martedì 18 novembre 2014

Perché vado a Bologna?

Parlare al telefono in tua presenza già da tempo era diventato difficile ma ora è molto di più è estremamente pericoloso.
Tu ascolti, non chiedi, ma mediti e poi rielabori.
Solo a distanza di tempo a volte, ma non sempre, fai domande. 
E allora capisco che hai sentito e ascoltato e comprendo così che i tuoi silenzi non erano casuali ma voluti.
Come quando con una falsa indifferenza mi hai chiesto: "Perché vai a Bologna mamma?"
La prima domanda che mi è venuta in mente é stata "e tu come fai a saperlo?"...
Ma poi ho realizzato che tu eri in macchina con me mentre ne parlavo al telefono a un'amica, mentre le dicevo che tu sei ammalata proprio nella settimana più "complicata" di tutto l'anno, quella in cui ho assoluto bisogno che tu stia bene e che tu vada a scuola, per essere libera di fare le mie visite, i miei controlli e i miei check up senza dovermi preoccupare del tuo sguardo sempre attento e vigile su di me, libera di potermi lasciare andare ad un attimo di sconforto o di gioia, libera di poter vivere le mie emozioni, libera di poter far scivolare le lacrime di paura o di felicità senza temere che il mio stato d'animo si ripercuota pericolosamente sul tuo.
Devo stare più attenta quando parlo in tua presenza, lo sapevo anche prima ma ora tu me lo hai fatto capire chiaramente.
Comunque Alice vado a Bologna a fare il giro di tutti quei medici bravi che si prendono cura di ogni parte del mio corpo e quest'anno ho deciso di andarci prima delle nostre vacanze, non perché io stia male ma perché vorrei poter partire tranquilla e leggera.
E poi diciamocelo, vado a Bologna anche perché non vedo l'ora di vedere i cartelloni pubblicitari 6 x 3 con la faccia di papà...

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