Quando
eri appena nata, nelle tue prime fondamentali settimane di vita, di notte ci
ritrovavamo papà ed io ad accudirti e ad accorrere ad ogni tuo pianto e ad ogni
tuo risveglio. Ma ora sei cresciuta, stai per compiere quattro mesi ed è già da
qualche tempo che papà si è tranquillizzato ed ha smesso di svegliarsi e le
notti sono rimaste un esclusiva solo nostra. Questa non vuole essere una critica
su papà, come sicuramente penserà lui, anche perché devo essere sincera ed
ammettere che l’intimità delle nostre notti è estremamente appagante.
Tu
piangi, attirando così la mia attenzione, io mi alzo e ti allatto,
interrompendo in questo modo il nostro lungo distacco notturno e poi, dopo
questa breve pausa, ognuna torna a dormire nel proprio letto: tu nella culla
accanto a me io nel lettone accanto a papà.
Ma stanotte le cose sono
andate un po’ diversamente e alle 5 e mezza, invece di rimetterti nella culla,
ti ho tenuta accanto a me nel lettone. Ho così potuto godere della tua immagine
sotto il riflesso della luce delle stelle, che attraversando la grande finestra
che si trova proprio sul nostro letto, si appoggiava delicatamente sui tuoi
lineamenti. Nella penombra, sono rimasta sveglia ad osservarti senza nemmeno
accorgermi del tempo che passava e senza avere nessuna voglia di
riaddormentarmi e di separarmi dalla visione di te che dormivi serena, sotto il
cielo stellato.
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