lunedì 22 aprile 2013

Oggi va così...

Mi capita spesso quando sono in giro di osservare da spettatore le persone, a volte sono felici, ridono, parlano, altre camminano annoiate, distratte, confuse.
Le  guardo mentre vivono inconsapevoli i loro "pezzi di vita", le guardo mentre si arrabbiano, mentre si rilassano, mentre fanno senza nemmeno rendersene conto le cose normali di tutti i giorni. 
Le guardo e le invidio pensndo che non sanno l'incredibile fortuna che hanno a fare le normali cose di tutti i giorni senza la paura di non poterle più fare domani, senza quella maledetta consapevolezza che tutto può succedere, senza la paura che tutto può cambiare in un solo istante.
Consapevolezza, cambiamento...
Oggi leggevo che nel suo blog un malato di cancro ha chiamato la sua malattia, il fattore "C". 
"C" di Cancro ma anche "C" di Cambiamento, di Consapevolezza.
Io le ho provate tutte le "C": il Cancro, la Consapevlezza ed ora sto vivendo il Cambiamento.
Forse a pensarci bene in questi ultimi giorni Alice, ho avuto anche il dubbio e la paura di avere anche il fattore "D", tanto per non farsi mancare niente...  
"D" di depressione.
Ho provato a cercare se esiste una depressione post-cancro, in fondo esiste quella post-partum, dela quale io fortunatamente al di là dei miei timori, non ho minimamente sofferto.
Non ho trovato grandi notizie sulla depressione post-cancro. 
Forse non c'è, forse non esiste, forse sono la prima a soffrirne.
Alcuni vivono la depressione post-terapie oncologiche, chemio e radio.
Ma non è questo il mio caso.
Il mio tumore non è ricettivo alla chemioterapia e alla radioterapia, e questo lo taglia un po' fuori dal "ramo oncologico". Gli oncologi non lo prendono più di tanto in considerazione e ti dirottano dal chirurgo, il quale non abituato a trattare i malati di cancro, li opera e poi li saluta come se gli avesse tolto l'appendicite... E il malato, stagliuzzato, frastornato, impaurito, confuso e forse anche guarito, resta in balia di se stesso e di quel "forse" che lo perseguita...
E il fattore "D" subdolo e silenzioso non meno del fattore "C", finalmente fa capolino e avanza...
Dopo aver trascorso le prime settimane a cercare di capire cosa mi stesse succedendo, dopo aver passato quelle successive a tentare di superare quello che già era ormai successo, ora mi trovo a vivere chiedendomi con terrore cosa mi succederà...
Ecco cosa ho in questo periodo.
Tuo padre Alice sono giorni che mi chiede cosa ho.
La risposta è semplice: ho paura di morire, di non vederti crescere, di doverti lasciare troppo presto.
Quella paura che mi aveva travolta e stravolta dopo la diagnosi, poi sembrava essersi allontanata, ma forse era solo andata a "rifocillarsi" di nuova forza e nuova energia, perchè ora è tornata più forte e violenta di prima.
Non so spiegarti perchè Alice, non è successo nulla di nuovo ma non riesco a pensare in maniera diversa, mi sento come se fossi "di passaggio", in prestito... 
Mi sento come se avessi il tempo contato e faccio le cose, le organizzo come se qualcun altro dovesse portarle a termine...
Mi dispiace di stare così Alice, mi dispiace per te e per papà... che di certo non ve lo meritate.
Mi dispiace, ma io non riesco a trovare la forza di agire e reagire in maniera diversa.
Mi sento debole, fragile, vulnerabile... e stanca.
E dopo aver soffocato il pianto per troppi giorni e per troppe notti ora non riesco più a contenerlo...

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