È incredibile quanto il silenzio possa essere rumoroso e contemporaneamente impensabile come il buio della notte, riesca ad essere luminoso.
Seduta su quella sedia a righe bianche e blu, ultimo ricordo di un'estate ormai agli sgoccioli, inspiravo ed espiravo l'aria con regolarità e mentre cercavo di alleggerire quel fastidioso peso sulle tempie, pensavo che in quel momento avrei tanto voluto che papà fosse sveglio accanto a me. E mentre mi ripetevo che non potevo svegliarlo e che tanto non avrebbe potuto alleviare il mio dolore, all'improvviso ho sentito dei passi che scendevano le scale e poi l'ho visto affacciato alla porta d'ingresso con la faccia stupita e interrogativa. Mi ha guardata e mi ha chiesto cosa ci facessi lì fuori nel cuore della notte ma sono certa che sapesse la mia risposta ancora prima che io aprissi la bocca: avevo mai di testa già prima di andare a dormire.
Senza che dovessi chiedergli nulla mi è venuto vicino e ha cominciato ad accarezzarmi la fronte mentre poi poco dopo mi ha convinta a rientrare a casa con lui è più tardi a letto mi ha accarezzata fino quando entrambi ci siamo lasciati andare al sonno.
Mi sbagliavo quando pensavo che svegliarlo sarebbe stato inutile...
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