Mentre
aspettiamo una pizza che doveva arrivare al massimo mezz’ora fa e che
probabilmente sarà consegnata, forse fra mezz’ora… affamata, e non solo di
cibo, ma anche di una pace interiore che in questi giorni cerco disperatamente,
ma proprio non riesco a trovare, ripenso alla bella giornata che oggi la neve
ci ha “costretti” a vivere, e come bagliori colorati, improvvisi flash si
accendono nella mia mente e illuminano i miei ricordi in bianco e nero: bianchi
come la neve, neri come il mio umore…
Inutile
dire che tu sei l’unica e la sola protagonista incontrastata di queste immagini
divertenti e incredibilmente solari, nonostante il ghiaccio che le circondi…
h
14:30
Ti rivedo com’eri
oggi dopo pranzo, quando ti aggiravi per casa, pericolosissimamente armata di
pennarelli, spero realmente “lavabilissimi” come pubblicizzato sulla confezione,
e sfioravi tende e divani brandendoli come spade affilate, per fortuna spesso
con la punta ben “protetta” all’interno della tua mano, che nel frattempo aveva
assunto un’improbabile colorazione in perfetto stile cromatico arcobaleno,
presentando in perfetta ordine la sequenza completa: rosso, arancione, giallo,
verde, azzurro, indaco e violetto. Ti rivedo, mentre seduta davanti ad un intonso
foglio di carta, che non aspetta altro che essere dipinto dalle tue manine, tenti
disperatamente di veder apparire un segno, una riga o anche solo un puntino… ma
nonostante i tuoi immani sforzi, rimane candido e solo un po’ più stropicciato
di prima. Lo rigiri perplessa fra le tue mani e sembri chiedere chiarimenti con
lo sguardo a noi, che ti osserviamo divertiti, sì lo ammetto… divertiti… Beh Alice,
sono mesi che tuo padre ed io, cerchiamo inutilmente di spiegarti che penne, pastelli,
pennarelli… qualsiasi cosa che serva per scrivere, sono tutti oggetti che hanno
un preciso verso e tu, in qualsiasi posizione te li porgiamo,
incomprensibilmente ti impegni e fai sempre in modo di rigirarli dalla parte
sbagliata, con la punta all’insù… Riflettendoci attentamente Alice, credo che l’unica
cosa che oggi ha salvato la nostra casa, “acca”, come la chiami tu, dal tuo
tocco artistico, sia proprio questo tuo particolare modo di impugnare i pennarelli,
quindi è proprio vero che non tutti imali vengono per nuocere…
h
16:30
Dopo
qualche istante appare nitida nella mia mente l’immagine di te che nel
pomeriggio, con un libro in mano ti avvicini e ti sistemi comodamente su di me,
che sono sul tappeto, in perfetta posizione “Toro Seduto”, Arrivi, ti siedi e attendi
fiduciosa e paziente che io ti racconti le immagini disegnate sui tuoi “bibi”,
per noi tutti libri, immagini che tu conosci già alla perfezione ma che
indichi, in ordine sparso una dopo l’altra, solo per sentire per l’ennesima
volta i nomi dei singoli oggetti. Finito un libro ti alzi e corri a prenderne
un altro, lo scegli fra tutti (inutile dire che mi domando con quale criterio
viene fatta la selezione) e poi ritorni veloce nella posizione di partenza, sistemandoti
sempre più comoda sulla tua personalissima “poltrona umana” ad uso esclusivo. Mi
piace questo mio ruolo, lo ammetto, mi permette di tenerti in braccio senza
stancarmi, di sentire il tuo calore, di percepire il profumo di buono e di
pulito che emana la tua pelle, di accarezzare i tuoi capelli… Sì, Alice, voglio
continuare ad essere la tua “mini-Ponga”…
h
18:30
Eccoci
qua, è passata qualche ora e siamo andati a fare un giro al centro commerciale.
Tu sei nel carrello, seduta in posizione di comando, girata di traverso
naturalmente, perché devi dominare il mondo mentre vai avanti. Io mi distraggo
guardando le vetrine e papà è l’addetto a spingere il carrello. Ad un certo
punto mi chiama e divertito mi fa notare che oggi hai scoperto l’uso delle
tasche… Indossi una maglia in stile peruviano, di quelle colorate, con il
cappuccio, le frange e un paesaggio disegnato sopra e sul davanti, c’è un’unica
tasca centrale, piuttosto grande, che servirebbe per entrambe le mani. Non mi
sarei mai aspettata che tu la usassi davvero, pensavo fosse puramente un dettaglio
estetico, e invece ha ragione papà: mi fermo a guardarti e noto che infili le
manine nella tasca, da una parte una e subito dopo anche la seconda dall’altra
parte e una volta dentro, si vede chiaramente che le stringi insieme, proprio
come ti ha insegnato a fare papà… Sei proprio una bimba grande Alice, mamma mia
com’è volato via questo tempo meraviglioso passato insieme!!!
h
20:30
È sera, e
anche questo week end un po’ diverso dal solito, è finito e per te è quasi arrivata
l’ora della nanna. Tu sei esausta e un po’ prima dell’ipotetico arrivo della
nostra pizza, dopo aver fatto a grande richiesta anche “acco”, ovvero il bagnetto,
decidiamo di provare a portarti a letto, anche se effettivamente è un po’ più
presto del solito orario. Stasera sono io a metterti a letto, e mentre ti
accarezzo i capelli, qualche istante prima di ad adagiardi fra le tue morbide
ed assolutamente superflue coperte, (tanto tu, nonostante le rigide
temperature, non resti mai coperta oltre dieci minuti…), nella penombra ti
osservo e penso che sei indubbiamente la cosa più meravigliosa ed incredibile
che io sia riuscita a fare nella mia vita. Le mie labbra ti sfiorano per il
bacino della . A domani amore mio.
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