sabato 16 aprile 2016

L'accappatoio dei ricordi

Ricordo perfettamente quel giorno.
Ricordo il tempo rallentato da una paura troppo grande da gestire.
Ricordo che mi sentivo in un surreale stato di ibernazione.
Ricordo il freddo che veniva da dentro, quel senso di vuoto e la testa immersa in una nebbia inesistente.
Ricordo il vano tentativo di riappropriarmi di una normalità che non intravedevo nemmeno all'orizzonte.
Ricordo il silenzio di parole e il frastuono di pensieri.
Ricordo di essere entrata in quel negozio per raccontare a me stessa e agli altri che andava tutto bene.
Nel negozio di biancheria per la casa, fra tutte le cose esposte ho visto uno stand con appesi degli accappatoi per bambini. Mi sono avvicinata e con indifferenza e distacco e ho cercato un accappatoio per te.
Ne avevi bisogno?
Forse.
Non lo so.
In effetti questo proprio non lo ricordo.
Ti era grande evidentemente grande.
Ma io sentivo il bisogno di non uscire da quel negozio a mani vuote. Credevo che una busta nel carrello a conferma è un po' di "sano" shopping sarebbe, stata la dimostrazione che non c'era nulla di strano.
Fra tutti quelli esposti ne ho toccato uno. Gli altri nemmeno li ricordo...
Ti era evidentemente grande. Molto grande, troppo grande.
Ma forse credo che comprarlo così grande fosse un modo per illudermi che ti avrei davvero vista crescere lì dentro, che ti avrei vista diventare grande come quel l'accappatoio.
Era bello, rosa con Minnie e indubbiamente era di ottima qualità: spugna dentro ciniglia fuori.
Il prezzo in un altro momento lo avrebbe immediatamente escluso dalla mia scelta.
Ripensandoci ora nemmeno io credo di aver mai avuto un accappatoio così caro.
Ma in quel momento il valore dei soldi era incredibilmente inesistente per me.
Nulla lo era.
Di lì a pochi giorni mi avrebbero operata per tentare di rimuovere quel cancro che io sentivo di avere da mesi, ma che la scienza aveva scoperto solo pochi giorni prima. Tutto il resto era lontano e non contava più nulla.
Nemmeno i soldi erano importanti.
L'ho preso senza soffermarmi troppo sulla decisione e sono uscita dal negozio nello stesso stato di trance in cui ero entrata, solo con una busta nel carrello con dentro un accappatoio di almeno due taglie più grandi di te...
Da allora e per tutto questo tempo è stato il tuo accappatoio: appeso al termosifone del bagno ti ha accolta e asciugata dopo ogni doccia e dopo ogni bagno.
All'inizio quasi ti ci perdevi dentro...
Poi sei cresciuta e l'accappatoio ha smesso di essere troppo grande per te ma ha continuato a ricordarmi quel drammatico giorno in cui lo avevo comprato.
Ogni volta che lo indossavi notavo quanto eri cresciuta e pensavo a quanta paura di non vederti crescere avevo avuto...
Dopo ogni tuo bagno ed ogni tua doccia mentre tu sorridevi tutta bagnata e ti stringevi nella morbida spugna, quel pensiero per un istante mi attraversava...
Non credo fosse ancora diventato così piccolo per te da doverlo dare via, ma credo fosse arrivato per me il momento in cui non volevo più averlo lì a ricordarmi quella grande paura e quel giorno terribile.

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