giovedì 31 marzo 2011

Il naso di papà


Eri lì sul lettone con papà e come la maggior parte delle serate stavate vivendo il vostro momento di giochi insieme. Sentivo i tuoi urletti felici mentre al piano di sotto di preparavo il biberon di rinforzo. Io sono arrivata e lui per farmi un po’ di posto accanto a voi, ti ha presa in braccio avvicinando il tuo faccino al suo volto.
È successo proprio in quel momento, tutto ciò che non ero riuscita a vedere e a capire, si è improvvisamente delineato sotto i miei occhi con una nitidezza disarmante.
Mi avete guardata ed entrambi avete mosso il naso nello stesso identico modo!
Lo so, è difficile da credere ma il tuo micro-naso riesce a muovere le narici proprio come quello di papà, alzando quella punta “impertinente” che mi ha sempre fatta impazzire. Ecco da chi hai preso il naso: tu hai il naso di Papà!
Certo, adesso che sei piccolina ci vuole ancora un’analisi molto dettagliata per rendersi conto dell’esattezza delle mie parole, ma sono assolutamente sicura di ciò che dico.
Bravissima Gù, so che ti ricordi che il naso di papà, insieme alla sua fossetta sul mento, era un’altra cosa che avrei voluto avessi anche tu! Vi amo entrambi!!!

Contatti ravvicinati con il mare


Siamo appena tornate a casa dopo la nostra ormai abituale passeggiata pomeridiana, tu eri esausta e dopo la merenda ti sei addormentata, speriamo solo che il sonnellino duri un po’ di più dei tuoi soliti quindici minuti.
Oggi però, non ci siamo limitate a fare il giro del parco ma siamo “espatriate” addirittura fino alla spiaggia. Così tu hai avuto il tuo primo incontro ravvicinato con il mare. Più che con il mare, direi con la sabbia, perché in acqua non ci siamo andate però ci siamo sedute a piedi nudi nella sabbia e a quanto pare la cosa ti è piaciuta molto.
I tuoi piedini sembravano impazziti e dopo meno di 3 secondi non so nemmeno come tu ci sia riuscita, ma avevi sabbia ovunque, e anche io (Heidi ci aveva già pensato prima).
Sai che non saprei dirti se il mare piace di più a te o ad Heidi…
Comunque devo dire che vedervi così libere e felici è davvero uno spettacolo indimenticabile.

Acquisti intelligenti


Oggi gita a Rimini. Sono andata a portare in questura i documenti per farti espatriare e poi da Prénatal per spendere i buoni che avevo ritirato ieri con i punti di mediaworld.
Oggi sono stata orgogliosa di me e del fatto che nonostante la possibilità di consumare i buoni come volevo, mi sono limitata e ti ho comprato solo cose utili: il giubbotto di jeans che piace tanto sia a me che a papà, un biberon e un bicchiere col beccuccio Per quando sarai più grande. Ho rinunciato a peluche, giochi, vestitini, camicette, gonnelline, costumi… etc etc etc… Lo so, quando faccio così stupisco anche me!

Chi sei tu?


Ma chi sei tu che con quella piccola faccina tonda mi fai sorridere con quelle espressioni buffe, tu che a volte mi ricordi incredibilmente tuo padre e altre volte sei assurdamente uguale a me, tu che, come dice “zia” Anna a chiunque assomigli, da chiunque abbia preso, in ogni caso sei più bella di entrambi? (Questa è l’ultima volta che metto “zia” fra virgolette, basta, ho deciso ora sdoganiamo la parola zia quando è vicina ad Anna!!!).
Ma chi sei tu che non riesci a stare una notte senza un po’ di mamma, tu che che quando mi vedi arrivare in lontananza ti illumini di gioia e cominci a sorridere felice del semplice fatto che io mi stia avvicinando a te?
Ma chi sei tu che con la tua sola presenza riesci a riempire un’intera giornata, tu che quando sei sveglia chiacchieri continuamente come Raffaella Carrà (forse l’influenza della zona dove viviamo…) e regali sorrisoni sdentati a chi ti è simpatico?
Ma chi sei tu che sei entrata nelle nostre vite in punta di piedi e poi ti sei espansa fino a riempire ogni angolo ed ora né io né tuo padre potremmo fare a meno di te?
Chi sei tu e soprattutto, come ci sei riuscita?

Genitore come papà


Non sai quante volte, Alice, vorrei essere un genitore come papà, che ha la capacità di vivere questo suo ruolo genitoriale senza stressarsi inutilmente e soprattutto riesce a non crearsi dannose ansie.
Lui non si preoccupa minimamente se gli racconto che la signora Patty non mi ha nemmeno ascoltata mentre le spiegavo quali biberon possono andare nel microonde e quali no, è tranquillo e non gli crea nessuna tensione sapere che domani sera noi saremo a 250 kilometri da te, e se anche ti venisse una crisi di pianto, nemmeno con tutta la nostra buona volontà riusciremmo ad essere a casa in tempo utile per calmarti.
Non so se questa sia la differenza fra essere uomini o donne, fra essere padri o madri, non so se dipenda dal carattere o se sia un fattore genetico/ereditario, ma ti giuro Alice che non sai quante volte lo guardo, lo invidio e penso che vorrei essere un genitore come papà.

mercoledì 30 marzo 2011

Dodici ore di Gù


Durante la settimana ogni giorno tu ed io restiamo sole più o meno dalle 8 alle 20.
Dopo dodici ore passate in balìa tua sono assolutamente devastata, ci sono giorni in cui non ho nemmeno più la forza di parlare (so che è difficile crederlo…).
Riesci a “ciucciarmi” non solo il latte ma anche le energie, i pensieri e le forze.
Quando piagnucoli senza una vera e propria ragione, mi sfinisci, mi stressi terribilmente e mi innervosisci come poche altre cose al mondo.
Ci sono volte, come oggi, in cui alla fine della dodicesima ora, non ne posso davvero più e non vedo l’ora che ritorni tuo padre dal lavoro per “consegnarti” a lui e “liberarmi” di te anche solo per una manciata di minuti.
Ma poi tu hai la capacità, in un solo istante, di cancellare la stanchezza accumulata durante tutta la giornata, magicamente riesci con un tuo sorriso, ad annientare lo stress e a far sparire il nervosismo.
Quando stasera mentre eri in braccio a papà, mi hai ripetutamente buttato le braccia al collo, per la prima volta, perché volevi venire da me, mi sono sentita al settimo cielo e non ho potuto resisterti.
È bastato un tuo gesto e ho completamente dimenticato le difficoltà della giornata.
Sembra incredibile, lo so ma un solo secondo vale più di dodici ore di Gù.

Inutile negarlo: la tua cacca ora puzza!


Inutile negarlo: la tua cacca ora puzza! Cioè, siamo onesti, non è che abbia mai avuto un profumo di fiori però adesso che mangi anche cibi diversi oltre al solito latte, non solo ha cambiato consistenza e colore ma ha addirittura assunto anche l’odore di… cacca!
Sì, oggi per la prima volta la tua cacca aveva un odore umano e normale, sembrava proprio, in tutto e per tutto, forma, consistenza, colore e puzza, quella di un adulto.

Una bimba "salata"


Stai finalmente riposando dopo aver mangiato la tua pappa.
Oggi avevi il solito brodino, con la solita farina di mais e tapioca (quella che io chiamo “il tapiocone”), con il solito cucchiaino di olio di oliva arricchito di preziose vitamine e poi avevi l’omogeneizzato di coniglio. Come sempre hai mangiato piuttosto di gusto, senza fare troppe storie.
A quanto pare ti piace il pasto di mezzogiorno, quello “salato”, lo preferisci alla frutta che tento di darti ogni giorno all’ora della merenda, con scarsissimi risultati…

Prove generali


Stamattina sono uscita e ti ho lasciata a casa con la signora Patty, ormai universalmente nota come “Lawanda”. Dopo un primo attimo di défaillance, a differenza dell’ultima volta, ti sei subito ripresa e sei stata buona: hai giocato e poi ti sei appisolata, senza piangere. Queste erano le prove generali.
Venerdì prossimo è il grande giorno.
Tuo padre ed io dovremmo andare a Milano ad un concerto e tu dovresti restare una parte del pomeriggio e parte della notte in compagnia della “Lawanda”. Mi fido di lei, è di te e delle tue reazioni che mi fido meno. Ho paura che tu abbia una crisi improvvisa, un’irresistibile voglia di mamma… Noi saremo troppo lontani per riuscire ad arrivare a casa presto… Non mi resta che incrociare le dita e sperare che anche questo piccolo passo verso la tua crescita vada bene.

Peccato originale


Tuo padre ed già prima che tu nascessi, avevamo deciso di non battezzarti. È una scelta condivisa da entrambi anche se forse, le motivazioni che ci hanno portati a farla sono diverse. Io sono dell’idea che bisogna lasciarti libera di decidere quando sarai abbastanza grande da poterlo fare.
Nel frattempo crescerai con il tuo peccato originale… e ora che ci penso, io che non ce l’ho, perché sono stata battezzata, non ricordo nemmeno quale sia…
Misteri della fede…

Piccoli contorsionisti crescono


Riesci a piegarti su te stessa come un’abile contorsionista del circo, arrivi a ripiegarti in due, come un foglio di carta, il busto appoggiato alle gambe.
Riesci a portarti in bocca i piedini con un’agilità assolutamente invidiabile.
Il tuo corpo è estremamente malleabile e tu hai un’elasticità incredibile, tanto che davvero a volte viene il dubbio che tu dentro sia fatta di morbida gomma.
So che perderai presto questa capacità tipica dei bimbi di pochi mesi ma nel frattempo mi godo lo spettacolo della nostra piccola contorsionista in crescita.

Il biberon di Gù


Io ti avevo visto farlo già questa mattina e avevo subito pensato di farlo vedere a papà.
Ieri sera, subito dopo cena, mentre tu eri seduta sul seggiolone, ti ho appoggiato sul vassoietto di fronte a te il biberon con l’acqua e tu, con movimenti decisi e sicuri, hai lasciato il giochino che avevi in mano, ti sei avvicinata con le manine al biberon e in men che non si dica, ti sei messa in bocca la tettarella, senza incertezze, senza indecisioni.
Papà ti guardava attonito, prima è scoppiato in una fragorosa risata e poi ho visto il suo volto illuminarsi di orgoglio.
Sì, la sua bambina sta crescendo, ogni giorno fa progressi e impara a fare tante cose, le sue piccole grandi conquiste…

martedì 29 marzo 2011

Gialla canarina


Dopo i soliti giochi serali, sul lettone con papà, ora sei pronta per la nanna.
Ti guardo mentre aspetti il latte: hai il body di Titty e il pigiamino di cotone giallino, uno dei primi che ti avevo comprato quando ero incinta e nemmeno sapevo se eri un maschietto o una femminuccia.
Sgambetti felice e sei irresistibilmente bella.
Ti osservo e penso che con la tutina gialla sembri proprio una canarina.
Buonanotte amore.

Un bel pomeriggio insieme all'aria aperta


Oggi siamo uscite presto e abbiamo approfittato della bella giornata per fare una passeggiata al parco, tu, io e Heidi. Prima ci siamo sedute su una panchina a leggere, poi abbiamo incontrato altre mamme con altri bimbi, abbiamo chiacchierato e camminato, ci siamo scambiate idee e consigli, abbiamo condiviso paure e gioie di questa bella esperienza che è la maternità. Abbiamo bevuto insieme un caffè al bar e poi abbiamo ricominciato a passeggiare. Quando ormai pensavo di rientrare a casa abbiamo incontrato “zia” Anna che rientrava dal lavoro, ti aveva anche portato un “peorso” in regalo… (un orsetto con un pesciolino in bocca). L’abbiamo aspettata e siamo state al parco con lei e la vaporosissima Molly fino alle sei e mezza.
Oggi siamo state all’aria aperta tutto il giorno, è stato un bellissimo pomeriggio, forse il preludio dei nostri futuri pomeriggi estivi.

Le ansie di mamma...


Allora Gù, è arrivato il momento di raccontarti una delle tante ansie di tua madre.
Da quando sei nata, anche se non l’ho mai confessato a nessuno per non essere derisa, ho sempre avuto il timore assolutamente infondato che tu potessi essere autistica.
Non c’è una ragione di questa mia paura forse semplicemente è nata dal fatto che l’autismo è una malattia di cui so poco e che mi spaventa molto.
Ieri ho pensato che fosse arrivato il momento di capire se tu realmente potevi avere questo tipo di problema ed ho deciso di provare a cercare in internet quali sono i sintomi dell’autismo e a che età si manifestano.
Qui di seguito ecco le informazioni che sono riuscita a trovare suddivise per trimestri.
Prime settimane di vita:
·        Il neonato è rigido o molle quando viene preso in braccio, non reagisce;
·        nonostante non si riesca a capirne il motivo appare “diverso” dagli altri neonati;
·        non segue i movimenti attorno a se;
·        mostra comportamenti di indifferenza o di repulsione alle attenzioni nei suoi propri riguardi;
·        strabismo o assenza di contatto visivo con gli altri o con l’ambiente circostante, sguardo vitreo;
·        indifferenza o ipersensibilità a certi particolari suoni o anche più a livello generale;
·        umore estremamente cupo o capriccioso;
·        assenza totale delle normali manifestazione di gioia tipico degli altri neonati (agitazione di braccia e gambe, sorrisi, verseggiare);
·        è indifferente alla voce della madre, del padre o comunque delle persone a lui continuamente vicine sia a quelle di estranei;
·        non riesce a dormire, rimane sveglio molto a lungo;
·        rifiuta il cibo, si mostra disinteressato al biberon o al seno materno, rigurgita spesso;
·        eventuali piccole anomalie fisiche quasi irrilevanti.
Entro i tre mesi di vita:
·        non riesce a sorreggere la propria testa;
·        appare stranamente calmo e tranquillo, quasi apatico;
·        anomalie nello sguardo;
·        anomalie nell’espressività del viso, lo si definirebbe “serio” poiché quasi non sorride per nulla;
·        si mostra indifferente alla voce e alla presenza delle persone;
·        insonnia, sia con conseguente pianto che con l’assenza di qualunque tipo di reazione;
·        per contro dorme fin troppo, ipersonnia;
·        disturbi del comportamento alimentare.
Entro i sei mesi di vita:
·        eccessivamente irritato o eccessivamente calmo;
·        ipotonia o ipertonia;
·        non riesce a stare seduto, si potrebbe dire che sembra una “bambola di pezza”;
·        non sorride;
·        non mostra quasi alcuna espressione facciale, come non avesse i normali sentimenti di un infante;
·        movimenti ripetitivi delle mani o del corpo;
·        disinteresse per i giocattoli;
·        disturbi digestivi;
·        insonnia.
Chiunque ti conosca Alice, leggendo questo elenco si rende perfettamente conto che a parte i rigurgiti, tu non hai nessunissima caratteristica dell’autismo, anzi, sei l’esatto opposto. Sei una bambina espressiva, solare e sorridente, cerchi il contatto visivo e fisico, ami il cibo e non sei per niente cupa e tantomeno capricciosa.
Chissà, forse ora dopo aver letto queste informazioni abbandonerò questa paura.
Spero solo di non cominciare a preoccuparmi del fatto che tu sia una bimba iperattiva….

Shopping al momento sbagliato


Questa mattina non mi sono limitata a comprarti gli scarponcini color “glicine”, ti ho comprato anche due pagliaccetti per l’estate e un pacchetto con cinque body taglia 18 mesi di marca Disney. Entrambe le cose mi sembravano piuttosto convenienti ed ho pensato di prenderli. Appena arrivata a casa nella buchetta della posta ho trovato il volantino con le offerte del centro commerciale dove ero stata. Sfogliandolo ho scoperto che fra due giorni comprando le stesse cose avrei speso dieci euro in meno…
Quando si dice essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato…

Gli scarponcini di Gù


Mi piace fare shopping per te, ma questo penso che a questo punto della storia lo avevi già sospettato. Non essendo una spendacciona di solito cerco di approfittare delle svendite, dei saldi di fine stagione e delle svariate offerte che si trovano nei negozi.
Ieri avevo visto un meraviglioso paio di scarponcini invernali, tipo da montagna, color “glicine”, imbottiti dentro. Mi piacevano molto e avrei voluto comprarli ma ero piuttosto indecisa sulla taglia e poi ho pensato che tuo padre mi avrebbe detto che era assurdo comprarti delle scarpe ora senza sapere come crescerà il tuo piede. Ma poi ieri sera gliene ho parlato e insieme abbiamo deciso di tentare la sorte, di fare “l’investimento” e di comprare il numero 20/21.
Questa mattina poco dopo l’orario di apertura del negozio sono andata a comprarteli.
Ora sono a casa, in camera tua, non mi stanco di guardarli. Immagino i tuoi piedini a panzerotto lì dentro e mi sembra quasi di vederti a trotterellare con i tuoi scarponcini…

lunedì 28 marzo 2011

Come in Jurassic Park

Bella tu amore di mamma che per attirare l’attenzione, per esprimerti e per comunicarci i tuoi stati d’animo, emetti degli urli assurdi, raggiungendo delle frequenze che credevo impossibili per la voce umana. Papà dice che sembrano i versi emessi dai dinosauri di Jurrasic Park. Io sinceramente non ricordo le ricordo ma posso dirti che le tue urla perforano le orecchie e ti arrivano dirette al cervello. Vuoi attirare l’attenzione Alice? Beh, volevo dirti che ci riesci benissimo…

Uffa che barba, uffa che noia...


Sei nostra figlia, ti abbiamo desiderata, cercata, aspettata e finalmente abbracciata.
Per averti ho sopportato dei sacrifici e dei dolori anche se ora li ho già dimenticati.
Godo totalmente del tempo che ho la fortuna di poter passare con te illimitatamente.
Sono contenta di essere madre, al punto che mi piacerebbe poter avere un altro figlio.
Eppure, dovrei separarmi da te per soddisfare nonni e zii che vorrebbero appagare la loro voglia di bambina (rigorosamente femmina!).
Ma dico io, per quale ragione dovresti andare a dormire a 250 kilometri da casa tua dato che non ce n’è la necessità? Perché dovremmo lasciarti una o più notti lontana da noi?
E se appago i desideri di questi nonni e di questi zii, perché allora non appagare anche quelli dell’altra parte della famiglia? Che facciamo, per evitare preferenze ci dividiamo i giorni e le notti, a e ti trattiamo come un pacchetto che viene spostato di qua e di là a seconda del momento?
E quello che fa bene a te non conta? E quello che vogliamo noi non importa?
Invece di dirmi grazie perché per sei mesi, mi sono sobbarcata il sacrificio e lo strapazzo di cinque ore di macchina un week end ogni mese, sono solo capaci di ripetere come un disco rotto ed anche un po’ lagnoso: “questa bambina la vediamo poco, anzi per niente… ora chissà quando la rivedremo…”.
Beh sapete che vi dico? Che dovete ringraziare il cielo e soprattutto la sottoscritta di quel “poco” che l’avete vista fino ad oggi e la rivedrete quando ne avrò voglia io!
Sì, perché ora mi sento e sono improvvisamente stanca di tutto questo su e giù, dei preparativi per la partenza che diventano ogni volta più lunghi e complicati, della tensione che vivo durante le ore di viaggio perché tu ti annoi e piagnucoli, dello stress che accumulo mentre siamo in visita parenti, quando vedo che tu sei insofferente e che loro continuano a passarti di mano in mano come se fossi una bambola di pezza!
Senza contare che il week end è l’unico tempo che abbiamo per noi come famiglia e per noi come coppia. Sì è vero, papà rientra a casa tutte le sere, ma a quel punto, dopo una giornata durata dodici ore per tutti, siamo troppo stanchi per goderci pienamente il tempo insieme!
Ma tutto questo è relativo, secondo loro potremmo fare la spesa di domenica tanto qualche negozio aperto si trova sempre e magari restare lì tutta la giornata, fino a sera, così dopo la loro pennichella, alla quale naturalmente non rinuncerebbero mai, avrebbero finalmente l’occasione per fare una bella passeggiata in centro con la nipotina…
Tanto che gli importa del tempo che perdiamo noi (si lo considero ed è tempo totalmente perso!) o cosa abbiamo da fare noi a casa, cosa vuoi che gli interessi se questo limita e danneggia anche noi come famiglia e noi come coppia???
Non gli interessa nulla perché l’unica cosa che conta, che ha un peso ed un valore, è appagare questo loro malsano desiderio di bambina!!!
In tutto ciò una domanda si è affacciata in queste ore nella mia mente: ma se tu fossi stata un maschio, loro ti avrebbero voluto meno bene ed io sarei stata più libera?
Sinceramente non so se le cose sarebbero state diverse se tu fossi nata maschio, ma so che le cose ora devono comunque cambiare.
Sono arci-stufa di discutere con papà e di vivere tensioni per andare incontro alle esigenze di altre persone.
Non ne abbiamo bisogno! Basta! Come dice spesso tuo padre io mi devo volere più bene e devo imparare a mettermi non dico sempre, ma almeno ogni tanto, prima degli altri.
Sta arrivando l’estate e questa sarà la nostra prima estate insieme, la nostra prima estate di famiglia, la tua prima estate. Noi viviamo in un luogo di mare ed io già immagino e temo cosa succederà fra due o tre mesi, perché so che c’è chi non vede l’ora dell’arrivo della bella stagione per avere finalmente l’occasione per stare un po’ di tempo in più con te. (Mio padre ha già cominciato a ripeterlo…).
Per evitare spiacevoli malintesi, meglio chiarire subito le cose.
Questa sarà la nostra estate, solo nostra.
Ho voglia e bisogno di godermi questo tempo di famiglia, senza interferenze esterne, senza pressioni, senza stress aggiuntivi.
Non posso nemmeno pensare di avere i nonni ed i parenti vari a rotazione che si alternano in qualche albergo della zona per avvicinarsi a te, fosse anche solo per una settimana! Perché pensano di non disturbare dormendo in albergo e non si rendono conto che dove passano la notte sarebbe la meno, dato che tutto il giorno ce li avrei comunque appiccicati addosso come dei francobolli umidi. Non potrei più gestirmi il mio tempo e il mio spazio, non sarei libera di fare con te ciò che ho voglia di fare, improvvisamente dovrei rendere conto ai tuoi nonni e al parentado, dei nostri spostamenti, dovrei cambiare i miei piani e le nostre abitudini, dovrei motivare le mie scelte e spiegare le mie ragioni.
Il problema non si risolve nemmeno se tuo padre prende le ferie per darmi un supporto nella gestione dei familiari, perché a questo punto mi domanderei perché se lui può prendere una settimana di ferie in piena stagione lavorativa, noi non ne approfittiamo per andare in vacanza invece di restare a casa a stressarci?
Queste parole valgono naturalmente per tutti e quattro i nonni.
Non ci sono preferenze, non si fanno differenze.
Da una parte i miei genitori hanno avuto tre figli e perciò hanno potuto godere per almeno tre volte, del piacere di vedere crescere un bambino. Dall’altra i genitori di tuo padre hanno avuto addirittura quattro figli e quattro nipoti, quindi anche loro sono stati più fortunati di me che forse, nella migliore delle ipotesi, avrò la gioia di rivivere questi momenti, solo una seconda volta nella vita. Certo, non hanno avuto una femmina, ma non è certo colpa mia!
Volete vedere vostra nipote? Mi sembra giusto, ma siccome io non posso mettere in crisi la mia vita e il mio equilibrio familiare per i parenti, non posso fare la pendolare e tantomeno mettere a vostra disposizione una settimana della nostra estate, l’unica idea che mi viene in mente è quella organizzarvi per venire voi ogni tanto a trovarci, passare qualche ora con noi e con la bambina, e poi tornare a casa, senza stravolgere più di tanto la nostra famiglia.
Questa mattina io ho parlato chiaramente con mia madre. Spero che abbia capito, ma se non è così, saprò far valere le mie ragioni e le nostre necessità.
Perché questi non sono i capricci di una neo mamma gelosa e possessiva, ma le reali e profonde esigenze di una persona che sta cercando in tutti i modi di vivere la sua vita e che ogni giorno, cerca di costruire la famiglia che ha sempre desiderato e di ritrovare la coppia che si è un po’ persa nella fatica di diventare una famiglia.

Da me hai preso, da papà hai preso, da noi hai preso...


Da papà hai preso sicuramente la sua calorosità: mi sembra che tu, come lui, soffra terribilmente il caldo e non sopporti di essere troppo coperta.
Da me con buona probabilità, hai preso la loquacità: sei un’incredibile chiacchierona e quando hai qualcosa da dire ti fai sentire a gran voce e non c’è modo di farti stare zitta!
Da entrambi hai preso la voglia e il gusto di andare a dormire presto: sorridi quando  esausta verso sera, capisci che è arrivata l’ora di andare a nanna e all’orizzonte, nella penombra, intravedi la sagoma del tuo lettino.

domenica 27 marzo 2011

Prima domenica di primavera


Questa prima domenica di primavera, iniziata non proprio come pensavo, si è conclusa nel migliore dei modi: con il tuo bagnetto nella vasca grande.
Seduta nel nuovissimo sgabello da vasca, regalo del week end di papà e mamma e circondata dai tuoi giochi, hai trascorso gli ultimi istanti della tua giornata, divertendoti e divertendoci con le tue espressioni mentre sguazzi felice nell’acqua tiepida.
Buonanotte Gù!

La rabbia di papà


La rabbia di papà, quando entrando in casa dopo una bella passeggiata in bicicletta, ti ha trovata disperata, in lacrime… tra le braccia di una vicina troppo invadente che non sa stare a casa sua e non sa resistere alla tentazione di prendere in braccio un bambino che piange, anche se non è un suo parente...
Quando aprendo la porta si è trovato di fronte un’immagine che non si aspettava, ho visto i suoi occhi, freddi e glaciali, ma allo stesso tempo il suo sguardo incandescente e rabbioso.
Non credo di aver mai visto in lui quegli occhi, quello sguardo e quella rabbia.
Ho capito che anche se papà è un uomo tranquillo, per te potrebbe diventare un leone.
Questo è tuo padre Alice: colui che pur essendo buono, se necessario sa proteggerti e difenderti da chi si avvicina a te.
Bravo papà!

Madre un'altra volta...


Se prima di avere te, sentivo la voglia e l’esigenza di diventare madre, ora, dopo che sei nata tu, il desiderio di diventare madre una seconda volta, se è possibile, è ancora più forte di prima. Forse perché l’esperienza con te è sempre stata, fin dai primi istanti, decisamente meglio di quello che avevo immaginato e temuto, e sicuramente anche meno drammatica e complicata, di come in molti me l’avevano descritta.
Le cose, pur costandomi tanto in termini di energia e di tempo, mi vengono naturali e sono un sacrificio molto ben ricompensato dalla tua fondamentale e insostituibile presenza.
Ad uno “sguardo” poco attento, le mie parole potrebbero sembrare banali e scontate, ma non è così.
Sono circondata da neo-madri che a distanza di ormai due mesi dal lieto evento, sono ancora devastate e devono ancora abituarsi alla nuova presenza.
Io ed anche tuo padre, con te non abbiamo avuto bisogno di tempo per abituarci, tutto è stato istintivo e spontaneo. Certo, lo ammetto, probabilmente siamo stati particolarmente fortunati avendo una bambina come te, buona da subito ed io fortunata due volte dato che mi sono ripresa subito nonostante il cesareo. (Solo ora guardandomi attorno mi rendo conto della mia convalescenza-record…).
Certe volte penso di averti voluta così tanto, da non permettere a niente e a nessuno di rovinarmi questi momenti. Di sicuro avere accanto un supporto come tuo padre e avere la possibilità di condividere con lui questa esperienza genitoriale, mi è di grande, grandissimo aiuto.
Ma alcune volte, ascoltando le difficili esperienze delle altre madri, mi domando se sono stata una super donna o se ho chiesto troppo a me stessa e forse un giorno la pagherò avendo un’improvvisa crisi di stanchezza e stress.
In ogni caso, cosa che capita di rado, mi do una pacca sulla spalla e guardando indietro, mi faccio i complimenti da sola.
Anche se forse, pensandoci bene, non credo di avere grandi meriti ma semplicemente penso di essere nata per diventare madre.
Per questo spero un giorno di avere almeno una seconda chance, di avere l’opportunità di rivivere questa magnifica esperienza e di poter essere madre un’altra volta!

sabato 26 marzo 2011

Ora sì che ti riconosco!


Eccoti qua, finalmente con i jeans e la maglietta sopra, finalmente sportiva, finalmente sei tu! Non ti riconoscevo con l’abito della festa, agghindata come se dovessi fare la prima comunione. No, non eri tu. La nostra bambina, la Gù che riconosco, la mia piccola Alice nel paese delle meraviglie è sì una bambina sempre femminile, ma non troppo leziosa! Non ti potevo vedere con l’abito blu e il colletto bianco di pizzo… molto meglio con i jeans leggeri della “zia Caterina”… e poi la maglietta sopra è il dettaglio non banale che sottolinea e impreziosisce la tua femminilità nascente!
Bella Gù!

Papà che spoglia un'altra donna...


Racconto di un risveglio: papà seduto sul letto che spoglia una piccola donna, guardandola teneramente, con una dolcezza indescrivibile, con un amore unico e indistruttibile, l’amore “paterno.
Stamattina vi osservavo e mentre papà, raccontandoti la storia dell’“ocarea” (…lo so Alice è una storia assurda…), ti toglieva il pigiamino tu gli sorridevi felice e serena.
Avrei voluto che quel momento di tenerezza e coccole fra voi durasse molto di più.
Adoro la sua capacità di rendere i normali gesti quotidiani, non parte di una routine ma un divertente gioco. Io, spesso colta dalla fretta di tutte le cose che ci sono da fare e dalla voglia di riuscire a farle tutte, non riesco ad essere altrettanto brava.
Per fortuna che c’è papà!

venerdì 25 marzo 2011

Non solo genitori...


Ritrovarsi da soli, di nuovo noi, tuo padre ed io, senza che la tua presenza nella culla accanto al nostro letto, discreta ma invadente, ci ricordi il nostro fondamentale ruolo genitoriale inibendo anche le più caste manifestazioni di affetto.
Riscoprirsi finalmente lui ed io, improvvisamente ringiovaniti, con la voglia anche solo di chiacchierare senza moderare la voce, per il timore di disturbare il tuo sonno.
Questo venerdì sera, papà ed io, non siamo scesi a guardare (dormire) la tv seduti sul divano, ma di nuovo proprietari esclusivi della nostra camera, abbiamo scelto di rimanere a chiacchierare sul lettone, come capitava ai vecchi tempi, quando io e lui eravamo solamente una coppia.
Tu eri nella stanza accanto alla nostra, vicina ma non troppo e noi eravamo finalmente soli!

Incredibile, ma vero!

Approfittando degli unici quindici minuti in cui hai dormito sono riuscita a lavarmi e asciugarmi i capelli in un tempo record. Sono riuscita ad ottimizzare i tempi e fare in un quarto d’ora qualcosa che richiederebbe almeno il doppio del tempo. Sono riuscita a farcela colta dalla disperazione, dopo almeno una settimana dall’ultima volta che li avevo lavati, dopo che non riuscivo nemmeno più a guardarli e dopo che toccarli era diventato impensabile. Ci sono riuscita, ma ritagliarmi anche solo un quarto d’ora è diventata una “mission impossibile”.

L'odore della tua pelle


Mi piace l’odore della tua pelle, anzi di più: lo adoro.
Non si tratta del tipico odore di buono e di pulito che hanno tutti i bimbi, non è più quel caratteristico aroma di neonato che si sente quando si è vicini ad un cucciolo di uomo. Quei tipici odori, quei classici aromi li avevi anche tu, ma ormai alla soglia dei sei mesi, li hai persi. Mi riferisco proprio all’odore della tua pelle, un odore diverso e unico che mi è entrato dentro, che non avevo mai sentito prima, un profumo tutto tuo, che ti appartiene e che allo stesso tempo mi possiede. È qualcosa di speciale, che non riesco a descriverti e che non credo riuscirò più a dimenticare.