martedì 20 ottobre 2015

Strana stagionalità

C'è la primavera con i suoi profumi e con i suoi colori, l'estate con il caldo, la musica e le serate all'aperto, l'autunno con le foglie che cadono e l'aria frizzante che porta con se anche la certezza che sta arrivando l'inverno e con l'inverno oltre alla neve e al Natale arriva anche il periodo più difficile dell'anno per me e per la mia famiglia: il periodo dei miei controlli, quelli veri, quelli tosti, quelli che possono cambiare le cose, quelli che fanno più paura e che possono riempire i polmoni di ossigeno fino a farli scoppiare di gioia o strapparti il sonno, il sorriso, la speranza e la vita. 
Forse proprio per questo una volta amavo l'inverno e ora amo l'estate.
Perchè l'estate è a metà strada fra il punto in cui so con certezza come sto e il punto in cui sono troppo lontana per saperlo con certezza...  Perchè d'estate posso attaccarmi ancora fermamente a quel risultato che a gennaio mi ha fatta prima tremare e poi gioire.
A ottobre, a novembre non posso più avere certezze. Cadono le  foglie e con le foglie volano via anche le mie sicurezze.
E il pensiero comincia  sempre più spesso ad andare per conto suo e improvvisamente mi ricordo che ho avuto davvero il cancro. Già perche a volte mene riesco  addirittura a dienticare... ma questo capita a febbraio, mai a ottobre.
Ed è sempre in ottobre, mentre affacciata alla finestra guardo gli alberi spogli, che comincio a pensare che è davvero passato già quasi un anno dall'ultima volta che mi hanno messa sottosopra per vedere se da qualche parte si è nascosto di nuovo il "nemico". 
Mi guardo indietro e le immagini corrono veloci davanti ai miei occhi... Risento quella telefonata, quelle parole, rivedo i miei gesti, rivivo l'angoscia di quei momenti. 
E poi in mezzo a tutto ci sei tu, tu che giochi mentre io mi siedo per non svenire quando ascolto la diagnosi, tu che balbetti perchè anche se non sai cosa sta succedendo senti una mamma che si allontana, tu che cresci e io che sopiro a ogni tuo compleanno "perchè anche questo sono riuscita a vederlo...".  
E allora un po' alla volta comincio a pianificare i controlli, nella mia mente e sul calendario e comincio a sentire quella fastidiosa sensazione di precarietà con cui purtroppo ho imparato a convivere, e comincio a guardare il futuro con occhi diversi e con un po' meno entusiasmo e un po' più di paura. 
E mi accorgo che anche fare programmi a lungo termine comincia a darmi fastidio. 
E allora ti abbraccio più forte perchè vorrei davvero Alice che tu potessi avere sempre i miei abbracci... ma in ottobre non riesco a esserne certa...

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