venerdì 23 gennaio 2015

Che senso ha?

Cinque anni di me, cinque anni di te, cinque anni di voi, cinque anni di noi, cinque anni di monologhi a volte seri a volte buffi, che sono scivolati fuori dalle mie dita e si sono appoggiati prima a una tastiera più o meno grande e poi ai cuori più o meno vicini.
Cinque anni di parole, di pensieri, di lunghi discorsi e profonde riflessioni, cinque anni di sfoghi, cinque anni di ricordi e di racconti, cinque anni di paure, cinque anni di speranze, cinque anni di incoraggiamenti, cinque anni di vita, cinque anni di me, di te, di voi, di noi.
E così il tempo è passato Alice e io per l'ennesima volta sono qui a chiedermi il senso di questo blog/diario e continuo a non trovarlo...
Perché se è vero che le parole scritte restano, è anche vero che forse in certi casi sarebbe meglio che si perdessero in mezzo al tempo che passa e piano piano offusca e si dice che porti via tutto.
Perché ricordare che due anni fa "oggi" mi svegliavo ed era "the day after"? Perché ripensare a quei giorni e a quelli ancora più difficili che li hanno preceduti? Perché tornare indietro e rileggere quegli attimi e ritrovarsi improvvisamente catapultati in mezzo a un viaggio indietro nel tempo con lo stessa terribile sensazione di vulnerabilità e un invariato senso di angoscia?
Non lo so Alice...
Pensavo che scrivere fosse un modo per superare le tappe più difficili e arrivare ai cuori più lontani e a quelli più silenziosi e chiusi, ma ho scoperto che non è proprio così. 
Le parole scritte restano è vero ma non sempre spiccano il volo e arrivano dove vorremmo e il tempo passa Alice e io continuo a chiedermi sempre più spesso quale sia il senso di queste parole che forse arrivano e si "appoggiano"... ma poi al primo alito di vento si sollevano come foglie perse nell'autunno e si allontanano per perdersi senza lasciare traccia.
E allora se non scrivo per mantenere vivo il ricordo perché a volte ho imparato sulla mia pelle che sarebbe davvero meglio dimenticare e se non scrivo per far viaggiare le parole oltre ai silenzi, perché si possano finalmente appoggiare lasciando il segno, che senso hanno allora questi cinque lunghi anni di monologhi?


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