Mi sono
risvegliata quasi di soprassalto con la radiosveglia che intonava lenote di una
canzone di Capossela “Ovunque proteggi”. Ancora prima di capire che ero sveglia
ho percepito un atroce mal di testa, di quelli che quasi ti impediscono di
aprire gli occhi…
E
mentre in silenzio, pensavo al senso profondo delle parole di una delle strofe
più significative per me: “Ho sassi nelle scarpe/e polvere sul cuore, freddo
nel sole/ e non bastano le parole”… Riccardo mi ha detto che mia sorella le
aveva mandato un messaggio… Ho capito subito che si trattava ancora una volta
di mio padre che già ieri non si sentiva bene…
Non
mi sbagliavo: ricoverato stanotte in “Medicina d’Urgenza” che temo sia il nuovo
modo di chiamare la “Rianimazione”…
Rileggo
il testo della canzone che ho appena ascoltato e che sembra davvero scritta
apposta per questo risveglio e per questa mattina:
Mi spiace
se ho peccato, mi spiace se ho sbagliato.
Se non ci sono stato,
se non sono tornato.
Ma ancora proteggi la grazia del mio cuore,
adesso e per quando tornerà il tempo...
Il tempo per partire,
il tempo di restare,
il tempo di lasciare,
il tempo di abbracciare.
In ricchezza e in fortuna,
in pena e in povertà,
nella gioia e nel clamore,
nel lutto e nel dolore,
nel freddo e nel sole,
nel sonno e nell'amore.
Ovunque proteggi la grazia del mio cuore.
Ovunque proteggi la grazia del tuo cuore.
Ovunque proteggi, proteggimi nel male.
Ovunque proteggi la grazie del tuo cuore.
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