giovedì 30 giugno 2011

Un balzo nel futuro


Abbiamo visto un bel film, mi è piaciuto davvero e soprattutto, l’attrice protagonista Emily Blunt, mi ha fatto venire in mente te, ho pensato che potresti essere tu da grande: anche lei occhi blu, fossetta sul mento e capelli castani…
Dopo il tuffo nel passato questo è stato un balzo nel futuro..

Un tuffo nel passato


Stasera papà abbiamo deciso di andare al cinema e così, mentre tu restavi in compagnia della signora Patty, noi abbiamo allacciato i casci, ci siamo messi in sella alla vespa e ci siamo diretti rapidamente alla multisala.
In moto abbracciata a papà, col vento che mi sbatteva addosso, mi stringevo a lui e improvvisamente mi è sembrato di essere tornata indietro nel tempo, quando il primo anno che stavamo insieme andavamo in giro come due ragazzini, anche se ragazzini non lo eravamo già più…
È stato breve ma intenso, un’emozione forte che mi ha fatto fare un tuffo nel passato…

Una baby sitter per Gù


È capitato all’improvviso mentre parlavo con papà stamattina, lui mi ha detto “forse sarebbe il caso di trovare una vera baby sitter per Alice” ed io con molta naturalezza ho pensato subito “forse sì”.
No cucciola, non temere, non vogliamo affatto liberarci di te, che oltre tutto sei così buona. Però a volte papà e mamma vorrebbero andare al cinema, vorrebbero andare ad un concerto e gli piacerebbe sapere di poterlo fare senza dover chiedere troppi favori e sapendo di lasciarti con una persona con cui stai bene, che conosci e di cui ti fidi.
Fa bene anche a te ora che cominci a crescere, capire che ci può essere anche qualcun altro a darti la pappa o a cambiarti il pannolino…
Vedrai che ti diverti, troveremo una dada brava e amorevole, che ti farà giocare e sentire al sicuro.
Ho parlato con una ragazza che conoscevo già e che “a pelle” mi piace, la prossima settimana faremo una prova e vediamo come va…
Mamma mia com’è dura però…

Ricordi e dimenticanze


Se penso alla mia gravidanza ricordo i momenti belli, poi se mi fermo a riflettere e mi sforzo, riesco anche a ricordare i primi tre mesi di nausea continua e vomitate mattutine e i piccoli grandi problemi che ci sono stati in seguito.
Se penso ai primi mesi dopo la tua nascita, ricordo l’intensità di quei momenti, la gioia immensa, quasi incontenibile ma non ricordo dolori fisici, sofferenze, stress e stanchezza. Non ricordo i dolori della cicatrice del cesareo, se li ho avuti, non ricordo la sofferenza delle prime volte che ti allattavo, ma so che c’era, non ricordo i molteplici risvegli quando avevi fame ogni tre ore…
Ricordo solo che mi perdevo a guardare il tuo viso mentre tu affondavi la faccia e le manine nel mio seno.
Ricordo l’immensa tenerezza che mi facevi, così piccina nella tua carrozzina, ricordo le ore passate a guardarti dormire…
Questo credo sia il miracolo della maternità: il potere di resettare, la capacità di cancellare piccoli ricordi e di lasciare solo le cose belle e una grande immensa nostalgia…

"ma ma ma" sarei io...


Ehi tu piccola grande donna, che hai monopolizzato il mio tempo, riempito le mie giornate, cambiato le mie abitudini e stravolto le mie priorità.
Che riesci a volte a farmi sentire importante e fondamentale.
Che silenziosa ed attenta, mi fissi con quella tua faccia buffa e seria, e prima ancora che io sia riuscita ad interpretare i tuoi pensieri, mi spari uno dei tuoi espressivissimi “mbeh!”, lasciandomi come sempre spiazzata.
Che mi fai sorridere anche quando vorrei piangere, che mi fai dimenticare anche il brutto della vita, che riesci in un solo istante a cambiare il mio umore e a trasformare l’andamento di una giornata, perché basta la tua presenza e tutto diventa migliore.
Che riesci a farmi fare cose fino a pochi mesi fa inimmaginabili, come spezzettare il cibo con le mani o fare il bagno al mare, anche se so che poi all’uscita i piedi si insabbieranno, o stare in spiaggia in piena estate, o ancora giocare con la sabbia anche se lascia le mani secche e impolverate.
Ehi tu, piccolo grande miracolo, ieri abbiamo capito che anche se ancora non lo sai dire perfettamente, ormai hai compreso che papà è papà.
Ehi tu, tanto per chiarire, se ancora non lo avessi capito, volevo solo dirti che “ma ma ma” sarei io…

mercoledì 29 giugno 2011

Consapevolezze...


Stamattina ti ho allattata, con la consapevolezza che sarebbe stata l’ultima volta…
Tu da quando hai smesso di svegliarti di notte, hai anche smesso completamente di cercare la tetta di mamma e giorno dopo giorno hai rallentato le volte in cui ti attaccavi ed hai diminuito il tempo in cui tittavi. Così un po’ alla volta il latte è calato, fino quasi a scomparire. Ultimamente per te era più una consolazione che un nutrimento.
Stamattina a malincuore ho preso il coraggio a quattro mani e le ho chiesto cosa dovevo fare, se insistere o rinunciare.
Lei mi ha detto di rinunciare… lo sapevo anche prima di sentirglielo dire, me lo sentivo.
Sinceramente mi dispiace molto.
Ieri guardavo una mamma che ha un bimbo della tua età che prende ancora “tanta tetta” e vedendolo attaccato al seno mi sentivo stringere il cuore, mi mancava qualcosa.
So che è giusto e che è normale, so che arrivare ad 8 mesi è stato già un ottimo risultato ma non posso negare che mi dispiace che sia finita.
Volevo che tu sapessi che è stato bello, forse faticoso all’inizio ma ora ricordo solo che è stata una delle esperienze più totalizzanti della mia vita.
Mi mancheranno i nostri momenti unici ed esclusivi, il tuo affondare la faccia nel mio seno, il tuo ciucciare voracemente fino ad ubriacarti di latte.
Ora ho comprato le pastiglie per mandare via anche quel po’ di latte che resta, sono lì sul tavolo che mi aspettano…
Ho deciso che domani le prenderò e scriverò davvero la parola fine ad un capitolo che resterà per sempre uno dei miei preferiti.

Mattinata stressantissima


Stamattina niente mare, dovevo fare una serie di commissioni e perciò mi sono ritrovata a girare sotto un caldo torrido, con te che eri (giustamente) insofferente…
Sono tornata a casa stanca e stressata. Sono esausta!

martedì 28 giugno 2011

Che bello il mare con te!


Che bello andare al mare con te! Stamattina ci siamo proprio divertite!!!
Hai giocato con la sabbia e con le formine e poi hai fatto il bagno, ridendo come una pazzerella…

Foto


Ieri ho cominciato a scaricare le foto delle vacanze.
Non vedo l’ora di essere riuscita a metterle a posto tutte.
Sono belle, anzi bellissime.
Rispecchiano perfettamente la serenità dei giorni di vacanza che abbiamo vissuto insieme: tu, papà ed io.

lunedì 27 giugno 2011

Ehi tu, cucciola...


Ehi tu, che chiami a gran voce “ma ma ma” aggiungendo una sillaba di troppo e senza nemmeno intuire quanto piacere mi fai.
Ehi tu, che fai “scilinguire” tuo padre non appena lo guardi (termine falso terrone coniato da me vera terrona, per indicare una persona che si scioglie e sbava di fronte a qualcosa o qualcuno).
Ehi tu, che passi il tempo a fare “ciao ciao” con la manina, ma se qualcuno te lo chiede, aspetti che se ne sia già andato per salutare.
Ehi tu, che se qualcuno per un attimo non ti guarda fai di tutto per attirare la sua attenzione e, inutile dire, che ci riesci sempre.
Ehi tu, che sei curiosa come poche e se vuoi vedere qualcuno nascosto da qualcosa ti sporgi fino a cadere.
Ehi tu, che non smetti di parlare un attimo nemmeno quando dormi e il bello è che nessuno sa cosa tu voglia dire.
Ehi tu, che ormai al ristorante bisogna ordinare qualcosa anche per te, se no ci rimani male a restare a bocca asciutta.
Ehi tu che fai le boccacce e resti a bocca spalancata se papà ti fa assaggiare l’acqua gasata (solo lui avrebbe potuto pensare di farlo…).
Ehi tu, che quando hai sonno, hai sonno, e poco importa che tu sia seduta nel seggiolone con il boccone in bocca, chiudi gli occhi e dormi.
Ehi tu, che ami dormire ma che se hai deciso che non vuoi dormire fai “cacare gli spini” a papà e mamma e non cedi alle braccia di Morfeo…
Ehi tu, che sei talmente abituata ad addormentarti e a dormire da sola che non riesci ad addormentarti in braccio o con qualcuno vicino.
Ehi tu, che salti e guizzi felice in braccio a papà quando mi vedi arrivare mentre fate la doccia insieme.
Ehi tu, che agiti i piedi quando sei felice, proprio come fa un cane che esprime la sua gioia scodinzolando.
Ehi tu, che in macchina quando ti sei stufata, ti sei stufata e non ci sono giochini, sonagli e stratagemmi in grado di farti stare buona.
Ehi tu, che mangi la sabbia prendendola a manciate, proprio come se fosse il cibo migliore del mondo.
Ehi tu, che hai quattro peli sulla testa ma hanno anche il coraggio di essere tutti scompigliati e di restare dritti sulla fronte.
Ehi tu, che ami fare il bagno ma solo con l’acqua calda e che invece fuori dall’acqua ami stare al fresco.
Ehi tu, che quando sei nella vasca da bagno, ti agiti talmente tanto che sei in grado da sola di smuovere un maremoto.
Ehi tu, che affondi in un salvagente troppo grande che mamma ha comprato forse pensando che presto crescerai.
Ehi tu, che di solito sei stitica ma che in vacanza hai fatto cacche per un intero asilo nido.
Ehi tu, piccola viaggiatrice, che sei già stata in autobus, in taxi, in metropolitana, in treno, in aereo, in traghetto, ti manca solo l’elicottero, il sommergibile e la navicella spaziale… credi che non ti abbia vista oggi che ti guardi attorno scavando con lo sguardo in ogni anfratto di casa, investigando con gli occhi attorno a te alla disperata ricerca di quell’uomo che tanto ami, sulla cui spalla ti appoggi fiera, orgogliosa, impettita e padrona dell’universo mondo?
No cucciola, non è nascosto dietro alla porta pronto a farti cucù, papà è andato a lavorare. Lo so che ti manca e che vorresti che fosse qui con noi, e non sei la sola, però ti prometto che il tempo passerà in fretta e prima che tu faccia la nanna questa sera, lui sarà tornato a casa, in tempo per giocare con te sul lettone e farti fare tante risate.

Impagabile...

Dividere con te il mio branzino, mentre contemporaneamente tu, seduta sul seggiolone, giochi accarezzando con i piedi la schiena di Heidi che passeggia sotto di te aspettando che ti cada qualcosa, è impagabile: non ha prezzo e non ha valore.

domenica 26 giugno 2011

11 - Appunti di viaggio

Domenica 26 ore 12
Scesi dal traghetto siamo già in macchina diretti a casa.
Nei prossimi giorni è previsto bel tempo, meglio così viste le innumerevoli lavatrici che ci aspettano. Devo lavare anche il mitico compagno di viaggio Orsonno che è talmente sporco da sembrare brizzolato... Forse è per questo cheti piace tanto.

Domenica 26 ore 22:00
Abbiamo mangiato una mitica pizza da Bruno.
Tu ora dormi tranquilla nel tuo letto.
Heidi é stesa sul divano vicina a noi.
Posso aggiungere solo: home sweet home.

sabato 25 giugno 2011

10 - Appunti di viaggio


Sabato 25 ore 21:00
Seduti in un ristorante nel porto di Arbatax attendiamo di mangiare e di imbarcarci.
Posso solo aggiungere che è stata davvero una bella vacanza.

Sabato 25 ore 23:00
Dopo un'intera giornata in cui hai dormito poco, sei finalmente crollata fra le braccia di papà che passeggiava sul porto di Arbatax.
Una scena che riempie gli occhi.
Ora ancora di più vorrei poter fermare il tempo....

09 - Appunti di viaggio


Venerdì 24 ore 22:00
É tutto già pronto: dopo una splendida giornata di bagni al mare e in piscina, tutti insieme, ora abbiamo preparato i bagagli e siamo pronti per godere delle ultime ore di vacanza e per affrontare la traversata e il viaggio verso casa.
Ricorderò con immenso piacere queste ore e queste splendide giornate passate insieme.
Sabato 25 ore 12:15
Dopo una notte agitata, la tua e di conseguenza la nostra, ora siamo in spiaggia e tu dormi, come caduta all'interno di un fuso orario tutto tuo, di cui solo tu conosci regole e ritmi.
Mi domando cosa ci aspetta oggi, domani e nei giorni che verranno...

giovedì 23 giugno 2011

08 - Appunti di viaggio


Giovedì 23 giugno ore 21:30
Oggi il cielo era ornato da piccole, dispettose nuvolette bianche che oscuravano il sole ma siamo stati comunque in spiaggia tutto il giorno, ad eccezione, come sempre, delle prime ore pomeridiane, decisamente troppo calde.
Ora siamo in camera, tu ti sei appena addormentata ed io penso con tristezza che domani è l'ultima notte qui.
So che questi giorni insieme a voi mi mancheranno, so già che lunedì sarà dura riprendere la solita routine e restare lontana da papà tutto il giorno.
Ora cerco dolo di godermi queste ultime ore di vacanza senza rattristarmi troppo e proverò a pensare alle belle cose che ci aspettano a casa: le passeggiate con Anna, Heidi e Molly, le ore al mare con Vanessa e Pietro, i caffè di Anna, i giretti con Nicoletta e Alessandro e i week-end con papà.
Sì la nostra vita è sempre e comunque bella, siamo fortunate Alice, non possiamo davvero
lamentarci!

mercoledì 22 giugno 2011

07 - Appunti di viaggio

Mercoledì 22 giugno ore 18:00
Oggi siamo stati in gita fuori dal villaggio, abbiamo visto alcune spiagge e altri paesi.
Abbiamo spezzato la settimana di relax con una giornata diversa dalle altre. Ora stiamo rientrando al villaggio, ho lo stomaco un po' in subbuglio per via delle curve ma ho comunque fame. Speriamo di arrivare presto...
Mercoledì 22 giugno ore 22:00
Stasera ti sei addormentata subito, unica cosa strana: non hai voluto il latte, ma del resto, con tutto quello che ti sei mangiata a cena, mi sarei stupita del contrario.
Quando ti ho vista dormire tranquilla ripensando alla serata di ieri ho tirato un sospiro di sollievo.
Ora mi sono stesa sul letto ma prima ho raccolto e riordinato alcune cose: un ciuccio, un bavaglino, un bambolotto di gomma... tracce di te.
Mi fermo a guardare questi oggetti fra le mie mani e realizzo quanto le nostre vite, di tuo padre e mia, siano cambiate e quanto vorrei che non cambiassero più.
Questi giorni stanno fuggendo via troppo rapidamente, vorrei fermare il tempo, o almeno avere la possibilità di rallentarlo.
Questa è la nostra vera vacanza di famiglia, la prima in cui tu sei una presenza interattiva. L'abbiamo sognata, desiderata, programmata e attesa ed ora sta scappando via troppo in fretta.
Questo pensiero mi rattrista e lo allontano immediatamente da me...

06 - Appunti di viaggio


Mercoledì 22 giugno ore 8:30

Il bagno di famiglia nel mare sardo di ieri pomeriggio é saltato: tu hai avuto una scarica di diarrea e abbiamo rinunciato al progetto.
Poi ieri sei stata piuttosto nervosa fino a culminare, prima di dormire, in una crisi di pianto come non ti avevo mai vista fare prima.
Io non capivo cosa avessi, non riuscivo a tranquillizzarti e tantomeno a calmare il tuo pianto disperato.
Per la prima volta non mi sono sentita affatto una brava madre, ma improvvisamente mi sono sentita inadeguata e sbagliata, completamente sbagliata.
La mia inutilità di fronte al tuo evidente sconforto mi ha letteralmente devastata.
Mi sono sentita colpevole e avrei voluto solo allontanarmi da te, scappare e regalarti qualcuno migliore di me, che davvero sapesse capirti e che riuscisse, finalmente, a consolarti e a farti tornare il tuo splendido sorriso.
Ho pensato alle altre madri del villaggio, e avrei voluto chiamare qui per te un'altra madre, una madre vera, una di quelle che sembrano sapere sempre cosa é giusto fare.
Papà chiedeva a me cosa fare ed io, forse per la prima volta da quando sei nata, non sapevo davvero cosa fare.
Poi ti ho portata a fare un giro, tu ti sei calmata e finalmente addormentata.
Io sono rimasta a leggere fino all'ultima pagina del libro: non riuscivo a dormire, schiacciata dal senso di colpa, e dalla sensazione di inutilità e di impotenza.
Ora sei sveglia e la notte di ieri sembra un lontano ricordo, almeno per te.

martedì 21 giugno 2011

05 - Appunti di viaggio

Lunedì 20 ore 10:00
Ieri è stato il primo vero giorno di relax. Troppo vento per stare in spiaggia ma ce la siamo goduti in piscina. Tu ti sei immediatamente abituata ai ritmi: mangi dormi e sei tranquilla e felice. Uno spettacolo vederti così.
Ora dopo una mega colazione tu ed io siamo in spiaggia. Papà oggi deve lavorare ed è rimasto in recepiton o "recezione" come la chiamano qui... dove può utilizzare la connessione.
Ci manca, speriamo finisca presto.
Martedì 21 ore 13:30
Il mare é mostruosamente trasparente nonostante la sabbia vulcanica che sembra pepe.
L'acqua non é caldissima ma il colore cristallino ti invoglia a buttarti. Forse oggi pomeriggio faremo il bagno tutti assieme, naturalmente tu con il tuo magnifico e gigantesco salvagente antiribaltamento.
Tu da stanotte sei un po' nervosa ma sinceramente non ho capito da cosa dipenda. Freddo, caldo, mal si pancia, mal di denti, voglia di papà e mamma... Chissà...
Martedì 21 ore 16:30
Circa quattro anni che dico a papà che vorrei fate la doccia con lui, ma non c'è niente da fare, lui non sembra raccogliere il mio invito... Ed ora sono due giorni che tu, senza nemmeno chiedere nulla, ti ritrovi stretta nel suo abbraccio mentre insieme ve la spassate sotto la doccia... Ed io fuori ad aspettarti con l'accappatoio in mano, mentre tu mi guardi con aria felice e soddisfatta e sembri volermi dire: ho vinto io!!!
Sai una cosa, mi ricordi tanto me, quando da piccola di mattina spodestavo mia mamma dal lettone e quando lei veniva a portare il caffè a mio padre, io la guardavo con aria di sfida, sentendomi unica e sola principessa, per il semplice fatto di avere accanto il mio principe!
Vabbè dai, mi consolerò col bagno di famiglia che stiamo per fare tutti insieme nelle cristalline acque del mare della Sardegna...

sabato 18 giugno 2011

04 - Appunti di viaggio


Sabato 18 ore 9:30
Ora riesco ad immaginarti più grande, fra uno o due anni.
Ti guardo e ti cerco nei volti degli altri bambini, nei loro passi incerti, nei loro sorrisi spensierati.
Ancora non so se i tuoi capelli saranno lisci o ricci, ma in alcune bimbe riesco a vedere tracce di te.
Sabato 18 ore 10:30
Mi guardo attorno e scopro di essere probabilmente l'unica persona su tutto il traghetto a stare male: anziani, bambini, cani: nessuno soffre il mal di mare... Solo io!
Sabato 18 ore 12:30
Siamo nel bel mezzo delle operazioni di sbarco. Non vedo l'ora di toccare la terraferma e di entrare nei magnifici panorami che fino ad ora ho solo visto da lontano.
Manca davvero pochissimo ormai...
Sabato 18 ore 23:00
Bilancio della prima giornata dopo aver già beneficiato di un pomeriggio di mare: direi molto bene.
Certo, il viaggio é stato molto lungo ma ne é valsa la pena.
Sono stanca ma felice di essere qui.
Tu già dormi nel tuo lettino da viaggio nuovo fiammante: sei stata davvero bravissima.
Buonanotte piccolo amore, a domani e riposati perché ci aspetta una giornata di sole, mare e bagni.

03 - Appunti di viaggio

Sabato 18 ore 2:30
Siamo in navigazione, il mare é assolutamente calmo ma io non riesco a dormire. Tu invece, hai fatto fatica ad addormentarti ma poi, una volta preso sonno, non ti sei più svegliata.
Meglio così...
Sabato 18 ore 6:00
Tale padre tale figlia... Voi due avete dormito tutta notte come due ghiri. Tu per l'esattezza stai ancora dormendo. Non ti sei nemmeno accorta che siamo attraccati al porto di Arbatax.
L'unica a dormire malissimo stanotte a quanto pare sono stata io. La sola a sentire lo stomaco come se fosse in lavatrice sono sempre io...
Non si può negare l'evidenza dei fatti: voi due siete assolutamente uguali...
Sabato 18 ore 9:15
Siamo ancora in navigazione, mi sembra di avere un acquario nello stomaco... Tu, tanto per cambiare, dormi. Stamattina dopo esserti svegliata e aver fatto colazione, sei stata in sala a giocare con alcuni bimbi. Eri la più piccina di tutti e hai fatto la mascotte del gruppo. Improvvisamente hai cominciato a battere le mani sorprendendomi con una nuova cosa che non sapevo avessi imparato a fare...
Il panorama dalla nave è bellissimo, la Sardegna già da qui appare in tutto il suo splendore.
Non vedo l'ora di arrivare...

venerdì 17 giugno 2011

02 - Appunti di viaggio

Venerdì ore 18:15
Siamo sul traghetto in attesa di salpare. Per ora tutto perfetto.
Tu sei stata buona, ora dormi tranquilla nel tuo passeggino, mentre noi, seduti in poltrona attendiamo l'imminente partenza. Ammetto che invidio la tua capacità di addormentarti ovunque.
Venerdì ore 21:10
Devo tempestivamente rimangiarmi le parole di prima: ora sto cercando di farti addormentare, siamo in cuccetta e dopo aver trovato il modo di mettere una sponda al tuo improvvisato lettino, le sto provando tutte, mi sono addirittura stesa accanto a te, ma a quanto pare sei nervosa, ti guardi attorno, scalci e proprio non riesci a dormire.
Speriamo bene, la notte e la traversata sono lunghe...

01 - Appunti di viaggio

Venerdì 17 ore 9:00
Siamo ufficialmente in vacanza.
Sopravvissuti ai preparativi, miracolosamente stipati in macchina siamo riusciti a partire pochi minuti fa.
Ora manca solo la grande avventura della traversata in traghetto e poi potremo finalmente stenderci e rilassarci sotto l'ombrellone.
Sardegna aspettaci stiamo arrivando!
Venerdì 17 ore 13:00
É bello vederti affacciata alla spalla di papino, che mi guardi, mi sorridi e fai ciao, ciao con la manina...
Siamo appena stati in pausa all'autogrill, dove tutti ci siamo rifocillati. Ora stiamo tornando alla macchina e siamo pronti a ripartire.
Venerdì 17 ore 13:30
Come faremmo senza "Orsonno" orsetto regalo di zia Anna, compagno di nanne e di viaggi: tu ascolti la musica del suo carillon, accarezzi il pon pon del suo buffo cappello, ti rilassi e lentamente ti addormenti.
Venerdì 17 ore 14:30
Ci volevano nove chili di personcina simpatica per farci fare una vacanza d'estate...
Siamo arrivati al traghetto.
Siamo decisamente in anticipo.
Ora andiamo al terminal e aspettiamo l'ora x.

giovedì 16 giugno 2011

La prima albicocca di Gù


Oggi ci hanno regalato delle albicocche appena raccolte dall’albero.
Alcune erano belle mature, dolci, pronte per essere assaggiate da te! Ne ho presa una che mi sembrava perfetta e ti ho dato l’interno, grattandolo con un cucchiaino.
L’hai divorata in pochi minuti, nonostante avessi già mangiato un omogeneizzato mela/banana.
Sai Gù, è un piacere guardarti mangiare così di gusto, vedere che non ti tiri mai indietro, che sei pronta a sperimentare nuovi sapori.
MI piace!

Un libro per mamma


Sto aspettando che ti svegli e poi, dopo averti fatto fare lo spuntino di metà mattina, andremo al supermercato per gli ultimi acquisti prima della partenza. Fra le cose da comprare, a parte le creme solari, un libro per mamma.
Sì, mamma ha la pia illusione durante questi giorni di vacanza, di avere anche un po’ di tempo per leggere, magari mentre, stesa sotto l’ombrellone, veglia il tuo sonno…
Ieri sera mentre provavo a pensare ad un libro da portare con me, sentendo le parole di papà, mi sono improvvisamente resa conto che non so più leggere solo per il puro piacere di farlo. Per anni ho letto/studiato libri di grammatica spagnola, poi sono passata ai manuali sulla gravidanza, poi ancora a quelli sulla crescita di un figlio… insomma il classico libro da “cazzeggio” non rientra più nelle mie abitudini…
Ma oggi lo farò rientrare…

La valigia per il mare


Non ricordo più nemmeno quanti anni siano passati da quando l’ultima volta ho preparato una valigia per il mare. Sicuramente non pochi…
Mi ha fatto un effetto strano sostituire i pesanti maglioni e le calze grosse con i costumi da bagno e i parei…
Non mi sembra ancora vero: domani a quest’ora comincia la vacanza…
Papà questa volta ci ha davvero stupite con effetti speciali, prendendosi addirittura una settimana di ferie non in concomitanza della chiusura aziendale e proponendo una località marina…
Ora mancano le ultime cose, quelle che più mi mettono in ansia, quelle che bisogna necessariamente fare all’ultimo minuto… ma so che quando papà tornerà a casa stasera, in due tutto sembrerà e sarà più facile…
Preparati Alice, ci aspetta una magnifica settimana di vacanza!

mercoledì 15 giugno 2011

Frenesia pre-partenza


È ufficiale: sono stata decisamente colta dalla frenesia pre-partenza.
Sono circondata da borse, sporte e valige, sono sommersa da vestiti, magliette, pantaloni, mutande e calzini, miei, tuoi… ormai non fa differenza, tanto non riesco più a capirci nulla.
Scrivo biglietti per ricordarmi di prendere le cose importanti ed altri biglietti per ricordarmi dove sono le cose importanti ed altri ancora per ricordarmi di guardare i biglietti...
Faccio liste, elenchi, assolutamente inutili che serviranno solo a confondermi le idee e a farmi dimenticare qualcosa che sarà sicuramente fondamentale, ma della quale riusciremo comunque a fare a meno(o nella peggiore delle ipotesi a trovare un valido surrogato).
Non so più cosa ho fatto e cosa devo fare, non so più cosa ho messo in valigia e cosa ancora manca, non so più se ho comprato tutto ciò che serve oppure no e adesso che ci penso mi sa che non so nemmeno più dove ho messo la valigia…
L’unica cosa che so e che mi fa stare comunque tranquilla, in questo stato di beatitudine che mi rende euforica come se fossi drogata o almeno un po’ ubriaca, nonostante il caos dal quale sono attorniata, è che manca un solo giorno alla partenza, soltanto uno e poi saremo in viaggio e siccome il viaggio è già vacanza, vuol dire che alle vacanze manca davvero poco!

Le tue radici coreane...


Ieri per caso mi è venuto in mente quando io, prima di conoscere papà, volevo espatriare, scappare, andare a vivere all’estero.
Il mio sogno era quello di trasferirmi un giorno a Madrid.
Ci ho anche provato e per alcuni periodi ho “giocato” a fare l’emigrante.
Vivere all’estero non è dura, è durissima, l’ho sperimentato sulla mia pelle.
Certo, molto dipende dal carattere, ma per una come me che ha bisogno di sentirsi a casa, di mettere radici e di ritrovarsi anche nei piccoli oggetti di uso comune quotidiani, è un’impresa con un carico emotivo molto pesante.
Ti manca tutto, anche la solita marca di dentifricio che naturalmente, non riesci a trovare. Ti senti spaesato e non è un problema di lingua, perché quello era l’unico ostacolo che a Madrid non dovevo affrontare, è un problema di abitudini, di usi e costumi, di cultura, di clima, di orari. Ecco, per esempio gli orari a Madrid sono assurdi: si pranza alle tre di pomeriggio e si cena alle dieci di sera… mi ci ero abituata ma non mi sarei mai rassegnata…
Perché allora una persona “normale” ad un certe punto della sua vita sente il bisogno, la voglia, il desiderio o la necessità di trasferirsi in un altro stato? Che cosa lo spinge ad affrontare tanti sacrifici e tante difficoltà? Non so gli altri, ma per me in quel momento è stata una necessità: detestavo la vita insulsa che conducevo in Italia, ero assolutamente insoddisfatta di quello che facevo e volevo dare una svolta radicale, a qualsiasi costo. La vedevo come l’unica soluzione possibile per “salvarmi”, l’unica possibilità di realizzarmi in qualche modo.
Ma poi la vita mi ha stupita, regalandomi un sogno molto più grande, mi ha dato tutto ciò che ho ora e mi ha resa immensamente felice, come non pensavo di poter essere.
Non c’è stato bisogno di andare così lontano: è stato sufficiente incontrare la persona giusta al momento giusto e spostarsi di appena 60 kilometri.
Certo, all’inizio anche qui non è stato facile.
Papà sta via dodici ore ogni giorno ed io ho dovuto abituarmi prima a stare da sola in un posto a me sconosciuto e poi costruire una rete di affetti, trasformare banali conoscenze in reali amicizie, cominciare a sentire familiari luoghi a me assolutamente estranei: tutte cose che hanno richiesto tempo ed energie.
Nessuno mi ha regalato niente. Tutto è stato ottenuto faticosamente, giorno dopo giorno, passo dopo passo, con grandi sforzi e immensi sacrifici.
Oggi però, dopo quattro anni, posso dire che qui è casa, mi sento e sono completamente a mio agio, questo è il posto dove ho imparato che si può anche essere felici e che la vita è bella, qui è dove ho finalmente messo radici e dove vorrei vedere crescere mia figlia e vivere i miei prossimi anni.
Oggi quando papà va via ogni mattina, non mi sento improvvisamente persa, non mi vedo come un granello di sabbia in mezzo al vento, non ho più paura, perché tutto è familiare, perché so come muovermi e dove andare, qualsiasi cosa succeda o di qualsiasi cosa io abbia bisogno so a chi rivolgermi.
Oggi, posso dire serenamente che non ho più bisogno di scappare, non sento l’esigenza di andare lontana, forse perché non sto cercando nulla, non mi manca niente, tutto ciò di cui ho bisogno è qui, tutto ciò che voglio ce l’ho a portata di mano.
Sono realizzata, appagata, in una parola: felice.
Ho solo paura un giorno di dover abbandonare tutto questo e di dover ricominciare da zero in un altro posto…
Non so se ce la potrei fare, ci ho pensato a volte e sono sincera nel dire che credo di no, perché ora sono consapevole di quanto sia difficile e di quanto per me sia necessario, al contrario di quello che pensavo, mettere radici stabili e durature.
Forse potrei vivere un periodo di alcuni mesi lontana da qui, una parentesi che potrebbe anche essere piacevole, ma solo con la certezza di tornare a casa, senza perdere i privilegi che in questi anni ho acquisito, senza dover dire addio a questi posti, senza dover abbandonare le mie consuetudini quotidiane, e senza dover perdere le poche persone che in questi anni sono diventate importanti.
Sbagliavo quando pensavo di essere un animale migratore, io sono una pianta, per l’esattezza un “Abete Coreano”, un albero che sviluppa radici grandi e profonde.
Forse ora che ci penso, alla luce di questa consapevolezza, invece della Spagna avrei dovuto provare a trasferirmi in Corea…

martedì 14 giugno 2011

Cosa non ti piace?


Avevamo già iniziato questa giornata con un post di lamentela, dove ti dicevo chiaramente che non era possibile continuare in questo modo e che una brioche per noi due, visto il tuo appetito, è avvero troppo poco.
Mi spiace Alice ma devo dirti che sono di nuovo qui per lamentarmi.
Mi sembrava di aver intuito che il pesce non ti piaceva… avevamo già fatto almeno tre tentativi dei quali uno, era miseramente fallito e finito nell’immondizia e gli altri due erano andati meglio ma decisamente non bene.
Per questo oggi a pranzo io ti avevo preparato la solita pappa con le verdure frullate e la “ciccia”, un’abbondante spolverata di parmigiano e un po’ di olio d’oliva. Insomma direi un pranzetto di tutto rispetto e assolutamente nutriente. Tu lo hai letteralmente divorato e in men che non si dica il tuo piatto era vuoto.
A quel punto, saziata la tua fame, mi sono messa a tavola io, che oggi avevo un branzino alla griglia avanzo di ieri. L’ho scaldato nel microonde ed era venuto anche piuttosto buono. Come al solito tu vedendo che io stavo mangiando hai cominciato a fissarmi senza sosta. Allora ho pensato “adesso glielo faccio assaggiare, tanto il pesce non le piace così poi mi lascia mangiare in santa pace senza farmi sentire in colpa…” e così ho fatto. Ho preso un pezzettino dall’interno del pesce, la parte più bianca e meno contaminata dai condimenti, l’ho sminuzzato con le dita per assicurarmi che non ci fossero spine e mi sono avvicinata alla tua bocca che tu hai prontamente spalancato. Mi aspettavo che deglutissi facendo espressioni schifate e che ti rifiutassi di aprire nuovamente la bocca. Ma tu mi hai sorpresa, cominciando ad assaporare soddisfatta ciò che stavi mangiando e riaprendo immediatamente la bocca non appena vuota… Questa scena si è ripresentata più e più volte, tanto che io non riuscivo a mettere in bocca nulla per star dietro alle tue ripetute richieste. Un boccone dopo l’altro alla fine ti sei mangiata un bel pezzo di branzino ed io ho dovuto pensare ad un pranzo alternativo per me…
No Alice, così non va bene: la mamma dovrebbe sì fare la dieta ma questa è una dieta coatta e assolutamente sbilanciata, che mi lascia con un profondo e totale senso di fame… anche se devo ammettere che vederti mangiare così di gusto è un’immagine estremamente appagante!

Passeggino verso il mondo


Ci avevamo già provato alla fine di aprile, ma con scarsi risultati ed eravamo pertanto ritornate sui nostri passi, ma giovedì scorso, approfittando dell’occasione di una meravigliosa passeggiata con il tuo amichetto Alessandro e la sua mamma, abbiamo deciso di ritentare l’esperimento ed abbiamo cambiato di nuovo il verso del passeggino girandolo verso la strada e non più verso la mamma.
Beh direi che questa volta l’esperimento mi sembra perfettamente riuscito perché tu, attratta da tutto ciò che ti circonda e curiosa come chi ha visto poche cose nella sua vita, te ne stai buonissima guardandoti attorno, seduta con le braccia appoggiate ai braccioli, impettita, fiera ed orgogliosa come se volessi presentarti al mondo nella tua forma migliore e devo dire, che ci riesci benissimo perché ti guardano davvero tutti!

Malefiche zanzare

Stamattina al tuo risveglio ho visto le tracce dei primi becchi di zanzare sulla tua morbida pelle… Grrr, che rabbia! Odiosissime zanzare che vi approfittate della ciccetta tenera della mia bimba e che durante la notte tormentate il suo sonno, e il mio, ronzandole attorno come un falco sulla sua preda, cercando il punto migliore dove appoggiarsi per succhiare il suo sangue. Vi odio e vi comunico che la guerra è aperta! Non vi darò tregua, vi farò pentire anche solo di aver appoggiato il vostro sguardo malefico sulla mia bambina!

Momenti di Gù


Dormi abbracciata al tuo coniglietto della nanna, ti giri e ti rigiri nel letto senza mollarlo mai, gli ciucci le orecchie, gli angoli, il nasino e qualsiasi cosa sporga. Te lo passi da una mano all’altra fino a trovare la sorpresa: il ciuccio attaccato da una parte!

Ti svegli ma resti buona nel lettino a chiacchierare con le giostrine, e quando arriviamo nella tua camera, ci guardi spalancando gli occhioni, come solo tu sai fare e poi ci regali un meraviglioso, esclusivo sorriso, inebriandoci col tuo profumo.

Stai in braccio e ti arrampichi come un geco sulla spalla di papà o di mamma, balli facendo su e giù con il tuo sederotto imbottito, ti affacci da dietro la testa di chi ti tiene in braccio solo per fare le boccacce a chi ti guarda.


Saluti allegramente la tua immagine riflessa nello specchio, così come tutti quelli che passano sotto casa nostra, mentre noi, affacciate in terrazzo, aspettiamo di vedere passare papà che parte per andare a lavorare.

Giochi seduta nella palestrina rimanendo incantata dalla televisione se per caso è accesa. Chiacchieri e poi ti giri a cercare con lo sguardo i nostri occhi, le nostre presenze e quando finalmente ci vedi, spalanchi la bocca e ti illumini di allegria.

Ti giri e ti rigiri abilmente prima su un fianco, poi sull’altro, ti butti in avanti e poi strisci come un serpente. Cerchi di sollevare il culetto imbottito dal pannolino, ma atterri dopo pochi secondi perché forse per gattonare è ancora un po’ prestino…

Vai a spasso seduta sul passeggino come se fossi su un trono, ti guardi attorno fiera e orgogliosa proprio come una regina. Sei curiosa e attenta a tutto ciò che ti circonda e quando non riesci a vedere bene, ti sporgi in avanti per avvicinarti a ciò che ti interessa.

Al mare ti siedi sul telo puntando già la sabbia, riesci abilmente a raggiungerla per infilarci le mani dentro, ne prendi una manciata e rapidissima te la infili in bocca e la assapori soddisfatta, come se fosse zucchero.

Seduta sul tuo seggiolone emetti gridolini prima timidi e discreti, poi sempre più forti e decisi. Urli e guardi la reazione di chi ti è di fronte e poi urli sempre più forte, senza mai abbassare lo sguardo, perché la tua è un’evidente sfida…

Spalanchi la bocca ogni volta che ti viene proposto un cibo, lo assaggi e lo assapori, a volte facendo facce strane, ma non ti tiri mai indietro. Se poi qualcosa ti piace si vede subito, perché sei pronta di nuovo a bocca aperta per aspettare un altro boccone.

Sorridi felice non appena vedi la vasca da bagno e ti siedi senza la benché minima esitazione, immersa nell’acqua tiepida. Circondata di colorati giochini di gomma, tu scegli sempre lo stesso: il morbido libro imbottito che resta in assoluto il tuo preferito.

Ti diverti a giocare sul lettone con papà e mamma negli attimi che precedono la notte, ti lasci andare a risatone senza sosta e ti abbandoni al divertimento più sfrenato, godendo pienamente della presenza di entrambi i tuoi punti di riferimento.

Sorridi al tuo letto quando lo vedi apparire al tuo orizzonte, pregusti la nanna e intanto ti godi l’ultimo biberon della giornata tittando con tutte le tue forze per far uscire il latte dalla tettarella che deve rigorosamente avere il buco piccolo…

Questa sei tu Gù, questi sono scorci della tua e della nostra vita.
Ce ne sarebbero tanti altri, perché ogni istante andrebbe fotografato e raccontato per non dimenticarlo mai.

Sirene e ululati


Il tuo cane, Alice, ulula.
Capita raramente ma è appena successo.
Proprio come una lupacchiotta, alza il muso verso il cielo e si lancia in un meraviglioso, perfetto, struggente ululato.
Lei però a differenza dei lupi, quelli veri, non lo fa nelle notti di luna piena, ma lo fa quando sente una sirena, quando per esempio passa un’ambulanza.
Mi chiedevo che cosa significasse, le ragioni di questa sua reazione e cercando informazioni ho scoperto che alcune sirene hanno frequenze di emissione simili all’ululato, ed i cani particolarmente sensibili e desiderosi di contatto sociale possono rispondere con una simile vocalizzazione, così come appunto fanno i lupi per riunire e consolidare il branco di un grande territorio.
Hmmm, a me a dire la verità fa molta tenerezza ma non vorrei trovarmi un branco di cani o peggio di lupi sotto casa che vengono a socializzare con Heidi…

Una brioche per due


No Alice, così non va bene.
Parliamone.
Come non sai a cosa mi riferisco… dai su, non fare la finta tonta, che hai capito benissimo…
Allora, qualche settimana fa ho cominciato a farti sentire dei piccoli pezzettini della brioche che mangio ogni mattina. Tu naturalmente hai gradito, la assaporavi “mummiando” come fai ogni volta che mangi qualcosa che ti piace, e questa è diventata una piacevole routine di ogni giorno.
Peccato che, ogni giorno ne mangi un pochino di più… e oggi te ne sei fatta fuori un bel pezzettino…
Ora, vero è che mamma non è certo deperita, e forse lo fai per il mio bene, però mamma, proprio come te, di mattina si sveglia con una fame da lupi, e già una brioche è poco per lei e fa un sacrificio per non mangiare la seconda… se tu però te ne fai fuori un bel pezzo, resta davvero troppo poco per mammina tua, non credi?

... ritorno alle origini


Quella che è appena finita è stata una notte che definirei “a scaglioni”.
·        Primo scaglione: dalle dieci a mezzanotte più o meno.
Come sempre sul divano appoggiata alla spalla destra di papà.
·        Secondo scaglione: da mezzanotte alle tre:
A letto, un po’ sulla spalla sinistra di papà, un po’ beatamente “accucchiaiata” nel suo abbraccio e un altro po’ da sola in posizione fetale, dalla mia parte di letto. Alle tre ho cominciato a sentire i tuoi gorgheggi e il tuo vociare notturno, ma ho pensato (e sperato) che tu stessi in realtà dormendo e sognando.
·        Terzo scaglione: dalle tre alle tre e mezza:
Mi ero appena riaddormentata quando improvvisamente mi sono svegliata madida di sudore, con la salivazione aumentata, evidente sintomo di imminente vomitata (dopo i primi tre mesi della gravidanza passati a vomitare, ormai lo so…). I funghi hanno colpito ancora! No, non erano avvelenati, ma a volte me lo fanno, anche se non ho ancora capito perché a volte sì e a volte no…
·        Quarto scaglione: dalle tre e mezza alle quattro e mezza.
Dopo essere tornata a letto senza aver vomitato nulla a parte i succhi gastrici, sono riuscita a riaddormentarmi, per svegliarmi, esattamente un’ora dopo, destata dal tuo pianto improvviso, forte, deciso e assolutamente inaspettato. Non capitava da molti giorni e da molte notti e quindi mi sono precipitata di là per capire che cosa ti avesse disturbata. Eri trasversale nel letto, con i piedini, naturalmente gelidi, incastrati fra le sbarre, gli occhi spalancati alla ricerca del tuo coniglio della nanna che giaceva solitario sul cuscino dall’altra parte rispetto a dove eri tu.
Ti ho guardata e ti ho presa in braccio, ho riscaldato i tuoi piedini e… e… siccome il primo amore non si scorda mai, ti ho dato un po’ di tetta! Sì perché una tittatina notturna non fa mai male né alla mamma né al pupetto. (l’ho scientificamente deciso io!). Tu naturalmente non ti sei fatta pregare e hai preso la tua dose di latte e coccole. Poi ti sei riaddormentata e ti ho riadagiata nel tuo lettino, accanto al tuo coniglietto della nanna, che hai prontamente abbracciato.
Ti ho coperto i piedini e tu già ronfavi. A quel punto anche io sono tornata a letto…
·        Quinto ed ultimo scaglione: dalle quattro e mezza alle sei e tre quarti.
Ho semplicemente dormito, senza più la nausea, il vomito, senza sentirti nemmeno fiatare, senza accorgermi che le ultime due ore della notte sono volate via in un battibaleno…
Stanotte, dopo tante notti passate senza di te e senza il nostro esclusivo appuntamento notturno, ritrovarmi lì, seduta sul divano in camera tua, ad allattarti, mi ha improvvisamente fatto tornare ai “vecchi tempi”, quando ogni notte ci ritrovavamo tu ed io, strette in un unico abbraccio, a prenderci cura l’una dell’altra.
È stato bello e non importa se è stata una notte a scaglioni. La ricorderò, forse, come l’ultima notte in cui ti ho allattata, perché lo so, lo vedo nei tuoi occhi e lo sento nel mio cuore… il tuo amore per la tetta di mamma sta, in maniera del tutto naturale e normale, sfumando via velocemente.
Solo una mamma può capire ciò che sto provando…
Un senso di gioia perché stai crescendo e stai conquistando la tua autonomia, ma anche un senso di tristezza perché la mia cucciolina indifesa sta diventando grande e per me resterà sempre quella piccola bimba, che in una grigia mattina di ottobre è “spuntata” come un raggio di sole, a riscaldare e illuminare le nostre vite.
Tu per noi sarai sempre quel fagottino arrotolato nella sciarpa bianco/rossa del Vicenza, fatta apposta per te dalla mamma, piccina piccina, ma comunque sempre troppo grande per il tuo piccolo e inesistente collo di neonata… e sarai sempre quella bimba, che guardavo con le lacrime agli occhi, ancora frastornata fuori dalla sala operatoria, mentre tu già ti facevi riconoscere e ti presentavi a noi facendo uno dei tuoi tipici “meeeo” e mentre papà non si smentiva mai e già si faceva riconoscere da te facendo il c… clown… alle nostre spalle…

lunedì 13 giugno 2011

Auguri per due


Oggi è il compleanno di papà ed è anche Sant’Alice.
Sì, vi accomuna un’altra cosa: oltre al naso, alla fossetta sul mento, alla forma del viso, al gruppo sanguigno, il 13 giugno è un giorno di festa per entrambi.
Non lo sapevi? Beh, ora lo sai.
Ti dirò anche che vi sono due diverse interpretazioni sull’origine del tuo nome Alice.
Una lo fa derivare dal francese “Aliz” o “Aalis” a sua volta proveniente dal germanico Adalhaid o Adalheideis (da cui anche Adelaide), che significa "nobiltà" o "di nobile origine" o comunque da adal, "nobile".
Se così fosse vorrebbe dire che tu hai lo stesso nome della nostra cucina che è il modello “Adel” di Ikea… nonché del nostro cane “Heidi”, il cui nome ha origine sempre da Adelaide…
Forse è meglio passare alla seconda ipotesi che farebbe derivare Alice dal greco “Alyké” ovvero “marina, del mare” (questa soluzione ci piace di più…).
Non solo l’origine è doppia, in realtà anche l’onomastico sarebbe doppio, c’è infatti chi lo festeggia il 9 gennaio, ma siccome a noi piace l’idea di fare una doppia festa e soprattutto, piace l’idea di poter finalmente festeggiare il 13 giugno, dato che papà detesta i festeggiamenti rivolti a lui (sì, abbiamo trovato il modo di fregarlo…), per noi Sant’Alice è oggi, e non si discute.