domenica 7 novembre 2010

Difendere il territorio

Ti ho allattata, ti ho cambiata, ti ho coccolata: adesso, vista l’ora, è arrivato il momento di fare la nanna. Tu però non sembri essere della stesa idea e cominci la sceneggiata di ogni notte, quando, dopo aver fatto la poppata notturna, non ti arrendi alle braccia di Morfeo e piangi sempre più intensamente fino a diventare cianotica. Qualsiasi sia la ragione che ti spinge ad un simile comportamento, svanisce magicamente nel momento in cui papino, mosso a compassione, cede di fronte ai tuoi urli acuti e ti mette nel lettone con papà e mamma.
Ora, non è che a me non faccia piacere averti vicina, svegliarmi con te accanto, sentire il tuo profumo nel cuore della notte, ma ne ho viste troppe di coppie perdere la loro intimità per aver messo fra di loro il frutto del loro amore, ho visto troppi genitori ritrovarsi a dormire divisi dai propri figli, ho visto troppi padri sfrattati dal proprio letto migrare verso il divano o verso la camera del figlioletto, mentre il “tenero pargolo” se ne sta comodamente nel letto matrimoniale, usurpando quello che doveva essere il posto paterno.
No Alice, non ci sto, non sono d’accordo sul fatto che tu passi gran parte della notte con noi. Hai una culletta meravigliosa proprio accanto a me, ti sento appena ti svegli, non sei sola, ognuno ha il suo spazio.
Ma siccome non sono l’unica a decidere, sappi che se con i tuoi meravigliosi occhi languidi persi nel vuoto, riesci a convincere papino a tenerti in mezzo a noi, io non vorrò saperne nulla. Quando peserai 10 kili e non 4, quando la tua presenza pur continuando ad essere un piacere, sarà anche molto più impegnativa di quanto già non sia ora, sarà solo un vostro problema perché io mi trasferirò nella tua coloratissima cameretta che mi piace un sacco e mi limiterò a pensare che tu sia un’ammaliatrice di uomini e che voi due siate una pericolosissima associazione a delinquere, cosa della quale sono già fermamente convinta!

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