sabato 12 luglio 2014

Investita da un treno merci

Una telefonata nel cuore della notte, una corsa in ospedale col cuore in gola che sembra dover saltare fuori dal petto, la paura di non fare in tempo a rivedere mio padre vivo, il tentativo di restare calma di fronte all'ennesima situazione difficile da gestire... 
Ieri durante la giornata mi sentivo che stava per arrivarmi addosso un treno merci e quando poco prima dell'una il telefono è squillato ho capito che forse quel treno era arrivato.
Ho passato la notte guardando un uomo che non riconoscevo chiedendomi dove fosse nascosto mio padre, quel padre premuroso forse anche troppo che ormai da tempo vive solo nei miei ricordi, ho visto il nuovo giorno arrivare attraverso i vetri di un pronto soccorso, ho atteso paziente e silenziosa una diagnosi, una parola di conforto ascoltando i discorsi deliranti e poco lucidi di mio padre.
È stata una lunga notte, di quelle che ti restano cucite addosso come un abito troppo stretto. 
Ora è mattina e mentre sono sulla strada del ritorno ho solo voglia di arrivare a casa e di trovare un po' di pace stretta nell'abbraccio della mia famiglia.
Non ho nemmeno sonno solo solo atterrita dagli eventi e incredibilmente stanca.

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