Ti
sei svegliata come sempre presto e come sempre di ottimo umore e… come spesso
capita, con dei meravigliosi capelli pazzi, in perfetto stile “Einstein”.
Hai
richiamato la mia attenzione mugolando e quando mi hai vista affacciarmi sul
tuo lettino, mi hai guardata sorridendo col ciuccio in bocca e poi, nascondendoti
con la faccia nel cuscino, mi hai salutata a tuo modo bofonchiando il tuo ormai
noto “bongio” che penso sia davvero l’abbreviazione del classico “buongiorno”…
Ancora
una volta mi rendo conto che sei pigra anche nell’uso delle sillabe…
Abbiamo
davanti un altro giorno da sole tu ed io, con tanto tempo tutto da inventare,
ma tu questo ancora non lo sai….
Mi
sono divertita ad osservarti un po’ e dopo averti presa in braccio e ricoperta
di bacetti, ho immediatamente pensato che è davvero difficile resisterti
stamattina, con quell’espressione un po’ “folle” sei ancora più bella e viene
davvero voglia di strapazzarti di coccole!
Ci
siamo dirette in bagno e tu e papà avete fatto l’ormai abituale gara di pipì in
cui “inspiegabilmente” “vince sempre Ice”, ma questo ormai è un’immancabile
rito di famiglia. No Alice, la gara non consiste nel vedere chi la fa più lontano…
teoricamente vince chi la fa per primo, ma quello che tu ancora non hai capito
è che papà o mamma fanno solo finta di fare pipì seduti nel bidet accanto a te…
A
quel punto ho iniziato a vestirti e ti ho messo la gonna rock che poi sarebbe
una normalissima gonna bianca con le balze, che ti piace tanto e che secondo te
è “rock”, come la maglietta dell’Hard Rock Cafè e sopra ti ho messo la canotta con
le spalline intrecciate in mezzo alla schiena, quella di Trilly, che faceva
pandant con le tue mutandine e finalmente ho cominciato a vestirmi io.
Ma
tu all’improvviso ti sei stretta da sola in un tenerissimo abbraccio e mi hai
guardata seria dicendomi “mamma io feddo”… Hai voluto che ti mettessi sopra lo “scalda
cuore” di cotone sottile, ma resto convinta che il tuo “freddo” in una delle
giornate più calde dell’estate, sia solo un’irresistibile voglia di abbracci…
Inutile
dire che con la scusa di riscaldarti un pochino, ne ho approfittato per
stringerti un po’ e accarezzarti…
Poi
tu seduta in mezzo al lettone di “papà mamma”, come lo chiami sempre, hai
cominciato a giocare a nascondino nascondendo la faccia sotto le lenzuola
stellate e dicendo “ice Pù” per farci notare che Alice non c’era più… indifferente
al fatto che tutto il resto del corpo oltre a qualche pezzetto di faccia, fossero
perfettamente visibili a tutti…
E così,
fra giochi, gare di pipì e coccole è iniziato un altro lungo giovedì senza papà
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