lunedì 30 settembre 2013

"Non è messo bene!"

"Non è messo bene!", con questa frase che salta fuori all'improvviso a volte anche in modo divertente tu intendi dire semplicemente che qualcosa o qualcuno non è come te lo aspettavi, non ha lo stesso aspetto che ha di solito.
Così Bruce Springsteen in un video di qualche anno fa incredibilmente per te "non è messo bene" perché è ovviamente più giovane e tu non lo riconosci.
L'orecchio di Heidi quando è girato al contrario "non è per niente messo bene!" perché ovviamente tu lo trovi diverso.
Allo stesso modo la tua cacca questa mattina "non era messa molto bene" come giustamente hai notato tu guardandola disgustata...
Prevedo una gita dalla pediatra in giornata

Meglio del previsto

Notte trascorsa per entrambe molto meglio di quello che avevo preventivato. Tu ti sei svegliata ma subito riaddormentata un paio di volte e solo dopo le sei la tosse non ti ha dato tregua e abbiamo dovuto portarti nel lettone e darti gli sciroppi. Io mi sono svegliata solo quando ti sei svegliata tu e il sonno che ho fatto è stato assolutamente ristoratore. 
Dopo la scuola questa mattina andiamo comunque dalla pediatra perché il tuo "fiato corto" non mi piace proprio per niente...

domenica 29 settembre 2013

Programma del pomeriggio

Prima di andare a nanna abbiamo fatto il programma per il pomeriggio: biscotti, giochi e musica... 
Io ho detto biscotti, tu hai detto giochi e indovina un po'? Papà non poteva che dire musica! 
Altro che storie, diciamoci la verità Alice, a noi queste domeniche casalinghe, golose,divertenti e pigre piacciono un bel po'...

Pasticci in cucina

Oggi visto il tempo e le condizioni di salute mie e tue abbiamo deciso di restare a casa e darci all"arte culinaria. Muffin, biscotti, crostatina, pollo alla birra, peperoni... Io ho cucinato te u sei stata la mia aiutante dispettosa... Perché dispettosa? Come definiresti tu un'aiutante che di nascosto ha impostato la bilancia sulle libbre? 
Eh sì cara la mia folletta birbona, e la cosa peggiore è che io me ne sono accorta troppo tardi quando i Muffins erano già in forno... Effettivamente mi era sembrata davvero poco l'impasto... Per fortuna che quando mi è venuto il dubbio pesando prima un panetto di burro e poi un pacco chiuso di farina ho realizzato quale fosse il problema... Ora vediamo se i Muffins rielaborati sono commestibili oppure no...

Tosse in corso

Questa domenica mattina ci siamo svegliati a ritmo della tua tosse che dalle cinque e mezza in poi non ti ha dato tregua. Sei venuta nel lettone ma le cose non sono migliorate di molto... nemmeno dopo lo sciroppo. Qualcosa mi dice che sarà una domenica in casa, fatta di biscotti (se trovo la fantastica ricetta di quella pasta frolla...), di mattoncini Lego, di film Disney, di divano e di coperte...
La pioggia che sbatte sui vetri é la perfetta colonna sonora a questa giornata dal sapore tipicamente autunnale e casalingo. Spero solo che dovendo ancora fare il mio cambio armadio di trovare un perfetto "abito della domenica" (tuta da ginnastica) per vivere al massimo,della comodità le ore che verranno. Buona domenica a tutti!

Alice...

E pochi minuti dopo le dieci e mezza a sorpresa sentiamo le prime note della canzone "Alice" e subito ti svegliamo per fartela sentire e finalmente al terzo concerto di De Gregori (sarebbero quattro in verità ma al primo eri davvero troppo piccola per fare qualche richiesta musicale) il tuo desiderio di sentire la canzone "dei gatti" è stato esaudito! Quando hai capito quale era la canzone ti sei subito aperta la sorriso ed è stato uno spettacolo emozionante vederti ascoltare "Alice" fra le braccia di un papà evidentemente felice e commosso.
Forse non è stata un idea geniale portarti ad un concerto col raffreddore, ma ne è valsa la pena perché abbiamo davvero scritto una delle pagine più intense di queste pennellate.
Quando siamo tornati a casa parlando con papà gli hai raccontato il tuo concerto e gli hai spiegato che ti sono piaciute diverse canzoni. Quella che tu hai urlato "io la consocio!" (Guarda che non sono io),  poi c'è "la donna cannone", poi ovviamente quella "dei gatti" ovvero "Alice" e poi c'è quella che dice "l'angioletto sei tu" (Caterina)...
Non si può certo dire che questo concerto non ti abbia vista partecipe...

sabato 28 settembre 2013

Dormire sulla mamma...

E quando al concerto di de Gregori tu ti sei addormentata a pelle d'orso su di me, con la tua. Testa sul mio petto, mi sono ricordata di quando bambina poco più grande di te anche io mi addormentavo sul petto di mia mamma sente mi assolutamente al sicuro fra quelle braccia. Mi piaceva sentire il "tun tun" del suo cuore che batteva, mi piaceva anche il suo odore... quelle maglie impregnate di fumo perché la nonna ora non fuma più Alice, ma fumava davvero tanto! Chissà se anche a te piace sentire la mia voce che rimbomba, il mio cuore che batte, chissà se anche tu riconosci il mio odore, chissà se anche a te piace così tanto come piaceva a me stare con la testa appoggiata al petto della mamma...

"MaRRone"

Leggevo le parole di una mia amica anche lei mamma di una bimba di tre anni che raccontava una  mini lezione di dizione che il papà doppiatore cercava di fare unaa sua figlia... 
Spiegava in modo divertente come di fronte alla chiara spiegazione di ripetere la parola "mar ro ne", sua figlia avesse ripetuto "maL Lone"...
Ho preso spunto da questa bella "pennellata di un'altra famiglia" per farti la stessa domanda aspettandomi un perfetto "maI Io ne" perché di solito tu la "R" non la sostituisci banalmente con la  "L" ma con la più inconsueta "I". 
Ma alla mia domanda Alice prova a ripetere "mar ro ne" ecco che sei saltata fuori con un incredibile "maR Ro ne" che più marrone non si può, con una "R" arrotatissima che ci ha lasciati senza parole, assolutamente uguale in ogni sfumatura alla "R" del nonno Luigi...
Quello che non mi spiego è come mai un istante dopo il ramarro si è trasformato in un incomprensibile "iamaiio"... Mi vuoi dire che la tua "R" è stata solo una breve apparizione?

Ho ragione io?

Alle soglie dei tuoi tre anni il tuo nuovo tormentone di questo mese di settembre ormai giunto al termine è "ho ragione io?" Fortunatamente pronunciato spesso ma sempre col tono interrogativo e mai affermativo... Ancora  hai il beneficio del dubbio... 
Fa sorridere vedere che dopo che hai detto qualcosa, inaspettatamente ci guardi e salti fuori con il tuo buffo "ho ragione io?"...
Ormai c'è lo hai attaccato e non è raro sentire anche io e papà concludere frasi, pensieri o idee con uno dei tuoi meravigliosi "ho ragione io?"...
Ma mi raccomando la regola è uguale per tutti: punto interrogativo e mai esclamativo! 
Ho ragione io?

Passione per i colori!

Da quando vai alla scuola materna hai sviluppato una folle passione per colorare.
Forse, anzi sicuramente dipende dal fatto che ora hai libero accesso ai colori e non sei più una sorvegliata speciale quando hai fra le mani la potente arma del "pennarello"! Prima te li davo solo quando c'era un adulto accanto a te, ora invece tu puoi prenderli dal cassetto dei colori e poi seduta alla tua scrivania davanti ad un bel foglio, puoi lasciare libero sfogo alla tua fantasia.
Non vedi l'ora di finire di mangiare per andare subito a "coloae" (colorare).
Stiamo entrambe imparando, tu a colorare ed io a non preoccuparmi troppo se col pennarello ti scrivi la maglietta... È dura però...

Due, due quattro e due mezzi!

E poi mentre sei al parco ricevi inaspettatamente una telefonata di un amico che ti propone un week end di famiglie (la tua e la loro) in un bed & breakfast in Toscana, l'idea ti alletta e tu non ci pensi due volte a dire di sì.
Non resta che stabilire le date e calendario alla mano ecco scartati i week end di ottobre, ma a Novembre non è difficile trovare subito quello che ha tutta l'apparenza di essere il fine settimana perfetto per una gita fra amici. Saremo due mamme, due papà e due mezze donnine meravigliose...
Sono proprio curiosa di veder come andrà...

Quando papà si allabba...

Di solito fra me e papà chi si arrabbia di più e più spesso sono io. Non solo con te, in generale. Quando papà è arrabbiato ha davvero una brutta cera... poco rassicurante. 
Non mi piace papà arrabbiato e mi piace ancora meno quando papà è arrabbiato con te. Quando lo sento che ti sgrida mi si stringe il cuore, anche se so che ha ragione e tu di solito di fronte alla sua arrabbiatura ci resti davvero malissimo... Vero è che papà arrabbiato con te ci resta sempre solo pochi attimi perché basta un tuo sorriso per vederlo sciogliersi...

Strane "chiocciole"

Oggi al parco abbiamo raccolto delle castagne, di quelle che non si possono mangiare ma che per giocare vanno benissimo. Tu non ti ricordavi di averle già viste e sei stata molto contenta  di questa novità e non ti sei certo fatta pregare ad aiutarmi nella ricerca.
Dopo aver riempito un bel sacchettino siamo potute tornare a casa!
Mi rimane ancora da capire perché tu le castagne ti ostini a chiamarle "chiocciole" nonostante tuo padre ed io abbiamo cercato più volte di ripeterti che sono castagne non chiocciole...

Il tuo finto russare...

... e poi quando ti svegli, ci chiami e appena arriviamo vicino al tuo letto ecco che subito tu fai finta di dormire, con gli occhi stretti stretti che ogni tanto spiano cosa succede intorno e la bocca che si apre e si chiude simulando i rumori di uno che russa...
L'unica cosa che mi dispiace è che appena ti accorgi che ci siamo ti alzi e in un balzo rompi quel bella immagine di te che fai la bella addormentata nel bosco (con problemi di sinusite...).

Candeline

Una casa dove chiuse da qualche parte, ci sono delle candeline per festeggiare i compleanni è una casa che sa di bambini, di gioia, di feste, di allegria. 
Oggi mettendo a posto un cassetto della cucina ho trovato le nostre "candeline di famiglia", anche quelle del tuo secondo compleanno che proprio non ero più riuscita a trovare. All'inizio non capivo cosa ci facesse un "5", ma poi mi sono ricordata che lo avevo peso per festeggiare il tuo quinto "mesiversario"...
Candeline rosa, azzurre (azzurre?), candeline colorate a forma di molla, con la base a fiore, a forma di numero, con Titti... Lo so alice tu ora ti aspetti che io dica candeline di Peppa Pig... La verità è che grazie al prezioso e ovvio spunto di un'amica (al quale io però non avevo pensato), le candeline della tua maiala preferita io le avrei anche trovate, ma devo ancora verificare se riesco a farmele spedire in Italia entro la data desiderata...
Però non preoccuparti se proprio non avrai le candeline di Peppa sicuramente avrai la torta Pepposa!
A proposito devo ancora chiederti se sopra vuoi solo la Peppa o tutta la famiglia...

venerdì 27 settembre 2013

Un bel modo di concludere la giornata!

Oggi quando ti sei svegliata guardando le nuove tendine della cucina che ho fatto mente tu dormivi, hai esclamato: "baba (brava) mamma cuci popio (proprio) bene!".
Nel pomeriggio quando la dottoressa dopo averti visitata ti ha dato le caramelle e un regalino perché eri stata sorprendentemente bravissima tu l'hai guardata e poi le hai detto seria "gazie dottoessa!" (In realtà hai detto il suo cognome...).
In serata quando hai visto la pappa fumante nel tuo piatto ti sei avvicinata e hai detto "bona la pappa della mamma!".
Sei davvero una bimba gentile Alice e le tue parole sono davvero un bel modo di concludere la giornata!

Un giorno pieno di regali

Oggi non è il tuo compleanno ma tu hai fatto incetta di regali!
Io ti ho comprato un paio di scarpe da ginnastica tipo Superga ma con la maiala... Sì hai intuito bene Alice, proprio con la Peppa. Però tu non le hai viste: per averle dovrai aspettare di non piangere alla scuola materna.
Poi è arrivato il personaggio dell'Isola dei Pirati che avevo richiesto un po' di tempo fa, e quello lo hai visto subito!
Poi è arrivato il pacco con i regali per il tuo compleanno da parte di Silvia, Arianna e Ale e stasera ci abbiamo giocato assieme (visto il raffreddore ti ho concesso di aprire un pacco prima della data del compleanno...).
Poi la pediatra ti ha dato un regalino perché eri stata bravissima...
Poi è arrivato papà con il DVD della Sirenetta...
Quando si dice una giornata piena...



Repentino momento di crescita

Dopo la pennichella pomeridiana ti sei svegliata con una brutta tosse ed abbiamo dovuto nostro malgrado rinunciare ad un magnifico programma in compagnia di Kimmy e Paola per andare dalla pediatra. Quando te l'ho detto come sempe hai pianto, poi in sala di attesa dopo due ore in cui abbiamo giocato, letto, chiacchierato, parlato al telefono, guardato le foto... Finalmente è arrivato il nostro turno. Quando siamo entrate nel suo ambulatorio la dottoressa stava telefonando e tu hai cominciato a spiarla da dietro alle mie gambe ma ogni tanto ti sfuggiva un sorriso...
Forse sorridevi perché tu oggi in realtà avevi già deciso di stupirci.
Ti sei lasciata visitare senza piangere e hai addirittura incredibilmente collaborato. Hai chiesto solo che io ti rimanessi vicina e dopo la visita hai naturalmente chiesto una caramella.
Poi mentre la dottoressa scriveva la ricetta tu ti sei informata sull'uso dei vari attrezzi del mestiere...  Prima di andare via la dottoressa ti ha dato un regalino e tu allora l'hai ringraziata e le hai addirittura buttato un bacino, perché come mi hai giustamente spiegato dopo, "quando quaccuno dà quaccosa ad un bambino bisogna dire gazie"... Ti svelo un segreto, teoricamente varrebbe la stessa regola anche per gli adulti ma in realtà nessuno se la ricorda...



Agli ordini comandante!

Ti svegli e sul tavolo trovi una piccola sorpresa: uno dei personaggi del cartone animato "i pirati dell'Isola che non c'è" Cubby. Lo guardi e subito mi chiedi dov'è Izzy? E Scully (il pappagallo)?
Dispiaciuta ti dico che purtroppo c'è solo Cubby, allora tu rassegnata mi guardi e dici allora dai, almeno prendi dalla scatola dei giochi Jake (quello c'è lo avevi già)...
Agli ordini comandante!

Lumachino lumachine...

I tuoi pacchetti regalo preparati dalle tue manine mentre sei al scuola materna, che io ingenuamente ho messo in borsa senza aprirli, ho scoperto troppo tardi che contenevano lumachine... Che ora camminano vivono è si riproducono all'interno della mia borsa...
Le tasche del tuo grembiule che io stupidamente ho messo in lavatrice senza prima controllarne il contenuto, ho capito troppo tardi che erano piene di lumachine... Che ora purtroppo dopo la centrifuga e l'ammorbidente, non credo che stiano troppo bene...
Ecco Alice se tu gentilmente lasciassi in pace le lumachine faresti un favore non solo a loro ma anche a me...

Volevo te!

Stamattina papà mi ha raccontato che tu ieri sera gli hai chiesto se mentre eri nella pancia della mamma io avrei preferito che tu fossi un maschio.
Ecco Alice la risposta è semplice: assolutamente no! In cuor mio ho sempre sperato che tu fossi una femminuccia e il mio desiderio di avere una bellissima principessa è stato molto più che esaudito, perché mai avrei potuto sperare di avere una bambina come te.
Tu sei la mia cucciola ed io sono contentissima e orgogliosa di te!

Un bel modo di iniziare la giornata

Stamattina non avevi voglia di alzarti ma poi è bastato dirti che se facevi presto avresti fatto in tempo ad aiutare papà a fare la spremuta e come per magia "zacchete!" hai subito spalancato gli occhi e sei saltata su come una molla!
Pochi minuti dopo eri già vestita e pronta e una volta scesa al piano di sotto in men che non si dica eri già sulla scaletta accanto a papà che gli passavi le arance!
Ed io quando sono scesa pochi minuti più tardi mi sono trovata di fronte una bella scena di routine mattutina, davvero un bel modo di iniziare la giornata!

giovedì 26 settembre 2013

Sadismo infantile

Dopo la prima settimana di inserimento alla scuola materna ti sento che mentre giochi spieghi alla tua bambolina come funziona: i bambini piangono finché ci sono le mamme, poi quando vanno via, quando restano con le maestre sono bravi... 
Forse dovrei arrabbiarmi ma la cosa mi fa sorridere. 
Di sicuro rimango ammutolita di fronte al tuo sadismo infantile... Del resto già mi avevi chiaramente detto che sei contenta se io vado via triste...
Almeno posso dire di avere una figlia sincera... Per fortuna che mi vuoi bene, se no chissà che faresti...

Odori...

Gli modifichino l'incredibile caratteristica di riuscire a riportarti immediatamente indietro nel tempo e di risvegliare ricordi e sensazioni. L'odore di quando mia mamma faceva le tigelle resterà per sempre fra quelli a me più graditi. Lo riconoscevo ancora prima di entrare in casa... 
Purtroppo però l'odore degli ospedali non è collegato alla tua nascita Alice, non mi risveglia piacevoli sensazioni... 
Oggi quando sono andata a trovare la zia "Mela" in ospedale mi sono accorta che subito, appena entrata, avevo il cuore che sembrava voler uscire dal petto: batteva all'impazzata senza più seguire un ritmo regolare. 
Quell'odore di disinfettante, di brodo, di asettico... per me ha solo i terribile significato...
Quando ho salutato te e papà sentivo qualcosa che mi spingeva fuori da quei corridoi, quasi non riuscivo ad entrare. Ho aspettato l'ascensore ascoltando i discorsi di due medici che parlavano come se io non fossi presente ad ascoltare. Un solo piano con loro mi è sembrato un viaggio in aereo dall'altra parte del mondo. E poi quelle scritte ad indicare i reparti, quei rumori metallici, quegli allarmi, quelle luci soffuse... 
È stata dura restare lì, anche se questa volta dall'altra parte della barricata, io seduta sulla sedia e non stesa in un letto... Ho ricordato le mie terribili ore del postoperatorio, quella paura, quel senso di solitudine, quella mancanza di assistenza, quel terribile freddo, quella sensazione di essere sospesa in uno spazio fuori dal tempo, quella voglia di dormire e quell'impossibilita di riuscire a farlo a causa della mancanza di rispetto delle mie compagne di stanza...
Tutto mi ricordava tutto.
Quando ti ho abbracciata fuori da quelle fredde mura, quando ho sentito il tuo odore che il 20 aprile di questo stesso anno in un post ho meravigliosamente descritto così, ho capito di essere al sicuro e di aver solo rivissuto un incubo:
"Odore di fresco, di buono di pulito.
Odore di sapone, di fiori, di tempere colorate, di pane appena fatto, di latte, di erba, di mare...
Odore di bambina, di ingenuità e di di spontaneità.
Odore di mia figlia.
Inconfondibile odore di te Alice".

La tua cruda franchezza...

E poi uscendo da scuola tu sorridendo mi dici che piangi quando la mattina vado via, perché ti fa piacere sapere che così io sono triste... Resto piuttosto sconcertata di fronte alla crudezza delle tue parole e quando più tardi papà ti chiede se anche tu sei triste, tu gli rispondi che non sei triste e gli spieghi che sei solo preoccupata che io non venga a riprenderti... Lui allora ti dice che questo non può capitare e aggiunge che la mamma torna a sempre a prenderti.
E tu come se finalmente qualcuno avesse letto la tua anima e messo a nudo le tue paure ci hai guardato scritto negli occhi e poi hai detto "questo volevo sentirmi dire!".
A volte Alice sei assolutamente disarmante...
Poi abbiamo provato a chiederti se ora che sai che verrò a prenderti non piangerai più... E tu con molta franchezza e un sorriso leggermente sadico hai detto "sì, piangeró!".
L'importante è saperlo...

Il grembiule di Peppa Pig

Comincio a domandarmi seriamente perché ti ho fatto quattro grembiuli quando quello che vuoi mettere ogni mattina è quello della ormai familiare maialina Peppa. Solo un giorno sono riuscita a farti andare a scuola con uno degli altro grembiuli e quando ogni mattina ti chiedo se per caso vuoi cambiare so già quale sarà la tua risposta.
Ma il grembiule di Peppa Pig non piace solo a te, oggi una maestra di un'altra classe mi ha fermata apposta per dirmi che non aveva mai visto un grembiule bello come il tuo!
Chissà se un giorno riuscirà anche a vedere gli altri...

Mamme a scuola

Mamme, che incrociano il loro sguardo mentre tenendo per mano i loro cuccioli con i grembiuli a quadretti li accompagnano a scuola. Qualche bimbo sorride, qualcuno piange, altri si stringono in un abbraccio prima di allontanarsi, altri ancora corrono felici incontro ai loro amichetti.
Le mamme si guardano complici mentre lasciano fiduciose i loro bimbi a scuola e poi escono aspettando il momento in cui di nuovo varcheranno il cancello sapendo già che ritroveranno i loro bimbi con i grembiulini e le mani forse un po' meno puliti ma tanto più felici perché hanno giocato in compagnia dei loro compagni di scuola.

mercoledì 25 settembre 2013

Vado più piano ma va bene così...

In questa lunga e a volte tortuosa corsa verso il futuro vado avanti scrollandomi di dosso pesi e zavorre e abbandonando alle mie spalle i fardelli più inutili e scomodi da portare.
Niente più sassi nelle scarpe, niente più frasi pensate e non dette, niente più paure o sogni inconfessati.
Continuo a camminare più leggera, a passo veloce, forse troppo, senza rimpianti, senza rimorsi senza ripensamenti.
A volte mi giro indietro ma solo per vedere quanta strada ho fatto.
Non è mai abbastanza.
Non mi fermo mai, ma non tengo mai lo stesso passo, a volte rallento altre accelero. Sento e rispetto l'esigenza del momento senza mai forzare la mano.
In questi giorni vado più piano, ma va bene così...

Incomprensibili sequenze

All'uscita dalla scuola materna mentre mano nella mano passeggiando sotto uno splendido sole di settembre tornavamo a casa mi hai detto che ti eri divertita a giocare con i tuoi amichetti. Subito ho approfittato di questo tuo momento di positività e ti ho detto "visto che ti diverti e che ormai sai che la mamma viene a prenderti, puoi anche non piangere domattina".
Tu allora mi hai guardata e senza smettere di camminare mi hai detto "ma io piango perché voglio te!" Con un tono che sottolineava l'ovvietà della cosa.
Io allora tentando di rassicurarti ho continuato a ripeterti che poi dopo la spesa io sarei tornata a prenderti.
E tu hai concluso dicendomi che lo sai ma che un pochino piangi perché la sequenza è quella
Io nemmeno sospettavo che tu conoscessi l'esistenza della parola sequenza, figuriamoci se potevo immaginare che addirittura tu la sapessi usare in maniera corretta...
Comunque sia temo di leggere fra le righe di questa tua incomprensibile sequenza un presagio di un lungo periodo di pianti inconsolabili ogni volta che ti lascio a scuola... 
Spero solo che la mia interpretazione sia sbagliata...

Dieci momenti di oggi

Il momento più difficile 
Quando ti ho lasciata in lacrime alla scuola materna...
Il momento più bello
Quando mi ha chiamata Paola per chiedermi se ci vedevamo...
Il momento più arrabbiato
Quando ero al telefono con papà
Il momento più rilassante 
Quando ho fatto le applicazioni di panno mentre tu dormivi
Il momento più allegro
Quando venendoti a riprendere a scuola ti ho vista giocare con le tue amichette
Il momento più piacevole
Quando ho bevuto il caffè con monica
Il momento più sorprendente
Quando Virginia ha trovato telefono e candele in Peppa style (peccato non averli ancora presi)
Il momento più divertente
Ogni volta che pensavo al mio essere una tipica mamma "Nostradamus" (che preannuncia catastrofi: se corri cadi)
Il momento più inconsueto
Quando ho telefonato alla sarta per fare il tuo vestito per il matrimonio
Il momento più gustoso
Quando ho mangiato il gelato al gusto libidinoso "biscotto della nonna"


martedì 24 settembre 2013

Con la Peppa anche nelle mutande....

Pronta per andare a nanna ti guardo e improvvisamente realizzo che: hai il pigiama rosa con la Peppa, i calzini rosa con la Peppa, le mutande bianche ma... con la Peppa vestita di rosa e la canottiera, indovina un po' Alice? Bianca ma sempre con la Peppa vestita di rosa...
Eh già, il tuo mondo è proprio "a base" di Peppa..
Oggi mi hai confermato ciò che già sapevo: sulla torta di compleanno vuoi la Peppa... Chissà se ci vuoi anche il resto della famiglia...

Odore di pidocchi

In giro ci sono già i pidocchi.
Papà è stato subito colto dalla fobia che da ieri ha colpito anche me...
Oggi abbiamo comprato tutti i trattamenti: preventivi, curativi... E chi più ne ha più ne metta.
Nel frattempo io mi gratto come se ospitassi sulla testa un'intera comunità di pidocchi eppure non ho trovato tracce né su di te né su di me. La suggestione può molto!
I vai spray e unguenti hanno un mix di odori limone/ la vanta che fortunatamente non è sgradevole. Dico fortunatamente perché temo che questo odore ci accompagnerà per un bel po' di tempo...
Penso che lo chiamerò l'odore dei pidocchi...

Un saluto prima di girare pagina...

Un anno fa a quest'ora non sapevo ancora che domattina mi sarei svegliata e per un attimo avrei pensato che la mia vita stesse per cambiare, mi sarei illusa che il quadro della nostra famiglia sarebbe finalmente stato completo e per qualche giorno è stato davvero così è la mia felicità ha raggiunto livelli inimmaginabili.
Ricordo quelle prime ore confuse in cui la gioia, la paura e l'incredulità si sono intrecciate in uno stretto e indivisibile abbraccio.
Purtroppo però il sogno è stato breve anche se intenso.
Quella piccola vita in me ha smesso di crescere troppo presto, quasi subito, lasciando un vuoto e una sofferenza che a distanza di un anno restano invariati, anche se nel frattempo ho imparato sulla mia pelle che esistono dolori e tragedie più grandi di queste.
Ma questo pensiero Alice, va a quel fratellino o sorellina che come in un sogno per poco più di una manciata di ore, ha vissuto in me, prendendo quello che un giorno era stato il tuo posto e che forse temo, non sarà mai più di nessun altro.
Per una volta queste righe non sono dedicate a te Alice ma a qualcuno a cui sono certa avresti voluto molto bene.
"Caro figlio che non sei mai nato, a distanza di un anno dalla scoperta della tua esistenza, volevo solo dedicarti un ultimo pensiero, come ho fatto con chi è volato via prima di te.
Volevo dirti che non vali meno solo perché sei arrivato dopo, ma nel frattempo ho capito che la vita è troppo breve e imprevedibile e bisogna godere sempre di ogni attimo di felicità.
È raro che parli di te lo so, ma il mio pensiero spesso invece sfugge alla realtà a volte troppo dura da sopportare e torna indietro nel tempo, a quei giorni meravigliosi in cui tu esistevi e fantastica su quelli che sarebbero seguiti se tutto fosse andato bene e mi scopro a chiedermi come saresti stato, mi ritrovo a domandarmi come sarebbe cambiata la nostra vita...
La verità è che non posso rispondere a queste domande, so com'è la nostra vita oggi, ma non ho idea di come avrebbe potuto essere.
Avrei voluto scoprirlo tutti insieme, vivendo giorno dopo giorno in quattro, ma non sempre possiamo scegliere e questa volta non abbiamo scelto noi.
Quello che so è che amo la mia famiglia, tutta, Heidi e tartarughe incluse, amo la mia vita anche se non sempre è facile, amo il mio compagno (e finalmente presto potrò dire marito, ma ti assicuro che non per questo lo amerò di più!) e amo quei quindici chili di bambina che insieme al suo papà mi hanno dato la forza di superare tutto, anche un cancro.
Certo, tu mi manchi, non posso negarlo...
Una volta ho pensato che sono una donna con tre gravidanze iniziate ma con una sola figlia... Non sono mai stata brava in matematica ma i conti non mi tornano...
non dovrebbero essere questi, non dovrebbe essere mai così, non dovrebbe capitare a nessuno!
Ma io almeno fatti conti ho potuto scrivere il numero uno...
C'è chi purtroppo nemmeno dopo tante sofferenze riesce a diventare madre...
Questo pensiero insieme alla certezza del mio angioletto che dorme al piano di sopra, mi consola e mi rasserena.
Ora, a distanza di un anno da quel giorno felice, è arrivato il momento di chiudere anche questo doloroso libro e di girare pagina.
Grazie per esserci stato anche solo per un momento e per avermi regalato quell'indimenticabile attimo di incredibile felicità."

La giornata della consapevolezza

Se quella di ieri è stata la giornata della sopravvivenza, quella di oggi la potrei definire la giornata della consapevolezza.
La consapevolezza per noi che tu stai diventando grande e che per quanto lo desideriamo dobbiamo lasciarti vivere il difficile processo di crescita e non possiamo risparmiarti le piccole inevitabili sofferenze che comporta.
La consapevolezza per te che papà è mamma non ti lasciano sola e tornano sempre a prenderti, e la consapevolezza che anche senza di loro ci si può divertire e si può stare bene.
Oggi ti ho lasciata in lacrime a scuola...
E anche se davanti a te e nemmeno dopo ho versato una lacrima ti assicuro alice che il mio cuore ha pianto nel vederti così. Ti ho girato le spalle e mi sono allontanata sentendomi spaccata in due. Ma so che lo sto facendo per il tuo bene. Ho vissuto quelle due ore come fossero venti, guardando ogni minuto l'orologio e sperando che tu stessi bene.
E così è stato.
Quando alle undici ti siamo venuti a prenderti (si è venuto anche papà che se era possibile era anche più preoccupato di me) ti abbiamo trovata che giocavi serena in giardino.
Penso alla scuola di danza, a quanto ti diverti e sono certa che non appena assocerai anche la scuola materna ad un posto bello dove puoi incontrare i tuoi amichetti e giocare con loro, mi dirai che non vuoi tornare a casa e piangerai per rimanere... E io non vedo l'ora che succeda, perché ti vedrò di nuovo serena anche se a quel punto ci vorrà qualcuno che consoli me...
Perché in tutto questo, in questi tuoi primi giorni di scuola, c'è una cosa che non ti ho detto: la casa Alice è tremendamente vuota e silenziosa senza di te, non riesco nemmeno a fare ehmmm, "la cacca" senza le tue incursioni in bagno e senza dover rispondere alle tue continue domande spesso assurde.
In questa giornata della consapevolezza tutti insieme dobbiamo imparare a vivere al meglio questo cambiamento che porterà nuovi equilibri e che ci dividerà per farci ritrovare qualche ora più tardi più forti, più grandi... più consapevoli.



lunedì 23 settembre 2013

Una bimba premurosa

Conversazione a letto tu ed io prima di dormire...
MAMMA "Alice non sbattere con i piedini..."
ALICE "Hai male tetta (testa) mamma?"
MAMMA "Un pochino amore..."
Qualche secondo di silenzio e poi...
ALICE "Mamma come si chiama la tua dottoessa?"
MAMMA "Si chiama Federica"
ALICE "Alloa mamma tu devi popio andae da quetta fedica, così tu cùa e poi tai bene"
Sei un tesoro amore!

La giornata della sopravvivenza

Una giornata strana quella di oggi, iniziata con il solito incubo ricorrente, del mio esame di maturità e poi continuata in maniera apparentemente normale ma con uno strano alone che non riesco a definire.
Tu sei stata a scuola dalle 9 alle 11 e quando ti sono venuta a prendere la maestra Grazia mi ha detto che avevi avuto una crisi di pianto piuttosto dura da debellare durante la mattinata... Il pensiero di come farti vivere meglio l'inserimento è stata una costante per le ore successive.
Nel pomeriggio hai giocato con Nina una vicina di casa più piccola di te di qualche mese e poi siamo andate al parco dove abbiamo anche assistito ad un episodio spiacevole. Una bimba è caduta nel lago, fortunatamente senza conseguenze a parte un grande spavento per tutti.
In serata mentre papà sistemava il telefono di mamma tu e io cercavamo di giocare senza discutere... Cosa difficile visto che io avevo un terribile torcicollo e tu una grande voglia di fare i capricci...
Ti ho "accontato" in queste poche righe cosa abbiamo fatto oggi quella che potrei definire "la giornata della sopravvivenza" in cui mi sono lasciata trasportare dagli eventi perché non avevo proprio la forza di reagire.

domenica 22 settembre 2013

Consigli non richiesti

Tutti vogliono insegnare, tutti devono dire la propria e nessuno riesce a tacere a trattenere nella sua testa il suo pensiero. 
Sono circondata da persone che mi guardano allucinate, quasi sconvolte e sentenziano: "beh alla tua età fai bene a goderti la figlia che hai perché farne un'altro sarebbe impensabile...". 
E contemporaneamente sono attorniata anche da quelli che invece mi guardano con l'aria sognante e poi con tono deciso mi dicono: "è arrivato il momento di fare un fratellino, datevi da fare!"...
A entrambe queste categorie di persone vorrei dire la stessa cosa: ma che caz..o ne sai tu di quello che è impensabile o di quale momento è arrivato, perché apri la bocca senza sapere di cosa stai parlando! 
Lo sai forse tu se io lo voglio o meno un figlio? 
Lo sai se lo cerchiamo? 
Lo sai se per caso lo aspettavamo e lo abbiamo perso? 
Lo sai tu se ne possiamo avere ancora oppure no? 
Lo sai se la nostra è una scelta oppure no?
No, non lo sai, perché tu non sai nulla delle nostre vite, delle nostre motivazioni, dei nostri percorsi, delle nostre scelte, ma ti permetti comunque di imporre il tuo pensiero. 
Qualsiasi cosa succederà, qualsiasi cosa faremo, non ti riguarda e dovresti solo imparare a tacere e preoccuparti della tua di vita, perché alla nostra siamo fortunatamente ancora in grado di pensare noi.

Umore autunnale

L'autunno ormai ufficialmente iniziato, il week end ormai praticamente finito... 
Tutto ciò influisce sul mio stato d'animo e mi rende triste, malinconica, apatica.
Vorrei mettere la retromarcia e vorrei ora essere all'inizio di quell'estate che ho atteso con desiderio e paura, quella stessa estate che è passata senza che quasi me ne accorgessi, che ti ha vista improvvisamente diventare una bambina grande, che mi ha vista continuare a lottare per essere ogni giorno una madre migliore, la migliore madre che tu potessi desiderare.
E invece non ho la bacchetta magica, non posso fermare il tempo e tantomeno tornare indietro e sono entrata controvoglia in questo autunno che ti vedrà festeggiare il tuo terzo compleanno, che mi vedrà festeggiare il mio quarantatreesimo compleanno...
Oggi Alice va così, con l'umore grigio e lo sguardo annebbiato... Un umore tipicamente autunnale...

L'abito da sposa

Solo oggi grazie ad un commento di una delle più affezionate lettrici al blog, ho realizzato che la mia memoria che ultimamente ha davvero dei buchi spaventosi, ha avuto l'ennesimo momento di buio e  io dopo aver raccontato della mia spasmodica ricerca dell'abito da sposa, non ho mai chiaramente scritto di averlo finalmente trovato/ordinato.
L'abito c'è, cioè non materialmente nel mio armadio ma diciamo che è in lavorazione. 
Non è il classico abito da sposa in stile meringa, se non altro per la mancanza di fiocchi, balze, pizzi, strascichi e veli e per il colore che non è nè bianco nè "seta" (ora che ho imparato la differenza non mi sbaglio più).
Il tuo dovrebbe essere uguale al mio, e nell'arco di una decina di giorni verrà messo in lavorazione e mi dispiace confermarti che non sarà rosa...
L'unica cosa rosa che posso concederti Alice è il fiocchetto per il tuo anello sul cuscino per le fedi...
Lo so, tu lo avresti voluto rosa.... magari con la Peppa... 
Vabbé eventualmente memorizza l'idea e la puoi sempre riciclare per il tuo matrimonio...

Due donne per un principe

E poi mentre giochi con i Lego, fra un "fozza cui ma si baaa" (forza ciurma si vaaa!) e un "in galoppaaa!" (Al galoppo!) cantati e urlati a gran voce, ti sento che parlando fra te e te (zitta non ci sai proprio stare...), con un tono tristissimo e un'aria affrante dici "pobeiiino papà laboa sempe..." (Poverino papà lavora sempre...).
Amore dolce di mamma, che pensiero tenero che hai avuto stamattina!
Ora capisco bene a cosa si riferiva papà quando diceva che con una bambina e la conseguente presenza di due "femmine" in casa lui sarebbe stato l'indiscusso (...e viziato) principe della casa... 
Ora le "donne" di casa a preoccuparsi e occuparsi di lui sono in due...

Domenica mattina

Dopo un anomalo, atroce e fulminante mal di testa che mi ha colpita ieri dopo pranzo e che ho miracolosamente stroncato con un mix di rimedi naturali e non... e dopo una bella serata in cui tu seduta alla tavola del ristorante, insieme ai nostri amici, sei stata una vera signorina, ho fatto un magnifico sonno ristoratore e mi sono svegliata questa mattina giusto un secondo dopo il tuo silenzioso arrivo nel lettone, all'incirca verso le sette di mattina.
Io avevo ancora voglia non tanto di dormire, ma di fare un po' di "cuccia" nel letto ma dopo qualche secondo in cui ho sperato che tu ti riaddormentassi o almeno ti mettessi tranquilla ho capito che la mia era soltanto una pia illusione, assolutamente infondata. 
Eri appena arrivata in mezzo a mamma e papà quando ho sentito la tua vocina sussurrarmi "mammaaa?". 
Richiamata dalla parola magica, io ho aperto un occhio (due era davvero uno sforzo troppo impegnativo...) e ho mugugnato un "hmmm?" incomprensibile ma denso di significato.
Tu allora approfittando di quell'accenno di vita presente in me hai subito colto l'occasione per riprendere il discorso: "dopo facciamo le bios (brioche)?"
Rassicurata dalla presenza di quel "dopo" che presupponeva ancora qualche minuto di tregua, ho lasciato che il mio occhio timidamente aperto si richiudesse regalandomi ancora qualche attimo di penombra e ho risposto subito "sì" convinta che questo sarebbe bastato a farti mettere tranquilla...
Mi sbagliavo... Tu non ti sei focalizzata sul "dopo" come avevo sperato, ma hai sentito solo il "sì" e mente già ti mettevi seduta hai subito detto eccitata: "annamo subito adesso?".
Pensando che fosse sufficiente a farti cambiare idea ho cercato di farti desistere ricordandoti che prima di andare di sotto avremmo dovuto passare dal bagno a fare il "pipone", e tu senza perdere tempo hai sorprendentemente risposto subito un convintissimo "sì, va bene!"...
Stordita dalla fretta degli avvenimenti ti ho accompagnata in bagno e pochi istanti dopo mi sono quasi inconsapevolmente ritrovata di sotto con una perfetta aiutante munita di cappello da cuoca, grembiule e guantone da cucina...
Solo tu hai il potere di trasformarci in due cuoche pasticcere alle sette e dieci di quella che sembrava essere una tranquilla domenica mattina...


sabato 21 settembre 2013

Voglia di coccole

In questo giorno che ufficializza la fine di un'estate che è stata molto particolare, mi sono svegliata e ho subito sentito una frase piuttosto inconsueta considerando che è stata pronunciata da papà: ho voglia di farti le coccole (riferita a te naturalmente).
Cerco di tornare indietro con la memoria e non ricordo di avergli mai sentito dire una cosa del genere... Mentre ancora cerco fra i ricordi lui ti ha chiesto se tu avevi voglia di ricevere un po' di coccole e sorridendo gli hai risposto un assonnatissimo "siii".
Certo che tu lo hai proprio stato questo papà... Sono bastato quindici chili di bambina per farlo capitolare... Che belli siete!

Piccoli grandi passi in avanti...

Senza vestito da sposa eventualmente ci si potrebbe anche sposare ma senza anelli, la vedo già più dura... Risolto il problema abito per la sposa, oggi ci siamo dedicati al discorso fedi sul quale fortunatamente non c'è stato molto da discutere visto che papà ed io eravamo già d'accordo.
Le fedi saranno il regalo dei miei genitori perciò stamattina siamo andati a Ravenna e con loro siamo andati in gioielleria. Il negozio lo ha scelto il nonno Mario, gli anelli li abbiamo scelti noi.
Classica "fede alla francese" (manco sapevo si chiamasse così), d'oro bianco, senza ghirigori e senza pietre, la cosa più difficile è stata stabilire la misura giusta.
La cosa più strana senza dubbio è stato il numero delle fedi acquistate... Non due ma tre! All'inizio il gioielliere pensava che scherzassimo ma in realtà noi non siamo mai stati più seri, volevamo davvero tre fedi: una per il papà, una per la mamma e una piccina "picciò" per te... Dentro incideremo la data e la scritta "mamma e papà". Nei prossimi giorni aggiungerò un terzo nastrino (rigorosamente rosa come ti ho promesso) sul cuscino dove appoggeremo anche le nostre, così anche la tua fedina avrà il suo posto.
No Alice, non temere, non sarai costretta ad indossarla, ma mi piace pensare che tu abbia un ricordo speciale di quel giorno e che se vorrai, da grande, potrai appenderla al collo oppure semplicemente conservarla in un cassetto del tuo comodino.
Un altro passo per il matrimonio è stato fatto.... Manca davvero poco, fra tre mesi saremo già marito e moglie.
Io sinceramente non penso di averlo ancora realizzato...

venerdì 20 settembre 2013

Una pugnalata dritta al cuore

Eravamo in macchina, tu ed io, avevamo appena finito di mangiare il gelato lasciando che le mani si sporcassero liberamente, perché le mani poi si possono lavare, eravamo serene, anzi di più, oserei dire felici. Eravamo andate a cercare un bel salvadanaio per te, perché da qualche giorno me lo stai chiedendo e lo sai, per me ogni tuo desiderio è una missione da portare a termine!
Siamo uscite dal negozio senza comprarlo, perché quello che avevamo ovato non ci aveva convinte.
Siamo risalite in macchina dirette a casa, per andare a colorare con le mani e cn i piedi, come ti avevo promesso. Poi in un attimo di silenzio sento la tua vocina che mi dice: "mamma un giorno mi regali un macchietto?" Credo di aver capito subito a cosa ti riferissi é una morsa mi ha stritolato contemporaneamente lo stomaco, il cuore e i polmoni. Mentre cercavo di riuscire a respirare, ancora frastornata da quella domanda che ho sempre temuto ma che ancora non mi aspettavo, tu hai ripreso il discorso "mamma se invece del salbadanaio mi regali un macchietto, io dico un bimbo, un fatellino pemmè...". 
Le lacrime a quel punto hanno cominciato a uscire senza sosta. 
Non sono riuscita più a dirti nemmeno una parola...
Tu intanto ormai lanciata in questa richiesta che secondo me covavi da giorni, hai continuato: "lo pendiamo mamma? Dai mettiamo un seggiolino qui vicino a me, così posso giocae! Me o pometti? Dai sì un fatellino macchio tutto pemmè!".
Fra le lacrime, con un nodo in gola sono riuscita a dirti solo "vediamo amore...".
Se tu solo sapessi quanto vorrei poter esaudire questo tuo desiderio e portare a termine anche questa missione, ma purtroppo Alice certe cose non dipendono da noi e anche se mi si spezza il cuore, io proprio non posso farti questa promessa...

Secondo giorno di scuola materna

Sei entrata senza piangere e quando dopo un quarto d'ora sono andata via tu eri abbastanza tranquilla e io pensavo di esserlo.
Io avevo quasi due ore di tempo tutte per me. 
Sono rientrata a casa e dopo tre anni non stranamente c'eri tu a riempire il silenzio. Eh già, perché io ogni tanto in questi anni ho avuto qualche ora di libertà, ma quello che in mi è mai capitato è di essere in casa senza di te. Di solito eri tu a restare a casa con Angela e io uscivo. 
Dopo qualche attimo in casa ho deciso di uscire a fare un giro.
È stato piuttosto strano poter girare per i negozi senza dover per forza prendere il carrello perché così tu ti puoi sedere e stai buona. È stato incredibile potermi soffermare a guardare le cose senza doverti preoccupare di dove sei tu e di cosa stai facendo.
Il tempo mi è sembrato incredibilmente lungo.
Quando sono arrivata a prenderti mi hanno fatta aspettare un attimo in giardino e poi una maestra mi ha detto che potevo entrare. Tu stavi camminando con "Gazia", una delle tue maestre. Mi hanno detto che avevi avuto una crisi di pianto molto forte perché colorando ti eri "sporcata" le mani. 
Quando mi hai vista ti sei illuminata e poi subito mi hai abbracciata e sei scoppiata a piangere.
Io non so come ho potuto resistere di fronte alle tue lacrime.
Ti ho stretta forte e ti ho consolata.
Credo che le mania "sporche" fossero solo un pretesto per sfogare il tuo bisogno di lasciarti andare ad un pianto liberatorio.
Forza tesoro, sei bravissima, stai crescendo e questo percorso a volte sembra insormontabile mai assicuro che non lo è affatto... E non preoccuparti, le mani si lavano!

giovedì 19 settembre 2013

Seconda lezione di danza

Oggi dopo la nanna seconda lezione di danza. 
Sei arrivata e volevi subito entrare. Siccome ti ho trattenuta fuori con un pretesto perché volevo farti la sorpresa di farti vedere che arrivava anche la tua amica Kimmy, tu hai cominciato a scalpitare e ad insistere che dovevi entrare perché se no la "maetta Sonia" sarebbe stata "titte" (triste).
Poi una volta dentro le hai presentato la tua amichetta e sei corsa subito nello spogliatoio a prepararti. Io ti ho aiutata ma tu volevi fare da sola. 
Quando sei stata pronta mi hai detto serena "ciao mamma" e salutandomi con la manina ti sei allontanata velocemente mentre io ti osservavo stupefatta del cambiamento.
Poi sei entrata nell'aula e poco dopo sono arrivate tante altre bambine e tu eri perfettamente a tuo agio. 
Sono rimasta sulla porta a guardarti per qualche minuto ma ad un certo punto tu girandoti mi hai vista e mi hai detto "cosa ci fai ancora qui? Pecchè non te ne vai?" e ho capito che volevi sentirti libera.
La mamma di Kimmy mi ha detto che essendo l'unica "esperta" con "ben una lezione di anzianità sulle spalle", a volte aiutavi la maestra di danza facendo vedere alle altre bimbe le mosse da fare. 
Poi dopo un'ora di lezione sei uscita felice e soddisfatta e mi hai chiesto "ma adesso dobbiamo andae via? E quando tonniamo?"

Primo giorno di scuola per tutti!

L'emozione più grande? Quando ti ho vista col grembiule...
Per il primo giorno di scuola hai scelto quello della Peppa che ovviamente non poteva non accompagnarti in un avvenimento così importante.
Quando hai avuto anche il sacchetto per l'asilo sulle spalle, dopo aver scrupolosamente controllato che ci fosse dentro tutto (tu hai controllato, non io...), mi hai guardata e mi hai detto sorridendo "ecco mamma sono ponta pe andae a cuola!" ed io trattenendo a stento l'emozione e la commozione sono riuscita solo a pensare "beata te che sei pronta...".
Poi siamo andati tutti insieme a fare colazione al "nostro" bar perché gli avvenimenti importanti e le ricorrenze si festeggiano facendo colazione dall'Antonella oppure mangiando a pranzo o a cena dalla "Mikka", queste sono le "sane" abitudini della nostra famiglia, i rituali che abbiamo costruito giorno dopo giorno insieme a te, diciamo che mi piace considerarle un po' come le nostre "tradizioni di famiglia"...
Quando siamo arrivati davanti a scuola io ero tesa e preoccupata di emozionarmi o peggio di commuovermi davanti al tuo sguardo sempre vigile e attento.
Tu eri semplicemente felice e curiosa.
Sei entrata a scuola facendo strada a papà. Hai dato subito i disegni che avevi fatto per loro alle tue "maettre" e poi avevi tanta fretta di cominciare a giocare. 
Hai scelto frettolosamente e distrattamente il simbolo che ti caratterizzerà per i prossimi mesi, una bicicletta gialla (tu che nemmeno ami particolarmente andare in bicicletta...).
Poi tuo padre ed io siamo rimasti da una parte a guardarti giocare.
Eri serena, tranquilla, felice e sorridente. 
Eri tutto quello che ho sempre sperato che fossi. 
Sono stata fiera e orgogliosa di te e te l'ho anche detto quando siamo tornate a casa. E sono stata fiera e orgogliosa anche di noi, del lavoro che in questi tre anni tuo padre ed io siamo riusciti a fare con te. Sei una bambina matura ed equilibrata e riesci a vivere il distacco in maniera molto migliore di quanto non riesca a fare io. 
Sono certa che in questo sarai tu ad insegnare a me...
Poi dopo un quarto d'ora circa ti abbiamo salutata e siamo andati via.
Mi hai seguita con gli occhi fino a quando non ci siamo più viste. È stato l'unico momento in cui ti ho vista leggermente emozionata. Ma fortunatamente eri presa dai tuoi giochi, al tavolo con gli altri bambini a fare la "patta salata" che fino a ieri chiamavi "patta di sale" ma si sa, con la scuola si imparano cose nuove e alcune di quelle "vecchie" cambiano... 
Papà ed io siamo andati all'"Ipei" a bere un caffè e poi a prenderti  una sorpresa da farti trovare all'uscita da scuola. 
Dopo tre anni è stato stranissimo ritrovarci da soli. Io mi sentivo un po' persa, poi lui imitando la tua voce mi ha detto "posso fae anche un gìo (giro) ai giochi?" E io continuando il gioco dell'imitazione ho detto "oppue (oppure) annamo a guaddaje i dicchi (dischi)?". Poi ci siamo presi per mano e siamo entrati al supermercato.
Tre quarti d'ora dopo siamo tornati a prenderti.
Papà non ha resistito ed è entrato anche se ci avevano detto di aspettare qualche minuto In giardino. È venuto a cercarti poi non ti ha trovato ed è tornato fuori ad aspettarti con me. Ad un certo punto tu accompagnata dalla maestra ci sei corsa incontro, felice sei saltata in braccio e ti sei aggrappata forte al collo di papà. Gli hai detto che ti eri divertita ma quando ti ha chiesto se domani volevi tornare i gli hai risposto di no... 
Ho avuto l'impressione che fosse un po' come la storia di quando dici che qualcosa da mangiare ti è piaciuto ma che comunque non lo rivuoi più...
Poi quando ti ho abbracciata io mi hai subito detto "mi pometti che domani etti comme (con me) pettutto i tempo?". Mi si è stretto il cuore, mi hai fatto tanta tenerezza. 
Ho capito che come sempre tu avevi fatto finta che andasse tutto bene e ancora una volta avevi tenuto dentro le tue paure e i tuoi timori e non avevi esternato i tuoi sentimenti. Ho tentato di convincerti a raccontarmi la tua giornata ma ho visto che non ne volevi parlare e così ho preferito non insistere. Poi sei stata tu all'improvviso ad un certo punto a dirmi che a "cuola" avevi fatto "il teno (treno) dei bambini pe andae a giocae nel salone". Mi hai spiegato che ogni bambino teneva la "teina" (schiena) di quello davanti e tutti insieme avete fatto un teno lungo lungo. Visto che finalmente ti stavi "sbottonando" ti ho presa sulle ginocchia e ti ho fato qualche domanda, ti chiesto con chi avevi giocato. Hai abbassato la testa come quando sei triste e mi hai detto che avevi giocato da sola. Allora ti ho abbracciata e ti ho domandato se ti eri sentita triste stamattina. Tu mi hai detto un mesto "si". Poi hai aggiunto "sono tata titte (triste) ma non l'ho detto a nessuno pecchè se no le maette mi sentivano".  Allora ti ho stretta ancora più forte poi ti ho guardata dritta negli occhi e ti ho detto che è normale essere tristi, tutti a volte lo siamo. Ti ho anche detto che quando sei triste a scuola perché ti senti sola o hai voglia di una coccola, la puoi chiedere alle maestre che saranno felici di fartela! 
Ecco cosa mi ero dimenticata di dirti l'altro giorno quando mi avevi chiesto "a cosa sevvono le maette?". Ti ho risposto che servivano a insegnare a disegnare, ad aiutare a fare i lavoretti, ad accompagnarti in bagno e mi ero dimenticata di dirti la cosa più importante: le maestre Alice servono a non far sentire soli i bambini e a fargli le coccole quando ne hanno voglia!

mercoledì 18 settembre 2013

Le persone sono diverse Alice

Ci sono persone Alice che vivono momenti di disagio reale, con complicazioni oggettive eppure non si lamentano mai, per riuscire a sapere come stanno davvero devi essere tu a fare domande, devi indagare e scavare come un detective e finalmente poi intuisci più dal tono che dalle loro parole, la loro ansia la loro giusta e giustificata preoccupazione.
E poi ci sono persone perennemente insoddisfatte, che non hanno nulla di così grave, che si trovano semplicemente a vivere la vita così come è per tutti, con le difficoltà che la caratterizzano ma che si lamentano sempre, qualsiasi cosa succede. Perché se è bianco lo avrebbero voluto nero ma se diventa nero allora era meglio grigio...
Io preferisco di gran lunga quelle persone che fanno parte della prima categoria e le altre non le invidio nemmeno perché non ci provano nemmeno ad essere felici e probabilmente non ci riusciranno mai perché sono sempre alla continua ricerca di ciò che non hanno.
Ogni giorno che passa faccio sempre più fatica a stare zitta quando subisco le lamentele di chi invece fa parte del secondo pupo.
La malattia credo mi abbia regalato questa impagabile sensazione di avere il diritto di dire ciò che penso, anche se so in partenza che non mi guadagnerò in questo modo la stima e l'affetto delle persone.
Però davvero trovo che piangersi addosso sia una terribile perdita di tempo oltre che una noia mortale... E soprattutto una grande mancanza di rispetto per chi avrebbe davvero tutti i motivi per essere preoccupato.

Un po' di ansia per tutti...

Mentre tu stesa a letto prima di addormentarti chiacchieri (strano?) e chiedi se papà domani tornerà anche lui a prenderti da "cuola", io a letto comincio a sentire una certa ansia per domani.
Ti sento che intanto tu ti fai raccontare da papà come si chiamava la sua scuola, e come si chiamava la sua classe, e come si chiamavano i suoi amici e chi lo andava a prendere... 
Percepisco anche nel tono apparentemente tranquillo delle tue domande la mia stessa ansia.
L'unico che pare e appare tranquillo e papà, ma chissà se poi è vero...
La verità è che non lo scopriremo mai, lui è un buon simulatore.
Però stasera bisogna ammettere che è stato davvero bravo: ti è riuscito a trovare proprio la torta panna e cioccolato come volevi tu...
Che papà speciale hai Alice, secondo me te ne sei già resa conto!
Se tu chiedi lui fa di tutto per esaudire... nulla lo spaventa, nulla riesce a fermarlo.
La sua "missione" sembra proprio quella di renderci felici e di solito ci riesce...
Ora anche dalla tua camera arriva il silenzio. Credo tu abbia deciso finalmente di dormire.
Buonanotte tesoro, domani ti aspetta una giornata importante.
Fai bei sogni, io ci proverò.

Calzini

Guardo perplessa i tuoi calzini.
Quando li compro mi sembrano sempre immensi, troppo grandi per quei piedi che in un venticinque ancora navigano. Quando te li vedo addosso mi accorgo che ti vanno bene, sono del tuo numero.
Eppure i tuoi piedi sembrano decisamente più piccoli di quei calzini.
A dire la verità io i calzini non li ho mai capiti... 
Ci sono quelli che te li vendono con scritto sopra "19" e ancora ti vanno grandi e ti chiedi se a 18 anni ti potrebbero ancora piacere dei calzini con le paperelle e i trenini... E poi ci sono quelli  che dovrebbero coprire fino al 28 ma se riesci a portarli ancora due settimane senza che ti blocchino la circolazione è tanto...

Incontri casuali

E poi all'improvviso al parco riconosco in una bella bimba quel viso dolce che pochi giorni fa ho visto pronto per il primo importante giorno di scuola, col grembiulino nuovo e tanta emozione negli occhi. E finalmente ho l'opportunità di stringere la mano ad una mamma con la quale negli ultimi mesi ho  chiacchierato in questo mondo virtuale che è internet.
Un incontro casuale, breve ma intenso e assolutamente piacevole.
Tu curiosa mi hai chiesto più volte chi era, io ti ho semplicemente risposto "un'amica della mamma".
É bello trovarsi, riconoscersi, incontrarsi... La vita ci ha regalato questa possibilità, ora ra sta a noi non perderci.

Il giorno prima....

Il giorno prima che tu nascessi in mezzo a tante altre cose ho scritto questa frase: "ora posso solo scrivere questo momento così come viene...". 
Oggi è il giorno prima del tuo ingresso alla scuola materna e così come allora, anche adesso sento di poter vivere questo momento solo così come viene. 
Le emozioni sono tante, si accavallano e si incrociano formando un confuso gomitolo che è tutto nella mia testa.
Sono curiosa, di vedere come starai tu e di capire come starò io, sono preoccupata che il distacco sia duro da superare non soltanto per te, sono emozionata perché ti vedrò finalmente battere le ali da sola e ti guardero mentre ti allontani dal nido, cercando di capire se tuo padre ed io abbiamo davvero fatto un buon lavoro con te. 
Ma non è solo questo: sono anche spaventata dal cambiamento ma "sssst!", silenzio, tu questo non lo devi sapere e nemmeno percepire! Per te domani è solo un giorno bello, ricco di novità  e pieno di nuovi amici.
È un po' come quando hai mosso i primi passi, hai smesso di dipendere completamente da noi e hai cominciato il tuo percorso verso l'autonomia. Così sarà domani, muoverai i primi passi da sola nel mondo senza l'ombra rassicurante ma anche troppo ingombrante di papà e mamma al tuo fianco.
Noi in questi anni abbiamo cercato di fare del nostro meglio per darti la forza, l'energia e l'entusiasmo per vivere al meglio questo fondamentale momento di crescita.
Stasera festeggeremo tutti insieme un momento importante e domani papà ed io ti accompagneremo "a cuola".
Oggi quando non sono riuscita a trovare una piccola torta al cioccolato per la nostra cena tu mi hai detto: "mamma no ti peoccupae e no essee titte, abbiamo cercato dappettutto no c'è la totta ma la fetta la possiamo fae lo tesso, possiamo andae a mangiae foi tutti assieme, daccoddo?" (Mamma non ti preoccupare e non essere triste, abbiamo cercato dappertutto e non c'è la torta mala festa la possiamo fare lo stesso, possiamo andare a mangiare fuori tutti assieme, d'accordo?). Ed io allora o pensato che sei davvero una donnina! 
Ora sono io a dirti non ti preoccpare tu tesoro, se conosco bene tuo padre sono certa che prima di tornare a casa troverà una torta e una bella candelina per la nostra festa.

E poi all'improvviso


E poi all'improvviso ti svegli nel cuore della notte e senti il tuo cane piangere e allora scendi le scale pensando che forse vuole uscire e quando arrivi di sotto con tuo grande stupore scopri che in realtà non è affatto in casa e vorrebbe entrare... E allora ti chiedi che cosa hai immaginato di vedere ieri sera steso sul divano e capisci che la stanchezza ha davvero preso il sopravvento...
E poi all'improvviso qualcuno che non conosci ti guarda la pancia e ti chiede se è in arrivo un fratellino o una sorellina e quando tenti di spiegare che la pancia è solo un residuo della prima gravidanza insiste nel chiedere "sì ma ora cosa aspetta, maschietto o femminuccia?" e tu allora capisci che forse è davvero arrivato il momento di fare qualcosa per la tua linea sempre meno lineare...
E poi all'improvviso mentre tu stai preparando il pranzo tua figlia ti chiede "o sai che nella mia pancia c'è un bimbo che ha davveo motta fame?", e allora tu capisci che forse dovresti sbriganti a cucinare...
E poi all'improvviso tua figlia sente qualcuno che parla in dialetto e allora ti guarda e dice: "quella pessona palla inglese..." E tu le spieghi che parla italiano e lei però risponde:  "non è messa bene, io non la capisco, palla male!". E allora tu capisci che devi cominciare a dare spiegazioni più chiare e più convincenti a tua figlia...

martedì 17 settembre 2013

All'inizio hai pianto tu, alla fine ho pianto io...

Ti sei svegliata presto e la prima cosa che hai chiesto, ancora con gli occhi chiusi è stata "oa dobe annamo? (Ora dove andiamo?)". Appena hai sentito la mia risposta "alla scuola di danza" hai spalancato gli occhi e hai cominciato a urlare esaltata "TILT!". Tilt è appunto il nome della tua scuola di danza...
Hai continuato così per mezz'ora aggiungendo alle urla euforiche anche salti e balzelli... Ogni tanto bofonchiavi qualcosa del tipo che "la maettra ti aveva insegnato quetto passo elegante". Mi rimane ancora da capire quale maestra visto che dovevamo ancora andare alla prima lezione oltre al fatto che il tuo indefinibile "passo" di elegante aveva davvero poco... Ma questi per te sono dettagli insignificanti.
Ci sei rimasta un po' male quando hai visto che ti mettevo dei banalissimi leggins e mi hai chiesto  perplessa e preoccupata "e il tutù quando viene?". Ho cercato di spiegarti che il tutù non serviva, ma a giudicare dalla tua faccia assolutamente insoddisfatta non credo di essere stata per nulla convincente. Poi volevi la maglietta con stampate sopra le ballerine ma ti ho detto che è ancora troppo caldo per metterla e ti sei rassegnata alla semplice maglietta fuxia con la taschina a cuore. Guardando le ballerine stilizzate sul l'altra maglia ti è venuta un'altra idea e mi hai subito domandato quando avresti messo anche tu quelle "belle cappette da balleina" e io me la sono cavata facilmente dicendoti semplicemente "quando avrai imparato a ballare!".
Finita la vestizione siamo finalmente riuscite ad uscire.
Arrivate alla scuola di danza hai ricominciato le tue urla gridando il nome "tilt!" ad ogni scalino.
Poi siamo entrate e subito dopo aver chiesto "ma dove sono le maettre?" Ti sei immediatamente intimorita nascindendoti e attaccandoti a me come non facevi da mesi. 
Avevi il terrore che ti lasciassi da sola e non volevi nemmeno metterti i calzini antiscivolo. La maestra vista la tua reticenza mi ha gentilmente concesso di entrare e di assistere a tutta la lezione. 
Oggi non c'erano altre bambine ma la prima lezione è iniziata lo stesso e c'eri tu insieme alle due bravi insegnanti: Sonia e Anna.
Inizialmente stavi seduta vicina a me e non volevi staccarti ma poi Sonia è abilmente riuscita ad interessarti ai suoi racconti e a poco a poco, senza nemmeno rendertene conto hai cominciato ad imitarle e a seguirle... Ad un certo punta ti ho vista correre in punta di piedi con le braccia sulla testa e le ditina dritte a simulare le antennine di una giraffa... Sorridevi e ti rimiravi orgogliosa allo specchio... Ed io intanto mi nascondevo per non farti vedere la mia commozione.
Correvi, saltavi, muovevi le braccia... 
Hai cominciato facendo l'aeroplano, poi il coniglietto, poi la giraffa e l'elefante, poi il coccodrillo e il serpente, poi sei andata sull'isola dei pirati, hai trovato il tesoro, ti sei riparata da un temporale, hai navigato su una zattera, hai sfilato sulla passerella con il tesoro dei pirati, mostrando a tutti corona e scarpette... Il tutto a ritmo di musica, il tutto ridendo "come una matta" come diresti tu.
Guardarti serena, per nulla intimorita di essere da sola con due maestre, vederti felice, sentirti ridere, osservarti mentre attenta cercavi di seguire le istruzioni di Sonia e Anna è stata un'emozione fortissima e indimenticabile.
Non ti nego che mi sono commossa e divertita.
Mi ha fatto ridere sentire i tuoi interventi come quando non sei riuscita a stare zitta e hai cercato degli appigli per interrompere la favola e allora hai raccontato a tutti che anche il "iccio Pino e la iccia Pina" hanno una zattera...
E anche le maestre hanno riso quando nel silenzio, sentendo la parola "barca" ti sei messa in piedi e hai cominciato a cantare "finché la barca va...".
Oggi Alice ti ho vista grande e matura e ti ho vista anche incredibilmente bella e brava.
Oggi Alice alla prima lezione di "movimento creativo", che per te è semicemente "danza" all'inizio hai pianto tu alla fine ho pianto io perché mi hai regalato un momento indimenticabile. 

 

Inversione di ruoli

Ho passato questi ultimi tre anni con te, tu mi hai accompagnata in ogni posto dove io sia dovuta andare, sei venuta con me a fare la spesa, ma non solo, anche in ospedale, dal parrucchiere e a fare le terapie. Io ho sempre cercato di organizzare i miei impegni in modo che non interferissero troppo con le tue abitudini, ma spesso tu ti sei dovuta adattare alle mie esigenze, ritardando o anticipando i tuoi orari.
Ora però qualcosa sta cambiando.
Oggi pomeriggio alle quattro ti devo accompagnare alla tua prima lezione di danza. 
Giovedì mattina alle nove andremo insieme alla scuola materna.
I ruoli si invertono Alice, ora sono io ad adattare i miei impegni alle tue necessità.
Questo è l'inizio di una nuova avventura...

lunedì 16 settembre 2013

Parlare di te...

Sono tre anni che scrivo di te, anzi di più se considero nel conteggio anche i mesi in cui tu eri ancora un "lombrichino" che cresceva silenzioso nel mio pancione, ma oggi quando al colloquio individuale alle maestre della scuola materna ho dovuto parlare di te, raccontare chi sei tu Alice, cosa ti piace fare e cosa invece detesti,  quali sono i tuoi gusti alimentari, le tue abitudini, descrivere la tua routine... può sembrarti strano ma per un attimo mi sono sentita incredibilmente persa...
Eppure ho passato i miei ultimi tre anni di vita praticamente sempre con te, ti conosco benissimo, so perfettamente quali sono le tue preferenze.
Gli ho detto che sei una bambina intelligente, attenta e curiosa ma anche molto pigra. Gli ho detto che  sei una chiacchierona ma che con gli estranei di solito sei diffidente. Gli ho detto che mangi di tutto anche se dovendo scegliere il formaggio è in cima alle tue preferenze alimentari. Gli ho detto che se qualcosa ti turba o ti disturba di solito non lo dici ma poi in qualche modo manifesti il tuo disagio.
Gli ho detto tante cose e molte di più sono quelle che avrei voluto dirgli ma che mi sono venute in mente dopo... 
Avrei voluto dirgli che sei una bambina meravigliosa e che stare con te è un piacere e spesso anche un divertimento, ma tutto questo le tue maestre lo scopriranno presto anche da sole.
Una nuova avventura sta per cominciare Alice e qualcosa mi dice che fortunatamente sarà più dura per me che per te.
Spiega le ali cucciola mia, stai per spiccare il volo e ti auguro un viaggio lungo e meraviglioso!
Del resto quanto mi sono innamorata del tuo nome ho subito pensato che era bello proprio perché era un nome con le "Ali" e ho sperato che ti avrebbe permesso di volare e tu Aice vola, non temere e vola in alto dove il cielo è più pulito e non ci sono nuvole all'orizzonte!

La tua dolcezza

Oggi dopo pranzo mi sono venuta a stendere al tuo fianco per una decina di minuti. Non ti avevo detto niente e ti ho fatto la sorpresa. Quando ti ho accompagnata di sopra in camera tua, invece di scendere subito mi sono messa vicina a te. Tu mi hai guardata con gli occhi immensamente aperti,modi mi hai sorriso e mi hai detto: "etti (resti) un pochino qui con me?". Io ho annuito e tu subito mi hai allungato uno dei tuoi peluche della nanna e mi hai detto "teni (tieni) alloa (allora), così lo accaezzi...".
La tua estrema dolcezza a volte è assolutamente disarmante.

Discorsi da treenne

Ascoltare i tuoi discorsi, sempre più articolati, non è mai noioso. Assimili parole nuove continuamente, le assorbi e le fai tue come una spugna fa con l'acqua, poi le ripeto, quasi sempre azzeccando il contesto giusto.
Così può capitare che mentre guardi una foto di Bruce (Springsteen) da giovane, notando che è diverso da quello che sei abituata a vedere, lo osservi perplessa e poi dici "ma non è messo bene, no no!" e noi scoppiamo a ridere pensando che hai appena detto che The Boss non è messo bene...
E siccome non sei abituata al silenzio, appena senti che papà o io stiamo zitti, parti con le tue domande a raffica, fatte per classificare le ragioni del silenzio: "mamma/papà, sei allabbato/a (arrabbiato/a), sei confuso/a, sei concentato/a?"... Poi ovviamente le domande sono solo ilmpretesto per iniziare una lunga conversazione...
Quando vai in bicicletta siccome sei più pigra di una tartaruga in letargo, dopo due pedalate vorresti abbandonare il tuo mezzo di trasporto e quando vedi che non riesci a convincerci e intenerirci con frasi pronunciate con tono strappalacrime tipo "ma io sono stanchetta...", passi a un metodo innovativo dicendoci che "le tue uote (ruote) sono stanche..."... Quasi quasi riesci a farci pena...
Di fronte ad un rumore improvviso è probabile sentirti esclamare convinta e estremamente infastidita "ma quetto è un umoe assuddo! (rumore pronunciato senza le due R)".
Inutile ripetere che quando c'è qualcosa che non sai da dove arrivi continui col tuo "ma quetto da dobe è sattato? (Saltato)" e il "fuori" proprio non vuoi saperne di aggiungerlo... Sarà anche questa questione di pigrizia...



Una giornata in bianco e nero

Mi sono svegliata dopo una notte agitata in cui ho fatto strani sogni che non ricordo ma che non mi hanno fatta riposare come avrei voluto e che mi hanno lasciato una pessima sensazione addosso. Fortunatamente dopo tre giorni sento subito che non ho quel peso sugli occhi che preannuncia un atroce mal di testa, almeno questo è un elemento positivo... Poi guardo fuori e vedo un cielo grigio, il tipico cielo autunnale e penso "ecco, cielo grigio, umore grigio... Ed è pure lunedì!".
Diamoci da fare per riempire di colori una giornata che non è iniziata proprio nel modo migliore...
Ecco Alice... se cominci già alle otto e mezza a chiedermi ripetutamente "e papà dob'é? E quando tonna?" credo che potrei davvero rassegnarmi all'idea che sarà una giornata in bianco e nero...

domenica 15 settembre 2013

Spaghetti!

Oggi per te spaghetti alla chitarra... E a giudicare dalla quantità immensa di pasta che hai mangiato credo proprio che ti siano piaciuti davvero tanto! Vero è che ti è anche piaciuto immensamente il fatto di poterli arrotolare da sola sulla tua mini forchetta. Certo non sempre "l'arrotolamento" veniva bene ma poi c'era sempre il risucchio a completare l'opera... 
È arrotolando e risucchiando ti sei mangiata tutto,il tuo,piatto e metà del mio!
Buon appetito!

sabato 14 settembre 2013

Un sabato per te

Mi sveglo e ancora prima di aprire gli occhi so già perfettamente che sarà uno di quei giorni all'insegna del mal di testa e sono assolutamente consapevole che qualsiasi cosa deciderò di fare, lui, il bastardo, non mi abbandonerà se non dopo aver ingurgitato almeno la terza pastiglia di antidolorifico, cosa che avverrà non prima dell'ora di cena...
È sabato, questo significa che per lo meno non sarò da sola ad affrontare la giornata che si preannuncia piuttosto pesante, ma papà sarà fortunatamente al mio fianco.
Mentre tu già salterelli sul nostro lettone come una trottola evidentemente perfettamente ricaricata da un sonno che per te è stato assolutamente ristoratore, io sono infastidita dalla luce, da ogni movimento e da qualsiasi suono, compreso il fruscio delle lenzuola. 
Riesco solo a pensare "ora faccio colazione e mi "drogo" così si avvicina il momento in cui questa morsa la smetterà di stritolarmi il cervello...".
Poi tu improvvisamente chiedi: "dove annamo oggi?" e io penso "bella domanda!".
Mentre tuo padre ed io studiamo a come poterti intrattenere tu torni dal bagno con un'idea inaspettata: "annamo dalla nonna Maía e dal nonno Luigi!". 
Il tuo entusiasmo è assolutamente contagioso!
Mi viene subito in mente che questa settimana ogni sera hai voluto telefonate ai nonni...
Non ho il coraggio di dirti di no e penso: "in effetti perchè no, inmeffetti cosa cambia, ovunque io stia oggi la mia testa non migliorerà, tanto vale che almeno tu soddisfi la tua voglia di vedere i nonni".
Senza pensarci troppo ti dico: "ma sì dai, andiamo a trovare i nonni!".
Poco più tardi eravamo in macchina diretti a Vicenza...
Sei stata felice di vederli, spero non soltanto perché ti hanno riempita come al solito di giocattoli...
Mi fa piacere vedere che anche se abitano lontano e li vedi poco sei legata a loro e vorrei che tu gli volessi bene indipendentemente dai regali che ti fanno!
Non mi sbagliavo affatto stamattina, come previsto oggi è stata una giornata estremamente difficile, per me e il,mio mal di testa non mi ha praticamente mai abbandonata, ma sono felice di averti regalato un sabato proprio come volevi tu e adesso, dopo la terza pastiglia anche il mio mal di testa sembra aver perso vigore... Speriamo che non sia solo un'impressione...
A domani...

venerdì 13 settembre 2013

Vorrei solo che tu fossi felice...

In questi giorni mi è capitato spesso di ripensare a quando ero bambina, alle parole che mia madre spesso mi ripeteva, ai suoi consigli, ai suoi suggerimenti. Ricordo che una delle sue preoccupazioni più grandi era quella di dirmi che avrebbe voluto che studiassi, per non fare la sua stessa fine e ritrovarmi a fare la casalinga. Mi ha sempre detto studia, lavora e renditi indipendente, solo così potrai essere una donna felice.
Oggi so che non è vero, almeno non lo è stato per me.
Prima di conoscere tuo padre ho sempre lavorato molto, ho fatto anche più di un lavoro contemporaneamente. Non sempre mi piaceva quello che facevo ma ho sempre cercato di farlo al meglio. Raramente mi sono sentita realizzata per il solo fatto di lavorare e di essere indipendente, quasi mai sono stata felice per questo.
Pensando a te, al tuo futuro, anche io come mia madre, mi auguro che tu voglia studiare, ma poi per te spero solo che tu possa realizzare i tuoi sogni, qualsiasi siano, e che tu possa sentirti versmente felice e appagata così come mi sento io oggi.
Nel mio caso la felicità è significato diventare madre ma non voglio per te le mie stesse ambizioni, tu avrai le tue, e io ti aiuterò a raggiungerle perché se ho un augurio da farti non è che tu diventi "solo" una mamma come ho fatto io, ma nemmeno che tu diventi per forza qualcos'altro, vorrei solo che tu rispettassi te stessa, le tue necessità e che tu facessi soltanto ciò per cui sei portata, che tu diventassi ciò che ti renderà una persona felice.
In ogni caso qualsiasi sarà la tua scelta, qualsiasi siano i tuoi sogni, io ti sarò accanto e ti aiuterò a raggiungerle perché la felicità nei tuoi occhi e ciò che più rende felice me.

Un solo principe per la mia principessa!

Oggi durante la riunione la tua "maettra" Grazia ci ha detto che in questimultim anni c'è un esubero di bambini maschi nel comprensorio di Rimini. Tu mi hai chiesto "cosa vuol dire?". Io allora ti ho guardata e ti ho detto che questo semplicemente significava che avresti potuto avere più principi azzurri... E tu allora con tono fermo e deciso e un'espressione serissima mi hai detto convinta: "ma io ne bollo (voglio) uno solo!"...

Prima riunione scolastica

Alle undici di questa mattina abbiamo avuto la prima riunione alla tua scuola. Abbiamo finalmente saputo i nomi delle tue "maettre", Grazia e Susy, che per il solo fatto di chiamarsi come l'amica di Peppa, Susy Pecora ha guadagnato dei punti, abbiamo visto la tua aula, che è l'aula rossa, conosciuto alcuni genitori e anche alcuni dei tuoi nuovi compagni di "cuola". Io mi sono emozionata...
Tu hai avuto un bel po' di pazienza durante la riunione che è durata due ore e quando è stato il momento di venire via ti ho portata via in lacrime, dispiaciuta perché tu volevi giocare...
Speriamo che davvero andare a scuola ti piaccia...

La fatina del vasino

All'ennesima pipì finita per sbaglio sul tappeto ieri papà ed io abbiamo deciso che forse era arrivato il momento di salutare il vasino. Ti abbiamo spiegato che forse il tuo sederotto era diventato troppo grande (tu hai commentato come quello di papà e mamma...) e poi ti abbiamo avvisata che forse a breve sarebbe arrivata la fatina del vasino che lo avrebbe preso e portato ad un altro bimbo ed in cambio ti avrebbe forse lasciato un regalino.
Più tardi mentre tu guardavi la televisione con papà io sono andata al"Ipei" a comprare un bel libro per te e dei biscottini al cioccolato per la colazione poi di nascosto abbiamo preparato la tavola e stamattina quando sei arrivata di sotto, hai trovato la magnifica sorpresa...
Sei subito corsa  in bagno per vedere se per caso c'era ancora il vasino e non trovandolo più hai capito che evidentemente durante la notte la misteriosa fatina era passata da qui...
Felice e soddisfatta hai fatto colazione con i biscottini della fatina e poi hai giocato con i personaggi del libro di Dotty che hai ricevuto in regalo.
Prima abbiamo salutato il pannolino, poi il segiolone, poi il biberon, poi il ciuccio, ora il vasino... Se non fosse per la moltitudine di giochi non ci sarebbero più tracce di bambino in questa casa...