Strani discorsi quelli che questa sera papà ed io abbiamo affrontato sul divano.
Forse questo viaggio nel passato in mezzo alle tue cose da piccola non ha fatto bene neanche a lui e quando si è messo insieme a te a sfogliare le foto di quei tuoi primi indimenticabili tre mesi di vita e soprattutto degli attimi che hanno preceduto la tua nascita, i ricordi e soprattutto i sensi di colpa lo hanno assalito.
Oggi col senno di poi vorrebbe poter riavvolgere il nastro e vivere i mesi della mia gravidanza con più serenità, vorrebbe riuscire a godersi quegli attimi come non è riuscito a fare e non riesce a perdonarsi per comportamenti che io invece ho compreso e superato da tempo.
Quello che conta per me non è il passato, ma soltanto dove siamo arrivati ora, chi siamo e cosa abbiamo costruito insieme. Il vostro rapporto e la tua serenità sono la prova quotidiana che non c'è nulla da perdonarsi perché ognuno di noi ha semplicemente vissuto i mesi della tua attesa nell'unico modo in cui era in grado di farlo e con i soli mezzi che aveva a disposizione. Io schiacciando l'acceleratore e prendendo ogni curva a massima velocità e lui andando avanti col freno a mano tirato. Ma l'importante è che entrambi siamo arrivati a destinazione e forse la nostra diversità ci ha unito come due tessere di un puzzle che hanno un incastro assolutamente perfetto e se tu stai crescendo così tranquilla significa che stiamo facendo un buon lavoro e che siamo una buona squadra.
Ora vorrei solo che anche lui riuscisse a girare pagina e a "perdonarsi" per quelle colpe che continua a darsi.
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