mercoledì 24 febbraio 2016

Una mattina con Asta



E poi ci sono mattine come quella di oggi, in cui ti svegli e fuori dalla finestra appena apri gli occhi vedi subito la pioggia e quella nebbiolina triste e malinconica tipica delle giornate invernali. Ti alzi di malavoglia e ti prepari pigramente, poi quando arrivi in fondo alle scale inciampi nella grande busta con le cose pronte da consegnare all’”asta raduno” di oggi… Sorridi e ti viene subito in mente che alle 9 hai appuntamento con le “astine”. Guardi l’orologio sul forno che lampeggia e sai già che arriverai in ritardo… ma non importa tanto i “Caffè con l’Asta” non sono mai veloci… E poi oggi ti aspetti tante persone, alcune che non hai mai visto altre che ormai sono volti familiari, c’è chi ha fatto addirittura la torta con i biscotti presi in asta… e chi viene da lontano in macchina, o in autobus nonostante il suo bel pancione… E così con il pensiero dell’incontro, fai colazione e mentre fuori piove a te sembra quasi di intravedere il sole dietro le nuvole. Poi lasci tua figlia a scuola e come sempre incontri qualcuno che ti ferma per parlare di “Asta” e tu non sai resistere alla tentazione e al piacere e ti fermi a chiacchierare, anche se mentre sei lì, immagini il ticchettio delle lancette dell’orologio che ti ricorda che stai facendo taaardi… Poi salti in macchina e parti. In pochi minuti arrivi e mentre varchi l’ingresso del centro commerciale dove avevate appuntamento, sei al telefono con un’astina che non è venuta ed è rimasta a casa a vigilare la situazione… Saluti, metti il telefono da qualche parte (tanto lo perdi e fortunatamente lo ritrovi almeno 20 volte al giorno), ti guardi attorno e riconosci subito alcuni volti e… e ti senti a casa. Baci abbracci, sorrisi, buste, pacchetti, spiccioli, caffè, risate, bigliettini, scatti fotografici, sguardi… Tutto si mescola insieme e si fonde in un’unica grande festa alla quale partecipa ignaro anche qualche bimbo che ha accompagnato la mamma. I divani non bastano, ci sediamo sulle spalliere, aggiungiamo le sedie e i tavoli, io abbandono l’idea di restare seduta e mi metto in piedi perché mi piace girare e chiacchierare un po’ con tutti. La gente che passa ci guarda con sospetto e curiosità, e sono certa che non capisce, al bar quando ordiniamo i caffè ci chiedono se siamo una “gita”… la domandaci fa ridere ma in effetti siamo così felici che diamo un po’ ‘idea di essere in vacanza. Per un attimo mi estraneo, guardo tutte quelle persone riunite lì e mi accorgo che sorrido e sono felice. Felice di essere chi ha fatto nascere tutto questo, felice di aver riunito tante persone col pretesto di dare via qualcosa che non ci serve più, felice di aver visto che anche le più timorose stanno cominciando a inserirsi e a fidarsi, felice che i miei modi inizialmente sempre burberi non abbiano spaventato chi non mi conosce e abbiano lasciato intravedere un’anima più tenera di ciò che sembra, felice di essere qui, felice di aver conosciuto persone come Melissa, Michela, Isabella, Raffaella, Amna, Flavia, Deborah, Regina, Laura, Katia, Barbara, Luisa, Roberta e tutte quelle che non ho citato e felice di aver passato con loro davvero una splendida mattina! Ecco il vero “guadagno” di asta caffè è questo e chi non lo capisce non sa cosa si perde…

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