Ricordo una bimba, non
piccola come te, ma ancora piccola, che una mattina improvvisamente si è
svegliata e si accorta che non riusciva a respirare…
Ricordo il terrore di
quella bimba quando ha capito che il fiato che aveva nei polmoni, non era
sufficiente nemmeno per chiamare aiuto...
Ricordo quel peso sul
petto che la faceva sentire oppressa e affaticata e che le impediva di fare
qualsiasi cosa, anche il più piccolo movimento…
Ricordo le punte delle dita
che si scurivano lentamente e la paura che cresceva rapidamente…
Quella bimba Alice ero
io, avevo circa otto anni quando ho avuto il mio primo attacco d’asma. Non ne
ho avuti tanti nella mia vita, ma tutti piuttosto forti e li ricordo bene.
Ecco Alice, ieri
mattina mentre ho iniziato quello che dovrei definire il “cambio dell’armadio”,
improvvisamente mi è mancata l’aria, cercavo di riempire i polmoni ma non ci
riuscivo, mi sentivo soffocare e non sapevo cosa fare. Tu dormivi nell’altra
stanza ed io per non fare rumore e per non svegliarti avevo anche chiuso la
porta della nostra camera. Forse proprio per quello, la polvere smossa dai
vecchi vestiti si è accumulata nell’aria ed io che avevo giù un po’ di
raffreddore ho subito sentito la difficoltà nel respirare. Ho cominciato a
tossire, ma mi sentivo bruciare il petto… proprio come quella bimba di otto
anni…
È durato solo qualche
ora, poi lentamente ho iniziato a sentirmi meglio, quando è tornato papà siamo
uscite e l’aria fresca mi ha aiutata.
Sai Alice, l’aver vissuto
nuovamente quelle spiacevoli sensazioni mi ha fatto immediatamente pensare a te
e al fatto che spero tanto che tu non abbia ereditato questa mia forma di “asma
allergica”, perché davvero non vorrei che tu dovessi provare il disagio e la
paura che ha provato quella bimba di otto anni e che ieri mattina, ha di nuovo
riprovato quella mamma di quasi quarantuno anni…
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