Quella che è appena
finita è stata una notte che definirei “a scaglioni”.
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Primo
scaglione: dalle dieci a mezzanotte più o meno.
Come sempre sul divano appoggiata
alla spalla destra di papà.
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Secondo
scaglione: da mezzanotte alle tre:
A letto, un po’ sulla spalla
sinistra di papà, un po’ beatamente “accucchiaiata” nel suo abbraccio e un
altro po’ da sola in posizione fetale, dalla mia parte di letto. Alle tre ho
cominciato a sentire i tuoi gorgheggi e il tuo vociare notturno, ma ho pensato
(e sperato) che tu stessi in realtà dormendo e sognando.
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Terzo scaglione:
dalle tre alle tre e mezza:
Mi ero appena riaddormentata quando
improvvisamente mi sono svegliata madida di sudore, con la salivazione
aumentata, evidente sintomo di imminente vomitata (dopo i primi tre mesi della
gravidanza passati a vomitare, ormai lo so…). I funghi hanno colpito ancora!
No, non erano avvelenati, ma a volte me lo fanno, anche se non ho ancora capito
perché a volte sì e a volte no…
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Quarto
scaglione: dalle tre e mezza alle quattro e mezza.
Dopo essere tornata a letto
senza aver vomitato nulla a parte i succhi gastrici, sono riuscita a
riaddormentarmi, per svegliarmi, esattamente un’ora dopo, destata dal tuo
pianto improvviso, forte, deciso e assolutamente inaspettato. Non capitava da
molti giorni e da molte notti e quindi mi sono precipitata di là per capire che
cosa ti avesse disturbata. Eri trasversale nel letto, con i piedini,
naturalmente gelidi, incastrati fra le sbarre, gli occhi spalancati alla
ricerca del tuo coniglio della nanna che giaceva solitario sul cuscino dall’altra
parte rispetto a dove eri tu.
Ti ho guardata e ti ho presa in
braccio, ho riscaldato i tuoi piedini e… e… siccome il primo amore non si
scorda mai, ti ho dato un po’ di tetta! Sì perché una tittatina notturna non fa
mai male né alla mamma né al pupetto. (l’ho scientificamente deciso io!). Tu
naturalmente non ti sei fatta pregare e hai preso la tua dose di latte e
coccole. Poi ti sei riaddormentata e ti ho riadagiata nel tuo lettino, accanto
al tuo coniglietto della nanna, che hai prontamente abbracciato.
Ti ho coperto i piedini e tu già
ronfavi. A quel punto anche io sono tornata a letto…
·
Quinto
ed ultimo scaglione: dalle quattro e mezza alle sei e tre quarti.
Ho semplicemente dormito, senza
più la nausea, il vomito, senza sentirti nemmeno fiatare, senza accorgermi che
le ultime due ore della notte sono volate via in un battibaleno…
Stanotte, dopo tante notti passate senza di
te e senza il nostro esclusivo appuntamento notturno, ritrovarmi lì, seduta sul
divano in camera tua, ad allattarti, mi ha improvvisamente fatto tornare ai “vecchi
tempi”, quando ogni notte ci ritrovavamo tu ed io, strette in un unico
abbraccio, a prenderci cura l’una dell’altra.
È stato bello e non importa se è stata una
notte a scaglioni. La ricorderò, forse, come l’ultima notte in cui ti ho
allattata, perché lo so, lo vedo nei tuoi occhi e lo sento nel mio cuore… il
tuo amore per la tetta di mamma sta, in maniera del tutto naturale e normale,
sfumando via velocemente.
Solo una mamma può capire ciò che sto
provando…
Un senso di gioia perché stai crescendo e
stai conquistando la tua autonomia, ma anche un senso di tristezza perché la
mia cucciolina indifesa sta diventando grande e per me resterà sempre quella
piccola bimba, che in una grigia mattina di ottobre è “spuntata” come un raggio
di sole, a riscaldare e illuminare le nostre vite.
Tu per noi sarai sempre quel
fagottino arrotolato nella sciarpa bianco/rossa del Vicenza, fatta apposta per
te dalla mamma, piccina piccina, ma comunque sempre troppo grande per il tuo piccolo
e inesistente collo di neonata… e sarai sempre quella bimba, che guardavo con
le lacrime agli occhi, ancora frastornata fuori dalla sala operatoria, mentre
tu già ti facevi riconoscere e ti presentavi a noi facendo uno dei tuoi tipici “meeeo”
e mentre papà non si smentiva mai e già si faceva riconoscere da te facendo il
c… clown… alle nostre spalle…
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