mercoledì 12 ottobre 2011

Ecco i sottotitoli


Le parole che dici ormai sono tante anche se nella maggior parte dei casi necessitano di interpretazione e poi vanno sottotitolate per il “pubblico” non addetto ai lavori…
Hai cominciato con “mamma”, avevi solo pochi mesi, eri nel pieno della fase della “lallazione” e assolutamente ignara del profondo significato intrinseco in quelle due sillabe. Poi è stato il momento di papà, rapidamente sostituito da babbo, e per concludere il quadro familiare è stata la volta di Heidi diventata ormai per tutti “Taidi”.
A questo punto hai cominciato a spaziare nel vocabolario e sei partita con il “dai” e il “me” ma quasi contemporaneamente, forse per farti perdonare quella punta di egoismo che traspariva dalle parole scelte, hai aggiunto il “grazie” da te trasformato in “taaati” o “aci” a seconda delle occasioni.
Quasi contemporaneamente hai pensato che fosse il caso di cominciare a farsi i complimenti da sola e sei partita con l’applauso e il “brava” da te ribattezzato “baba”.
Poi se la memoria non mi inganna, è stata la volta di “Anna”, urlato a gran voce e in maniera perfetta, ripetuto tre volte e poi mai più…
Infine siamo arrivati ai generi alimentari ed ecco spuntare “pesce” che però dici solo raramente e diventa “pece” e patata che hai chiaramente detto solo una volta, quasi subito abbreviato in “’tata” e poi scomparso nel nulla…
Oltre a tante pipì, ti è scappato anche un “pipì”…
Poi sono arrivati i “bimbi”, prima solo i maschietti “bimbo” e solo da ieri anche la versione femminile “bimba”…
E come da manuale, in fondo c’è sempre la “nanna”…

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