neonati.
Una bocca a paperino, che ricorda tanto la mia ma chissà…
Il mento con tanto di fossetta… che è il marchio di fabbrica di papino!
La vuoi sapere una cosa Alice? Non avrei potuto chiedere di meglio, sei perfetta!
Ottimo lavoro Tripy!
(Faccio i complimenti a Tripy perché è stata lei a lavorare per “costruire” quella che poi sarebbe diventata Alice… e noi siamo il suo paese delle meraviglie!

mercoledì 13 ottobre 2010

Una droga di nome Alice

Sei assolutamente una pericolosa ma non dannosa droga.
Toccarti, annusarti, abbracciarti, sfiorarti, anche guardarti… sono azioni pericolose e se cominci non riesci più a smettere.
La tua morbidezza, il tuo odore, il tuo tepore, la tua delicatezza e la tua immagine… sono tutte cose irresistibili, che non ti bastano mai.