mercoledì 20 marzo 2013

Non ho presagi, solo paure...



Sapevo che prima o poi sarebbe capitato, solo non sapevo né come né quando.
Mi stupivo del fatto che ancora non fosse successo e contemporanemante speravo che sarebbe passato molto altro tempo, ma oggi, a distanza di meno di due mesi da quell’intervento “salvavita”, ecco presentarsi la situazione.
Da quando ho avuto il cancro ero consapevole che al primo “segnale” un po’ diverso dal solito da parte del mio corpo, tutti i miei “sistemi di allarme” sarebbero saltati ed io sarei andata drammaticamente in tilt.
Ne avevamo parlato diverse volte Ricky ed io, forse illudendoci che parlarne ci avrebbe preparato ad affrontare “l’emergenza panico”, ma non sai mai cosa ti aspetta fino a quando non ci sei dentro…
Già ieri mattina risvegliandomi avevo notato una strana sensazione dalla parte sinistra del collo, opposta al lato del cancro. Mi ero subito spaventata ma non avevo volutamente permesso alla paura di impossessarsi di me e dopo aver respirato profondamente, avevo tentato di rimuovere quel fastidioso pensiero.
Non credo di eserci mai riuscita, ma credo in realtà di averlo solo archiviato nel fondo dei miei pensieri.
Oggi però, quando nel pomeriggio abbassando il collo, ho sentito chiaramente quella fitta acuta, e quel rigonfiamento tipico di una ghiandola infiammata… non sono riuscita a far finta di niente e il dubbio che “lui”, il “nemico”, si fosse ripresentato alla mia porta, con più arroganza e prepotenza, si è subito delineato in maniera piuttosto chiara.
Se fosse capitato solo qualche mese fa non gli avrei dato il minimo peso, avrei semplicemente pensato ad un banale mal di gola. Ma quando questo ti succede dopo aver avuto un cancro, tutto assume toni e contorni diversi, tutto ha un terribile retrogusto, tutto ha il sapore asettico di qualcosa che purtroppo conosci già.
Oggi per me una ghiandola ingrossata sotto il collo non è soltanto “una ghiandola ingrossata sotto il collo”… è una serie di domande senza risposta, è un buco nero ce non sai dove ti porterà, è la paura che serpeggia, è tutto, anche se forse non è niente.
Stasera Alice, quando ti cercavo di tranquillizzare mentre tu non riuscivi ad addormentarti, guardavo nei tuoi occhi la paura e rivedevo la mia, sentivo il tuo terrore all’idea che io mi allontanassi e percepivo la mia angoscia a dovermi separare da te.
Stasera Alice ho fatto un salto indietro nel tempo, a due mesi fa, a quei giorni cupi in cui vivevo ogni giorno chiedendomi se sarebbe tato l’ultimo.
L’unica differenza rispetto ad allora è che non ho presagi, ho solo paure…

Nessun commento:

Posta un commento