lunedì 22 novembre 2010

Di notte...

Quando durante la notte, proprio nel cuore del sonno più ristoratore, i tuoi urli acuti e perforanti mi svegliano, sappi che io ho un solo neurone attivo e solo parzialmente.
Tutti gli organi del mio corpo, dopo nove mesi di gravidanza, stanno finalmente godendo del ritrovato spazio e continuano a dormire beatamente.
Anche le mie mani dormono al punto tale che le dita sono completamente informicolite e non riesco nemmeno a percepire gli stimoli tattili di ciò che tocco.
Tutto tace, tutto dorme dentro e intorno a me, solo tu fai eccezione a questa regola… vittima, non sempre, delle coliche gassose.
Quando tu strilli io mi alzo, mi accosto alla tua culla, ti guardo ma non riesco a capire quale sia la causa del tuo pianto, quale realmente sia il tuo problema, di cosa tu abbia voglia o bisogno. Non so se tu abbia fame o sete, se ti senta sporca, se tu abbia caldo o freddo, se tu abbia voglia di coccole o mal di pancia o se i tuoi siano semplicemente i primi capriccetti.
Del resto, abbi pazienza, a quell’ora io non riesco a comprendere nemmeno i miei bisogni primari, come puoi pensare che io riesca a capire addirittura i tuoi?
Di notte io agisco in trance, come una sonnambula, mi alzo e mi muovo ma vado avanti in modalità “a risparmio energetico”. Tento di fare prima le cose che richiedono una concentrazione e un dispendio di energia minore. Per questo come prima cosa ti do la tetta, poi provo a farti fare il ruttino, poi ti cullo e come ultima chance, ti cambio il pannolino. Ma quando arrivo al cambio di pannolino ormai sono già la tua vittima. A quel punto hai svegliato ogni singola cellula del mio corpo e della mia mente. Ma sai qual è il vero guaio? É che nemmeno in quel momento io riesco ad interpretare il tuo pianto, appagare i tuoi bisogni e soddisfare le tue necessità…

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