martedì 12 marzo 2013

Tu, il mio orsetto di peluche



Guardando uno stupido film ho scoperto che uno dei requisiti che viene richiesto alle madri in affitto è che nella loro famiglia non ci siano stati casi di cancro.
Il fatto che ce ne siano è un indice di rischio…
Io non sto certo pensando di diventare una “madre in affitto”, ma a questa domanda avrei dovuto rispondere: molto di più di un caso in famiglia, un caso sulla mia stessa vita… e questa risposta mi avrebbe sicuramente esclusa dalle candidate…
E di nuovo mi sono sentita la “mucca col bollino rosso” e mi ha assalito l’atroce sospetto che forse per sopravvivere mi sto davvero raccontando un sacco di “fregnacce”… e il gelo mi ha avvolto e di nuovo ho avuto addosso quella sensazione sgradevole che ormai purtroppo conosco bene, e la gola si è seccata e di nuovo ho avuto paura…
Ho fatto fatica a trattenere le lacrime, ma ormai sono diventata brava a riuscire a farlo, anche se non sono del tutto certa che questo per me sia davvero un bene…
E forse improvvisamente ho capito che è la paura che sto soffocando insieme alle lacrime, quella che disturba il mio sonno…
Grazie Alice per essere venuta da me stanotte: sei stata il mio “orsetto di peluche”, ti ho abbracciata forte e schiacciando il mio viso fra i tuoi capelli, annusando il tuo odore, sono riuscita a dormire tranquilla, senza nemmeno muovermi.

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