E mi ricordo di te quando i tuoi capelli erano più neri che bianchi, quando la domenica ti mettevi il completo blu che mi piaceva tanto e uscivi a comprare il giornale e i pasticcini, e non dimenticavi mai i cannoli cioccolata e crema che erano i miei preferiti, quando ogni mattina uscivi lasciando dietro di te quel piacevole odore di sapone, di dopobarba e di pulito, mi ricordo quando mi proteggevi e mi accompagnavi, quando ero un uomo forte e coraggioso anche se forse ripensandoci ora lo eroe o di quello che lasciavi intuire.
E ti guardo ora visibilmente provato sotto il peso degli anni, stanco e provato, affaticato dagli anni malato e improvvisamente invecchiato, ti vedo mentre ti arrabbi e scalpiti come un puledro imbizzarrito perché non vuoi arrenderti al fatto che non puoi uscire da solo e mi arrabbio perché vorrei proteggerti e allontanare la morte dalla tua e dalle nostre vite, ma poi mi fermo, rifletto e... non posso non comprenderti quando penso a come eri e ti guardo ora che ora devi chiedere il permesso anche per uscire...
Come posso non capirti papà?
Se anche io mi trovassi improvvisamente privata di qualsiasi potere decisionale e qualsiasi libertà... Ti capisco ma non posso lasciarti fare quello che vorresti, proprio come quando ero bambina e tu mi vietavi di andare in bicicletta in mezzo al traffico perché era troppo pericoloso. Io me lo ricordo e tu te lo ricordi papà?
Essere madre Alice é difficile ma essere figli quando i genitori invecchiano non è certo più semplice..
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