venerdì 30 novembre 2012

Ed io come sto?

Ed io come sto?
"Non lo so come sto, evito di chiedermelo"...
Così ho risposto oggi ad un'amica che me lo ha chiesto.
Ogni giorno mi sveglio, mi alzo e vado avanti...
Perché non ho altra scelta, perché é l'unica cosa che posso fare, lasciare che il tempo passi senza opporre resistenza, è l'unica possibilità che ho e non ci sono alternative.
E fermarmi per chiedermi come sto non servirebbe a nulla...

"Mome una affa..."

E dopo oltre due mesi che continui a dire che io fra gli animali sono una giraffa, oggi ho finalmente capito da cosa nasce questa tua bizzarra idea: poco fa mi hai guardata e mi hai detto "mamma collo lungo mome (come) una affa (giraffa)"...
Ed io che mi ero illusa che almeno tu mi vedessi alta e slanciata...

Mamma 'fai?

ALICE - Mamma 'fai?
MAMMA - Scrivo!
ALICE - A Diego?
MAMMA - Noo...
ALICE - A Doa?
MAMMA - No, Alice...
ALICE - a Bruce?
Ecco Alice, volevo dirti che la mamma davvero non stava scrivendo ai tuoi beniamini dei cartoni animati Diego e Dora, e nemmeno a Bruce... e per Bruce immagino che ti stessi riferendo a Springsteen...

Amici lontani ma vicini



“È facile essere amici quando ci si diverte, condividere le gioie, ridere, scherzare e passare una serata insieme in allegria, ma è nei momenti duri che la vita ci mette di fronte, quando dobbiamo attraversare una zona d'ombra, che si scoprono i veri amici e si vedono i rapporti più profondi.”
Ecco Alice, questa mattina ho scritto queste parole ad una cara amica lontana, che deve superare l’ennesima prova difficile, e mi dispiace, perché purtroppo posso fare davvero poco perché la distanza in questi momenti diventa davvero un ostacolo, ma dentro mi sento un puledro che scalpita, che vorrebbe essere lì al suo fianco e farsi tutta la strada al galoppo... per arrivare prima.
Ma voglio dirti una cosa Alice, quando scegli le tue amicizie, non preoccuparti della lontananza: a volte poche decine di metri diventano insormontabili e le centinaia di chilometri sorprendentemente non si “sentono” e sono un ottimo pretesto per viaggiare e per incontrarsi…

giovedì 29 novembre 2012

Una serata non solo romantica

Una serata insieme, senza vestiti addosso, a chiacchierare abbracciati sotto le coperte, vicini vicini per riscaldarci, pelle sulla pelle, mentre spiamo i bagliori della notte fuori dalla grande finestra sul letto, cullati dal rumore della pioggia, parlando di noi.
Certo Alice, tu hai interrotto più volte questo piacevole momento chiamando prima papà, poi mamma e poi di nuovo papà...
Ma alla fine tu ti sei addormentata e noi... No... Non subito almeno...





mercoledì 28 novembre 2012

Per sempre figlia

Quella paura di non vederlo più, di non fare in tempo a salutarlo, quel ricordo di quegli ultimi istanti passati insieme, discutendo, quell'immagine di noi che ci salutiamo arrabbiati...
Stasera Alice il tuo nonno è stato di nuovo male ed é tornato in ospedale.
Ho davvero pensato che fosse finita, ho davvero avuto paura di perderlo, ho capito quanto profondamente io gli voglia bene e mi sono sentita terribilmente fragile e vulnerabile.
Ora star meglio ma io mi devo ancora riprendere da quella sensazione di smarrimento.

Una vera principessa

Osservarti mentre in rigoroso silenzio guardi Cenerentola e il suo principe azzurro e subito dopo sentirti dire che papà é il tuo principe azzurro e che io, al massimo, posso essere Biancaneve, ammetto che ha un certo effetto...
Del resto una principessa come te doveva pur averlo un principe...

Incontri e molto di più...



Nella vita Alice, da quando nasciamo non smettiamo mai di fare degli incontri.
Alcuni sono casuali, altri sono necessari o cercati, alcuni sono felici altri un po’ meno, alcuni sono duraturi e ci accompagnano lungo il percorso, altri sono assolutamente temporanei e svaniscono nel nulla, come una bolla di sapone.
Ogni incontro lascia un segno, un’impronta che serve a non dimenticarlo, perché nessun incontro è banale e tutti sono importanti, anche se in modo diverso.
Il bello degli incontri, è che non puoi programmarli, non puoi sapere prima come andrà a finire, perché non dipende solo da te e da ciò che vuoi tu, ma ci sono tante variabili che influiscono e sulle quali tu non puoi influire.
Così, improvvisamente, puoi scoprire che un incontro che pensavi positivo e importante, in realtà si rivela banale e passeggero e rapidamente e senza nemmeno troppo dolore, va a finire nell’album dei ricordi e allo stesso modo, puoi restare piacevolmente sorpreso di fronte ad un incontro che inaspettatamente ti entra dentro, nel cuore, e arriva nel profondo, fino all’anima.
E ti stupisci nel sentire così vicina a te una persona che in fondo non conosci, e ti rendi conto di quanto a volte bastino davvero poche parole, pochi semplici gesti, per farti arrivare un messaggio e un calore del quale avevi bisogno.
Grazie alla tua dottoressa, o "dessa" come la chiami tu, per essere molto di più di una “semplice” pediatra…

Imbrunire sul villaggio



In silenzio, come una bambina, mi fermo a guardare il villaggio di Natale che abbiamo pazientemente riprodotto in casa.
Osservo le luci colorate della ruota panoramica che gira e che domina e rallegra l’intero paesaggio, guardo i pattinatori che instancabili girano sulla pista di ghiaccio, facendo incredibili piroette degne di un campione, mentre lì accanto un pattinatore più stanco si toglie i pattini seduto sulla panchina, e poi in un angolo là in cima, vedo Babbo Natale che scruta la lista dei regali, mentre una slitta stracarica di balocchi e contornata da aiutanti folletti, è già pronta a partire. E poi c’è la casa degli orsetti che resta illuminata giorno e notte e la fabbrica dei balocchi che in questo periodo “sforna” continuamente doni. E tanti personaggi sparsi qua e là, fra gli alberi e le case: ci sono il signore pieno di pacchetti che attraversa il ponte sul fiume, e più in alto la ragazza in bicicletta che tenta di passare dove la neve si è sciolta, gli innamorati che sotto l’arco in mezzo agli alberi si scambiano un romantico bacio, e il cane, che al riparo nella sua cuccia, tiene sotto controllo l’intero paesaggio, mentre al suo fianco un folletto spedisce una lettera, di certo indirizzata a Babbo Natale, e poi a valle, il papà, che traina divertito, il figlioletto sugli sci e la giovane mamma che spinge faticosamente il passeggino sui sentieri innevati, mentre un’altra, dopo aver costruiti due magnifici pupazzi di neve insieme alla figlia, si allontana soddisfatta della sua opera. E in un angolo, c’è l’uomo che sulla scala tenta di riaccendere un lampione birichino, che nonostante i tentativi, resta sempre spento, mentre tutti gli altri illuminano i sentieri di questo villaggio,che a guardarlo attentamente, sembra davvero reale e dopo un po’ che lo osservo, mi sembra quasi di entrare a farne parte, di sentire le voci di quei personaggi che improvvisamente, davanti ai miei occhi, si animano e sul nostro villaggio casalingo sembra davvero scendere la penombra del tramonto.
Te l’ho già detto che mi piace, vero Alice?

Amici presenti, passati, futuri...



L’amicizia è importante Alice, sono certa di avertelo già detto più volte in questa tua breve ma intensa vita.
Ci sono amici e amiche che “zigzagando” fra un impegno e l’altro, fra una tosse e un raffreddore, riusciamo a vedere più o meno costantemente ed altri che, a causa della distanza, vediamo un po’ meno frequentemente, ma non per questo sono meno importanti.
Ci sono amici e amiche che per una ragione o per l’altra, ma in ogni caso mai per colpa tua, si sono allontanati della tua vita e per questo fanno parte del passato.
E poi ci sono amici che dobbiamo ancora conoscere, che fanno parte del futuro e che presto incontreremo alla Tana dell’Orso, ed altri che stanno per nascere e che noi stiamo aspettando e nel frattempo, mentre io incarto un regalino di benvenuto, tu dopo avermi chiesto come si chiamerà il bimbo, sentendo il nome “Gabriele”, hai subito battezzato “Babilele” uno dei tuoi bambolotti.

Tu mi scruti...



Già di prima mattina non ti ferma nulla e sei subito carica di energia!
Oggi hai iniziato scrutandomi attentamente con i tuoi bellissimi occhioni, che spalancati erano incredibilmente ancora più grandi. Hai percorso con lo sguardo ogni millimetro del mio volto, soffermandoti su ogni, bugno, su ogni poro, su ogni macchiolina, chiedendo ogni volta “e quetto cos’è mamma?”
Inutile dire che mi sono sentita “leggermente” osservata…