Un bambino appena viene al mondo saluta il mondo con il pianto.
Un bambino impara presto che con il pianto si può esprimere e può manifestare uno insoddisfazione, malessere o fastidio.
Un bambino piange spesso, più volte al giorno, ogni volta che ne sente il bisogno, senza tentare di trattenersi.
Un adulto piange raramente anche se ne sente spesso il bisogno.
La tua mamma Alice, in questo è rimasta bambina e piange spesso: per necessità, per sfogo o per liberazione.
Tuo zio Alice, da vero uomo e da vero adulto, non piange mai.
Ieri tuo zio, parlando della salute della nonna ha pianto come un bambino, senza freni, senza riuscire a contenersi.
Non ricordo quando è stata l’ultima volta che l’ho visto piangere, non ricordo nemmeno se c’è stata.
È duro accettare che un genitore invecchia, soffre e che si avvicina il momento dell’inevitabile distacco. È difficile accettare gli inesorabili cambiamenti, vedere che la stessa persona che ci ha insegnato tutto, che ci ha aiutato a diventare ciò che siamo, donne o uomini, sia diventato debole, fragile, indifeso e che abbia bisogno di noi.
Io non riesco ad accettarlo, non riesco a farmene una ragione e quel che è peggio è che questa volta non riesco nemmeno a piangere.
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