lunedì 20 giugno 2016

Bugie per te...

Mentre ci vestiamo per andare a trovare la nonna con euforia mi racconti le tue emozioni dell'altra sarta a Mirabilandia. Poi ti fermi e con un'espressione interrogativa mi dici che mentre guardavamo lo spettacolo delle hot wheels dietro di noi c'era una mamma senza capelli.
Accenni un sorriso incerto e contemporaneamente io divento seria.
Io non l'ho vista ma quella stessa sera durante lo spettacolo avevo notato una mamma seduta qualche fila davanti a noi, con accanto il marito e le due figlie e con una bandana colorata a proteggere la sua testa nuda... L'avevo vista e un brivido mi aveva attraversata. L'avevo guardata e avevo pensato che era una combattente, una Mamma da stimare perché nonostante la chemio aveva racimolato la forza e l'energia per portare le sue bimbe a Mirabilandia e per sorridere insieme a loro.
L'avevo notata, vista e guardata e profondamente stimata.
Allora ti ho spiegato che purtroppo ci sono mamme, papà, nonni e anche bambini che sono senza capelli, perché per combattere una malattia che li ha colpiti devono fare delle cure che uccidono i "germi" e per un po' muoiono anche i capelli. Tu mi ascoltavo attenta e incredibilmente silenziosa. Mi hai chiesto seria se i capelli fanno male quando "muoiono" e cadono. Ti ho detto di no anche se sono certa che fanno male all'autostima ama questo non sarei riuscita a spiegartelo... Poi mi hai domandato se i capelli ricrescono e il mio "sì" ti ha fatto ritornare subito il sorriso. Mi è piaciuta Alice, la leggerezza con cui hai visto la cosa. Tu hai subito pensato al bicchiere mezzo pieno: "poi ricrescono" mentre io sono sempre rimasta con in mano il bicchiere mezzo vuoto "che difficile accertarsi senza capelli". Tu hai visto il dopo, la ricrescita, io al dopo, alla rinascita non ero mai riuscita ad arrivarci... E mentre sto navigando senza meta fra pensieri e riflessioni ecco che arriva la tua ultima domanda: "e come si chiama questa malattia?".
Ti ho risposto subito per fermare qualsiasi altra domanda in arrivo.
"Non ricordo"
Ti ho mentito.
Non ho avuto il coraggio di dirti "cancro" perché ho avuto paura che tu collegassi quella parola alla mia malattia.
Ho preferito dirti una bugia per non dover rispondere ad altre domande, per non crearti nuove paure.
Ma mi domando fino a quando potrò tenerti all'oscuro, mi chiedo quando dovrò spiegarti ciò che ho avuto e perché faccio i controlli...
Ho sempre saputo che prima o poi avrei dovuto spiegarti la verità e ora sento che quel prima o poi è dannatamente vicino...

Nessun commento:

Posta un commento