venerdì 6 maggio 2011

Diario di stanotte


Passare una notte in bianco in ospedale restando accanto a qualcuno a cui vuoi bene, è un’esperienza non solo stancante a livello fisico, ma anche e di più, a livello mentale.
Le ore della notte, quando non dormi, diventano improvvisamente più lunghe, sembrano quasi eterne.
Quando si avvicina il buio della notte tu resti solo con te stesso ed hai l’opportunità di pensare, anche se forse non hai la lucidità necessaria per poter riflettere, hai l’occasione per notare cose che incredibilmente le luci del giorno hanno nascosto.
Io stanotte, in questa stanza di ospedale mi sono soffermata a guardare il volto di mia madre, come non facevo da tempo e l’ho scoperto improvvisamente invecchiato, consumato, provato e stanco. Mi rendo conto che i suoi lineamenti sono rimasti invariati solo nella mia mente, nei miei ricordi di bambina e la luce di questa stanza di ospedale mette improvvisamente in evidenza i solchi degli anni che sono passati.
Lei ora sta dormendo anche se si agita e si lamenta spesso, poi ogni tanto si sveglia e mi guarda, senza parlare. Ora che sono madre anche io, riesco forse ad intuire i suoi pensieri dietro al suo sguardo stanco e sofferente: sicuramente è dispiaciuta nel vedere che io non riesco a dormire e ancora di più le dispiace che io stia facendo questo sacrificio per lei.
Una madre i problemi dei figli vorrebbe risolverli e non crearli.
La notte è ancora lunga.
Dalle stanze accanto provengono urla e colpi di tosse e nel corridoio rimbombano forti le voci degli infermieri che sembrano non accorgersi che ormai è notte.
Il telefono della guardiola non smette di suonare, ogni tanto qualcuno risponde, ma appena riaggancia il trillo ricomincia quasi subito.
I campanelli delle camere dei pazienti si rincorrono e si accavallano in un susseguirsi di suoni e di allarmi.
Rumori metallici di ruote che stridono si inseriscono in questo frastuono e diventano parte integrante della colonna sonora di questa notte.
Improvvisamente come per magia, per un attimo tutto intorno a me tace e nel silenzio più totale, percepisco chiaramente la voce di mia madre che nel sonno sussurra la parola “mamma”.
Non c’è nulla da fare: è proprio vero che a qualsiasi età quando abbiamo bisogno di aiuto o anche solo di conforto, “mamma” è la prima parola a formarsi sulle labbra…

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