mercoledì 17 ottobre 2012

Una "bua" val bene un cerotto...



Che tu sia un’attrice e faccia tragedie laddove non ce ne sia la benché minima necessità, è una certezza, confermata in svariate occasioni. Poco fa mattina la riprova.
Eravamo in bagno, io ad espletare le mie funzioni fisiologiche, ovvero a fare “plin plin” e tu a ronzare attorno a me e a chiedermi per la seicentoquattordicesima volta nella giornata “fai mamma?”, senza ovviamente mai ascoltare la risposta… Ti ho vista armeggiare pericolosamente intorno agli sportelli del mobile e nonostante fossimo nel “tuo” bagno, (grazie per avermi autorizzata ad usarlo…), mi sono permessa di dirti di smettere, ma non sono riuscita nemmeno a finire la frase che tu avevi inserito la sirena e stavi ululando come un lupacchiotto ferito… Naturalmente come ogni volta, le lacrime erano subito pronte ad uscire e la tua faccina si è immediatamente ricoperta di inquietanti chiazze rosse, fastidiosa eredità del mio DNA.
Inizialmente presa dal vortice di tutto questo frastuono di suoni e colori, non sono riuscita a capire dove ti eri fatta male, ma ho intuito praticamente subito che di qualsiasi cosa si trattasse, non stavamo parlando di una ferita mortale… Non vedevo gocce di sangue sul pavimento, né lividi apparire sulla tua pelle e continuavo a chiederti “dove ti sei fatta male?”, ma la tua risposta ovvia era sempre la stessa: senza smettere di piangere e ululare, indicavi lo sportello del mobile… Ho capito Alice che il “colpevole” di tanta sofferenza è il mobile del tuo bagno, ma la mia domanda era per individuare in quale parte del corpo tu sentissi dolore, non con quale oggetto te lo fossi provocata…
Passate invano in rassegna le dieci dita delle mani, (per fortuna ne abbiamo solo dieci perché ogni vota che toccavo un dito, la “sirena” acutizzava il suo suono…), ti sei finalmente decisa a svelarmi che la ferita (quale?) era nel dito indice della tua mano sinistra, e a quel punto tu hai cominciato ad aggirarti, sempre piangendo, col dito indice rigido come uno stoccafisso… Più per tranquillizzarti che per una reale necessità, ho pensato di dirti che la “magica crema” (gel all’arnica), avrebbe miracolosamente tolto ogni traccia di ferita (assolutamente invisibile), e di dolore (perfettamente udibile).
L’operazione “crema su ferita” ha provocato un tangibile peggioramento del dolore… manifestato con urli in una modulazione di frequenza fino ad oggi sconosciuta al genere umano… Visto che non ti calmavi nemmeno con la crema dei miracoli, prima di procedere al taglio delle corde vocali (è vero, lo ammetto, non lo avrei mai fatto…) mi è venuta una brillante idea: ho ricordato che in un momento di delirio, ti avevo comprato dei cerotti con Hello Kitty (kitschissimi), fino ad oggi mai utilizzati. Quindi ti ho chiesto se pensavi che un cerotto di Hello Kitty ti avrebbe aiutata a guarire e tu, in mezzo alle lacrime, mi hai detto un timido “ti”. Così mi sono precipitata in bagno a cercare i cerotti che mi sono sempre stati fra i piedi quando non li cercavo, ma che oggi naturalmente si erano nascosti dietro ad un’inutilizzata crema per le mani…
Mentre ero in bagno ho sentito il tuo pianto calmarsi e la tua vocina finalmente tranquilla, dire “mia bua qui”… ma non appena sono riapparsa sulla porta… ecco di nuovo l’uluato… Fammi capire Alice, la mia presenza acutizza il dolore? No perché se è così mi dileguo alla velocità della luce…
Noncurante delle tue proteste, mi sono avvicinata a te che, non appena hai visto il cerotto di Hello Kitty, ti sei subito sentita meglio (i miracoli di Hello Kitty…) e una volta attaccato il cerotto, sei improvvisamente guarita, e hai cominciato a girare per casa impettita e fiera, col dito dritto davanti a te
Più tardi hai preferito andare a nanna col cerotto ed io non me la sono davvero sentita di provocare un’ulteriore tragedia insistendo per toglierlo…
Qualcosa mi dice che se lascio decidere a te (e forse anche a tuo padre…), quel cerotto verrà all’esame di maturità con te… però bisogna ammettere che è davvero fashion, c’è pure Hello Kitty rosa!

1 commento:

  1. Papà allertato sull'emergenza "bua" ha immediatamente provveduto ad inviarti un fotomessaggio contenente un bacetto per te,che dopo averlo visto ti sei sciolta in un sorriso e hai detto serena "passa, passa"...
    Altro che cerotto e arnica gel... ci voleva i bacetto di papà!

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