lunedì 12 settembre 2011

Non puoi...


No Alice, non puoi chiedermi ogni cinque minuti (quando è tanto) notizie di papà… Non puoi guardarmi con aria triste e contemporaneamente interrogativa, fare la faccina seria, sbarrare gli occhioni e chiedermi “babù” o “papù” (hai ancora le idee un po’ confuse riguardo a come chiamarlo…).
Ho capito che vuoi papà, e lo hanno capito anche tutte le commesse dell’iper e dei negozi della galleria dove siamo entrate stamattina… Addirittura oggi una ragazza sentendoti così accorata nella tua richiesta, si è impietosita e mi ha suggerito di fartelo sentire per telefono e lo avrei fatto, se solo fosse servito, ma tu ancora non hai capito l’uso del telefono, a parte sfogliare le foto…
Allora Alice, te lo spiego per l’ennesima volta, ma tu ascoltami e concentrati per favore: Babù o papù, chiamalo un po’ come ti pare, anche se non lo vedi sta bene, è andato a lavorare e tornerà stasera verso le sette e mezza (se siamo fortunate) o otto.
Capisci bene che io non posso pensare di rispondere ogni 5 minuti alla stessa domanda dalle 8 del mattino, ora in cui tuo padre di solito esce, alle 8 di sera…

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