lunedì 21 luglio 2014

Da bruco a farfalla...

Poco più di sette anni fa una giovane donna inesperta e preoccupata ma piena di entusiasmo e innamorata, ha sorprendentemente lasciato la città in cui aveva sempre vissuto con la sua famiglia "spiccando il volo" verso una nuova vita, piena di incognite ma finalmente scelta da lei.
Quella giovane donna è tua madre Alice, che è uscita di casa in un giorno apparentemente normale, come una donna in fuga, tranciando un cordone ombelicale che la soffocava e che ormai era diventato davvero troppo scomodo e ingombrante e mettendo fra lei e la sua famiglia la distanza necessaria per poter davvero provare a vivere e camminare da sola, senza interferenze di chi ancora si illudeva di poter possedere lei e la sua esistenza.
Sono uscita con naturalezza, dicendo "ci vediamo domani" e sono tornata sì il giorno dopo, ma soltanto per prendere alcune cose e per avvertire mia madre e mio padre che forse sarei stata via qualche "giorno in più". I giorni sono stato molti più di qualcuno e solo a distanza di mesi sono tornata a dormire per un paio di notti nel mio letto, in quella che era stata per anni la mia camera.
L'inizio di quella mia nuova vita è stato dura, anzi durissimo e solo l'amore verso tuo padre mi ha dato la forza per non mollare tutto.
Mi sentivo soprattutto in colpa.
Ero cresciuta consapevole del fatto che sarei dovuta essere il bastone della vecchiaia dei miei genitori, gli avevo promesso che non me ne sarei mai andata e non li avrei lasciati soli. Crescendo però io mi spegnevo giorno dopo giorno soffocata dentro una vita che non avevo scelto e non mi apparteneva, costretta a condurre un'esistenza da vecchia senza mai essere davvero stata giovane.
Non mi ero mai davvero rassegnata a vivere così.
Ho sempre sognato una vita normale: un marito, una famiglia, dei figli, una casa.
Quando ormai avevo davvero perso le speranze e tutti pensavano che il mio destino fosse già scritto, ecco che è arrivato lui che fortunatamente mi ha fatto perdere la testa e mi ha dato contemporaneamente la forza e il coraggio per fare ciò che avevo sempre desiderato.
Qualcuno molto vicino a me mi aveva addirittura già vista a fare prima la "badante" dei miei genitori e poi la donne delle pulizie di casa sua e mi aveva urlato in faccia che sarei sempre stata una fallita e sarei riuscita a sopravvivere alla vita e alla depressione che in quegli anni mi tormentava, solo grazie alla compassione di chi mi avrebbe dato un tetto sulla testa in cambio di un accurato lavoro di pulizie h24.
Ma io sono scappata.
Lontana da casa mi sono liberata di tante paure e inutili fardelli e sono cresciuta, diventando prima una donna poi una madre e una moglie.
In questi anni ho attraversato, combattuto, superato e vinto un cancro, ho perso tre figli e fortunatamente ho vissuto anche la gioia di diventare madre di una splendida bambina e da bruco goffo, timido e impaurito, sono diventata una farfalla e finalmente ho iniziato a volare libera e felice nel cielo che era sempre stato lì a portata di mano ma che io non avevo mai nemmeno visto.
E se sono arrivata fin qui non è certo a loro che devo dire grazie. Da quando sono andata via di casa e da Ravenna nessuno mi ha mai aiutata nemmeno quando ne avrei davvero avuto bisogno. Ho imparato a cavarmela da sola e questo mi ha resa più forte.
Oggi con tutta la forza che ho acquisito mi sento di urlare al mondo che quella giovane donna inesperta e preoccupata, che poco più di sette anni fa ha lasciato Ravenna col cuore pieno di sogni e di speranze, non esiste più, è inutile che continuino a cercarla dentro quel corpo appesantito, dietro a quel volto segnato. Oggi al suo posto c'è una persona diversa, molto più forte, ci sono io che quei sogni li ho realizzati quasi tutti (e nessuno grazie a loro), che possiedo la mia vita e che soprattutto non mi lascio mettere i piedi in testa da chi pensa di potermi trattare con arroganza e maleducazione come fa con i suoi poveri dipendenti.
Io esigo e pretendo il rispetto!
Ecco Alice, tu sei troppo piccola per comprendere questo mio sfogo ma ci sono giorni come oggi in cui vorrei dirti che non sempre essere figli unici è più difficile che trovarsi a combattere con un fratello arrogante e presuntuoso che non ha ancora capito che suo padre sta invecchiando e ora siamo noi a dover aiutare lui, così come lui ha fatto con noi quando eravamo piccoli, restandogli accanto in questo ultimo pezzo del suo viaggio.



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