giovedì 5 maggio 2011

Un giorno senza post


Un giorno senza post può significare tante cose.
Può voler dire che non c’è stato tempo, oppure che è mancata l’ispirazione o la voglia, o ancora che non c’era assolutamente niente da dire e da raccontare, o infine che certe volte è meglio tacere…
Ieri credo che fossero semplicemente finite le parole.
Dopo essermi sfogata con mio fratello e avergli finalmente detto ciò che penso del nostro non – rapporto, non avevo davvero più niente da dire.
Basta con certe conversazioni vuote e senza senso, ormai ci ritroviamo a riempire i lunghi silenzi parlando del tempo.
Più niente ci accomuna e forse in realtà mai niente ci ha accomunato.
Non credo mi abbia mai vista incinta e sono certa che non abbia visto mia figlia più di quattro o cinque volte. Non gli sto dando colpe, sicuramente anche da parte mia è mancata la voglia per costruire un rapporto in cui probabilmente non credevo più già da tempo. La distanza ha solo reso le cose più semplici.
Non c’è nemmeno più rabbia, c’è stata ma ora resta solo il nulla.
Siamo persone diverse, con valori, obiettivi, desideri, speranze e interessi non solo differenti, ma completamente opposti.
Per lui il lavoro e la carriera sono al primo posto, per me in cima alla vetta ci sono i sentimenti, sempre e comunque.
Non mi interessa avere un divano in pelle o la casa delle vacanze, io preferisco godermi la vita, amo viaggiare e spero di trasmettere anche a te questa grande passione che unisce tuo padre e me.
Non giudico e non critico il suo stile di vita e le sue scelte, ma lui al contrario ha sempre qualcosa da ridire sulle mie di scelte.
Come per esempio perché “abbiamo scelto di vivere in questo cazzo di posto” come mi sono sentita dire un paio di anni fa… Forse per sfuggire ad una famiglia dalla presenza troppo ingombrante, forse solo per riuscire a vivere la mia vita più serenamente e per allontanarmi da quella pressione pessimista subìta per troppo tempo.
Per non parlare delle critiche per l’arredamento della nostra casa… lontanissimo dai suoi gusti… del resto per educazione io ho sempre evitato di dirgli che la sua di casa mi mette tristezza, troppo perfetta, sembra finta, una messa in scena, manca di tracce vitali, manca di presenze umane.
Ma questa è solo la mia opinione e l’ho tenuta per me, fino ad ora.
Del resto secondo lui un padre di 83 anni ed una madre di 80 malata, se devono essere ricoverati in un ospedale a 25 kilometri da casa possono anche andandoci in treno…
Secondo me no.
Il solo pensiero mi fa ribrezzo.
No, non si fa.
E sono contenta di non averlo fatto.

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