domenica 3 febbraio 2013

... A piccoli passi...

Lentamente, con molta paura e con ancora più coraggio ho ricominciato a respirare.
Ho inspirato profondamente e ho faticosamente cercato di buttare energicamente l'aria nei polmoni. 
Piano piano ho sentito la vita ricominciare a scorrere nelle mie vene.
Penso a tutti gli eventi forti di questi ultime settimane, a quelle prime parole che hanno segnato la mia vita, ai medici con cui ho parlato nei giorni successivi a quella pesante diagnosi.
Ricordo il terrore di quelle prime ore, la mia totale incapacità a credere che stesse davvero capitando a me...
Ripenso a quella telefonata fatta a tuo padre, alle mie parole scandite confusamente, fredde, meccaniche e incerte con cui gli ho detto che avevo il cancro: "Riccardo mi sembra di aver capito che c'è qualcosa che non va nei miei esami...".
Non lo chiamo mai Riccardo...
Entrambi non potremo mai dimenticare quella breve telefonata.
Non so cosa sarebbe stato di me senza la tua presenza a "obbligarmi" a lottare e senza quella di tuo padre a stimolarmi a farlo.
Non posso pensare a cosa sarebbe stato senza di voi.
Non so ancora quanto è dove mi ha cambiato il cancro.
Vedo i segni sul mio volto, ma quelli dell'anima si devono ancora rivelare.
Ma so che sebbene oggi guardarmi allo specchio con questa faccia non sia affatto facile, sono immensamente felice di avere ancora la possibilità di vivere, di poterti vedere crescere e di poter invecchiare con tuo padre accanto.
Oggi, a poche ore da quel risultato istologico che mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo, faccio ancora molta fatica a credere di poter fare dei progetti, ho ancora paura di pensare a domani e temo sia azzardato sperare di essere di nuovo felice... Ma non riesco a non farlo...


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