giovedì 10 aprile 2014

Il grande spavento...

Le scale: tu che scendi, io che vengo dietro di te pensando che per il semplice fatto di esserti ti vicina non ti sarebbe potuto succedere nulla, Heidi che con la sua presenza ti distrae... 
È successo tutto in un attimo, troppo veloce per impedirlo, troppo lento per viverlo da impotente spettatrice...
Tu sei scivolata davanti ai miei occhi, con la testa all'ingiù e i piedi in alto, rimbalzando con la testa su ogni scalino mente io sono rimasta pietrificata ad osservare la scena...
Il tuo tutù candido che svolazzava mentre tu ed io urlavamo.
Forse avrei potuto tentare almeno di fermarti prendendoti per un piede o avrei dovuto bloccarti ancora prima che iniziassi a scivolare tenendoti per un braccio, sicuramente avrei dovuto stare davanti e non dietro di te e probabilmente non avrei dovuto tirarti su quando la tua rovinosa corsa si è interrotta sul pavimento. 
Non ce l'ho fatta ti ho subito presa fra le braccia per consolarti. 
Tu piangevi io tremavo.
Mi sono sentita colpevole per non averti protetta.
Più tardi dopo aver ripreso fiato ti ho portata dalla pediatra.
Dice che possiamo stare tranquilli anche se stanotte dobbiamo vegliare il tuo sonno.
Io sono ancora spaventata.
L'immagine di te che cade sbattendo la testa e il collo su ogni scalino mi si ripropone davanti agli occhi come al rallentatore.
Non riesco a tranquillizzarmi e ho ancora il pianto soffocato in gola.
Sei la mia vita e oggi ho avuto davvero paura.
Domani forse a distanza di ventiquattro ore mi sentirò di dire scampato pericolo.
Oggi, ora, sono ancora sotto shock.
Non ho mai desidèrato così tanto che fosse "domani"...

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