Sapevo
che prima o poi sarebbe capitato, solo non sapevo né come né quando.
Mi
stupivo del fatto che ancora non fosse successo e contemporanemante speravo che
sarebbe passato molto altro tempo, ma oggi, a distanza di meno di due mesi da
quell’intervento “salvavita”, ecco presentarsi la situazione.
Da
quando ho avuto il cancro ero consapevole che al primo “segnale” un po’ diverso
dal solito da parte del mio corpo, tutti i miei “sistemi di allarme” sarebbero
saltati ed io sarei andata drammaticamente in tilt.
Ne
avevamo parlato diverse volte Ricky ed io, forse illudendoci che parlarne ci
avrebbe preparato ad affrontare “l’emergenza panico”, ma non sai mai cosa ti
aspetta fino a quando non ci sei dentro…
Già
ieri mattina risvegliandomi avevo notato una strana sensazione dalla parte
sinistra del collo, opposta al lato del cancro. Mi ero subito spaventata ma non
avevo volutamente permesso alla paura di impossessarsi di me e dopo aver
respirato profondamente, avevo tentato di rimuovere quel fastidioso pensiero.
Non
credo di eserci mai riuscita, ma credo in realtà di averlo solo archiviato nel
fondo dei miei pensieri.
Oggi
però, quando nel pomeriggio abbassando il collo, ho sentito chiaramente quella
fitta acuta, e quel rigonfiamento tipico di una ghiandola infiammata… non sono
riuscita a far finta di niente e il dubbio che “lui”, il “nemico”, si fosse
ripresentato alla mia porta, con più arroganza e prepotenza, si è subito
delineato in maniera piuttosto chiara.
Se
fosse capitato solo qualche mese fa non gli avrei dato il minimo peso, avrei
semplicemente pensato ad un banale mal di gola. Ma quando questo ti succede
dopo aver avuto un cancro, tutto assume toni e contorni diversi, tutto ha un
terribile retrogusto, tutto ha il sapore asettico di qualcosa che purtroppo
conosci già.
Oggi
per me una ghiandola ingrossata sotto il collo non è soltanto “una ghiandola
ingrossata sotto il collo”… è una serie di domande senza risposta, è un buco
nero ce non sai dove ti porterà, è la paura che serpeggia, è tutto, anche se
forse non è niente.
Stasera
Alice, quando ti cercavo di tranquillizzare mentre tu non riuscivi ad
addormentarti, guardavo nei tuoi occhi la paura e rivedevo la mia, sentivo il tuo
terrore all’idea che io mi allontanassi e percepivo la mia angoscia a dovermi
separare da te.
Stasera
Alice ho fatto un salto indietro nel tempo, a due mesi fa, a quei giorni cupi
in cui vivevo ogni giorno chiedendomi se sarebbe tato l’ultimo.
L’unica
differenza rispetto ad allora è che non ho presagi, ho solo paure…
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