Era
da giorni che sapevo di doverlo fare, ma rimandavo sempre e intanto il caos
continuava ad accumularsi pericolosissimamente fuori e dentro il tuo armadio…
oggi ho deciso di cominciare il duro lavoro, prima di essere sopraffatta da
qualcosa decisamente più grande di me… Mi sono messa lì a testa bassa, cercando
di individuare le cose che sicuramente il prossimo anno non ti andranno più, e
dividendo le cose prettamente estive da quelle che potresti mettere ancora
qualche volta, insomma, un lavoraccio!!!
Tira
fuori, guarda, piega, impila, questo di qua, quello di là, quest’altro da
provare, quell’altro da lavare… un puzzle è decisamente più semplice!
Tu
nel frattempo avevi trovato un cappellino di lana con le orecchie e il musino
da orsetto, tutto foderato di pile e, noncurante dei trenta gradi che segna il
termometro oggi, ti aggiravi felice per casa esclamando “uao” ogni volta che
passavi davanti allo specchio e vedevi la tua immagine riflessa nello specchio.
Ad
un certo punto ho sentito la tua vocina dolce dirmi “’fai mamma?” E io,
continuando a rimanere concentrata su ciò che stavo facendo, ho cercato
comunque di risponderti con la voce più dolce che sono riuscita a fare: “metto
a posto Alice”. Evidentemente ti devo avere fatto pena così indaffarata, perché
mi hai detto subito “mamma io iuto”e mi hai ridato il cappellino… Ti ho sorriso
e dopo averti detto “grazie amore”, ho ripreso a piegare canotte e pantaloni,
noncurante di ciò che nel frattempo tu ti eri messa a fare… Gravissimo errore!
Quando mi sono resa conto che eri troppo silenziosa tu eri riuscita alla
velocità della luce ad appallottolare abilmente tutta una serie di magliette
che io avevo già ripiegato… GRRR
Ti
assicuro che avrei voluto fare la stessa cosa con te, prenderti e
appallottolarti tutta… se non fosse che tu tutta soddisfatta mi hai detto:
“ecco mamma, fatto tutto!” e poi facendomi un sorriso da un orecchio all’altro
hai aggiunto “Ice nanna, mamma tanca…”.
Continuerò
domani…
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