martedì 30 aprile 2013

Il vaso di Pandora...



"Nella mitologia greca, il vaso di Pandora (chiamato anche scrigno di Pandora) è il leggendario contenitore di tutti i mali che si riversarono nel mondo dopo la sua apertura.
Al giorno d'oggi l'espressione vaso di Pandora viene usata metaforicamente per alludere all'improvvisa scoperta di un problema o una serie di problemi che per molto tempo erano rimasti nascosti e che una volta manifesti non è più possibile tornare a celare."

Oggi è un giorno difficile Alice, ma anche un po' liberatorio.
Ieri sera, dopo l'ennesima crisi di pianto ho finalmente capito cosa mi sta logorando, qual è la causa delle mie ansie e delle mie paure. All'improvviso, mentre tu dormivi ignara nel tuo lettino ed io parlavo con tuo padre, ogni cosa mi è apparsa con una chiarezza disarmante e tutto è stato evidente e quasi banale...
Proverò a spiegarti cosa ho capito, smontando i vari pezzi come fossero le tessere di un gioco che tu ami molto: il puzzle.

Il mio tumore dai primi controlli sembrava non essere un tumore ed è stato erroneamente trattato come una banale cisti, fino al risultato dell'esame istologico che ha purtroppo confermato quelle che erano sempre state le mie paure.
Il mio tumore è stato visto, scoperto, diagnosticato e asportato solo dopo la mia insistenza e grazie alla mia caparbietà. Prima è stato ignorato e banalizzato ed io sono stata vista un po' come una psicopatica "fissata" che ha deciso di farsi tagliuzzare la faccia". Se  non fosse stato per me ora probabilmente sarebbe ancora dentro a nutrirsi col mio corpo, avvelenandolo.
Il mio tumore è, anche se forse dovrei dire era, un tumore forse non raro, ma di certo poco comune. Per mesi ho cercato in internet persone con le quali rapportarmi, qualcuno che avesse vissuto non solo un tumore ma proprio il mio tumore... e non l'ho trovato. Una volta mi sono "imbattuta" in una ragazza che cercava qualche informazione su questo tumore che aveva colpito sua sorella, ma purtroppoper lei, era ad uno stadio molto più avanzato del mio e quindi, già solo per questo, non paragonabile. 
Il mio tumore non reagisce a chemioterapia e radioterapia e l'unica opzione possibile è l'intervento chirurgico. Per questo io a posteriori non sono stata sottoposta a nessun trattamento.
Il mio tumore essendo di "basso grado e ben differenziato", fortunatamente rientra fra i tipi di tumori meno gravi e per questo, pur non essendolo, viene spesso trattato quasi al pari dei tumori benigni ed una volta operato il paziente viene rimandato a casa come se avesse subito l'asportazione delle tonsille.

Tutte queste tessere sono rimaste per mesi dentro di me in ordine sparso. 
Le avevo viste tutte, una per una, le conoscevo bene ma non le avevo mai messe in relazione l'una con l'altra. Una volta unite l'immagine è apparsa davanti al mio sguardo incredulo con una nitidezza disarmante.
Io sono stata operata a gennaio, da un bravissimo chirurgo che però non è stato in grado di trasmettermi ed infondermi le sicurezze che lui sono certa avesse. Il suo staff mi ha dimessa a soli tre giorni dall’operazione, rassicurandomi che ci sarebbe stato un "follow up" del quale però si sono immediatamente perse le tracce. Sono tornata a casa con la sola raccomandazione di fare un’ecografia ogni sei mesi senza nemmeno dovergliela portare a far vedere…
L’idea di fare controlli periodici e di essere seguita non mi aveva per nulla spaventata ma al contrario mi aveva per un attimo rassicurata e fatta sentire in buone mani. Poi però mi sono sentita completamente abbandonata a me stessa e alle mie sensazioni, alle mie incerte “autodiagnosi”.
Ho sentito il peso schiacciante ricadere completamente sulle mie spalle e per evitare di trovarmi di nuovo “nei guai” ho attivato tutti i miei “campanelli d’allarme” stando concentrata ed attenta a qualsiasi segnale che il mio corpo mi inviava. Ogni cosa, anche la più banale in queste settimane è stata sottoposta al mio attento e scrupoloso esame.
Gli errori fatti inizialmente, la banalizzazione che c’è stata dopo, la poca frequenza di questo tipo di tumore e le sue particolarità che lo rendono “curabile” solo chirurgicamente si sono unite al mio carattere forse troppo debole e insicuro e al senso di precarietà nel quale mi sono ritrovata e passato il primo mese, in cui ero forse ancora troppo frastornata dagli eventi, subito dopo, l’ansia e l’angoscia hanno preso il sopravvento su tutto il resto.
Io sono la sola e unica che sta tenendo d’occhio il mio stato di salute e per questo non posso abbassare la guardia, non posso illudermi nemmeno per un istante di essere “guarita”, devo mantenere alta l’attenzione e la concentrazione e non perdere nemmeno un dettaglio. E se qualcosa mi insospettisce, ancora una volta sono io, non da sola ma fortunatamente con accanto tuo padre, che mi preoccupo di trovare l’ospedale e il medico al quale rivolgerci…
Ecco Alice… scritto male, in maniera caotica e decisamente incasinata questa è un po’ la situazione che si è delineata ieri mentre fra le lacrime cercavo di spiegare a papà che io sto male, ho paura, e i miei linfonodi gonfi insieme al mio senso di stanchezza mi stanno mandando al manicomio…
Non so se c’è un modo in cui io potrei non dico stare bene ma almeno stare meglio ma sono certa che con questi elementi io non potrò mai stare bene. Qualcosa deve cambiare.
Qualcuno che sa cosa è un cancro, che capisce e non sottovaluta anche l’aspetto psicologico può forse aiutarmi a trovare quelle certezze che io ho perso nei meandri della paura.
Oggi papà ha prenotato una visita per me a Milano all’Istituto Europeo di Oncologia… e speriamo che dopo questo appuntamento la nostra estate possa finalmente iniziare…

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