Da quando
tu hai scoperto il tuo “boto” ovvero la fossetta nel mento che hai decisamente ereditato
da papà e dalla sua famiglia, almeno venti volte al giorno hai verificato la
sua presenza sulla tua faccia su quella di papà, sulla mia e anche su quella
delle persone che incontravi. Fino ad oggi, fino a pochi minuti fa, ti bastava
vedere un mento per precipitarti a ficcare nel centro il tuo ditino e urlare fiera
“boto!”. Poco importava che ci fosse oppure no, per te c’era sempre.
Ma stasera
qualcosa è irrimediabilmente cambiato.
Tu, dopo
aver censito il tuo “boto” e quello di papà, come sempre hai messo il dito
anche sul mio mento, ma dopo avermi guardata con un’espressione delusa (e anche
un po’ schifata) hai esclamato: “boto NO!”.
Ho pensato
che fosse un caso e che in realtà tu non ti fossi affatto resa conto della
differenza fra un mento con fossetta ed uno senza e mentre tuo padre si
sbellicava dalle risate, (non ho ancora capito se per la tua faccia o per la
mia…), ho ritentato diverse volte a porti la stessa domanda: “dov’è il “boto”
della mamma? E tu ogni volta hai gentilmente accolto la mia proposta e hai ritentato
con entusiasmo l’esperimento “dito sul mento”… ma hai sempre concluso con la
medesima faccia delusa e con lo stesso secco “NO!”, ritirando velocemente la
mano…
È finita
un epoca e ora non posso più mentirti: anche di fronte ai tuoi occhi ingenui è
evidente che io non ho il “boto”…
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