venerdì 28 novembre 2014

Chi mi capisce?

All'inizio quando avevi solo pochi mesi, ogni sera finita la tua cena dopo un po' di giochi insieme sul lettone bastava la parola magica "buonanotte!" e finalmente papà ed io ci potevamo spogliare non soltanto dei vestiti ma anche degli "abiti genitoriali" e cominciava la nostra serata sul divano. Niente che non si possa raccontare, solo un po' di sano relax abbracciati, il pigiamone, la copertina morbida e calda sulle gambe, (le mie, quasi mai quelle di papà), le ciabatte, (quasi sempre solo sui piedi di papà perché io ne ho almeno dieci paia sparsi per casa, ma ammetto che ho la pessima abitudine di non usarle...) e a completare un perfetto quadretto di famiglia un bel filmetto in televisione: romantico se lo avevo scelto io o di azione se invece lo aveva scelto papà.
Ma poi tu sei cresciuta e insieme a te è cresciuta la voglia di papà di godersi un po' di più quell'unica figlia che sta crescendo troppo in fretta e con te sono cresciute anche le tue esigenze di coccole e di attenzioni.
E così succede che a tavola durante la cena parli solo tu, parli, parli, parli... Spesso interrompi i miei tentativi di raccontare la mia giornata a papà, che fa del suo meglio cercando di dividersi fra le sue donne in una difficile opera di equilibrismo, mentre la cena che io ho preparato si raffredda nel tuo piatto. E io ogni volta mi arrabbio perché non mangi, perché dopo mezz'ora che noi abbiamo già finito tu non sei nemmeno a metà, perché ogni scusa è buona per distrarti... E quando in qualche modo finisce l'odissea della cena, cominciano i giochi sul tappeto e poi i cartoni sul divano... E non basta mai, e ogni volta mi sembra più tardi.
E poi finalmente arriva il momento della nanna con i riti che ogni sera si allungano un po' di più... Prima abbiamo cominciato con una favola, e va bene, non vivi in un lager la favola è un classico che accompagna nelle braccia di Morfeo ogni bambino fortunato. Ma si sa, tu sei insaziabile e una favola non era più sufficiente per una bambina come te assetata di sapere, di imparare, così si è aggiunta la ninna nanna o la canzone, prima una, poi due, poi tre... E poi le coccole... E poi, e poi, e poi...
E mentre papà si dedica a te al piano di sopra, godendo finalmente della sua bambina dopo un'intensa e spesso pesante giornata di lavoro, io mi siedo sul divano e comincio ad aspettare.
Vorrei non addormentarmi ma confesso che è sempre più difficile mantenere gli occhi aperti. Mentre leggo qualcosa o scrivo sul tablet, sento le vostre voci dal piano di sopra, a volte ascolto le risate e sono contenta di sentirvi così affiatati, quando ero incinta ho atteso con ansia di poter vivere questi momenti, ma mi manca papà, mi mancano le nostre serate abbracciati sul divano, mi manca riuscire a vedere un film senza dividerlo in spezzoni di dieci minuti, mi manca poter iniziare e finire un discorso senza perdere il filo di quello che sto dicendo...
Lo so non è la prima volta che mi lamento di queste cose e forse sono ingiusta a fare questi pensieri e mi sento in colpa, mi chiedo se sono davvero una brava madre e non so proprio cosa rispondermi.
Ma non ci posso fare niente se sento sempre più forti anche questi bisogni di donna e non soltanto quelli di madre.
Io capisco te e il tuo bisogno irrefrenabile di rimanere sveglia ad assorbire il mondo che ti circonda attraverso il tuo sguardo e con i tuoi grandi occhi e ti sembrerà strano ma capisco anche papà e la sua grande voglia di passare con te più tempo possibile e di recuperare le ore in cui non è potuto stare al tuo fianco, ma vorrei anche che ci fosse qualcuno che capisce me... 
Ecco Alice, non ti voglio meno bene quando mi sento trascurata perché tu alle dieci e mezza di sera sei ancora sveglia che monopolizzi le attenzioni di tutti gli abitanti della casa, ma mi sento frustrata e mi innervosisco terribilmente e allora basta davvero niente per farmi arrabbiare...


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