Oggi ho accompagnato
tua nonna a Bologna per fare degli esami, perciò alle nove e mezza di questa
mattina ti ho lasciata in compagnia di tuo padre (o forse dovrei dire in balía…).
In realtà io ero tranquilla mi destavano qualche preoccupazione solo le cose
pratiche tipo: come ti avrebbe vestita per uscire (troppo lo escludo ma troppo poco
era probabile e anche troppo male… temevo un look stile “la luce non funzionava
e ho preso le cose al buio…”), oppure come ti avrebbe lavata se facevi la cacca
o cosa ti avrebbe dato da mangiare, ma ad eccezione di questi “dettagli” ero
certissima che vi sareste divertiti e che insieme, voi due, sareste stati
benissimo. Per semplificarvi la convivenza avevo preparato cibi facili da darti
e vestiti che andassero bene sia in casa sia fuori (un premio speciale a chi ha
inventato i blue jeans!). Anche tu gli hai dato una mano facendo la “tatta” nel
vasino, evitando così di spalmartela fino a mezza schiena… Lui poi si è aiutato
da solo restando in casa e accendendo la televisione (no comment…).
Quando sono rientrata a
casa poco dopo le quattro di pomeriggio, tutto taceva: tu guardavi la televisione,
lui lavorava al computer e addirittura c’era anche il tecnico della caldaia. Come
avevo immaginato voi insieme non avete avuto il benché minimo problema, tutto
procedeva perfettamente tanto che avevo quasi pensato di fare retromarcia e
lasciarvi soli.
Che dire, un bel dieci e
lode a papà che è stato un mammo perfetto, e forse anche molto meno stressato
di me…
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