Quando ti viene diagnosticato un tumore, capisci quasi subito che il mondo si divide in due gruppi: chi c'è l'ha o l'ha avuto, e chi non ce l'ha mai avuto.
Solo gli sf... ortunati che fanno parte del primo gruppo riescono a comprendere a fondo le tue più oscure paure, i tuoi timori più profondi.
Gli altri non possono riuscirci.
Arrancano fra la nostra disperazione e le loro certezze, si aggrappano alle versioni più ottimistiche e non prendono nemmeno in considerazione altre ipotesi.
E ciò che è peggio è che si aspettano che il dopo, quando c'è un dopo, sia uguale al prima.
Ma non c'è più nulla che resta uguale a prima dopo una diagnosi di questo tipo.
Io sono ancora nel pieno della fase in cui mi sembra di osservare la mia vita dall'esterno, come una spettatrice.
Non riesco a reagire.
Ci ho provato ma proprio non ci riesco, non riesco ad essere forte, non riesci a lottare, ad essere ottimista e fiduciosa.
Non riesco ad immaginarmi a vivere la prossima estate come ho vissuto la precedente, non riesco a vedermi al mare a giocare con te, non riesco a pensare a domani.
La paura mi possiede, mi logora, mi devasta.
E la parola "cancro" ancora prima della malattia, mi sta uccidendo.
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