lunedì 31 ottobre 2011

Uguali ma diversi...


Siamo tornati a casa dal nostro week end di famiglia e tu avevi una gran voglia di gattonare e di muoverti liberamente. Non ti sembrava vero di poterlo fare, dopo aver passato due giorni in cui gattonare sulla moquette dell’albergo non ti era concesso. Appena entrata in casa ti sei scatenata in una corsa intorno al tavolo, intorno al divano, e poi… su per le scale! Sì Alice ti sei “arrampicata” in una sorta di gattona mento su per le scale, per raggiungere papà. Io naturalmente ti seguivo pronta a tenerti ma tu non hai avuto bisogno di sostegno, hai fatto tutte le scale, angolo compreso, da sola, senza aiuti e senza la benché minima esitazione.
Ecco Alice, in questo non assomigli a papà….

domenica 30 ottobre 2011

Finalmente birra!


Cena in un pub: fish & chips e birra, finalmente birra! Un'ottima birra locale dal retrogusto nocciolato e assolutamente indimenticabile.
Dopo questa bevuta alla quale sono ormai assolutamente disabituata penso di non aver nessunissimo problema a cadere fra le braccia di Morfeo, spero solo che tu faccia altrettanto nel più breve tempo possibile. Buonanotte...

Tu, cittadina del mondo


Oggi siamo stati a Berna e così, dopo aver visitato Vienna, Parigi, Roma e Londra ora hai visto anche la cittá degli orsi. È stata una bella gita, siamo stati bene, abbiamo pranzato in un ristorante mangiando molto bene e dopo pranzo abbiamo fatto una passeggiata godendo di una splendida giornata autunnale e la mamma ha avuto anche il piacere di vedere dal vivo i suoi tanto amati orsi. Ora stiamo tornando a Lucerna ed per la serata ancora non abbiamo fatto programmi.

Taaaidi!!!


Abbiamo dormito tutti in una grande e bella stanza: papà, tu, io e Heidi, ognuno nel suo letto.
Dopo un lungo sonno ristoratore, ci siamo svegliati stamattina alle otto e mezza all'urlo di "Taaaidi!", pronunciato a gran voce da te che, aggrappata alla sponda del tuo coloratissimo lettino da viaggio, hai esultato di gioia quando appena sveglia, affacciandoti hai subito visto lei che scodinzolava felice proprio davanti alla tua faccia. Non ti sembrava vero che lei fosse lì, abituata, come sei, a svegliarti da sola nella tua cameretta e invece stamattina, ad accoglierti al tuo risveglio hai trovato una piacevole sorpresa: la tua "Taidi"!
Così è iniziata la nostra domenica di famiglia a Lucerna e se "chi ben inizia è a metà dell'opera", come dice il proverbio, prevedo che oggi sarà una gran bella giornata!

sabato 29 ottobre 2011

Un papà con la "mappetta"


Ero qui seduta sul letto quando ho visto arrivare papà con la cartina della città in mano, si é seduto e poi ha detto "ora studiamo la "mappetta".
Improvvisamente di fronte a quelle parole e a quell'immagine mi si è accesa la lampadina dei ricordi.
Ho rivisto tante scene come quelle appena vissute, tante camere di albergo, tante città diverse fuori dalle finestre, tante "mappette" così le chiama tuo padre, fra le sue mani.
Lo guardavo e sorridendo pensavo: questo è lui, adesso sì che lo riconosco, l'uomo che pensa ancora di convincermi a studiare le città e le "mappette", prima di arrivare in un posto, e non ha ancora capito che io invece adoro lasciar studiare lui, perchè mi piace e mi dà un'incredibile sicurezza andare in giro "alla cieca", e scoprire con lui accanto come guida, le meraviglie dei posti che visitiamo insieme.
Alice ecco, lui é il nostro uomo, quello con la "mappetta", unico, ineguagliabile e soprattutto insostituibile, meglio anche di un moderno navigatore satellitare, perchè non sbaglia mai la strada e di notte ci abbraccia forte facendoci sentire a casa in ogni posto del mondo.

Prendere le misure


Finalmente tu dormi.
Sono esausta.
Da quando si viaggia con te ogni volta è un'esperienza nuova e diversa, ogni volta é una scommessa.
Non è mai facile con te prendere le misure. Questa sera pensavamo che tu riuscissi a mangiare al ristorante con noi, come era successo a pranzo, ma oltre al fatto che si era fatto decisamente troppo tardi per te, non avevamo valutato che essendo all'estero le abitudini alimentari sono diverse e il cibo era sicuramente troppo speziato per i tuoi gusti ancora semplici e incontaminati. Dopo alcuni tentativi finiti male, la tensione a tavola cominciava a salire, il nervosismo la faceva da padrone e l'umore di tuo padre e mio era decisamente peggiorato. Per fortuna è bastato salire in camera e prepararti la tua solita pappa per sfamare te e per rasserenare noi.
Poi c'è stata qualche difficoltà per addormentarti, ma ora che sia tu che Heidi dormite, possiamo finalmente rilassarci anche tuo padre ed io... Buonanotte a tutti!

Vacanze di famiglia


Approfittando di questo fine settimana allungato, abbiamo deciso di prenderci qualche giorno di vacanza ed ora siamo in viaggio diretti a Lucerna. Ci siamo tutti, Heidi compresa, manca solo il "ragno di famiglia", quello che in occasione di Halloween si è trasferito a casa nostra e ha preso la residenza nell'angolo della finestrona sul nostro letto. Ora siamo in macchina ed abbiamo appena varcato la frontiera. Tu non dormi e sei stranamente buona, forse la presenza di Heidi ti aiuta... Eccoti! Le ultime parole famose... era troppo bello per essere vero...

Intimamente madre


In questa lunga notte fatta di pianti e di coccole, mentre tu fra le mie braccia cerchi di riaddormentarti dopo aver avuto un incubo, io ti guardo e finalmente mi sento intimamente madre, totalmente appagata da questo tuo improvviso e irrefrenabile desiderio di mamma, desiderio di me. Solo le mie ninne nanne stonatissime sono riuscite a tranquillizzarti, solo la mia vicinanza ti ha rasserenata e solo tu riesci a svegliarmi nel cuore della notte e a farmi sentire onnipotente e unica.
Stanotte mentre ti cullavo mi sono sentita madre a tutto tondo e avrei voluto tenerti stretta al mio petto fino al mattino...

venerdì 28 ottobre 2011

Dimmi che ciuccio vuoi e ti diró chi sei...


Sei una bambina esigente, questo lo sappiamo bene. La tettarella del biberon non puó avere il buco troppo grande, il coniglio della nanna non puó avere orecchie troppo corte, la pappa non puó avere grumi, il carillon non puó cambiare musica, il letto non puó avere coperte, il latte non puó essere troppo caldo, i tuoi piedi non possono indossare scarpe, la pasta non puó essere troppo grande, l'acqua della piscina non puó essere troppo fredda, gli oggetti che vuoi non possono essere troppo distanti... E volendo l'elenco potrebbe continuare ancora, ma sinceramente, fra tutte, la cosa che più mi preoccupa é l'ultima scoperta, ovvero l'odissea dei ciucci... I ciucci non possono essere nuovi!!!
Dopo aver sbagliato "taglia" più volte, sì perchè i ciucci hanno una taglia che varia a seconda dell'età del bimbo... E dopo aver provate tutte quelle che fa la tua marca preferita, sono certa di aver finalmente azzeccato la misura giusta, ma con mia enorme sorpresa tu non vuoi nemmeno quella... L'unica spiegazione che mi sono data è che "senti" che si tratta di un ciuccio nuovo e per questo non lo vuoi... Presa dalla disperazione sto sinceramente valutando l'idea di utilizzare io i tuoi nuovi ciucci per qualche notte...

Una mantellina morbida e colorata per te

In questa mia fase creativa ho deciso di farti una mantellina di pile colorato, ho comprato la stoffa e poi, dopo aver tagliato il modello, l'ho tagliata e cucita.
Non é stato difficile, ne avevo una da modello e mi sono basata su quella.
Mentre tagliavo tu giocavi e mentre cucivo con la macchina, tu sei voluta venire sul seggiolone e immobile e attenta guardavi incuriosita ció che stavo facendo. É stato bello vederti così totalmente rapita dai miei gesti e sentire su di me il tuo sguardo che mi osservava.
Così, sotto i tuoi occhi ho finito la mia opera e la mantellina morbida e coloratissima é quasi perfetta, ora aspetta solo l'occasione per essere indossata!

Poche parole per una grande donna...

Cara Alice, oggi mi sono svegliata ed ho subito sorriso leggendo le parole di una persona che non conosco, ma che è una grande donna e una madre meravigliosa. Per lei queste righe, a te cara figlia, l'augurio di incontrare sul tuo cammino molte persone come lei, semplici e sincere.
A te, che ogni giorno mi dimostri che si puó anche reagire in un modo diverso da quello che conosco io, dall'unico modo che mi hanno prima trasmesso geneticamente e poi inculcato, dedico questo mio post, a te che sei lontana eppure a volte tanto vicina, a te sconosciuta eppure amica, a te che con la tua forza e la tua capacità di giocare con l'ironia, anche nei momenti più cupi, dedico il mio pensiero, a te che sei per me un continuo insegnamento dedico le mie parole, semplici forse banali, a te che ferita e sofferente per le crudeltà che la vita ti infligge, ma che nonostante tutto, ti rialzi e combatti perchè non vuoi dargliela vinta, a te che dici "mollo tutto" ma poi tiri fuori la leonessa che sei e nessuno riesce più a fermarti, dedico la mia stima, il mio affetto e la mia ammirazione.
A te voglio dire che per me che mi abbatto con un filo di vento tu sei il mio punto di arrivo... Sei grande!

Tazzine di famiglia

In mattinata abbiamo fatto un giro a Rimini, volevamo andare a vedere uno dei miei negozi preferiti che apriva un nuovo punto vendita, ma vista la moltitudine di gente abbiamo velocemente rinunciato all'idea e dopo esserci fermate a fare colazione in un bar in piazza, siamo andate a fare una passeggiata.
Abbiamo guardato le vetrine e fatto anche un po' di shopping e abbiamo comprato quelle che sono immediatamente state ribattezzate le "tazzine di famiglia". Tre tazzine, uguali ma diverse, personalizzate, a Seconda delle caratteristiche personali. Fanno parte della stessa serie, "i sette nani". Quella di papà ha Brontolo, chissà poi perchè... La tua ha "Cucciolo", perchè anche se sei femmina, gli assomigli, e la mia ha "Mammolo" in quanto mamma, ma ora che ci penso, per me avrei anche potuto scegliere "Pisolo"... vista la mia incapacità a rimanere sveglia davanti alla tv per oltre dieci minuti.
Ora la prossima volta che faremo colazione a casa con un po' di calma, le inaugureremo e tu avrai la tua crema di latte nella tua personalissima tazzina!

giovedì 27 ottobre 2011

Calzini di famiglia

Guardo i panni stesi e mi accorgo che casualmente ho appeso ad asciugare i calzini nell'ordine: prima quelli più grandi e monocromatici di papà, poi giusto lì accanto i tuoi piccoli calzini colorati ed infine i miei a tinta unita ma rigorosamente con gli orsetti.
Guardo lo stendipanni e sorrido da sola pensando ai "calzini di famiglia".
Sono certa che se Heidi portasse i calzini, fra i tuoi e i miei ci sarebbero proprio i suoi, ma chissà di che colore sarebbero...

Il tuo censimento

Dopo la pennichella mattutina ti svegli e subito fai il tuo personale censimento: ti guardi attorno poi chiami "babbo?", non udendo risposta passi a "Heiti?" che arriva subito, poi è il mio turno e chiami "mamma?" ed infine cerchi "Pepe?".
Rassicurata dall'appello mattutino, passi ad altre attività, decisamente più devastanti...

mercoledì 26 ottobre 2011

Compra una sillaba, o almeno qualche lettera...

Quando parli cominciamo ad avere diversi problemi di interpretazione, del resto era difficile pensare il contrario dato che le parole che componi sono per lo più formate da al massimo due sillabe, di solito contengono una consonante doppia, e le consonanti che usi sono ben poche...
Ecco così che "nanna" significa giustamente nanna ma "nenne" ha il multiplo significato di nonni, nonno e nonna... identico nella versione plurale, maschile e femminile.
Ma il vero problema nasce quando a parola praticamente uguale corrisponde un significato completamente diverso: "pappa" naturalmente é pappa, ma cambiando una sola vocale e togliendo la doppia (differenza che non sempre è facile percepire...), "pepe" significa Pietro, ma "peppe" significa pesce e "peppi" e Il plurale pesci e temo che "peppe" a volte assuma anche il significato di scarpe...
Ora capisci anche tu Alice, che con tutta la buona volontà, capirti non è un'impresa facile per questo vorrei suggerirti di inserire qualche nuova consonante invece di limitarti alle ormai consumate "n", "m", "p", "b" e "t". Potresti pensare di mettere nelle tue parole non dico una "r" ma qualche "c" o addirittura una "d"... Che dici, pensi di poterlo fare oppure dobbiamo continuare ad impazzire nel tentativo di cercare di capire ció che tu stai tentando di dirci?

martedì 25 ottobre 2011

A cena a casa di "Pepe"...

Oggi hai trascorso parte del pomeriggio e della serata a casa di Pietro, da te chiamato più amichevolmente "Pepe".
Insieme avete giocato, gattonato, passeggiato e anche cenato e tu al di là di ogni aspettativa, sei stata tranquilla, riuscendo ancora una volta a stupirmi, facendomi un grande regalo. Sono felice che tu oggi sia riuscita a trascorrere dei momenti piacevoli, divertenti e soprattutto, sereni, anche senza la mia presenza al tuo fianco.
È importante per te e lo è anche per me. Grazie Alice e grazie anche a chi oggi si è preso cura dei miei preziosi "gioielli" durante la mia necessaria ed imprevista assenza.

lunedì 24 ottobre 2011

Piccoli "replicanti" crescono


Ti togli i calzini, li immergi ripetutamente nella ciotola di acqua di Heidi e poi molto accuratamente li strisci per terra come per pulire il pavimento.
Prendi il biberon finto e lo dai alla bambolina, poi prendi il cucchiaio di plastica e dai da mangiare anche alla Minnina dicendo “am, am”…
Finita l’ora della pappa arriva l’ora della nanna e tu prendi Molly, la abbacci, la stringi al tuo petto e poi cominci a dondolare sussurrandole “nanna, nanna”…
Qualcosa mi dice che mi imiti…
La verità è che sei una piccola replicante che cresce a vista d’occhio…

Nuovi nomi


Da ieri tu ti sei battezzata “Ace”…
Il tuo nome sebbene corto è comunque troppo difficile da dire per te e quindi tu hai rapidamente trovato un modo per riuscire a dirlo, abbreviandolo nel più semplice “Ace”.
Fai ridere quando dici “Aaace”, come sempre allungando la prima vocale, sei tenera e divertente allo stesso tempo.
Da oggi Heidi, ormai diventata“Taidi”, ha di nuovo cambiato nome e si è trasformata in: “Heiti”, la “t” non poteva comunque mancare… Il bello è che comunque tu la chiami, appena la cerchi, lei arriva e non appena lei arriva, tu ridi… e quando ti vedo ridere, automaticamente sorrido anche io… e il cerchio si chiude.

Voglia di...

Tralascerei le cose ovvie: salute, pace nel mondo, etc. etc etc e andrei su cose di altro genere tipo… voglia di capelli per te (per pettinarti come “Ciotolina”, senza osso ma con la mollettina…), voglia di gambe senza peli (per sempre, senza dovermi radere), voglia di una serata al cinema senza addormentarmi (due desideri in un uno solo), voglia di rivivere i tuoi primi indimenticabili giorni di vita, voglia di rivivere l’inizio della storia d’amore con tuo padre, voglia di svuotare il frigorifero e contemporaneamente perdere chili, voglia di mare (sì lo so pare strano detto proprio da me e dopo cinque mesi di mare…), voglia di clima mite tutto l’hanno (siiiiiiiiiiiiiii), voglia di tempo tutti insieme, in famiglia, voglia di tempo tutto per me, per riposarmi, e anche per annoiarmi, (sì, perché no, esageriamo), voglia di… mica posso dirti tutto!!!

domenica 23 ottobre 2011

Momenti emozionanti


Con gli occhi pieni delle immagini di te che cammini da sola e "nuoti" nell'acqua, aiutata e sorretta solo dai braccioli, è iniziata questa giornata.
Ancora incredula rivedo quelle scene, come al rallentatore, leggo in te l'enorme soddisfazione che provi nel riuscire a spostarti e a muoverti da sola, in perfetta autonomia.
Papà ed io abbiamo assistito impreparati ed emozionati a questo tuo momento di emancipazione, godendo pienamente di ogni istante.
Credo che dopo la tua nascita, questo rimarrà uno dei momenti più emozionanti della mia vita.

venerdì 21 ottobre 2011

Babbo, babbo, babbo!


Se mi senti parlare al telefono, immediatamente ti precipiti gattonando verso di me, avvicini la tua manina al tuo orecchio e cominci a ripetere “babbo, babbo”…
All’inizio pensavo fosse stato un caso ma non è così, lo fai ogni volta: quando io parlo al telefono, tu mi imiti e per te di là c’è sempre e comunque babbo, non esistono altre possibilità…
Fai un’incredibile tenerezza, come quando durante il giorno ti avvicini alla porta di casa e con la manina protesa lo chiami “baaabbooo” e poi fai ciao ciao con la manina verso quella porta che resta chiusa… e che non si apre ridandoti il tuo tanto amato e insostituibile babbo.
Ed è stato proprio di fronte alla sua foto che tu mi hai inequivocabilmente dimostrato che sai riconoscere un’immagine: l’hai vista, l’hai guardata attentamente e poi, dopo aver indicato con il tuo piccolo dito indice il suo volto sorridente, mi hai guardata seria e decisa ed hai esclamato “babbo!” e continuavi a guardarmi come se volessi chiedermi cosa ci faceva lì immobile invece di venire a giocare con te…
Eh sì, questo babbo ti ha proprio conquistata e la sai una cosa: mi sa che anche tu hai conquistato lui…

Un portafoglio per te

Ebbene sì, l'hai avuta vinta tu: il portafoglio con "Cucciolo" è diventato definitivamente "cosa tua".
Ti piaceva troppo e non ho resistito, l'ho svuotato e ho lasciato che tu giocassi liberamente con quell'oggetto, fino ad oggi proibito. Non ti sembrava vero poterlo avere fra le mani, aprirlo, chiuderlo e infilare le tue piccole dita in ogni taschino... Lo so è bello tutto colorato e con quell'immagine "brillantinata" sopra. Sono contenta che ora sia tuo, anche se sapere che tu hai un tuo portafoglio mi fa un certo effetto, lo ammetto...

giovedì 20 ottobre 2011

Ti ti

E dopo il simbolo "no" fatto perfettamente muovendo ripetutamente a destra e sinistra il dito indice della mano destra, finalmente é arrivato anche il sì, pronunciato a modo tuo, con la "naturale" sostituzione della "s" e trasformato in un dolcissimo "ti ti", ripetuto due volte, come a voler confermare doppiamente la tua volontà.
E' stato bello e assolutamente inaspettato sentirti rispondere alla domanda "vuoi un biscotto?" con un tenero "ti, ti"... Grazie per sorprendermi!

mercoledì 19 ottobre 2011

Cosa devo fare?

Quando ti vedo così, devastata dal pianto, incapace di restare distante da me anche solo di un paio di metri, quando sento i tuoi singhiozzi disperati e vedo il tuo volto stravolto dal dolore che vivi, mi sento una madre sbagliata e ho paura.
In quei momenti avrei voglia anche io di lasciarmi andare al pianto e non so più cosa fare.
Improvvisamente mi sento svuotata... e la tua devastazione diventa anche la mia, il tuo dolore è anche il mio.
E ho paura, tanta paura.

Un passeggino tutto viola

Oggi abbiamo comprato un meraviglioso passeggino da viaggio ossia meno accessoriato ma molto più leggero.
Siamo tornate a casa fiere del nostro acquisto "poca spesa molta resa"... e dopo averlo montato, oggi pomeriggio abbiamo deciso di metterlo alla prova e siamo andate a fare una bella passeggiata al parco.
Una cosa Alice devo proprio dirtela: tu dentro al tuo nuovo passeggino viola, sei veramente "una gnocca da paura!" ovvero, più bella che mai...
Ok, ok... lo ammetto forse non sono del tutto obiettiva...

Evviva il chiosco rosso!

Il chiosco rosso è vicino a casa nostra.
È apparso un paio di anni fa proprio dietro al quartiere dove abitiamo ed ha attirato, praticamente da subito, la mia attenzione peró non ci ero mai andata, almeno fino a tre giorni fa. Ora però ci lavora una ragazza che conosco e passare a prendere il caffè al chiosco è diventata una piacevole abitudine, un appuntamento quotidiano.
Un caffè in compagnia, due chiacchiere: a volte basta poco per sentirsi subito meglio in una giornata in cui la stanchezza tende a prendere il sopravvento su tutto.

Una notte giocherellona

Quella appena trascorsa è stata una notte molto diversa da tutte quelle che l'hanno preceduta: è stata una notte che in maniera divertente potrei definire "birichina" ma che in effetti per te è stata "giocherellona" e per noi é stata invece "stancante"!
Alle tre e mezza tu hai finito il sonno ed eri pronta per nuove ed interessanti avventure... Peccato peró che nello stesso momento tuo padre ed io, al contrario di te, eravamo nel cuore del sonno pronti solo per fare nuovi sogni...
Solo due ore più tardi e dopo svariati tentativi, siamo riusciti a riaddormentarti, ma dopo una notte come questa, capisco quei genitori che vivono così ogni notte, senza poter riposare... Noi con te fino ad ora siamo stati decisamente fortunati!

martedì 18 ottobre 2011

Pappa per due!


Oggi tu ed io abbiamo ci siamo sedute a tavola contemporaneamente e abbiamo mangiato lo stesso pranzo.
Ho preparato i maccheroncini zucca e ricotta con sopra un'abbondante spruzzata di parmigiano, che piace tanto ad entrambe, e ne ho fatti una porzione per me ed una per te. Li ho conditi tutti insieme, nella stessa ciotolona e poi ti ho dato la tua parte.
Dato che tu ancora non riesci a mangiare da sola, facevamo un po' per un uno: una forchettata a me ed un cucchiaino a te... ( a volte mi sbagliavo e mi ritrovavo a mangiare col cucchiaino di plastica ma questi sono imprevisti del “mestiere”…).
Tu sembravi divertita dal fatto che stavamo mangiando contemporaneamente e hai svuotato il tuo piatto in un battibaleno, infatti ti ho volentieri "ceduto" anche un po' dei miei buonissimi maccheroncini.
La sai una cosa Alice: lo ammetto, è stato bello una volta tanto non sedermi a tavola da sola a pranzo, preparare per due e mangiare insieme...
È stato davvero un : buon appetito!

Un mondo fatto a "T"


Tu ami la “T”.
La incastri ovunque, e la ritroviamo all'inizio, in mezzo o alla fine delle parole che dici, ovunque, anche dove la "T" proprio non serve e non sta a dire niente.
Ecco così che Heidi per tutti noi ormai è Taidi", "dai"è diventato "tai", "ciao ciao" ora è "tao tao", l'ormai abusato "grazie" si è definitivamente trasformato in "taaati", con la "a" rigorosamente prolungata e già da qualche giorno anche la "cacca" a casa nostra ha cambiato nome: ora si chiama "tatta"... (Non ha cambiato consistenza è purtroppo nemmeno odore…)
Penso sinceramente che se a breve non comincerai ad aggiungere qualche altra consonante, interpretarti diventerà sempre più difficile quindi forse "Talice", dovresti cominciare a valutare di sostituire e togliere le tanto amate "T", laddove non servono e di inserire al tuo personalissimo alfabeto anche qualche altra vocale. Mi sembra di aver notato che anche la “P” e la “B” riscuotono un discreto successo…

lunedì 17 ottobre 2011

Resistiamo a tutto?


Venerdì 8 luglio ho scritto un post intitolato: resistiamo a tutto… oggi l’ho riletto e mi sono domandata se resistiamo davvero a tutto, poi ho scritto questo…
Resistiamo alle prime nebbie, ai cani di sotto che continuano ad abbaiare anche se il loro padrone è assolutamente certo che non abbaino mai, ai peli di Heidi che ormai hanno conquistato l’intero territorio e hanno definitivamente sconfitto le tracce di sabbia da ogni angolo del pavimento e non solo, allo sguardo di Heidi che vorrebbe uscire e soprattutto vorrebbe correre, al tunnel senza via d’uscita in cui la mamma è certa di essere caduta, alle discussioni che non iniziano perché si è troppo stanchi anche per discutere, al tempo che non basta mai, alla tettarella con tanti buchi, ma tutti rigorosamente microscopici… (sforacchiata a mano con l’ago da mamma), all’assenza della Patty e al ritrovato silenzio (a quello resistiamo meravigliosamente bene…), ai crackers che quando li cerchi sono sempre finiti, alle tre telefonate quotidiane della nonna di Ravenna, a quelle meno frequenti ma più preoccupate dell’altra nonna, alla pappa con i pezzetti (a quella tu davvero non cedi), alla cacca che o non c’è o c’è sempre e che quando c’è puzza sempre troppo, agli sbalzi climatici frequentissimi in questa stagione, al buco nell’ozono che sicuramente è peggiorato, alle api e alle cimici che hanno degnamente sostituito le zanzare tigri, alle cose che la casa ha nascosto ed io ho continuato a cercare ma non ho mai più ritrovato, alle tue unghie che continuano a crescere alla velocità della luce e che tu continui a non volerti fare tagliare, al tuo cucchiaino preferito che ormai non lo è più, alle verdure che tu continui a divorare e che io mi limito a cucinare, all’acqua gassata che non ti è mai piaciuta, alle ninna nanne sempre diverse ma sempre stonate che la mamma continua ad inventare per te, al prosciutto cotto che non è mai abbastanza, al frigorifero che è finalmente “guarito” dalla fase in cui si riempiva d’acqua come se fosse stato una piscina, alle cose da fare che ormai hanno raggiunto livelli impensabili, alle macchie multicolor naturalmente indelebili, che tempestano, non più solo i tuoi vestiti ma ormai anche i miei, ai tuoi meravigliosi piedi che cominciano a muovere i primi passi, ai tuoi capelli magici che sono incomprensibilmente riccissimi da bagnati e liscissimi da asciutti, al mal di gola, al raffreddore e ai mali di stagione anche fuori stagione, alla cicatrice del taglio cesareo che non mi ha mai fatto male ma ora sì, alla mia pancia che non è di certo migliorata, anzi forse il contrario, al mio intero corpo che evito accuratamente di guardare, al mio sudore… no, a quello sono certa che sia ancora impossibile riuscire a resistere…

Ora sai dov'è papà...


Ieri pomeriggio finalmente, sei stata a Mirabilandia.
Sì Alice, quello è il posto dove va papà ogni mattina quando fuori al terrazzo lo salutiamo ed io ti dico che va a lavorare, cioè, non mi fraintendere, non è che lui passi le sue giornate a fare i giri sulla ruota panoramica e a salire e scendere dal Katun, lui sta in ufficio, “a macinare numeri”…
È stata davvero una bella gita e tu se è possibile, avevi gli occhi ancora più grandi del solito: ti guardavi attorno eccitata e felice, e ogni nota che sentivi partivi con uno dei tuoi improbabili balletti. Ridevi, battevi le mani, saltellavi nel passeggino… eri la gioia fatta a persona, anzi, la gioia fatta a persona piccola!
Certo, non abbiamo potuto fare molti giochi ma siamo riusciti anche ad andare sul trenino e sulla carrozza e come prima volta direi proprio che non ti puoi lamentare!
Il prossimo anno andrà meglio e sono certa che tu darai grandi soddisfazioni a papà, molte più d quelle che riesce a dargli tua madre…

A pieni polmoni


Ricordo una bimba, non piccola come te, ma ancora piccola, che una mattina improvvisamente si è svegliata e si accorta che non riusciva a respirare…
Ricordo il terrore di quella bimba quando ha capito che il fiato che aveva nei polmoni, non era sufficiente nemmeno per chiamare aiuto...
Ricordo quel peso sul petto che la faceva sentire oppressa e affaticata e che le impediva di fare qualsiasi cosa, anche il più piccolo movimento…
Ricordo le punte delle dita che si scurivano lentamente e la paura che cresceva rapidamente…
Quella bimba Alice ero io, avevo circa otto anni quando ho avuto il mio primo attacco d’asma. Non ne ho avuti tanti nella mia vita, ma tutti piuttosto forti e li ricordo bene.
Ecco Alice, ieri mattina mentre ho iniziato quello che dovrei definire il “cambio dell’armadio”, improvvisamente mi è mancata l’aria, cercavo di riempire i polmoni ma non ci riuscivo, mi sentivo soffocare e non sapevo cosa fare. Tu dormivi nell’altra stanza ed io per non fare rumore e per non svegliarti avevo anche chiuso la porta della nostra camera. Forse proprio per quello, la polvere smossa dai vecchi vestiti si è accumulata nell’aria ed io che avevo giù un po’ di raffreddore ho subito sentito la difficoltà nel respirare. Ho cominciato a tossire, ma mi sentivo bruciare il petto… proprio come quella bimba di otto anni…
È durato solo qualche ora, poi lentamente ho iniziato a sentirmi meglio, quando è tornato papà siamo uscite e l’aria fresca mi ha aiutata.
Sai Alice, l’aver vissuto nuovamente quelle spiacevoli sensazioni mi ha fatto immediatamente pensare a te e al fatto che spero tanto che tu non abbia ereditato questa mia forma di “asma allergica”, perché davvero non vorrei che tu dovessi provare il disagio e la paura che ha provato quella bimba di otto anni e che ieri mattina, ha di nuovo riprovato quella mamma di quasi quarantuno anni…

Chi ha staccato la spina?

In questo ultimo frenetico anno non mi sono fermata mai, come una trottola impazzita ho saltato, corso, passeggiato, viaggiato, riso, pianto, guardato, ascoltato, cantato, stonato, raccontato, scritto, vissuto... Poi improvvisamente ieri sera STOP, tutto si è fermato, niente piú rumori, colori, musica, parole... é stato come se qualcuno avesse staccato la spina e l'energia, la voglia e la capacità di continuare a fare, a raccontare, e anche a pensare, tutto ad un tratto sono finite.
Forse é solo stanchezza.
Forse è solo un momento.
Forse la trottola impazzita è solo, semplicemente in stand-by.
Forse dopo una notte di sonno domani andrà meglio e mi sentiró "ricaricata".
Ora l'importante sarebbe riuscire a dormire...

domenica 16 ottobre 2011

Che disastro!!!

Prima di diventare madre, sapevo molto bene quali comportamenti avrei voluto e dovuto evitare il giorno in cui avessi avuto un figlio.
Ecco Alice, oggi tutto ad un tratto, mi sono resa conto che io sono l'esempio vivente di tutto ció che non avrei voluto essere...
Sciatta, trasandata, per niente curata... Mi vesto prendendo le prime cose decenti (non sempre...) che trovo, senza guardare nemmeno il colore, non mi trucco (ma in questo almeno non sono cambiata rispetto a prima, dato che non mi sono mai truccata), non compro mai niente per me (questo significa che oltre il 90% del mio guardaroba risale a diversi anni fa e sarebbe da buttare via...
Insomma, a conti fatti mi sento e sono un vero disastro, sotto tutti i punti di vista...

Momento di sconforto

Stasera mi sento davvero demoralizzata: mi sono improvvisamente resa conto che devo organizzarmi meglio, anche se non ho idea di come poter fare, perché non riesco più ad avere un minimo spazio per me, anche lavarmi è diventato un lusso.
Concentro le cose da fare al week end che peró si ammucchia di "roba" e immancabilmente finisce subito e così io mi ritrovo a dover rimandare di settimana in settimana... senza mai vedere la luce in fondo al tunnel.
No Alice, così non puó funzionare...

sabato 15 ottobre 2011

Conquiste

Incredibile ma vero: dopo aver imparato a bere con la cannuccia ora sai addirittura bere dal bicchiere! Sì sei perfettamente in grado di farlo da sola: lo prendi in mano, lo tieni bene, con entrambe le manine e senza rovesciarti l'acqua addosso, riesci a sorseggiare delicatamente!
Tutto procede meravigliosamente bene fino a quando non decidi di ballare il "flamenco" con il bicchiere in mano... nel qual caso una doccia è assicurata!
L'unica cosa che naturalmente ancora non sei in grado di fare è riempire il bicchiere da sola, ma se tanto mi da tanto, imparerai prima di quanto si possa pensare!!!

Tu telefoni!

Ieri hai fatto la tua prima telefonata, ti sei avvicinata al cellulare della mamma che avevo incautamente lasciato incustodito sulla tavola, decisamente troppo vicino al tuo seggiolone... e con molta naturalezza hai schiacciato un tasto ed io ho sentito che da qualche parte un telefono stava squillando. Ho tentato inutilmente di bloccare immediatamente la chiamata, sperando che il "ricevente" non si accorgesse di nulla, ma era già troppo tardi e una manciata di secondi dopo "zia" Lombi mi ha scritto un sms scusandosi per non aver risposto in tempo.
Perchè hai telefonato a zia Lombi?
Forse volevi che ti insegnasse i "trucchi del trucco"? Non ti sembra un po' presto?

venerdì 14 ottobre 2011

Tu, io e la lavastoviglie

Come la maggior parte dei bambini che ho incontrato nella mia decennale "carriera" di baby-Sitter, anche tu ami follemente la lavastoviglie e attendi impaziente il
momento in cui finisce il suo lavoro e deve essere svuotata. Attratta già dal "beep" che indica la fine del lavaggio e dell'asciugatura, ti precipiti gattonando velocissimamente davanti al misterioso oggetto dei tuoi desideri e aspetti che qualcuno si decida ad aprire quello sportello che, ai tuoi occhi, nasconde incredibili meraviglie e preziosissimi tesori. (Confesso che il momento in cui tu riuscirai ad aprire in autonomia la lavastoviglie, allora sì che saranno guai...).
Una volta aperto il portellone, il tuo sguardo si illumina di gioia e il tuo volto grato alla "mano amica", si apre al sorriso. Ti sollevi, e ti avvicini alle stoviglie, cerchi subito di prendere qualche posata, ma vieni immediatamente bloccata da un secco "no!" che non ammette repliche. Ritenti più volte, ma sempre ottenendo lo stesso risultato... e nel frattempo la "mano amica" svuota alla velocità della luce il ripiano inferiore, togliendo dalla tua portata pericolose forchette ed affilati coltelli. Tu ti concentri sui pochi oggetti rimasti, e uno, fra tutti, carpisce la tua attenzione: un mini-colino col manico bianco. Prima lo osservi, poi lo tocchi delicatamente, infine ti guardi attorno e, certa di non essere notata, lo afferri rapida e decisa, e ti allontani quasi "sgommando", brandendo orgogliosa e incredibilmente felice, il tuo trofeo!
Anche stavolta hai vinto tu!
Mi domando quando capirai che la mamma lo lascia lì apposta per te...

giovedì 13 ottobre 2011

Cose di oggi

Stare sul divano abbracciata a mia figlia, sentendo il profumo dei suoi capelli, accarezzando la sua pelle morbida e liscia, con Heidi appoggiata alle gambe...
Che momento meraviglioso, vorrei non finisse più!
Manca solo papà e il quadro sarebbe davvero perfetto!

Cielo grigio

Questa mattina ci siamo svegliate sotto un cielo grigio e già avvolte nella nebbia alle sette e mezza di mattina. L'umidità nell'aria era tangibile ed estremamente fastidiosa. Noi però non ci siamo lasciate scoraggiare dalle condizioni meteorologiche e dopo aver salutato papà con tanto di bacetti, miei, e testate, tue, lo abbiamo lasciato andare a lavorare e ci siamo organizzate la mattina.
Che triste però uscire sotto questo cielo e non vedere nemmeno in lontananza un raggio di sole.
La sai una cosa Alice, mi manca quella calda luce tipica delle giornate estive...
Dici che é un po' presto?
Mi sa che hai proprio ragione...

mercoledì 12 ottobre 2011

Oca o leone?


"L'uomo è ciò che mangia." L. Feuerbach (1804-1872)
Era da tempo che avevo scritto questo post, settimane, forse mesi, e stavo soo aspettando l’occasione giusta per pubblicarlo. Oggi è arrivata quell’occasione…

Riflessione personale: certe volte ho la netta impressione di aver mangiato dell'oca, altre del leone… ma qualsiasi cosa io abbia mangiato negli ultimi giorni, una cosa è certa, doveva essere andata a male perché sono piuttosto “acida”.
Come dici Alice? Ah, pensi che non dipenda dall’alimentazione…
Quindi con quello sguardo perplesso stai cercando di suggerirmi che sono proprio io fatta così, che fa parte del mio caratter… (“accio”, sì, decisamene molto “accio”…).
Ma lo sai che mi sa proprio che tu abbia ragione???

Impensabili follie


Ma si può davvero pensare di mettere in vendita dei calzini antiscivolo numero “20/22” quindi per un "unenne" alla “modica” cifra di 28 euro?
Ho capito che sono di "Dolce e Gabbana" ma vanno sempre sotto i piedi e fanno la stessa fine di quelli che trovi al centro commerciale a due euro e mezzo!
A me personalmente sembra una follia e non capisco chi possa essere così… ri… cco… da comprarli…
Mi dispiace per i tuoi piedi Alice, ma non avranno il piacere di “calzare” suddetti calzini che come minimo devono avere anche l’aria condizionata, il riscaldamento e la piscina con l’idromassaggio all’interno. I tuoi meravigliosi piedi a forma di panino si adageranno molto più banalmente nei classici calzini antiscivolo, in cotone, a righe o con i animalini disegnati sopra, a tinta unita o a fiorellini, venduti in pacchi di due paia o singolarmente, ma in ogni caso di un costo nettamente inferiore a quelli visti oggi in una vetrina di un negozio del centro di Ravenna.
Sì è vero Alice, i tuoi non sono firmati, ma se vuoi te li firma la mamma e sarai l’unica bimba con i calzini firmati “cicette”!

Casa dolce casa

Oggi vista la splendida giornata ho pensato di fare una bella passeggiata fra i "miei" negozi, ovvero quelli di Ravenna, la cittá dove sono cresciuta e dove ho trascorso la maggior parte della mia vita.
Così dopo essere passata a salutare i nonni e a farti fare merenda a casa loro, ci siamo dirette in centro: tu, Heidi ed io.
Ho riassaporato il gusto di girare per posti a me noti, ma con lo stupore di scoprire tanti cambiamenti, tanti negozi nuovi, tante cose completamente diverse da come le ricordavo. Ho respirato la stessa aria snob e cittadina che avevo lasciato anni fa, sentendomi oggi ancora più di allora un'estranea in mezzo a quel mondo che davvero non mi è mai appartenuto. Ho incontrato tante bambine pronte per andare a scuola di danza, (se nasci femmina a Ravenna e non vuoi essere tagliata fuori dal mondo, devi passare almeno gli anni delle scuole elementari, alla sbarra e naturalmente a catechismo, ma quello non solo a Ravenna e non solo se sei femmina... Io incredibile ma vero, ho fatto entrambe le cose), dicevo ho incontrato delle bambine, altre bambine, diverse eppure assolutamente identiche a quelle che avevo lasciato qualche anno fa, con quella fastidiosa aria perfettina, con i capelli impeccabili, le scarpe lucide e il vestito elegante, come se dovessero salire su un palcoscenico ancora prima di indossare il tutù...
Sono stata immediatamente assalita dalla voglia di tornare a casa, fra le persone che ormai fanno parte della mia quotidianità, nella mia vita semplice, in mezzo a quei posti ormai a me familiari, gli unici dove sto davvero bene, dove mi sento libera di essere me stessa e dove mi sento davvero a casa.

Ma che fatica!

Ma che fatica!
Davvero difficile a volte riuscire a confrontarsi senza scontrarsi, a parlare senza essere fraintesi, ad ascoltare senza sentirsi feriti...
Le parole Alice, le stesse che tu ora, giorno dopo giorno, stai faticosamente imparando a pronunciare, possono diventare delle armi potentissime, affilate e taglienti come lame di coltello.
Non è affatto facile riuscire ad usarle correttamente, soppesandole attentamente e bilanciandole per dare loro il giusto equilibrio.
Per riuscire in questo arduo compito bisognerebbe possedere in quantitá "industriale" una dote, che io forse ho, ma in misura molto scarsa: la diplomazia.
L'arte della diplomazia ti semplifica la vita Alice, migliora i tuoi rapporti con l'universo mondo e secondo me ti da una marcia in più.
Ecco, certe volte invece tua madre ha l'impressione di inserire la retromarcia... e di andare davvero contro i mulini a vento!
Sarà il suo amore per la penisola Iberica che la fa avvicinare al grande Don Chisciotte...

Sopravvivere ai maschi... e alle femmine!


In un blog che seguo ho appena letto qualcosa che mi ha dato lo spunto per questo post. Chi scrive è una mamma di tre maschietti e racconta che sono voluti andare in un negozio per stilare la lista dei desideri da fare avere a “Babbo Natale”.
E leggo: “1 katana, 1 falce, 1 bastone da passeggio con un teschio al posto del pomello, 1 maschera da zombie, 1 bara con dentro uno scheletro, entrambi a grandezza naturale, 1 maschera antigas, 1 elmetto mimetico da soldato in trincea, 1 un cuscino che fa il rumore delle puzze, 1 una cicatrice da appiccicarsi in faccia, 1 mitragliatrice uzi, in dotazione agli agenti del mossad, 1 paio di tette finte ("ma cosa te ne fai?" "me le metto e zi vado a scuola, perché?"), 1 cobra da appendere al soffitto…”
Ecco in questi momenti ringrazio che tu sia una femmina perché davvero mi chiedo come sarei potuta sopravvivere a tutto questo…
Ora resta da capire come farà papà a sopravvivere a bambole, bambolotti, pentolini, piattini, minicucine, vestitini… Speriamo che almeno ti piacciano le costruzioni…

Ecco i sottotitoli


Le parole che dici ormai sono tante anche se nella maggior parte dei casi necessitano di interpretazione e poi vanno sottotitolate per il “pubblico” non addetto ai lavori…
Hai cominciato con “mamma”, avevi solo pochi mesi, eri nel pieno della fase della “lallazione” e assolutamente ignara del profondo significato intrinseco in quelle due sillabe. Poi è stato il momento di papà, rapidamente sostituito da babbo, e per concludere il quadro familiare è stata la volta di Heidi diventata ormai per tutti “Taidi”.
A questo punto hai cominciato a spaziare nel vocabolario e sei partita con il “dai” e il “me” ma quasi contemporaneamente, forse per farti perdonare quella punta di egoismo che traspariva dalle parole scelte, hai aggiunto il “grazie” da te trasformato in “taaati” o “aci” a seconda delle occasioni.
Quasi contemporaneamente hai pensato che fosse il caso di cominciare a farsi i complimenti da sola e sei partita con l’applauso e il “brava” da te ribattezzato “baba”.
Poi se la memoria non mi inganna, è stata la volta di “Anna”, urlato a gran voce e in maniera perfetta, ripetuto tre volte e poi mai più…
Infine siamo arrivati ai generi alimentari ed ecco spuntare “pesce” che però dici solo raramente e diventa “pece” e patata che hai chiaramente detto solo una volta, quasi subito abbreviato in “’tata” e poi scomparso nel nulla…
Oltre a tante pipì, ti è scappato anche un “pipì”…
Poi sono arrivati i “bimbi”, prima solo i maschietti “bimbo” e solo da ieri anche la versione femminile “bimba”…
E come da manuale, in fondo c’è sempre la “nanna”…

Da "babbo" a "papà"


Da babbo a papà sembra che non ci sia molta distanza, ma in mezzo invece ci passano un bel po’ di chilometri, per l’esattezza, tutti quelli che dividono il nord dal sud. Sì perché in generale possiamo riassumere che la “regola” è che al sud i padri si chiamano, anzi, si fanno chiamare “papà” e al nord invece si fanno chiamare “babbo”. Anche se a dire il vero non ci sono confini netti e ben definiti ed è piuttosto facile trovare invasioni di territorio. La diffusione geografica di entrambe le parole ha subito nel tempo notevoli variazioni, un po’ come tutte le parole.
Io per esempio di origine “terrona” al 100% ho sempre chiamato mio padre “papà”, anche perché “babbo” per lui era una parola dal significato offensivo, ma ora tu chiami tuo padre, decisamente “nordico”, “babbo”. A volte quando vuoi intenerirlo allunghi la “a”, trasformandolo in “baaabbo”, oppure quando vuoi attirare la sua attenzione affinché venga rapidamente a prenderti, ti soffermi sulla “o” e diventa una “babbooo”, ma sempre babbo è…
Ora la domanda sorge spontanea, il “papà” che dicevi all’inizio, che fine ha fatto?

Difficile da dire...


Nel mondo ci sono persone Alice che hanno la presunzione di sapere sempre qual è la cosa migliore da fare, quando parlare e anche cosa dire. Sono fermamente convinte di essere le uniche e le sole depositarie della verità assoluta. In ogni situazione sono sempre certe che sia giusto il loro modo di pensare e di agire.
Ecco Alice, io da queste persone vorrei imparare solo l'infinita autostima e la sicurezza in se stesse, ma per il resto, sinceramente, penso che dovrebbero imparare per prime loro, dagli altri, a mettere in discussione il loro personalissimo punto di vista.
Ecco tesoro, vorrei che crescendo tu diventassi una persona che crede in se stessa molto di più di quanto sia in grado di fare tua madre, una donna che sa difendere le sue opinioni (e questo mi riesce abbastanza bene, credo…), ma anche che sa ascoltare gli altri e con la capacità di chiedersi sempre se il suo pensiero è davvero quello giusto.
Vorrei che tu sapessi cambiare idea e soprattutto chiedere scusa.
E già, Alice, la parola “scusa”, a quanto pare è davvero una delle più difficili da dire e ci sono persone che in tutta la loro vita non imparano mai a dirla…

martedì 11 ottobre 2011

Parole nuove


Che sei una bimba chiacchierona lo avevamo già capito da tempo e oggi ce lo hai confermato ampliando il tuo vocabolario di ben due parole nuove: bimba, (prima conoscevi solo la versione maschile, bimbo) e nanna.
Sì Alice, hai imparato a dire nanna e fai anche il gesto di appoggiare la testina come quando dormi… sei tenerissima!
Appena senti la parola “nanna” la ripeti come un pappagallino ammaestrato e sei assolutamente meravigliosa quando, per pronunciarla bene, metti la boccuccia a cuoricino come solo tu sai fare…
E adesso Alice, tutti a fare la “nanna”, ma per davvero però…

Un anno unico!

È stato bello questo anno, credo che resterà uno degli anni più belli della nostra vita, di tuo padre e mia.
A questo pensavo ieri sera prima di addormentarmi sul divano fra le braccia di tuo padre e a questo sto pensando ora mentre aspetto che ti svegli. A volte non ci accorgiamo di quanto sia prezioso ció che abbiamo fra le mani...

A piccoli passi...


Stiamo facendo un inserimento molto soft con la baby-sitter, praticamente abbiamo “riavvolto il nastro”, siamo ritornate indietro e ripartite non da zero, ma da meno tre…
La baby-sitter sono certa che ti piaccia, solo che avevo fatto l’errore di farti capire che quando c’era lei io andavo via, ed ora invece sto cercando di trasmetterti il messaggio che quando c’è lei, puoi avere una compagna di gioco con cui divertirti, indipendentemente dalla mia presenza.
Solo in un secondo momento proverò a farti avere brevi distacchi, ma non prima che tu sia in grado di viverli e soprattutto di superarli.
Penso che il tuo sia solo un problema di tempistiche, bisogna rispettare i tuoi tempi e andare a piccoli passi. A proposito di piccoli passi, ma mi spieghi che incredibile voglia di camminare hai oggi?

Riflessi


Come preannunciato alle nove in punto siamo andate al centro commerciale a cambiare i pigiami. Siamo arrivate e dopo aver parcheggiato la macchina ci siamo dirette verso l’ingresso. Una volta arrivata di fronte alla porta principale, ho visto un’immagine riflessa nel vetro: l’immagine di una madre che fiera, spingeva il passeggino con dentro sua figlia, una bimba meravigliosa…
Era la nostra immagine e ho di nuovo pensato a tutte quelle volte che ho sofferto perché desideravo tanto poter vedere quell’immagine, ma il vetro mi rimandava sempre la stessa: quella di una donna che aveva un grande sogno nella vita: diventare madre…
Che bello vedere quell’immagine oggi… che bello vedere noi due insieme, che bello che la realtà abbia di gran lunga superato il sogno!

Come Pisellino


Ok, ok, ok ho sbagliato… non è il caso di infierire con quella faccia Alice. Hai ragione, questa volta ho decisamente esagerato con la taglia del pigiamino… mi sono lasciata convincere dai consigli della commessa e ho abbondato un po’ troppo.
Così stamattina quando papà ti ha portato giù avevi le manine completamente nascoste dentro alle maniche, e due lunghissimi piedi che ciondolavano vuoti e “tristi”…
Mi hai ricordato terribilmente “Pisellino” di Braccio di Ferro e ho immediatamente confermato la mia idea di andare a cambiare le taglie degli altri pigiami…
Sai che ti dico? Andiamo subito, così forse ti dimentichi di aver passato una notte persa dentro un pigiama di almeno dodici centimetri più lungo di te…

lunedì 10 ottobre 2011

Pappa per tutti

Stasera mia figlia, alla tenera età di un anno e due giorni, ha provato prima a mangiare da sola, impugnando pericolosamente un cucchiaino pieno di pappa e sbandierandolo come una sciarpa allo stadio, poi ha tentato di imboccare me, sorridendo soddisfatta per i suoi progressi.
La cosa incredibile è che è riuscita a raggiungere entrambi i suoi ambiziosi obiettivi: mangiare da sola e dare la pappa alla mamma! Certo è vero, sono stati nutriti anche il tavolo, le sedie, i pantaloni di mamma, il pavimento, la felpa di mamma, la bambolina Molly e naturalmente il seggiolone, ma questi sono solo dettagli...

Letto di famiglia

Sono stati giorni frenetici quelli prima del tuo compleanno per via dei preparativi per la festa, e sono giorni frenetici quelli dopo il tuo compleanno per via della febbre della festeggiata...
In realtà la febbre ti é durata meno di 24 ore, giusto il tempo di approfittare dell'occasione per portarti a dormire in mezzo a noi nel
lettone (in confidenza, non vedevo l'ora, era da un anno che attendevo questo momento, ma tu che sei una bimba autonoma, non avevi mai voluto dormire con papà e mamma).
Invece sabato notte verso le 4 e mezza, dopo l'ennesimo mio risveglio, ho deciso di portarti nel nostro letto e lì sei rimasta fino al mattino.
È stato bello guardarti mentre dormivi, osservarti mentre lentamente ti risvegliavi e ritrovarti accanto quando mi sono svegliata io.
Doveva arrivare il tuo compleanno e la prima febbre per riuscire a passare parte della notte insieme, vicini vicini. Peccato solo che proprio a causa della tua inspiegabile febbre io fossi preoccupata e non sia riuscirà a godermi il momento al 100 per cento. Peró siccome l'esperimento mi è piaciuto, ho deciso che li ripeteró, febbre o non febbre...

domenica 9 ottobre 2011

A ritmo di musica


Post compleanno chiuse in casa con l’autunno che bussa violentemente alla porta, con i residui della febbre di ieri, trascorso in gran parte ad provando i vari giocattoli e ascoltando le musichine dei nuovi giochi di Alice… e dopo una, due, tre, quattro, cinque, sei sette volte che le ascolto… praticamente sono all’alienazione totale… (che, si nota?).
Alla fine di questa giornata che definirei piuttosto pesante, (sono decisamente troppo stanca per sforzarmi e pensare a qualcosa di peggio), sono arrivata alla conclusione che:
1.                 Winnie “dei Pooh” da assuefazione…
2.                 Ai bambini piace la musica, ma non sono stupidi…
3.                 I pupazzi che si muovono, cantano e suonano sono un potente deterrente contro tutto, ladri compresi…
4.                 Chi sceglie le voci che cantano le canzoncine dei giochi per bambini ha seri problemi mentali, o di udito…
5.                 I cani non dovrebbero mai vedere pupazzi di peluche dotati di voce e movimento, li destabilizza…
6.                 La minicucina che parla inglese non si capisce cosa dice in italiano…
7.                 La minnina rosa è decisamente daltonica: non sa la differenza fra il blu e l’azzurro… ma è assolutamente una figata (forse non si poteva dire…) e la mamma pensa di requisirla alla figlia…
8.                 Di musica non capisco niente anche perché ho sempre pensato che le note musicali fossero 7 ma ho scoperto che in alcuni giochi per bambini si fermano a 5… ignoro la fine che abbiano fatto il “LA” e il “SI”… forse esiste un altro pezzo di tastiera venduto a parte…
9.                 “Doda”, la dinosaura che canta e dice di essere una “cucciola rosa dalla testa alla coda...” fa automaticamente venire in mente ovvi paragoni ai maschietti che l’ascoltano…
10.             Forse mia figlia ama la musica ma io comincio a detestarla…
Buon primo compleanno con la prima vera febbre Gù…
Domani spero di avere tempo per riuscire a raccontarti il nostro sabato notte e l’avventura di questa prima febbre… ‘notte.