Ieri Papá ha venduto la moto, la vespa nera che aveva comprato poco dopo essersi trasferito qui, quando noi eravamo solo colleghi di lavoro, anzi, per essere precisi, quando lui era ancora semplicemente il mio capoufficio.
Se ti dicessi che non volevo che la vendesse, direi una bugia: ho sempre avuto molti timori quando d'estate lo vedevo partire a cavallo della sua moto. L'idea che si facesse 60 kilometri di adriatica, su due ruote, non mi ha mai entusiasmata, lo ammetto.
Ma su quella moto, abbracciata a lui, con i capelli che si ribellavano al casco e sventolavano fuori, io mi sono sentita giovane e ho trovato quella parte ragazzina di me che non era mai esistita. A cavallo di quella moto ho conquistato la mia libertà e la mia indipendenza e ho finalmente raggiunto la felicità. Per questo ieri una parte di me non avrebbe voluto che lui la vendesse ed era dispiaciuta.
Ma effettivamente mettendo un attimo da parte i miei timori e il mio lato sentimentale, venderla è stata la cosa più giusta. Ormai, da quando non siamo più solo una coppia ma siamo una vera e propria famiglia, uscire in vespa è diventato oggettivamente impossibile e tenerla non avrebbe avuto alcun senso.
Che dire Alice, abbiamo fatto la cosa giusta ma... è finita un'epoca...
Nessun commento:
Posta un commento