giovedì 21 maggio 2015

Drammi di famiglia

Da quando avevo più o meno la tua età Alice  ho imparato a convivere con drammi preannunciati e mai accaduti, con tragedie attese e mai vissute, con pericoli in agguato ma inesistenti, con catastrofi imminenti e mai verificatesi.
Ho fissato il soffitto per notti intere, ho asciugato le lacrime sotto le lenzuola, ho soffocato i singhiozzi sul cuscino, ho guardato con terrore le ore che passavano sull'orologio e mi sono nascosta nel buio e nel silenzio vedendo e sentendo spaventosi mostri prendere forma intorno a me.
Ho festeggiato ogni compleanno con la terribile consapevolezza che avrebbe anche potuto essere l'ultimo in cui avevo la fortuna di avere accanto mia madre e mio padre che non perdevano mai l'occasione di sottolineare il fatto che ero nata non voluta e non cercata, quando loro erano già "anziani" e quindi si aspettavano di non vedermi nemmeno crescere. E ogni compleanno diventava così una macabra ricorrenza... Fino a diciotto anni quando insieme al regalo mi è stato detto che ormai potevano morire in pace perché mi avevano vista diventare grande...
Ho tremato, pianto, sospirato e quella bella bimba dai riccioli biondi, giorno dopo giorno è diventata una donna che andava sempre a braccetto con la paura di ciò che avrebbe potuto succedere domani.
Ho imparato presto che la prima domanda da fare era sempre: "che cosa è successo oggi?" perché a casa mia, succedeva sempre qualcosa, anche quando non stava succedendo assolutamente nulla...
L'importante era avere una ragione per cui preoccuparsi, cercare e trovare un motivo per cui stare in ansia e poi finalmente comunicarla al mondo, sceneggiare i drammi in incontri e telefonate strappalacrime, con le pause, i sospiri e il tono degni di un consumato attore Hollywoodiano.
E invece andava sempre tutto bene.
Avrei potuto vivere un'infanzia normale, serena, ora lo so.
Nessun grave problema di salute ha colpito la mia famiglia, nessun incidente, nessuna particolare difficoltà economica, nessuna separazione fra i miei genitori, nessuna guerra nella nostra nazione, nessun cataclisma nella nostra città... 
Tutto è sempre andato come doveva andare e i piccoli problemi quotidiani si sono sempre risolti nel migliore dei modi.
Qualche acciacco, i nonni che sono morti di vecchiaia, tranne uno che è morto quando ancora mio padre era un bambino, qualche normale discussione di famiglia e a volte un bilancio un un po' difficile da far quadrare, ma nulla di strano con tre figli!
Ma io non lo sapevo, ero solo una bambina ansiosa e spaventata dal futuro ...
Vedevo scorte di olio e di salsa che riempivano il garage perché "non si sa mai, hanno previsto un'inverno difficile" e poi "se cade il governo...".
Io nemmeno sapevo cosa fosse il governo, ma sono cresciuta con lo spauracchio di "finire come l'Argentina" dove mi raccontavano che la gente che non aveva fatto scorta di acqua moriva di sete o che davvero cadesse il governo, e spesso immaginavo il governo come un signore panciuto che cadeva dalla sedia, perché mi ricordavo bene che "se ti dondoli sulla sedia non ti fai male, ma sicuramente cadi, sbatti la testa e muori!". Questa era l'inevitabile e drammatica sequenza alla quale io ero assolutamente preparata.
Non c'era mai una via di mezzo, era sempre il peggio quello che toccava a noi!
Una pallina sotto un'ascella non poteva essere semplicemente un innocuo brufolo, era sicuramente un tumore maligno, un banale temporale era il diluvio universale e un piede rotto avrebbe di sicuro significato restare zoppi per sempre.
I pattini a rotelle? Pericolosissimi: il modo più veloce per finire sì sulle rotelle, ma quelle di una sedia...
Andare a sciare? Come giocare alla roulette russa: il metodo più rapido per "andarsela a cercare" e farsi di sicuro molto male... sempre che i medici riuscissero a salvarti la vita.
Impensabile ovviamente l'idea di andare a cavallo ed esclusa anche la possibilità di andare a scuola in bicicletta: tutti i miei compagni delle medie lo facevano ma era un azzardo e sarebbero dovuti intervenite i servizi sociali!
Per non parlare della ginnastica a scuola: meglio evitarla: troppa polvere nella palestra, "un ricettacolo di germi e malattie, ti verrebbe di sicuro un attacco di asma!": esonerata!
Ho pianto per cancri che non ci sono mai stati se non nelle nostre paure, ho visto la morte dentro a ogni colpo di tosse, ho assistito a svenimenti finti e ho sentito diagnosi "fai da te" che preannunciavano sempre malattie inguaribili.
Poi crescendo ho scoperto che il cancro se ti deve venire ti viene anche se non lo cerchi in un unghia incarnita e nel caso ti venisse, non hai nessunissima voglia di ricevere gli sguardi compassionevoli delle persone e non solo potresti riuscire a sopravvivere, ma addirittura continuare ad essere felice (di questo lo ammetto, ancora me ne stupisco).
E ho imparato che un temporale può essere incredibilmente bello, come quando guardi la pioggia abbracciata a tua figlia o ti addormenti sotto le coperte stretta in un abbraccio di tuo marito, ho capito che il governo non é un signore sovrappeso e cade, spesso cade, ma poi "si rialza", ho verificato che le scorte alimentari il più delle volte finiscono per scadere e vanno buttate via e quindi non conviene farle.
Ma soprattutto la cosa più importante é che ora so che non serve a nulla fasciarsi la testa prima del tempo e piangere, preoccuparsi e disperarsi per qualcosa che non siamo nemmeno sicuri che si verificherà. 
Non è affatto facile riuscire a debellare la paura che ti inculcano da bambina, quella che resta impressa a fuoco nel DNA come un marchio di fabbrica con cui é difficile crescere e convivere, ma ci si può riuscire.
E quando finalmente riesci a intravedere la luce in fondo al tunnel, quando capisci che ci sono anche le vie di mezzo, quando smetti di cercare il dramma in ogni cosa, quando cominci a vedere un brufolo per quello che è e non per quello che potrebbe essere, allora non accetti più quel modo di fare che per anni ti ha fatta vivere in una morsa di paura.
E di fronte all'ennesima diagnosi "fatta in casa", preannunciata da un messaggio sibillino che dice tutto e niente e che lascia volutamente spazio a qualsiasi interpretazione purché sia tragica e pronunciata col tono drammatico, scandendo bene ogni parola per lasciare maggiormente il segno, ecco che scoppia la mia irrefrenabile voglia di dire B A S T A!
Perché non si può vivere così, non si può "allietare" una tranquilla domenica pomeriggio con una telefonata che ha come unico obiettivo quello di raccontare con dovizia di particolari l'ennesima morte di cancro di una persona peraltro a me sconosciuta, e non si può cominciare un altro giorno con questo clima da terrorismo e ricevere invece del "buon giorno" un'altra notizia di qualche malattia naturalmente grave che ha colpito la nostra famiglia, conclusione tratta dopo una valutazione fatta senza aver alcun titolo di studio, ascoltando forse le voci di qualche conoscente e cercando conferme rastrellate in internet dove volendo, si trovano conferme a tutto... Non si può pensare e cercare sempre il peggio e poi provare un gusto sadico nel diffondere messaggi con l'unico scopo di seminare terrore.
Io non ci sto! Volendo il mondo é pieno di motivi reali per cui preoccuparsi senza doverne per forza inventare dei nuovi.
Preferisco preoccuparmi e occuparmi delle cose che stanno accadendo e non di quelle che potrebbero forse succedere un giorno, ma anche non capitare mai e se dovessero avvenire magari potrebbero stupirci con un lieto fine a sorpresa.
E come da copione, anche questa volta alla mia arrabbiatura è seguita la stessa prevedibile razione di quando avevo otto anni. Oggi c'è il silenzio stampa, allora c'era il "non ti parlo più"... E avanti così, fino al prossimo immancabile dramma di famiglia...


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