giovedì 22 ottobre 2015

Il terremoto raccontato da te

Mentre siamo in macchina che andiamo a scuola di danza tu con entusiasmo mi racconti la tua giornata a scuola e soprattutto la tua gita alle Befane dove avete partecipato ad un interessante progetto educativo con la tua scuola. 
Inizi spiegandomi che oggi ti hanno raccontato del terremoto e mentre io già mi metto in allarme immaginando la tua preoccupazione tu con insolita tranquillità mi dici che il terremoto è un "evento naturale" ed io di fronte alla tua serenità e all'importanza del termine "evento" pronunciato da te, mi zittisco immediatamente e ti ascolto. Mi spieghi che in caso di terremoto bisogna cercare le "strutture più solide", come ad esempio le scale e mi spieghi che l'ascensore invece è più pericoloso perchè si può bloccare. Mentre ascolto la tua vocina di bimba che parla di strutture e di soliditàper un attimo mi sembra di avere un ingegnere ininiatura seduta sul sedile posteriore (stavo per dire di dietro ma ho pensato che era meglio nonfare un uso improprio delle parole...). Poi aggiungi che volendo ci si può nascondere sotto a un tavolo così il terremoto "non ti vede". Sorrido immaginando un terremoto che va via "demoraizzato" solo perchè le persone si sono nascoste e non le trova e tu vedendo che sorrido non ti scomponi e continui a spiegarmi che volendo posso anche nascondermi sotto al divano ma poi ci pensi e dici "ma da noi non ci si sta". Effettivamente in tre centimetri di spessore si fa fatica a starci... Prima di concludere la tua spiegazione come ultimo suggerimento mi dici che volendo si può anche scappare, ma dopo un attimo di esitazione ammetti che questo però non te lo hanno detto a scuola ma lo hai aggiunto tu... e quando ti chiedo come faresti a scappare mi dici che andresti in soffitta, poi sul tetto e con un grande salto arriveresti giù... E allora io penso "magari fosse tutto così semplice..."
 

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